Il minoritarimso può produrre
tentativi o meglio aborti di qualcosa di cui non ha alcuna possibilità di
rappresentazione: un Partito Comunista infatti necessita innanzitutto di una
ideologia, di una capacità e applicazione scientifica di analisi di classe, di
una linea politica rivoluzionaria, e di una linea di massa.
Il minoritarismo che scimmiotta
il militarismo nella impostazione della “unità del politico e del militare” è
una forma di opportunismo di sinistra che evita di trarre degli insegnamenti
dai ripetuti fallimenti dei tentativi di chi si è comunque cimentato
autenticamente nella strategia della lotta armata (Br-Pcc).
La seconda posizione aveva in
comune l’unità del politico e del militare ma in una prospettiva di avanguardia
che non aveva nei suoi metodi comunque
possibilità di resistere ai colpi del nemico in un paese imperialista (Unione
dei Comunisti Combattenti).
“Prima linea” è stato un gruppo militarista e di linea autoritaria di
classe proletaria diretto infatti da una componente ideologica “operaista” e
borghese che andava sia contro l’autonomia operaia nella sua costruzione di
massa sia contro le BR nella loro ricerca del PCC.
Da “Prima linea” non è venuto
nulla di buono: non dai COLP, che hanno prestissimo fallito nella loro
impostazione di gruppo “libertario anarco-comunista”, non la dissociazione, non
i tentativi di qualcuno, dimenticata dai più l’infamia della dissociazione di
gruppo e massificata, di inserirsi opportunisticamente nella “costruzione del
partito combattente”.
Nel rifiuto della soluzione politica per il passato, che non può essere come è un perenne ricatto e pesante laccio allo sviluppo del futuro radioso della Rivoluzione anche in questo paese "avanzato", in realtà imperialista e semi-feudale.
Chiunque voglia costruire la Rivoluzione Proletaria a partire dall’oggettivo e dal soggettivo di avanguardia non può oggi prescindere dai bilanci di chi le cose le ha fatte, per quanto scomodi o non piaciuti siano, e non può prescindere dalla necessità, impugnando il marxismo-leninismo-maoismo principalmente maoismo, che si afferma nella RPM, dei Tre strumenti della Rivoluzione, il terzo dei quali in Italia in questa fase è principale e fondamentale, data la immaturità dell’opportunismo di sinistra, che fa pesare il suo ruolo negativo grazie alla dominanza nella classe e nel popolo, del revisionismo e dell’opportunismo. Ossia oggi è principale il ruolo delle masse proletarie nella auto-organizzazione, che solo esso, può costruire, anche ma non per partogenesi, il Fronte delle masse. E principale in permanenza, il ruolo delle rivoluzioni culturali tra le masse, non rivoluzioni virtuali od oniriche, e tantomeno create da apparati di stato borghese, per carità.
La solidarietà ai proletari ed ai
compagni che incappano nelle mani del nemico non è in discussione, lo è il
tentativo di far passare per vincenti linee che si dimostrano ogniqualvolta
sconfitte ed espressione di sconfitta.
(nota per Guardare Avanti ! n.2, seconda serie, 7-7-7 - a proposito di memoria storica, 30° anniversario della "gambizzazione" di un giornalista criminalizzatore della autonomia, Granzotto, del "Gazzettino", ad opera del Fronte comunista combattente)