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24-9-2006 anniversario del magistrale discorso del presidente Gonzalo
Precisazione di Paolo Dorigo: è probabile che il silenziamento della tecnologia microelettronica invasiva preluda al silenziamento di quella biologica, il cui uso è possibile in alcuni dei casi già da noi denunciati (come quello di un nostro associato che parla di tentativo di puntura da parte di una signora in autobus attraverso una borsa) e in certe documentazioni presenti in rete (questione DNA della procura milanese denunciata da Gabriella Mascia alla fine del 2003, nel nostro sito, e questione del taglietto con un frammento di tazzina, nel sito della Aisjca).
Precisiamo che da oggi in poi NON CREDIAMO più alla
onestà degli ignari e degli increduli.
Un articolo di Marco Sacchi per
l’anniversario del magistrale discorso del Presidente Gonzalo del 24 settembre
1992
(Marco Sacchi chiarisce che non fa parte dei Carc ed ha dato la sua disponibilità alla loro lista milanese alle recenti elezioni amministrative, per un errore di ingenuità politica, e, pur facendo un errore in questo, non fa errori molto più colossali di sedicenti rivoluzionari che negano sia la tortura tecnologica dando del pazzo a persone come Paolo, sia la valenza della Guerra popolare del Perù)
Siamo in un mondo che è ormai alla follia,
la dottoressa Vivienne Nathanson, del British Medical Association nel 1996
lanciò un grido di allarme 1°, attualmente
è possibile produrre armi biologiche che abbiano come bersaglio un gruppo umano
geneticamente specificato. E suggerì che tali armi potevano essere usate
non per uccidere, ma per indurre sterilità e deformazioni neonatali nel gruppo
bersagliato: un metodo di genocidio che, disse, sarebbe difficile denunciare,
perché potrebbe sembrare un “atto di Dio”. Nel 1999 l’associazione dei medici
inglesi è tornata ad avvertire, con più urgenza del rischio: “negli ultimi decenni i rapidi progressi della
biologia molecolare hanno reso trasferibile da una specie all’altra e fra
differenti organismi il materiale ereditario (DNA). Il Progetto Menoma Umano e
il Progetto Diversità Genetica Umana cominciano a consentire l’identificazione
del codice genetico umano, e le loro variazioni, in gruppi etnici diversi. Si esprime la preoccupazione crescente
sull’uso potenziale della conoscenza genetica per lo sviluppo di una nuova generazione
di armi biologiche e tossine. La ricerca legittima sugli agenti microbici, sia
in relazione al loro utilizzo in agricoltura o per migliorare la risposta
terapeutica alle malattie causate da quegli
agenti, è difficile da distinguere da ricerche che abbiano il maligno
scopo di produrre armi più efficaci”.
Negli anni ’80, il governo del Sudafricano
(quello dell’ apartheid) finanziò un programma segreto di guerra biologica,
chiamato Project Coast, dove cercò di mettere a punto un’arma genetica mirata
alla popolazione nera. Una bomba negra,
per uccidere o debilitare solo gli africani. Pare che studi accurati fossero
fatti, in quella sede, sulla pigmentazione epidermica come bersaglio possibile.
Con l’incoraggiamento degli U.S.A, in quel
periodo si avviò una collaborazione nell’industria degli armamenti tra
Sudafrica e Israele. Nel 1977, un’esplosione nucleare nell’alta atmosfera sopra
il deserto della Namibia rilevò che il primo test atomico israeliano aveva
avuto successo. Sui progetti biologici condotti in comune si sa ovviamente molto meno. Bisogna
ricordare che Israele non firmò la convenzione contro le armi biologiche del
1972, sottoscritta da 140 paesi. Un portavoce israeliano israeliano,
interrogato da giornalisti esteri sulla bomba
etnica, rispose: “abbiamo un inero cesto di sorprese strategiche che non
esiteremo ad usare se lo Stato d’Israele sarà gravemente minacciato 2°.
Il 15 novembre 1998 sul Sunday Times 3°,
l’inserto domenicale del Times di Londra apparve dava notizia che gli israeliani
stanno cercando di identificare geni esclusivamente specifici degli arabi. Lo
scopo: “creare per manipolazione
genetica dei microrganismi che aggrediscono solo gli individui portatori di
quegli specifici geni”. (Se questo non è nazismo? Commento mio M.S.).
Continuiamo con la catena degli orrori, il
dottor Robert Hickson docente della US Air Force Academy 4° ci informa che sono
in corso di integrazione tecniche e scienze diverse: la genetica collegata alle
neuroscienze, la psico-neuro-immunologia con le nano tecnologie e la
cibernetica. Parla di micro-incapsulamento di materiale tossici di un tipi
totalmente nuovo. Parla di impianti di
componenti elettroniche nel cervello dei combattenti per creare una interfaccia
tra organismi biologici e computer da cui ricavare osservazioni del campo in
tempo reale in una informatizzazione della guerra. Hickson dice che è ormai
acquisito la nozione che le guerre future avranno “forme non militari” 5° si
accetta l’idea che il bioterrorismo ne farà parte integrante. Si parla di impianti elettronici nel cervello dei
propri soldati per guidarli come robot 6°.
Di armi per il controllo del
comportamento umano che saranno pronte prima della metà del 21° secolo.
Orma si parla esplicitamente di “armi che rendano a bersaglio specifici nodi
o processi cerebrali. Armi tali che la vittima non saprà cosa l’ha colpita,
anzi non capirà affatto di essere stata colpita. Semplicemente, perderà il
desiderio di combattere e ci guarderà come amici” 7°.
Si potrebbe continuare così, ma dobbiamo
porci la domanda? L’unica risposta seria che in questo momento mi sento di
dire, è che in questa fase che di crisi generale del capitalismo (crisi non
economica ma anche politica e culturale) dove la contraddizione principale è
quella popoli oppressi -imperialismo è c’è la ripresa del movimento comunista
basata sul marxismo – leninismo maoismo e da una nuova ondata della rivoluzione
proletaria mondiale caratterizzata dalle guerre popolari guidate da partiti
comunisti maoisti. Il modo di produzione
capitalistico non può che rilevarsi solo il suo volto barbaro. Il dilemma
socialismo o barbarie è quanto mai attuale in quanto tutte le distruzioni e
aberrazioni che abbiano descritto ce accompagno lo sviluppo delle forze
produttive (e dell’attività scientifica), hanno la causa nella conservazione
dei rapporti di produzione capitalisti. La
borghesia imperialista pur di conservare il suo potere e impedire l’avanzamento
politico, culturale ed economico delle masse popolari è disposto a distruggere
tutto il pianeta (mi rendo conto che dicendo questo posso apparire un
pazzo scatenato).
Ma compagni non c’è da disperarsi, un
esempio è l’esempio che ci viene dalla Guerra Popolare in Perù diretta dal
Partito Comunista del Perù che dura dal 1980 e dove l’attuale fase è quella di
equilibrio strategico è mantenuta nonostante la cattura del Presidente Gonzalo,
la montatura delle false lettere di pace, la LOD, l’isolamento internazionale
voluto. La guerra popolare del Perù (ma anche quella delle filippine) ha dimostrato
il valore universale della guerra
popolare di lunga durata se pensiamo ai paros
armados in una megalopoli come Lima (ma anche Manila). Con questo esempio
voglio dire che anche qui nelle metropoli imperialiste la forma che assumerà la
rivoluzione proletaria sarà quella della Guerra popolare di lunga durata.
Note
1° Genetic Weapons Threat, nel Genetic Forum del World Medical Association, in The Splice of Life 4 febbraio 1997.
2° Roy R. Blake, genetic Bullets, Etnically Specific Bioweapons, su FreePress, 4 gennaio 2002.
3° Uzi Mahaimi e Marie Colvin, The Israelis are making a virus that would target arabs: Israel planning ethnic bomb as Saddam caves in, London 15 novembre 1998.
4° R. Hickson An inchoate and growing genetic – based revolution in military affairs, al sito ww.usafa.af.mil/jscope/JSCOPE00/Hickson00.htmlz#_edn5.
5° le forme non
militari di conflitto (sabotaggio delle reti informatiche, manipolazioni
finanziarie distruttive, diffusione di malattie dell’uomo e dei raccolti ecc.)
sono ampiamente esaminate in un’opera capitale di due alti ufficiali
dell’Armata Popolare Cinese subito tradotta da tutti gli Stati Maggiori
occidentali.
6° “Stiamo evolvendo
verso l’impianto tecnologico … La
popolazione civile accetterà l’impianto di microscopici chips nel cervello di
membri delle forze armate per la difesa dell’interesse nazionale”: così il
colonnello William Osborne in Information Operations: a new war-fighting capability,
in un Project Air Force 2025 (17 giugno 1996).
7° Ralph Peters, Fighiting for the Future: Will America Triumph?, Stackpole Books 1999 p. 207.