nota del 5-3-2006: messaggio ai torturatori ed ai loro mandanti e complici. Non è sempre facile scrivere dell’orrore più profondo, le cose che seguono le ho sempre ricordate, ma per opportunità ritenevo di non dover arrivare a renderle pubbliche. Evidentemente chi mi tortura sono talmente STUPIDI da desiderare la GOGNA che nei loro sogni avevano riservato per me.

 Quanto segue non costituisce né una fissazione né una diffamazione mia né tantomeno un voler riaprire vecchie ferite, in realtà trattasi di un elemento, oramai da me identificato per la quotidiana, parziale ed assillante sua riproposizione da parte di chi mi tortura via radio microricetrasmittente cerebrale,  del tassello di provocazione attuata nei miei confronti ancor oggi, che è meglio evidenziare ancora una volta a quegli infami sbirri che credono di aver scartine da giocarsi nei contenuti di provocazione ai miei danni:

A Livorno in particolare nel giugno 2002, i torturatori, con un fare tra lo sbirresco e il malavitoso, via radio volevano che io ammettessi “colpe” (che se fossero stati sbirri normali sarebbero stati “meriti” dal loro punto di vista) in merito di una serie di cose, storpiate, che avrei appreso da qualcuno in tempi non precisi, e che rimuovessi da me sensi affettivi ed ideali, , il che faceva parte di un insieme di costruzioni psicodrammatiche allucinanti fatte sulle parole scritte a detenuti nel 1994-1995 con lettere sgrammaticate dallo stesso pentito  (ADL) responsabile della mia carcerazione, peraltro non indirizzandole a me, ma ad altri compagni (in una occasione nel 1995 ne ebbi in mano una copia, le altre i compagni/e me le risparmiarono: pare che il ADL avesse il problema dei suoi rapporti con la mala in Friuli e nel trevigiano, per cui questo giochino gli serviva SOLO come copertura per nuovi affari: fu questo il motivo per cui non testimoniò in aula); una volta compiuto tra il 31 maggio e il 3 giugno,  il lavaggio del cervello (elettrochock, di cui c’è traccia nella masticatura delle mandibole e nel rigonfiamento della lingua oltre che in fori misteriosi nell’avambraccio ed altri indizi), la mattina del 7 giugno 2002, al culmine delle crisi cardiache indotte e delle manipolazioni mentali (fattemi persino buttare un orologio da 180.000 lire dalla finestra) mi “convincevano  a compilare a mano una approssimativa richiesta di grazia per una vicenda, e a declamare in cella in orario molto presto, delle frasi di autocolpevolizzazione, che mi avrebbero garantito, (secondo le promesse di una certa voce femminile che somigliava a quella di una certa funzionaria, di cui avrei dovuto nei loro piani essere innamorato) la fine del trattamento;  domanda che fortunatamente, ripresomi mentalmente dopo poche ore, bruciavo nel cesso, in uno dei 10 giorni circa in cui non scesi nemmeno all’aria tanto ero bombardato e stralunato da elettrochock e psicofarmaci “al bisogno”, in realtà iniettatimi in fase di sonno. 

Nella cartella clinica ovviamente c’è traccia solo della mia richiesta di andarmene da quella sezione dove soffrivo di cuore, in particolare in quella cella ero esposto “normalmente” sin dall’arrivo (26-27 maggio 2002, il 26 era domenica e le prime cose si poterono fare il lunedì), a:

tortura controllo mentale

mancanza di aria (lastroni di ferro alle finestre cella e bagno)

impedimenti vari tipo 41 bis (chiedere fornello, ecc., senza lavorante)

neon anche la notte e blindato aperto

corrente d’aria giorno e notte

50 minuti di aria al giorno

nessuna possibilità di colloqui

rifiuto di udienza di direttore e direttore sanitario

Questa montatura, che riguardava anche soggettivamente una persona che si è sempre comportata come un verme, un ex militante di una occ per cui aveva in prima detenzione scontato 10 anni,  successivamente detenuto per reati comuni, era inerente una “storia”,  già nota ai compagni per la sua natura sin dal 1996, che qualcuno ha voluto ri-giocarsi contro il sottoscritto, ho motivi di ritenere non senza il suo intervento a Biella; questa persona,  che giammai aveva chiarito la sua posizione ed i suoi rapporti con la famiglia ADL e la sua tutrice,  al movimento comunista e proletario, e che in realtà è divenuto per metodo e natura, un tragicatore, che in libertà aveva partecipato ad avventure (passate in giudicato col beneficio della continuazione dei reati e in contumacia da detenuto)  insieme a questo pentito (ADL), e partecipata da altri pentiti (GP, NM, il notissimo MS),  tutti veneti, mentre lui giocava in casa, a Biella e Novara, essendo piemontese.

Questo fu il clou della montatura che nei primi 10 giorni di giugno 2002 si volle costruire evidentemente per un pubblico di merde infami che “ascoltavano” via radio queste conversazioni, ed accanto a questa montatura LA DIFFAMAZIONE POLITICA VERTEVA SULL’ESISTENZA DI “RAPPORTI” TRA IL SOTTOSCRITTO ED IL PARTITO COMUNISTA DEL PERU’, vero obiettivo di questa montatura-inchiesta era quindi invece il colpire la solidarietà verso la guerra popolare in Perù.  Si inventavano un “compagno Felipe” che avrebbe dovuto essere una mia “spalla”, e costruivano psicodrammi incredibili, basti pensare che mi avevano convinto che il problema aereo di Bush era dipeso dalle mie radiotrasmissioni, che sarebbero state anche all’origine dell’affondamento di due caccia americani. Questo per chiarire di chi era la mia mente in quei giorni, un’autopista neurologica gestita da folli torturatori che parlavano di “inversioni” e “risistemazioni” di sinapsi, di microcariche esplosive cerebrali, ecc.

E che ripeteva il comportamento di un socio di costui, ridottosi a complottardo con elementi da me denunciati di polizia penitenziaria, che due anni prima aveva inteso accogliermi in malo modo, ricevendo il blocco dei compagni, a causa delle parole “del comandante Savarino di Novara”  (già noto a questo sito), a Biella.

Non mi spiego altrimenti questo “insieme”  di contenuti, circa il trattamento attuato esiste documentazione in  www.paolodorigo.it/Memoria-13-6-03dssfdsfrege.htm (Memoria del 13 giugno 2003 sui fatti del giugno 2002 a Livorno), se non in termini di corruzione e concordanza tra pezzi di regime (GOM ecc) e malavitosi anti-proletari ed anti-maoisti, che necessitavano di distruggermi la vita PER UN SEMPLICE PROBLEMA DI LORO “CREDIBILITA’” E “PUNTEGGIO” IN CARCERE,  dopo il fallimento delle diffamazioni di regime, nel merito peraltro avevo già dato documentazione al movimento comunista e proletario nel 1998.

NESSUNO AL MONDO AVRA’ MAI LA SODDISFAZIONE DI FARMI “AMMETTERE” COSE CHE NON HO COMMESSO. Quanto avvenne nei primi giorni del mio arresto, a parte che è tutt’altra questione, sarà INVECE oggetto di sputtanamento dello Stato, delle Procure e delle loro modalità, nel nuovo processo, e comunque è già noto ai compagni sin dal tempo in cui avvenne. Mi sono dichiarato prigioniero politico appartenente al campo proletario, solo dopo 4 giorni dall’arresto, ma non sono mai venuto meno a questo impegno, ed HO DOCUMENTATO E DENUNCIATO, SIA POLITICAMENTE CHE GIURIDICAMENTE CHE A LIVELLO DI CONTROINFORMAZIONE, LE MONTATURE APPLICATE NEI MIEI RIGUARDI DAL REGIME, CHE DA 8 ANNI QUASI FA MELINA SULLA REVISIONE, E CHE MI TIENE PRIGIONIERO SENZA CONDANNE VALIDE DA OLTRE 12.