LA VERA MAFIA

 

Mafia è una parola cattiva.

Significa qualcosa che si impone, un sistema.

Tuttavia, in Sicilia e in qualche altro posto, magari in certi periodi, si crede, in realtà molto più a lungo e tuttora, ha un significato più estensivo.

Significa far credere alle masse che il male stia solo in una parte più evidente del malaffare, per nascondere l’altra parte.

Si crede che la magistratura lo sappia, e che colpisca ora il cerchio (Provenzano, per esempio) ora la botte (Tangentopoli, per esempio).

Nulla di più errato.

La magistratura e le forze di polizia, innanzitutto operano per il mantenimento dello status quo sociale, perché i prezzi delle case siano altissimi, i locali per attività siano tenuti a far lievitare il valore, vuoti,  le strade in un sistema che garantisca sia gli interessi dei costruttori che dei petrolieri,  le fabbriche sufficientemente controllate affinché la contiguità di molte persone sfruttate non dia luogo a “disordini”,  i giovani privati di mezzi e di tempo onde non possano far troppi danni,  ecc.

Bon s’è mai visto arrestare un proprietario d’una discoteca per dei giovani morti in strada.

Né mettere in carcere un magistrato per il solo fatto di consumare coca. Neppure lo si licenzia.

Eppure se trovano la coca ad un disoccupato, si fa anche 10 o più anni di galera.

La coca piace, lo fa tirare, evidente.

Allora diamogli il Viagra, e teniamoci la coca.

Questa logica, non è tanto di un magistrato o di un politico, è del sistema.

Basti pensare alla notizia, apparsa qualche mese fa su un giornale locale del “nordest”.

Sequestrati 2 kg e mezzo di coca, arrestati tizio e caio, . . . si tratta di un quantitativo sufficiente alla popolazione cocainomane per un giorno intero . . . gli investigatori sono soddisfatti. Ora, la popolazione del bacino “metropolitano” in oggetto è sui 350.000 abitanti circa, in una provincia che si avvicina al milione di abitanti. Significa che 2.500 grammi corrispondono a circa 250.000 abitanti aprossimativamente in età per essere potenziali consumatori. Questo comporta 1 grammo ogni cento abitanti.  Ora, siccome con un grammo di coca si fanno anche 9 dosi, ne deduciamo che la polizia che fece l’operazione (non ricordo se finanza, ps, carabinieri o chi altro . . ., questo per dire che l’esistenza di diverse polizie dimostra in un paese la feudalità del sistema e non la sua modernità, poiché comunque vi è sovrapposizione e quindi abuso anche metodico, in questo il fatto più eclatante è l’uso sistematico dei carabinieri –che sono corpo d’armata da alcuni anni- nelle vicende sociali, mentre negli SS.UU.A. per esempio si ricorre alla “guardia nazionale” solo in certi episodi) SAPEVA, SA, CHE IN QUESTA LOCALITA’ VI SONO CIRCA 22.500 cocainomani almeno sporadicamente tali.

Una volta nella vita accettai l’offerta, per il resto sempre rifiutata, di una sniffatina.

E per coprire la tortura che subisco, uno psichiatra militare non perse l’occasione di annotare questo particolare, del resto riferito in un momento in cui pensavo di essere preda di fantasmi e streghe, tanto ero sotto attacco e privato del sonno, nella cartella carceraria (aveva cambiato “settore”) definendomi “border line”.

A me sembra che border line siano i ricchi e i potenti, soci di malaffare della mafia e dello schiavismo contemporaneo, della pedofilia e dello stupro in guanti bianchi.

Per distruggermi allora dovevano avere un motivo. Forse avevo capito cos’era la mafia vera, del potere, nelle carceri.

Ma torniamo all’aspetto generale della questione.

Il problema non è tanto nel “consumo”, ma in ciò che significa, in ciò che comporta questo “consumo”.

Se un malavitoso dà la coca a un magistrato, questo può significare che una intera Questura è nelle loro mani.

Ma oggi, esiste ancora la mala dei poveri ?

NOOOO, è solo mala d’affari, è capitalismo nero, borghesia in armi totalmente disposta contro il proletariato ad ogni genere di porcata.

L’ho chiamata borghesia nera, nelle galere, e da anni.

manifesto, unità, diario della settimana, carta, sherwood, ondarossa e quant’altro, non se ne sono accorti. Avevo attaccato anche loro, perché darmi spazio ?

 

Passiamo ad un’altra componente del ragionamento.

Non è il problema dei “cento passi”, è un problema strutturale.

Ho definito la nostra necessaria rivoluzione e guerra popolare, di nuova democrazia, e non perché banalizzo sulle parole del grande Presidente Mao Tse-Tung, ma perché ho capito, girando per l’inferno con occhi conflittuali e pratiche coerenti al presente orrore, cose di fuori, che prima vedevo con timore e non volevo ammettere a me stesso.

La “sinistra” infatti pensa spesso ai complotti, per non vedere il sistema.

Se dico che l’Italia è un paese insieme imperialista e insieme semi-feudale, perché delle scimmiette della politica fingono di non aver capito bene ?

Lo dico perché ho studiato la faccenda. Feudatari e vassalli, chi erano costoro ? Che differenza c’è tra questi d’un tempo e quelli di oggi, vestiti di buona seta e sorridenti, esibenti charme e potere, che dominano un particolare angolino della grande piazza d’armi che è la “democrazia” italiana di questo moderno fascismo ?  Perché semi-feudale e non fascista e basta, allora ?  Perché mantengono caratteristiche private predominanti sulla natura e lo sviluppo dello stesso capitalismo moderno, che non sono dicibili né principalmente sussumibili nella formula marxiana secondo cui il capitalista “tiene per sé” parte del plusvalore per i propri comodi, ma comunque si arricchisce dentro l’alveo del ciclo produttivo e riproduttivo di capitale.

Questo fa il paio solo parzialmente con il dominio attuale del capitale finanziario e speculativo su quello produttivo, anche se questo dominio né è la concretizzazione principale sotto l’aspetto socio-economico, di classe, e complessivo nella caduta oramai esponenziale del saggio di profitto che è causa dell’escalation folle di guerra imperialista di rapina (ritorno all’accumulazione originaria e suo inserimento nel ciclo stesso ?) e della degenerazione totale della vita sociale anche dove predominano i marciapiedi in marmo, le fontane e le luci abbaglianti della modernità.

 

In questo quadro, FORZE E TRAME NERE, sono l’unico fine-mezzo che interessa ai potenti, e tra loro ci sono, e in gran numero, anche medici e docenti universitari.

 

Il comunismo è possibile proprio perché il capitale abbatte le sue regole in maniera e misura tale e tanta da renderci di nuovo tutti consapevoli di una nuova rivoluzione proletaria che è alle porte, ma non potrà imporsi sinché permarranno:

·         Ingenuità nella “sinistra”

·         Sua cooptazione dei mezzi, sistemi ed ideologia propri della borghesia

·         Sua venerazione della “scienza” quale taumaturgo di ogni male, senza contare sulle forze delle masse, e dimenticando chi possiede veramente oggi la scienza (NASA, NSA-CIA)

Per questo abbiamo perso ogni speranza in voi, signorini della “sinistra” politically-correct e mediatori dei rapporti con i suoi esponenti su scala nazionale e locale.

Perché sappiamo che avete una logica perdente e succube di ciò che significa scontro sociale e conflitto necessario e di classe (ultimo solo nella frase, primo nelle cose).

Per questo LA SINISTRA VERA SIAMO NOI, voi siete solo borghesia.

 

Assodato questo, il nostro ragionamento ci porta spesso in giro per le galere.

 

Suggeriamo per la futura Repubblica Proletaria e Popolare italiana, queste cose:

nel rispetto dei principi fondanti la Costituzione della Repubblica italiana (1947):

·         Le carceri dovranno essere solo per i borghesi ed i ricchi. I poveri possono essere rieducati, se hanno sbagliato, o a livello clinico (se sono veramente disfunzioni autenticamente neurologiche) o a livello sociale.

·         Le carceri dovranno essere solo maschili o femminili, non di entrambi i sessi. Visto che nella società attuale il maschilismo è fondante, lo è la logica del predominio sessista, e siccome la donna è ancora in condizione purtroppo di inferiorità, in condizioni di cattività, quale la detenzione è, non possono essere ammesse convivenze o rapporti che naturalmente tendono alla corruzione o alla sopraffazione. Idem dicasi per il personale che vi lavora, a tutti gli effetti.

·         Le carceri non dovranno avere possibilità, dentro le mura, di rapporti telematici o satellitari con alcun altro centro sociale. Dovranno essere luoghi di massimo rispetto, controllati anche da volontari civili, ma privi di possibilità di interferenza alcuna tecnologicamente parlando, con l’esterno. Altrimenti sarebbero solo un luogo da cui comandare altri delitti ai potenti esponenti del malaffare e della sopraffazione dei deboli e degli schiavi che purtroppo proprio questo ambiente ha permesso si rigenerassero nella società.

·         I diritti di studio devono essere, in campo scientifico, limitati, perché esponenti della borghesia laureatisi in campo ingegnieristico, o medico per esempio, chissà quali danni potrebbero aver commesso ai danni della collettività.

·         Il lavoro e le mansioni volontaristiche dovranno essere a rotazione ed egualitarie, senza poter vedere il predominare di persone su altre persone. In nessun modo pertanto potranno decidere essi, che hanno sopraffatto gli interessi degli altri (popolo e persone di minor potere e forza), di chi deve o non deve lavorare.

·         Le categorie di reato dovranno essere rispettate nelle assegnazioni.

·         Così le categorie giuridiche. Esempio se uno ha fatto arrestare o condannare davvero delle altre persone, non dovrà stare insieme a loro.

·         I pedofili dovranno stare solo tra pedofili.

·         Gli stupratori dovranno stare solo tra stupratori.

·         Gli schiavisti dovranno stare solo tra schiavisti.

·         Gli spacciatori dovranno stare solo tra spacciatori.

·         Non dovrà essere permessa contiguità di categorie o famiglie antagoniste. L’ordine attuale della borghesia è ridicolmente di questo genere, ma non lo è in sostanza. Anzi. Un esempio di ciò lo si ebbe ad Opera nel 1998 quando un omicida del fratello di un altro detenuto venne messo non solo nello stesso carcere, il che è grave, ma addirittura nella stessa sezione, e ciò che è tragico, il fratello non sapeva il nome dell’omicida condannato (nella mala spesso queste cose sono normali), e si misero a magiare insieme per un mese, finché per miracolo non ci scappò un altro morto.

·         Per nessun motivo personale della stessa provincia può stare in un carcere ove vi siano detenuti di quella provincia.

·         Divieto assoluto di circolari con natura anche solo parzialmente sostitutiva o “applicativa” delle leggi. Non abbiamo bisogno di un ufficio legislativo del dipartimento penitenziario, basterà applicare le leggi che quelle sì, possono essere conosciute dai cittadini.

·         Possibilità di rapporti affettivi mensili con il-la proprio-a congiunto-a o convivente, o con amico-a se il detenuto ne è privo, senza la possibilità di alcuna registrazione, ma preventivamente sottoponendo a controllo la persona che viene a visitare il detenuto, da parte di personale dello stesso suo sesso, senza che il controllo possa comportare danno biologico o psichico alcuno. Fino a quando questo non sarà possibile, in una società in cui questo sarà possibile, è una contraddizione che nasconde altri fini.

·         Nessuna possibilità di accesso di volontari che ricoprano altre cariche fuorché quella di pensionato senza attività collaterali di alcun genere.

·         . . . ed altre norme di analogo fine; quindi come si vede, il 41 bis della borghesia, finché non potremo liberarci di ogni genere di galera, non sarà necessario. Basterà applicare i principi a regole chiare e tutt’altro che “di mercato”.

 

Alcune di queste norme (il diritto allo studio) vanno invece non considerate, in una società divisa in classi ove la minoranza domina la maggioranza (e non giocate con le statistiche, che niuno è fesso), come la attuale società occidentale (europea, americana o quant’altro, in ogni caso sovranazionale di fatto sotto il profilo economico), poiché in questo caso si avrebbe una limitazione ai danni di chi è già penalizzato, e non già di chi costituisce un autentico pericolo sociale ed economico per l’eguaglianza di tutti.

 

PERCHE’ QUESTO E’ IL FATTO: EGUAGLIANZA IN OGNI CAMPO, NON SOLO DOVE COMODA AI POTENTI ED AI NOVELLI CANTORI DEL “giudaismo europeo”.

 

In definitiva anche nel socialismo futuro e nel futuro comunismo di guerra (finché non vi sarà il comunismo mondiale), sarà necessario tutelare i principi umanitari al massimo rispetto ed a 360°, non in una direzione demagogica o di interessi predominanti.

 

Questi peraltro sono in parte principi ben rappresentati (certo non si immaginavano la degenerazione avvenuta, ché altrimenti Terracini e gli altri sarebbero stati bene attenti a descriverli meglio e con più rigore difensivo delle masse che dei potenti borghesi i cui interessi erano a rischio) nella Costituzione antifascista.

 

 

Solo allora potremo dire di aver eliminato la mafia o di stare eliminando ogni mafia della borghesia, sino ad allora “sinistra” e destra si prendono reciprocamente per il culo per prendere per il culo noi, popolo e proletari.

Paolo Dorigo

25-10-2006