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Ricevuto da Lotta Unità per l’organizzazione
proletaria – Viareggio (LU)
MELFI: colpirne 18 per educarne quanti?
18 operai e attivisti sindacali sotto
processo!
Il procuratore G. Giuliano del Tribunale di
Melfi, procedendo su 4 esposti della Fiat Sata e di 3 aziende dell’indotto, li
ha accusati di “violenza privata” perché
il 21 aprile ‘04, terzo giorno di presìdio, stazionavano in assemblea
permanente davanti agli stabilimenti della Fiat Sata. Secondo gli esposti gli
operai avrebbero impedito l’ingresso a due pullman di capireparto e dirigenti
Fiat intenzionati a recarsi al lavoro. Gli stessi occupanti dei bus hanno
segnalato i 18 all’azienda.
Gli operai di Melfi avevano già “assaggiato” i manganelli della polizia nella fase più acuta della
straordinaria lotta dei 21 giorni e delle 21 notti. Questo a dimostrazione, per
chi lotta, che la repressione non lo abbandona
mai.
Oggi, ad oltre due anni di distanza, un nuovo attacco
repressivo colpisce i 18 … per educarne quanti?
Innanzitutto i 18 per il ruolo svolto, poi gli operai e le operaie
più attivi/e e determinati/e; quindi la massa degli operai e delle operaie che
si sono decisi ad alzare la testa, le loro famiglie che hanno sostenuto la
lotta, i lavoratori e le lavoratrici dell’indotto e tutti coloro che hanno
simpatizzato e solidarizzato con questa lotta di resistenza operaia.
Un’“educazione”,
a ben vedere, per niente limitata, se aggiungiamo, ad esempio, gli
autoferrotranvieri di Milano, precettati e sanzionati per aver infranto le
regole antisciopero, o i ferrovieri denunciati per interruzione di pubblico
servizio per aver preteso l’applicazione delle norme di sicurezza.
Senza dimenticare
che, per aver lottato, sempre più spesso i lavoratori subiscono licenziamenti
politici, come i 5 ferrovieri
licenziati per la loro intransigente difesa della sicurezza e della
salute, o attacchi dai sindacati, come gli operai Piaggio espulsi dalla Fiom o
come gli operai della Savema di Pietrasanta (Lu), il cui documento in contrasto
con la linea Cgil, è stato consegnato alla Digos dal segretario provinciale.
Un’“educazione”, dunque, multiforme, che ha in definitiva un
unico obiettivo: dirci e ricordarci ogni volta, anche sapendo attendere “tempi
migliori” (Melfi insegna) più con il bastone che con la carota, chi ha il
coltello dalla parte del manico.
Questo però di contro ci insegna che l’unica strada favorevole alla
classe operaia e alle classi lavoratrici, per quanto difficile e lunga, passa
attraverso quella crescita della nostra forza, organizzazione e coscienza, che
permetterà di liberarci dallo sfruttamento e dall’oppressione, consapevoli che
una società diretta e gestita dalla classe operaia non potrà che essere
infinitamente più giusta e progredita di quella attuale.
In questo senso, la nostra
solidarietà va, attraverso i 18 indagati, alla classe operaia di Melfi,
perché ancora una volta sappia reagire e respingere al mittente il procedimento
penale e il progetto di “educazione” che nasconde.
Alla Festa di Forno
a Massa lunedì 14 agosto ore 17.30 si terrà un dibattito per discutere
delle questioni del lavoro, delle lotte dei lavoratori e delle lavoratrici e
della solidarietà e del sostegno nei confronti di chi lotta
02 agosto 2006 Lotta e Unità
26° anniversario per
l’organizzazione proletaria
della strage di Bologna