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PICCOLE FORME DI RESISTENZA ALLA TORTURA DEL CONTROLLO ED INTERFERENZA MENTALE - SPECIE IN CARCERE

A PROPOSITO DELLO SPETTACOLO TEATRALE CHE STO PREPARANDO ANCHE COME REAZIONE CREATIVA ALLA TORTURA

(per non farmi rubare memoria e vita oltre che il diritto all’arte del dipingere, che è sì solo teoricamente di tutti, ma che nessuno ha diritto di togliere a qualcuno/a altro/a)

 

Tutti gli aggrediti parlano da soli, specie in isolamento, specie se sotto controllo mentale, specie se non sanno ancora di essere così spiati ed interferiti nel pensiero, oppure se vogliono “separarsi” dal cervello inquinato da simili visitatori sgraditi. Ed in particolare se vogliono evitare di subire piangendo di dolore per le ferite psichiche (sensazioni di spillamento, bruciature, colpi, tagli, stritolamento di palle, manipolazioni genitali o anali, ecc., che creano soggezione e paure specie nel primo periodo o se durante impedimento al sonno –il quale è facile crearlo con i disturbi scientifici oltre che con l’interferenza uditiva, oppure con il sovraffollamento dopo l’arrivo in nuovi istituti)

A Biella, prima di sapere di essere in questa condizione microchippata, spesso canticchiavo:

·       illusione dolce chimera sei tu (alle guardie ed ai confidenti che malsopportavano la mia persona)

·       peppino impastato ce l'ha dimostrato ogni mafioso è un servo dello stato (per qualcuno che faceva il furbo)

·       parole parole parole soltanto parole parole tra voi; parole d'asino non volano in cielo (a chi discuteva spesso con le guardie)

(molte altre, cancellatemi dalla mente o meno importanti o un po’ troppo personalizzate anche se inserite nel canovaccio in lavorazione)

 

 

Invece molto spesso in casa mi capita a volte di “rispondere” anziché di parlare da solo e ricostruire memoria rubata, anche a fini teatrali come sto scientificamente facendo lavorando su me stesso incessantemente per evitare di dover subire le litanie e psicodrammi miserabili di queste troie e buffoni di corte che mi torturano da quasi 4 anni senza sosta alcuna. In questo caso può capitare di sentirmi dire:

·       bisogna averle le palle per farsele rompere; (mi avevano appena detto “rompicoglioni”)

il campionario è vasto, ma TUTTI I MIEI DISCORSI PRIVATI FATTI DA SOLO IN CASA, E LE TELEFONATE PRIVATE E GLI APPUNTI E SCRITTI E DISEGNI PRIVATI, appartengono solo a me (e saranno utili solo a me in funzione dello spettacolo teatrale che sto costruendo per quando uscirò, su queste torture e non solo),  anche se possono essere stati malauguratamente o meno per loro stessi i torturatori, intercettati da qualcuno. Soprattutto, fingono di essere le più diverse persone, e anche cercano di convincermi che la “telepatia esiste” e che io potrei entrare in contatto con “chiunque volessi” … il che serve anche per trasformare una persona in pagliaccio, nelle loro intenzioni.

Questa situazione (la loro però non la mia che subisco e denuncio) mi pare sia simile ai pazzo di Munster, che, dopo preso il potere con la rivolta popolare, si dava alle pazze gioie e distruggeva con lo scopo di distruggere, aprendo la via alla riconquista feudale della città (in “Q”, edito da Einaudi e stranamente non fattone un film; libro di cui ho apprezzato tutto meno il giudizio sommario e cinico con cui si qualifica un ribelle che si uccise bruciato in una cella, nel romanzo storico suddetto).

A proposito: vogliono, ed è traccia probante della loro identità, imporre al soggetto colpito il concetto di non appartenere che a loro, in quanto traspongono la realtà nel virtuale –ambito della loro tortura che non considera che le sensazioni prodotte da trasmissioni radio od elettromagnetiche –diversamente da quelle su cui si dilunga saggiamente Lenin in materialismo ed empirocriticismo-   non sono altro che anch’esse violenza fisica, e che la quale essendo oltretutto privata poiché non giustificata da alcunché di storico o di normato giuridicamente, costituisce nella sua continuità e permanenza una forma di omicidio tentato e non solo di istigazione al suicidio (di cui abbiamo tracce gravissime nella BRUBACKER italiana carceraria).

Ai torturatori :

l.s.c. in 3 copie

Paolo Dorigo

Vostro giustiziere

E per vostra scelta

(della vostra vita assurda e dannosa)

Non assisterete al mio spettacolo teatrale

E non sarà principalmente da ridere

07-01-2006