16-12-2007 dopo 9 mesi di impegni ed altre pagine, riprendiamo questa rubrica nell'auspicio che i torturatori non riescano a toglierci il tempo di compilare quotidianamente un nuovo elemento di denuncia e critica delle loro orrende ed imperdonabili nefandezze.
http://www.paolodorigo.it/2007_12_OmbreNereEdAlbaRossa.htm
OMBRE NERE ED ALBA ROSSA
Le condanne del tribunale di Genova ai compagni ed ai giovani che furono identificati ed arrestati, in particolare ma solo per la "misura" degli anni la condanna a Gimmy, generoso compagno proletario catanese, torturato da un trattamento pesantissimo impostogli in carcere nel 2002-2003, quasi a dare continuità e "coerenza" all'intromissione voluta dal "leghista" Castelli dei GOM all'interno delle forze operanti a Genova nel luglio 2001 (legittimati dai precedenti di Napoli del marzo 2001), GOM che diedero di sé una chiara segnalazione identitaria nella tortura e delle umiliazioni imposte agli arrestati di Bolzaneto, arrivano in un momento particolarmente grave per la Repubblica e per le masse.
Il quinto governo post-Tangentopoli guidato dal centro-sinistra (erano di centro-sinistra anche quelli di Craxi e diversi negli anni 60 e 70, per capirsi), ha dato ampia dimostrazione di sé, fino al decisionismo filo-americano (schiavitù in cambio di caramelle), proprio per riaffermare che l'Italia è uno staterello guidato da un regime filo-imperialismo americano, anche dopo l'avvio di discorsi complicati nella Unione Europea, a ratificare che da 25 anni la classe imprenditoriale italiana ha fatto fiasco e si sta vendendo anche il culo pur di non perdere i privilegi di lusso e sfarzo cui si era abituata con il boom economico, per vedere poi le "proprie" fabbriche di rilevanza internazionale chiudere progressivamente. (Interessante che l' "Italia multinazionale", così definita in uno studio in due volumi del Sole 24 ore degli anni '80, non rappresenti più un gravoso problema per i politici e gli imprenditori di oggi).
Nel frattempo anche i borghesi per indole dell' "Unità" urlano ai quattro venti BASTA ! morti sul lavoro, ma se sono loro stessi ad aver accettato che le condizioni del "mercato del lavoro" cambiassero in maniera dittatoriale a tutto favore dei nuovi (e dei vecchi) schiavisti ?
Legge finanziaria dopo legge finanziaria, lo Stato non è più in crisi, e, quasi come nel Perù di Fujimori (che crollò dopo una decina di anni di dittatura feroce e genocida nella quale si vendettero ogni pezzo di Stato in campo economico per comperarsi lusso e mezzi repressivi), si sono venduti quasi tutti i palazzi. Quasi tutti, non cioè le caserme, non tutti gli aeroporti, non le carceri. Ma quasi tutto il resto SE LO SONO VENDUTO, per poi venirci a dire che il bilancio dello Stato adesso è "a posto".
Non lo sono i conti dei cittadini onesti, timorati di Dio, tutti Casa e Chiesa, che, chissà perché (per vedere i propri pargolli saltare i mezzi blindati in tuta mimetica e maschera antigas in Medio Oriente ?), hanno "onestamente" lavorato in cambio di debiti, mutui a tasso variabile, e perdita di identità sociale e libertà di scelta politica conseguente. Questo comporta nel neo-feudalesimo imperialista del capitalismo nostrano d'oggigiorno, una proletarizzazione solo apparente, poiché maggior ricatto sociale non corrisponde a maggiore coesione di classe attorno al proletariato.
E questo i culi di pietra delle facoltà di economia lo sanno benone. Sono pagati per questo. Per aiutare i "signorini" che governano "il Paese" a restare in sella.
La magistratura pare francamente allo sbando. Dai fasti di "Tangentopoli" guidati dall'ex commissario di polizia, sono passati ad operazioni di propaganda o limitate a componenti COLPIBILI della borghesia, ma non operano più con libertà e determinazione verso il cuore del male. E a queste scelte sono guidati da ragioni DI CLASSE e POLITICHE che sono COMPLETAMENTE OPINABILI ED ANTICOSTITUZIONALI. Lo si può vedere anche dall'operato della Procura di Venezia, guidata da un magistrato "democratico", uno che nel 1983 portò alla sbarra i poliziotti torturatori dei brigatisti arrestati in via Pindemonte, denunciati dal solo compagno Di Lenardo. Questa magistratura porta alla sbarra 58 operai del Petrolchimico e sindacalisti che si sono "permessi" di fare una visita del tutto pacifica nel covo di Galan, (se non era un covo non dovevano bussare per entrare), visita durante la quale un carabiniere da solo si è slogato una caviglia ed allora apriti cielo ... Questa magistratura ha fatto campagne su campagne sul cattivo inquinamento delle fabbriche, secondo una loro "perizia" superiore a quello dei camion che infestano tutto il polo di Mestre-Marghera-Tessera, e così, perizia di parte borghese dopo perizia di parte borghese, mandati assolti i dirigenti del CVM del Petrolchimico, si continua a stare dalla parte sbagliata.
Tanto c'è chi, come colui che venne accusato di "difendere gli autonomi padovani" (Palombarini) dal cattivo Calogero, che propone ogni tanto, di "cambiare la Costituzione". E certo, figurarsi, perché secondo costoro, la Costituzione è come le patatine Pai, si sceglie quelle che piacciono di più.
E' oramai chiaro che una nuova ALBA ROSSA è all'orizzonte.
C'è da sperare nell'obiezione di coscienza nelle forze dell'ordine.
Perché a sperare nelle sparatorie che non avvengono nemmeno più, c'è poco da stare allegri.
16-12-2007
L'Elzeviro del giorno www.paolodorigo.it
15-03-2007 www.paolodorigo.it, quando c'è tempo, colpi di verità in faccia al nemico socialfascista !
1
VENETO CONTINUA LA CACCIA ALLE STREGHE DEL REGIME COLLABORAZIONISTA SOCIALFASCISTA NEOCORPORATIVO:
CHIUSA LA TRASMISSIONE DEL COMITATO DIFESA SALARI E PENSIONI A RADIO COOPERATIVA DI PADOVA (zampino Epifaniani ?)
SEGUIRA' COMUNICATO SLAI COBAS sindacato di classe provinciale VENEZIA
2
NOTIZIE DI LOTTE DEI PRECARI ATESIA E MILANESI IN www.slaicobasmarghera.org/documenti-cobas/index.htm
3
AF-GHANISTAN
INETTI o
IN MALAFEDE ?
di Stefano Ghio
Il sottosegretario alla
Difesa - il diessino Luciano
Forcieri - annuncia il 14 marzo, ripreso dal
"manifesto"
del giorno successivo a pagina 5 in un articolo di Alberto
D'Argenzio e Sara Menafra, che <le truppe italiane in
Afghanistan
sono impegnate ad impermeabilizzare la
frontiera tra le province occidentali
(Farah, Herat, Ghor
e Baghdis) e quella meridionale di Helmand, in cui si
sta
svolgendo l'offensiva di primavera, ovvero la 'operazione
Achille'> e precisa che <sono normali operazioni di
controllo e
vigilanza del confine, per evitare che gli
interventi in corso nella zona
sud possano ripercuotersi
nelle zone controllate dai militari italiani e
spagnoli>.
A parte la ridicola precisazione, che serve più che altro
a
cercare di buttare acqua sul fuoco in previsione delle
scontate reazioni
della cosiddetta "sinistra radicale",
questa non è altro che una ammissione,
tutt'altro che
implicita, che l'esercito italiano sta partecipando ad una
azione offensiva di guerra - qual è la 'operazione
Achille', svolta
dalla Nato sotto il comando di un
generale yanqui - e non di mantenimento
della pace come
fino ad ora è stata cercata di far passare la missione
italiana.
Peraltro su questo tema l'esecutivo gode dell'appoggio
incondizionato della cosiddetta "sinistra radicale" che ha
sempre fatto
finta di credere alla foglia di fico ideata
dal governo pur di continuare
impunemente ad ingannare
quelle masse proletarie che, in buona fede,
la sostengono
anche contro ogni evidenza - vedi il caso
dell'allontanamento da Rc-Se del senatore Franco
Turigliatto per non
aver votato una nuova edizione dei
tristemente famosi crediti di
guerra.
E' questo il recente caso di un dirigente della
federazione
rifondarola di Torino il quale, ad una nostra
obiezione circa la vera natura
guerresca della missione
afghana ed il nostro conseguente appoggio al
senatore
dissenziente, rispondeva che il giornale del partito
spiegava
bene quali erano le posizioni del gruppo
dirigente e che, in ogni caso, nel
paese si ha la
sensazione che Rifondazione ha un alto potere contrattuale
rispetto al governo, citando - a sostegno delle sue
ipotesi - il fatto
che i partiti borghesi da sempre
gridano al governo ricattato dalla
cosiddetta "sinistra
radicale" ed in particolare dal partito
bertinottiano.
Che i fatti dimostrino esattamente l'opposto, ossia che è
Rc-Se ad essere sottoposta al ricatto continuo delle forze
centriste -
che in caso di necessità sarebbero prontissime
a imbarcare l'Udc nella
compagine governativa escludendone
Rc-Se insieme con il resto della
cosiddetta "sinistra
radicale" (PdCI e Verdi) - è una verità
incontrovertibile,
e da questo punto di vista suonano patetiche le parole
del
segretario rifondarolo <penso che il governo debba
chiarire
immediatamente, perché sono contrario a qualsiasi
forma di coinvolgimento
delle nostre truppe in azioni di
guerra>.
A meno di non considerare i
vertici del partito di
Rifondazione una accozzaglia di gente assolutamente
incapace di leggere la realtà, anche quella più evidente,
l'unica
opzione che resta è quella che questi signori
vogliano continuare
impunemente a servire la loro classe
di riferimento, la borghesia,
attraverso la copertura a
sinistra delle malefatte mortadelliane.
In
tutta sincerità, non sappiamo se sia peggio essere
totalmente avulsi dalla
realtà o in malafede: l'unica cosa
certa è che, in qualunque caso, questi
signori non ne
escono molto bene a livello di immagine.
Torino,
15 marzo 2007
08-03-2007
VENETO LA CACCIA ALLE STREGHE E' PARANOIDE FARSA ED ESPRESSIONE DI PICCOLE GHENGHE LEGATE AI MEDIA PER CONGENITA E RECIPROCA NECESSITA'
1
donne in protesta contro il Dal Molin
COMUNICATO STAMPA
VICENZA: DEMOCRAZIA SEPOLTA, DONNE
UMILIATE
CONSIGLIO COMUNALE, VIOLATO IL DIRITTO AD ASSISTERE ALLA
SEDUTA
Impedito fisicamente alle donne contrarie al Dal Molin l'ingresso.
Ingresso permesso solo a adolescenti con magliette favorevoli alla
base
Insulti alla Consigliera Equizi, contraria al progetto
Il presidente
del Consiglio comunale Sante Saracco ha impedito alle donne contrarie al Dal
Molin l'ingresso all'odierna seduta pubblica del Consiglio comunale;
contemporaneamente è stato fatto entrare un gruppo di adolescenti con magliette
azzurre e bandiere di Forza Italia che ha insultato pesantemente la Consigliera
comunale Franca Equizi, contraria alla nuova installazione
militare.
Denunciamo la sospensione dei più banali diritti democratici
avvenuta quest'oggi nella nostra città. Come è noto, il regolamento prevede la
possibilità di assistere alle sedute per un numero massimo di 40 cittadini. Ma,
quest'oggi, le donne si sono trovate i cancelli dell'ingresso pubblico sbarrati;
nel frattempo, quaranta adolescenti sono stati fatti entrare da un ingresso
secondario: essi indossavano magliette azzurre favorevoli alla costruzione della
nuova base ed hanno esposto, all'interno del Consiglio comunale, bandiere di
Forza Italia violando palesemente il regolamento.
Ma non è finita qui: il
sig. Paolo Cattaneo, sostenitore nel no, infatti, è riuscito ad entrare nella
sala consigliare attraverso l'ingresso degli uffici; qui ha trovato un vigile
urbano ed un usciere che gli hanno domandato se egli faceva parte del comitato
favorevole al Dal Molin; capita l'antifona, solo alla sua risposta positiva -
«sono favorevole alla costruzione della nuova base» - il vigile e l'usciere gli
hanno permesso di entrare.
Il sig. Cattaneo racconta, inoltre, che al
termine del suo intervento la consigliera Franca Equizi è stata insultata
pesantemente - «taci, puttana» - dai un sostenitore del si presente in consiglio
comunale.
Quanto avvenuto quest'oggi rappresenta un gravissimo atto
antidemocratico contro la cittadinanza vicentina, perpetuato dal Presidente del
Consiglio e dalla Giunta comunale. Denunciamo la violazione dell'articolo 3
della Costituzione, che impedisce discriminazioni per ragioni di fede politica e
di opinione; ci riserviamo perciò di verificare come precedere attraverso vie
legali, in particolare per quel che riguarda la possibile violazione
dell'articolo 610 del Codice penale sulla violenza privata e l'articolo 323 del
codice penale sull'abuso d'ufficio.
Nella giornata in cui si festeggiano le
donne, il Sig. Saracco e il sindaco Hullweck, con metodi che ricordano il regime
fascista, hanno pensato bene di umiliare ed estromettere dalle istituzioni
coloro che si battono contro un progetto devastante per la comunità locale e il
territorio, facendo entrare in maniera illecita nell'aula consigliare una claque
a loro favorevole.
Denunciamo la gravità di un episodio che mina
definitivamente le fondamenta democratiche dell'amministrazione
vicentina.
Per approfondire questa vicenda, è convocata per domani 9 marzo
alle ore 12.00 una conferenza stampa presso il Presidio Permanente di Ponte
Marchese durante la quale le donne, protagoniste di questa giornata di
mobilitazione, racconteranno quanto è avvenuto.
Presidio Permanente, Vicenza,
8 marzo 2007
***************************
Presidio Permanente NO Dal
Molin
Via Ponte Marchese - Vicenza
http://www.nodalmolin.it/
http://www.altravicenza.it/
IL FUTURO
è NELLE NOSTRE MANI
Difendiamo la terra per un domani
senza basi di
guerra
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2
striscione a Marghera davanti a Fincantieri
Criminalizzando come "terrorista" un organismo in costruzione, peraltro modesto, anche se dall'importante nome, Soccorso Rosso Internazionale, che cosa voleva rappresentare il cronista di turno sulla "nuova mestrevenezia" di ieri ? E trattando uno striscione dal testo assolutamente nonviolento e legittimo "Per i rivoluzionari prigionieri LIBERTA'", che cosa voleva fare il ceppo nero che dirige tale giornale ? Terrorismo di stato stile Piazza Fontana ? Che c'entra un testo del genere con le BR ? Nulla. E se fosse stato uno striscione delle BR, non potevano scrivere nulla, sennò gli facevano publicità alle BR. Invece è un testo UMANO, e allora dagli addosso all'untore.
Ragazzini: Bettin.
Ragazzini: Molin.
Ragazzini: C... come ti chiami di Forza Itaglia.
Se scambiate per segni di "terrorismo" la SOLIDARIETA' DELLA CLASSE OPERAIA, significa che voi dovete andare in neuropsichiatria, non noi comunisti autentici che ancora e più di prima credono in Marx, Lenin, Mao Tse-Tung !!!
E pure in Gramsci !
Quanto all'aver tirato in ballo questo giornalucolo, il mio nome, nel merito di chissàquali attentati, sono stato unicamente condannato con una sentenza per un singolo "attentato" per la quale la giustizia stessa italiana mi manda assolto nonostante 12 anni e 5 mesi di galera pre-scontata ed uno sputtanamento EUROPEO conosciuto in tutto il mondo di cui lo stesso vostro giornalucolo ha assai parlato. E quindi riceverete la diffida del mio legale.
Il clima da caccia alle streghe che state cercando di creare, figliocci di una falsa sinistra che sinistra non è, in una città che sta sperimentando l'abisso della negazione della realtà vissuta dal popolo lavoratore, vi ricadrà addosso.
Quanto a me, NESSUNO POTRA' IMPEDIRE A ME ED AI COMPAGNI SLAI COBAS DI VENEZIA, MESTRE, MARGHERA, MIRA ECC., DI OPERARE NELLA CLASSE OPERAIA PER I SUOI INTERESSI E NON PER I VOSTRI, novelli gestori di fondi finanziari !!!
(Paolo Dorigo)
23-02-2007 TORINO CONTRO I FASCISTI DELLA "FIAMMA" E CHI GLI CONCEDE SPAZIO
Piazza XVIII Dicembre (davanti alla stazione Ferroviaria di
TO-Porta Susa
musica e spicheraggio contro il fascismo
Sabato 24 Febbraio
Dalle ore 15:00
Piazza Statuto-Torino Monumento caduti del Frejus
/da FENIX occupato/
22-02-2007 da Soccorso popolare
19-02-2007 DALLA RETE ANTIFASCISTA PERUGINA
Stato di polizia, moderno fascismo, revisionismo e razzismo sono gli ingredienti delle moderne "democrazie" occidentali, il tutto condito da abbondante disinformazione mediatica che conferisce alla pietanza un disgustoso senso di insicurezza e vulnerabilità, che in nome del profitto e del potere borghese, rende insostenibile la dieta infinita dei proletari.
Questo gioco di parole è sicuramente più sensato delle farneticanti falsificazioni, giornalistiche e istituzionali, sullo scenario di lotte che si sta aprendo in questo inizio anno facendo tremare le gambe al potere. Un potere così svuotato del sostegno della propria base elettorale, che la condanna all’invisibilità se la sua lotta non si offre alla spettacolarizzazione. Un potere in crisi, che ha bisogno di evocare ciclicamente lo spettro del terrorismo per la sua stabilità, criminalizzando preventivamente le lotte sociali e territoriali per evitare che si saldino tra loro e si costruisca una mobilitazione estesa e dal basso contro le scellerate politiche del neoliberismo:
- costruzione di nuove basi di guerra, supporti CIA ai rapimenti e alla tortura delle carceri segrete e campi di addestramento per le stragi di Stato
- “grandi opere” e scempio ambientale, militarizzazione del territorio e usurpazione di beni e servizi comuni
- finanziaria di guerra, precarizzazione, taglio alle spese sociali e smantellamento di diritti fondamentali acquisiti dai lavoratori e dai proletari (rapina del TFR, allungamento dell’età lavorativa, insicurezza sul lavoro, sfruttamento, ecc…)
- campi di concentramento per immigrati e riduzione in schiavitù del proletariato mondiale
- oscurantismo e omofobia di uno Stato bigotto
- revisionismo, fascistizzazione e razzismo ideologico e militare dello Stato, con la riabilitazione del fascismo e dei “patrioti” repubblichini, la criminalizzazione degli antifascisti, dei comunisti e dei proletari rivoluzionari e la legittimazione dello Stato negazionista, revanscista, filosionista, razzista e imperialista italiano e delle stragi fasciste/di Stato.
E non è esagerato o fuori tema parlare oggi e qui di moderno fascismo e razzismo. Basti guardare alle recenti conclusioni giudiziarie su Ustica, ai vergognosi fatti di Opera, alle dichiarazioni di Napolitano sulla “necessità” dei CPT (un’altra sua creatura), sulla giornata della memoria e quella del ricordo. Persino Kossiga, in quest’ultima occasione, ha criticato da sinistra il Presidente della Repubblica!
E non c’è da stupirsi ma solo da indignarsi se una storica, come la compagna Alessandra Kersevan, viene oggi censurata e tacciata di essere “negazionista” dai veri negazionisti di AN e del centro sinistra della provincia di Rimini, per il suo libro sul campo di concentramento fascista di Gonars.
I veri negazionisti, sono oggi al governo e all’opposizione e continuano a reprimere, come due ali di uno stesso uccello, la potenzialità delle lotte di classe e la verità storica su uno dei tanti crimini di guerra impuniti, commessi dall'esercito italiano in Jugoslavia tra il 1940 e il 1943, quando morirono 7000 sloveni, croati, montenegrini, intere famiglie rastrellate dall’esercito italiano in quelle terre occupate e annesse.
Non c’è da stupirsi ma solo da indignarsi se il governo Prodi tira dritto, in linea con quello precedente, con la sua politica di guerra, di devastazione ambientale, di indifferenza nei confronti dei bisogni delle masse proletarie, a compiacere gli interessi del capitale. Qualcuno può forse dire che qualcosa stia cambiando in meglio? Che non ci sia più bisogno di rivoluzione?
E’ forse di questo bisogno di rivoluzione che si stupisce la miopia di coloro che l’affamano e la nutrono allo stesso tempo?
E perché stupirsi se questo sistema pseudo-bipolare non offre neanche più sponde per derive elettorali?
Il sistema capitalistico entra in crisi e assistiamo alla svolta autoritaria delle sue forme di governo, col passaggio da uno stato di diritto a uno stato di polizia:
- Lo stillicidio giudiziario per i fatti del G8 a Genova
- Gli omicidi fascisti e polizieschi impuniti (Dax, Carlo, Federico Aldrovandi e Renato tra gli ultimi e tante altre vite spezzate senza nome perché immigrate e/o addirittura clandestine – come un rumeno qui a Perugia, sparato alla nuca per non aver rispettato un posto di blocco di carabinieri, lo stesso giorno in cui Raciti cadde a Catania come martire-eroe. Chiaramente i due morti non hanno avuto la stessa eco mediatica e lo stesso funerale! -)
- L’applicazione del pacchetto Pisanu dopo i fatti di Catania, col pretesto di contrastare la violenza negli stadi, usati in realtà come palestra dalle forze dell’ordine e neo-nazifasciste per gli scontri sociali e di piazza e il conseguente restringimento di spazi di libertà e aggregazione del proletariato intorno allo sport più popolare d’Italia
- La strategia della tensione, già applicata molto tempo fa, riciclata sotto varie forme e ripresa ultimamente dalle cicale mediatiche in occasione della cosiddetta “operazione tramonto”, che ha portato all’arresto di 15 compagni e a un’ottantina di perquisizioni e indagini a danno di diverse realtà politiche dell’antagonismo proletario, alla vigilia di un’ampia mobilitazione popolare contro la base di Vicenza, la politica economica di guerra e l’ulteriore attacco ai diritti dei lavoratori
- L’inquisizione e l’imputazione del “reato" di solidarietà, ad altri 4 compagni, trattenuti per 3 giorni in custodia cautelare per aver espresso le proprie idee e la propria solidarietà ai compagni in galera, con slogan come: “Ustica, Piazza Fontana, lo Stato si assolve e dà il carcere a chi lotta” oppure: “Terrorista è chi ci affama e fa le guerre, non chi lotta a fianco dei popoli”
- La minaccia, non troppo sottile, nei confronti di chi ha manifestato a Vicenza, di essere inquisito a sua volta perché al fianco di compagni colpevoli di essere “comunisti e non terroristi”
Tutti questi elementi sono il chiaro segnale di una nuova caccia alle streghe antiproletaria e anticomunista, di una repressione preventiva e ideologica delle espressioni di dissenso e conflitto sociale.
Ma l’operazione dividi et impera, con la strategia della tensione, a Vicenza non è riuscita. Il c.p.o. Gramigna, tra i più criminalizzati, non ha fatto alcun blitz nel corteo, ma ha portato il suo striscione a testa alta e viso scoperto per tutto il percorso della manifestazione, seguito da un foltissimo spezzone di compagni solidali che hanno scandito forte e chiaro slogan contro le basi di morte e la repressione, contro la guerra, il fascismo e in solidarietà ai compagni criminalizzati. Questo dovrebbero dire TV e giornali! E l’intelligenza politica del popolo di Vicenza, che ha marciato al loro fianco, dimostra che uniti si può vincere e che il vero nemico è chi cerca di confondere le acque, i veri infiltrati sono partiti e sindacati che sostengono la politica di guerra e sacrifici.
Sosteniamo e generalizziamo i comitati territoriali contro le basi usa/nato e le grandi opere
Sosteniamo e generalizziamo le lotte per il lavoro e il tfr contro le morti bianche e la precarietà
autorganizzazione, sciopero generale e azione diretta
costruiamo e pratichiamo antifascismo militante
CONTRO LA GUERRA E LO STATO DI POLIZIA: LOTTA DI CLASSE, RESISTENZA
SOLIDARIETà AI COMPAGNI COLPITI DALLA REPRESSIONE
liberi/e tutti liberi/e subito
18-02-2007 TUTTI A MARGHERA CON ATTRICE CONTRO "SE QUESTO E' UN OPERAIO - VIAGGIO NELL'INFERNO DELL'ILVA DI TARANTO" ALL'AUDITORIUM MONTEVERDI DI MARGHERA VIA ULLOA ORE 18
17-02-2007 TUTTI A VICENZA
16-02-2007
A parte la solidarietà dovuta, e di classe, ai compagni operai sequestrati dallo Stato in quanto accusati si vedrà se sulla base di prove o di meri indizi, solidarietà che è stata espressa (ma non raccolta dai media e rifiutata da certi numeri di fax sempre occupati), anche dall’auto-organizzazione di classe operaia, questo breve intervento riprende alcuni concetti, che individualmente ho già portato avanti negli ultimi anni, e di cui mi assumo individualmente le responsabilità, come contributo di chi ha sviluppato sempre nella pratica collettiva le proprie convinzioni e passaggi.
Posto che non ho mai avuto l’occasione di leggere questa rivista clandestina “Aurora”, leggo sui media che riproporrebbe il modello dell’organizzazione politico-militare, dell’unità del politico e del militare, che la Storia ha dimostrato inadeguato e perdente, come ho dovuto riconoscere politicamente nel documento di rettifica ideologica ed adesione al marxismo-leninismo-maoismo, che ho presentato in detenzione nel corso del 2004 in due processi (link: http://www.paolodorigo.it/doc%202%20htm/2004_05_14-2005_04_25-Documento%202%20-%20Livorno%20-%20aggiornatoi.html ). Oltretutto circa la assunzione di essere la continuazione della "seconda posizione" va detto che l'unica espressione politica data e sorta NELLE BR-PCC della "seconda posizione" è stata, dal 1984 al 1987, quella dell'Unione dei Comunisti Combattenti, che tuttavia non prevedeva incarichi militari ai compagni irregolari ma solo ai regolari clandestini.
Il modello dell'unità del politico e del militare non è confacente al grado di avanzamento del conflitto di classe e di partecipazione delle masse alla politica ed alla lotta, in quanto rinchiude le stesse possibilità rivoluzionarie dentro schemi e schemini, peraltro purtroppo risibili nella loro concezione centralizzata, che non riescono né possono riuscire a coniugare l’esigenza delle masse proletarie di auto-organizzarsi e quella del Partito comunista in costruzione, di dirigere il processo rivoluzionario, senza doversi fare direttamente carico se non a livello di guida ideologica e di piano generale, della formazione e sviluppo di un autentico Esercito proletario che possa assumere i compiti che richiede la stessa violenza e quotidiana persecuzione di massa ed individuale della borghesia assassina.
I tre strumenti della rivoluzione sono indispensabili alla rivoluzione, e chi pensa ancora al modello dell’unità del politico e del militare nella stessa formazione, non potrà purtroppo che dare altro che segnali di resistenza ed insieme di sconfitta tattica, il che, sconfitta tattica dopo sconfitta tattica, si traduce in sconfitta strategica, se supera i decenni e le generazioni senza produrre qualcosa di nuovo.
Oltretutto, se fosse vero, portare oggigiorno delle avanguardie di fabbrica a rischiare il carcere per compiti che spettano ad un Esercito proletario autentico, e che allontanano poi compagni stimati nei posti di lavoro, dalla classe operaia, su cui cade il maglio reazionario dei falsi sindacati di regime.
Inoltre va detto che assumere il patrimonio della Terza Internazionale, non può significare dimenticare le grandi lezioni della terza tappa del pensiero-pratica comunista, il maoismo, farlo significa cadere nel revisionismo, sia pure armato.Saluti comunisti, Paolo.
14-02-2007
S.L.A.I. COBAS –sindacato di classe– provinciale Venezia Coordinamento provinciale Via Pascoli 5 - 30034 - MIRA VE
COMUNICATO 14 febbraio 2007 UN PO' DI CHIAREZZA SULLA SCELTA DI TEMPI DELLE FORZE REPRESSIVE CENTRALI DELLO STATO AFFAMATORE E GUERRAFONDAIO E SU ALCUNE SPECULAZIONI
Compagni-e lavoratori-lavoratrici, proletari-e
Non ci associamo al coro di speculazioni e di criminalizzazione che nel mondo sindacale è venuto nei confronti dei COBAS e della autorganizzazione, appunto speculando la posizione giudiziaria di altri lavoratori che, da sempre impegnati nella lotta di classe, stanno subendo ora il carcere per le loro idee politiche ed i metodi che le contraddistinguono, certamente criticabili se inerenti a metodi non conformi alla lunga storia rivoluzionaria, ma non di per sé nemmeno criticabili ideologicamente sulla base di un falso pacifismo. Falso pacifismo di chi legittimava fino a ieri le bombe su Belgrado e le fabbriche Jugoslave, e oggi parla di "pace". E di chi continua a descrivere il comunismo come una aberrazione (come faceva Mussolini), i partigiani come criminali, e a non scandalizzarsi ed a non organizzare scioperi generali per la abolizione della legge 30/2002 e di tutte le norme e leggine che permettono la schiavizzazione della manodopera e contribuiscono in gran parte alle migliaia di morti sul lavoro e sulle strade per motivi di lavoro e di crisi depressive causate da problemi di lavoro.
Non possiamo nemmeno cogliere un dato per legittimare le forze repressive dello Stato, come molti vorrebbero facessimo, ingenui loro sì, buffoni e giullari di un sistema economico politico e sociale profondamente iniquo ed ingiusto, violento ed ipocrita, in un elemento che traspare dalle notizie mediatiche, le quali, tutte da verificare giuridicamente, farebbero pensare ad una impostazione politica di questi compagni simile a quella di chi si erge ad avanguardia senza di fatto esserlo a livello di grandi masse o di importanti lotte. Cosa del resto tutt'altro che semplice in un paese ove tuto è regime.
E nemmeno possiamo tacere il disgusto per le parole di saputelli intellettuali dirigenti di centri sociali "accettati" dalle istituzioni che nel far propria tale criminalizzazione non solo offendono persone ora impossibilitate a dare risposta, ma pure indicano la infame "via psichiatrica" (simile a quella denunciata del controllo mentale da molti compagni e persone civili estranee alla politica) per trattare il "novecentesco" marxismo-leninismo, loro che di novecentesco hanno tutto, musica compresa.
Alle forze repressive centrali dello Stato invece rivolgiamo una domanda: se fosse vero ciò che riportate ai giornalisti, di un addestramento da Voi filmato già a metà novembre, CHI VI HA AUTORIZZATO ad omettere il dovuto arresto ? Quale mito di "superiore potenza giuridica" può legittimare la prosecuzione di reati gravi "a scopo di indagine" SE NON IL FATTO CHE SIETE UNA MASSA DI FASCISTI ?
Come mai avete atteso ora la manifestazione del 17 febbraio per questo "blitz" chiamato, similmente alla megalomane forma genocida nazista del governo peruviano, con un nome ad effetto, "Tramonto" ? Il tramonto del Vostro sistema sociale così sbagliato ed iniquo da nascondere persino i nomi dei suicidi sui giornali, è così prossimo da spingervi a così simili infamie ? Ma allora, come De Gasperi, siete proprio sul libro paga di Bush e della NATO ?
Quando mai, una realtà data può essere messa in discussione, se Voi anziché perseguire gli schiavisti, i corrotti ed i corruttori, i recidivi di governo e parlamento, i rapinatori in guanti bianchi, i diffusori di tonnellate di droga ed i loro consumatori di lusso, fate anziché "giustizia" nel diritto, prevaricazione e scelta oculata e politica dei tempi delle Vostre operazioni ?
La nostra soliadrietà di classe PROLETARIA va a tutti gli autentici prigionieri politici ed ai partigiani antifascisti di oggi che lo Stato non interviene ed anzi facilita non solo le stragi ma anche lo stillicidio quotidiano di azioni neo-fasciste ai danni di giovani, donne, compagni e compagne, centri sociali e sedi di rifondazione, dei carc o di altri gruppi. Senza contare i due compagni assasinati in pochi anni a coltellate, che avete voluto trattare invece come episodi casuali, mentre se muore uno di voi è un caso nazionale. Chi vi dà questi ordini ? La CGIL centrale ? Speriamo di no, vogliamo sperare che CGIL la smetta una buona volta di criminalizzare i COBAS e l'auto-organizzazione quando proprio sono tra i loro iscritti, lavoratori colpiti, così come vogliamo sperare che le montature e le cacce alle streghe cessino di essere usati come metodi politici e giudiziari soprattutto invece verso compagni dell'auto-organizzazione, che hanno sempre dimostrato di essere nelle lotte dalla parte giusta e non a braccetto con i padroni o a pranzo di lavoro nei loro lussuosi alberghi.
Da 30 e passa anni subiamo criminalizzazioni, dalle assemblee autonome ai compagni avanguardie delle fabbriche, dalla autonomia ai COBAS, sempre sospinte da partiti che si dicono di sinistra. La CGIL non si associ al loro coro nefasto.
La Storia ci ha già assolto, condannato è già stato il regime DC che ha imperversato nel paese per 40 anni. Per questo regime la condanna non mancherà.
Nel frattempo Noi come ogni altra realtà di base ABBIAMO TUTTO IL DIRITTO DI LAVORARE AI DIRITTI DEI DISOCCUPATI-E, DEGLI SFRUTTATI-E TUTTI-E E IN PARTICOLARE DI QUELLI CHE AFFIDANO LA PROPRIA SORTE AI SERVITORI NON DELLA "DEMOCRAZIA" MA DI QUESTO REGIME BORGHESE PROFONDAMENTE CLASSISTA NEL SENSO PIU' BECERO ED ANTICOSTITUZIONALE.
13-02-2007
Il "moderno fascismo" pretende di criminalizzare la stessa ideologia comunista di un tempo (marxista-leninista) per poter meglio colpire il maoismo un domani che le masse proletarie e popolari del nostro paese se ne approprieranno compiutamente nel conflitto politico e sociale. Così vecchi e nuovi ceffi dell'emergenza mescolano compiutamente "operazioni di polizia preventiva" e stigmatizzazioni di comportamenti "vicini alla violenza" dopo l'arresto di quindici tra compagni che peraltro in passato erano già stati prigionieri in processi di lotta armata, e compagni impegnati nella lotta quotidiana, come sei compagni del Centro popolare occupato Gramigna di Padova, che in questa città culla della più infame repressione, da vent'anni costituiscono un punto di riferimento. Così personaggi di varia natura e foggia si uniscono al coro del "Fermati prima di uccidere", ed altre amenità, utili a criminalizzare le posizioni di chi non ci sta alla dittatura borghese dell'arco CGIL/CISNAL/AN/DS/FI/Margherita, cui Rifondazione di ferrando e "comunisti italiani" di diliberto aderiscono entusiasticamente ad ogni nuova fasulla emergenza. Che poi, signori, è più per il culo che vi trema solo a ricordare certi anni, e non certo per la morte di qualcuno di voi, indifeso per mesi e lasciato a far da vittima sacrificale utile agli utili della grande borghesia (Biagi), che scatenate di volta in volta le vostre immonde speculazioni su "operazioni di polizia" in grande stile che per stessa ammissione degli investigatori "hanno comportato grandi spese di uomini e risorse per oltre 2 anni"... La falsificazione giudiziaria/mediatica giunge a riproporre (sin dal 1993 e poi dal 1999) il termine "Nuove Brigate rosse". Questa balla (che le Br possano essere "Nuove", quando hanno una modulare e ripetuta metodica da 30 anni invariabile), serve solo a negare le possibilita' del proletariato europeo ed occidentale di unirsi alla nuova ondata della Rivoluzione Proletaria Mondiale, cercando di far passare l'equazione Br uguale comunismo, quando e' invece stato dimostrato da molti anni che la strategia Br dopo la fase della propaganda armata si e' involuta in una forma di negazione del materialismo dialettico, della linea di massa e del riconoscimento della direzione della politica sulla guerra. Ma non basta, enfatizzato l'arresto di un delegato appartenente ad una Rsu, detta in alcuni organi di informazione Cobas; forse a Venezia qualcuno desiderava una pezza d'appoggio alle sue stronzate contro l'autorganizzazione più combattuta sottotraccia d'Italia. Ma non è tutto, l'Aurora, questa rivista clandestina certo non appartenente ad un gruppo passato all'azione, nonostante anni ed anni di pubblicazioni, corrisponderebbe alla "seconda posizione": altra falsità colossale: la "seconda posizione" fu quella della Unione dei comunisti combattenti (mistificata come unità comuniste combattenti), che sorse dopo l'espulsione di un paio di militanti dalla direzione strategica Br-pcc nel 1984-1985. Ma della "seconda posizione" non vi è traccia operativa sin dal 1987. Perché altra cosa sono appunto i gruppi libreschi (Cellula per la costituzione del pcc, Aurora, ecc.) che per anni ed anni campano politicamente senza mai passare all'azione. La mistificazione serve intanto a tenere in galera le persone. Che poi le intercettazioni siano bufale è ovvio: sapendo di essere intercettati, si può anche rendere pazzi di rabbia e di paura gli sgherri della borghesia. La montatura in stile 7 aprile continua: Valpreda, Marini, Soccorso rosso, 7 aprile, Onda rossa, radio Alice, Bollettino (inchieste mastelloni-ganzer, ecc.), uno stile che va riaffermato da serial-briller di nota ripetitività che da quasi 30 anni continuano a far cassetta su questo genere di cose, come si è visto nelle principali emittenti di questa serata appena passata.
Solidarietà ai prigionieri, morte all'emergenza imperialista borghese torturatoria e fascista di questo stato che fonda la sua "personalità" sul dispregio dei valori Costituzionali...
12-02-2007
10-02-2007
05-02-2007
La proposta dei seminari fatta da Paolo
PREPARAZIONE SEMINARI
Si accettano richieste di concordare seminari su vari argomenti, da parte di realtà antagoniste e militanti del proletariato e del movimento comunista (ossia maoista) in Italia.
A) STORIA DEL CICLO DI LOTTE APERTOSI NEGLI ANNI ’60 E DELLO SVILUPPO DEL MOVIMENTO RIVOLUZIONARIO IN ITALIA
1) Ciclo operai/Studenti (dal 1968 e prima, al 1974). Qui Paolo proporrà come testo di riferimento un opuscolo di Potere Operaio di Marghera, un numero monografico dell’assemblea autonoma dell’Alfa di Arese che agiva in parallelo con analoghe esperienze in particolare l’Assemblea autonoma del Petrolchimico di Marghera i cui fondatori e militanti Paolo ha conosciuto all’inizio della sua militanza e con i quali ha militato nell’ambito delle testate Controlavoro, Magazzino, Autonomia, Senza padroni, e del successivo Comitato Operaio del Petrolchimico (1978-1981). (VEDASI DETTAGLIO)
2) Lotta armata e movimento (1971-1977). Qui Paolo proporrà come testo di riferimento la un particolare numero di Controinformazione del 1976, e il libro del Soccorso rosso sulle BR del 1976 comprendente anche la Autointervista del 1971. Libro che testimonia del metodo degli avvocati che al tempo senza tanti problemi difendevano a loro rischio e pericolo la identità politica e militante dei loro assistiti. Paolo militò sia nel movimento, che, a partire dal 1976-1977 (dopo lo scioglimento di “LC”), nell’autonomia operaia organizzata che nel Veneto significava in massima parte Collettivi Politici Veneti per il Potere Operaio, organizzazione proletaria e comunista, politico-militare e militante, che operava su più livelli di organizzazione di massa ed avanguardia, in cui Paolo militò con onore sino al 1982.
3) L’Autonomia Operaia (1974-1982). Qui Paolo proporrà come testo di riferimento alcuni documenti dei CPV-PO, fino alla presa di distanze da Toni Negri patron della “dissociazione”. Di fatto dopo il 1982 i CPV-PO smisero di esistere e si riprodussero nella linea opportunista di destra che faceva capo a Radio Sherwood ed a prigionieri dissociati di PL e Colp, mentre ne uscirono varie aree e gruppi di compagni, di ogni sede provinciale, su varie posizioni rivoluzionarie e/o antagoniste. A Venezia-Mestre-Marghera ne uscì l’area di compagni che fece capo a “Guardare avanti !” tra il 1983 ed il 1986.
4) Lotta armata e militarismo (1978-1989). Qui Paolo proporrà come testo di riferimento un particolare documento delle BR (DS 3 del 1978) e il libro Politica e rivoluzione, con un accenno documentale ai documenti del dibattito interno alle BR-PCC 1982-1984.
5) “Pentitismo” (dal 1979 con Carlo Fioroni, ma in realtà la questione della delazione esiste sin dai tempi di Roma persecutoria dei cristiani, e del vaticano persecutore degli eretici), e controrivoluzione, carceri speciali (in Italia dal 1977). Qui Paolo porterà come testo di riferimento “L’uomo senza diritti il prigioniero politico”.
6) “Dissociazione” (dal 1982 con il “documento dei 51” guidato da Negri, Ferrari Bravo e Vesce, questi due prenderanno poi le distanze da Negri allorquando, eletto deputato nel 1983, si squaglierà in Francia grazie alla forcaiola decisione del P”c”i di votare l’autorizzazione a procedere e quindi di riarrestarlo nonostante fosse deputato radicale) in realtà (con l’abiura dell’uso della violenza rifiutandone quindi la concezione rivoluzionaria e marxista della violenza levatrice della storia) dissociazione dalla lotta di classe e schieramento con la borghesia di ex militanti in cambio di una rapida scarcerazione.
7) Soluzione politica (1987) voluta dallo stato con la pubblicità ai più “famosi” prigionieri arresisi ed allontanatosi dalla militanza nel proletariato e nella organizzazione di appartenenza, passata in televisione come show a puntate, che fu usata per colpire le organizzazioni combattenti del proletariato in attività e che dette vita ai connubi opportunisti a scopo di amnistia, tra prigionieri brigatisti e pivellini, e fascisti dei nar e di altri gruppi e stragi. Qui il testo di riferimento è costituito dai documenti dei prigionieri scritti nel 1987 e 1997 contro la soluzione politica e l’amnistia “misto-mare” con i fascisti.
8) Dalla caduta del revisionismo in Europa orientale e Russia (1989) e ultima degenerazione del revisionismo in Cina dopo il golpe del 1976, con Tien An men (1989, repressione dei moti operai e studenteschi), che apre la strada alla svendita delle masse in Cina ai macellai delle multinazionali occidentali. Qui il testo di riferimento è costituito dall’analisi che ha fatto di questa caduta il Partito Comunista del Perù – nel pensiero gonzalo – tra il 1988 e il 1991 (Situacion internacional).
9) La nuova ondata della RPM e la guerra imperialista oggi. Qui Paolo propone una spiegazione delle tre principali posizioni corrispondenti alle principali guerre popolari oggi nel mondo (tipologicamente ed esemplificativamente, Perù, Filippine, Nepal, Turchia-Kurdistan, India, Messico) e della superiorità della guerra popolare (anche nei paesi imperialisti) sulla guerriglia metropolitana. Qui il testo di riferimento è dato da testi del PCP, PCN(M), CPP, ecc., da un testo di La Nuova Bandiera e da alcune parti del testo presentato in Tribunale a Livorno e Biella, da Paolo nel 2004.
1) Ciclo operai/studenti (dal 1968 e prima al 1974)
La congiuntura politica.
Il ruolo di freno e convergenza nelle istituzioni da parte del revisionismo.
Il metodo gerarchico, borghese ed autoritario del partito revisionista e il suo speculare sulle reminescenze della Resistenza in campo operaio e sul prestigio internazionale sovietico in campo culturale e studentesco. Il rifiuto revisionista dell’analisi critica del PCC e soprattutto del movimento della Grande Rivoluzione Culturale Proletaria.
Le classi negli anni ’60.
La modificazione nella grande industria con l’estensione dei mercati dopo la crisi del 64.
Il perdurare dei caratteri semifeudali nei latifondi del meridione.
L’estensione dei centri industriali.
L’estensione della piccola borghesia e del corpo studentesco.
Il volgere della cultura all’interno della società ed in senso ora critico e non solo celebrativo o raffigurativo la realtà non riproduce le aspettative di controllo della società stessa che si era prefissato il traditore Togliatti con la rinuncia al realismo socialista.
Il peso degli eventi internazionali.
La decolonizzazione (Cuba, Algeria, guerra del Vietnam, fuochi guerriglieri in America Latina) e la politica maoista di avvicinamento a queste realtà genera la politica socialimperialista nel sud del mondo a causa della deviazione aberrante del revisionismo sovietico che passa dalla rivendicazione della pace alla guerra fredda con l’aggressività militarista nazista americana.
Questi fattori, unitamente agli episodi in terra d’Africa (Lumumba ecc.) spingono interi settori della società impegnati nel mondo giovanile, studentesco, operaio, anche cattolico, a un moto di repulsa verso questo “ritorno a fenomeni stragisti che, pur solo paventando Hiroshima e Nagasaki, producono già allora danni estremamente maggiori, ovunque nel mondo.
Il peso della soggettività politica.
Una volta compreso che la “guida” delle corporation multinazionali maggiori, italiane nel loro piccolo, comprese, fa tutt’uno con la politica imperialista, gli Stati capitalisti a guida Usa vengono a trovarsi, nel fianco sud del mediterraneo, in una condizione di scontro politico e sociale permanente.
La massificazione delle avanguardie operaie e studentesche in Italia esplode nella sua carica di dirompente critica con il ’68 francese ma è già in nuce con le prime avvisaglie in campo operaio, di rifiuto del tradimento dei sindacati di regime, in una fase storica in cui ogni anno molti lavoratori vengono uccisi dalle forze di polizia. La repressione porta in carcere, anche se solo per pochi mesi od anni, moltissimi militanti dell’opposizione soprattutto extraparlamentare. Sorgono le organizzazioni comuniste “a sinistra” del pci già poco prima della grande rivoluzione culturale proletaria cinese.
In realtà è la GRCP che “genera” la critica complessivamente intesa, perché rompe innanzitutto con il “modo” di fare politica dei revisionisti e dei lacchè del capitalismo (socialisti e gruppi di interesse vari). Questo processo porta anche al ridimensionamento del circuito cattolico di critica al potere vaticano ed alle sue imposizioni alle masse cattoliche.
Le forme della lotta e della organizzazione.
Sin dall’Assemblea Operai/Studenti della FIAT di Torino (dicembre 1969) è chiaro che la contestazione studentesca deve “passare” nelle fabbriche e le organizzazioni comuniste e rivoluzionarie permettono ed organizzano questo passaggio.
Ma ciò che conta è che gli operai, spesso immigrati meridionali, imparano ben presto ad usare sia le armi della dialettica che quelle della critica.
Sorgono così centinaia, migliaia di avanguardie che, a volte anche all’interno del p”c”i, svolgono una doppia militanza di fatto: politica di partito, e politica proletaria di fatto.
Ne consegue la necessità sia di affermare il peso dei bisogni e necessità contrattuali e di vita della classe operaia (problema del potere), sia di attuare forme organizzative che da una parte permettano il rispetto della volontà dei lavoratori nell’ambito dei Consigli di fabbrica, che un po’ alla volta vengono “istituzionalizzati” od accettati laddove prima non erano nemmeno riconosciuti, e che dall’altra non si facciano vincolare ed imporre alcunché dai vertici sindacali e paraculi delle istituzioni. Sorge insomma il problema dell’AUTONOMIA della politica e delle decisioni che la classe operaia mette in campo.
Se dal punto di vista ideologico il marxismo all’epoca non viene messo in discussione neppure dai revisionisti, e se la stessa sorte viene mantenuta pure al leninismo, anche se sulla carta, l’assunzione del maoismo od in termini di gruppo dogmatico od in termini di elemento di assunzione della critica dal basso, da soli non sono in grado di supportare questa necessità pratica ed organizzativa che le lotte, in termini politici, necessitano di esprimere.
Il 68 a Porto Marghera (guerra operaia al capitale) e la formazione di Potere Operaio (testo di riferimento in un opuscolo del 1968 di PO di Porto Marghera, in ristampa da ELL)
L’ingresso della propaganda armata al fianco della classe operaia in lotta (1970-1971)
L’esperienza del movimento di massa dei fazzoletti rossi alla FIAT
L’esperienza dell’Assemblea Autonoma dell’Alfa di Arese e del Petrolchimico di Marghera.
DETTAGLIO: rivista-libro dell’ASSEMBLEA AUTONOMA DELL’ALFA DI ARESE
Il tentativo con le stragi prima fase (1969-1974) di creare i presupposti per una ridefinizione reazionaria e golpista dello stato (dal golpe Borghese alle allerte nelle caserme alle stragi del 1974: IL NEOGOLLISMO, tendenza poi affermatasi nella P2 nel Craxismo e nel Berlusconismo).
03-02-2007
LE LOTTE SOCIALI NON SI PROCESSANO
Il 6 novembre 2004, in occasione del 1° sciopero del precariato metropolitano, migliaia di precari/e hanno manifestato a Roma, rivendicando il diritto al reddito universale e garantito, mettendo in atto azioni di autoriduzione e redistribuzione della merce.
La rappresaglia giudiziaria che ha colpito 105 compagni/e è il segnale chiaro e inequivocabile di una volontà politica tesa ad affrontare le espressioni di disagio sociale con il soffocamento dei conflitti e a difesa del profitto, attraverso la criminalizzazione di chi si batte contro la precarietà della vita, per il diritto al reddito, a un lavoro sicuro, alla casa, alla salute, a una società senza più classi né sfruttamento, né discriminazione razziale, sociale o sessista, per il diritto alla Resistenza dei popoli oppressi, per resistere allo stato di cose presente e rilanciare l'offensiva per il suo cambiamento.
Sono passati 2 anni da allora e 39 imputati sono stati rinviati a giudizio. Il governo Berlusconi ha ceduto il posto a quello dell'Unione. Il sistema capitalistico in Italia ha indossato la sua veste socialdemocratica e le conseguenze di questo trasformismo sui conflitti sociali sono forse peggiori. La legge 30 è rimasta al suo posto e con essa il pacchetto Treu, che per primo ha sancito la legittimità della precarietà nei rapporti di lavoro. Il governo Prodi, in perfetta continuità con quello Berlusconiano, prosegue il lavoro sporco di erosione dei diritti di base acquisiti, attraverso lo scippo del TFR e una finanziaria di guerra, la sottrazione di risorse sempre maggiori ai servizi e agli spazi sociali e il rifinanziamento della missione in Afghanistan, l'invio di soldati italiani in Libano, l'accordo militare Italia-Israele, l'ampliamento della base militare USA Dal Molin a Vicenza, la privatizzazione di beni e servizi pubblici fondamentali, come l'acqua, la scuola, la sanità ecc.
Riteniamo, come antifascisti, di doverci opporre a tutto questo. La repressione poliziesca e/o giudiziaria delle espressioni anche differenti di una lotta di classe comune va condannata fermamente.
CONTRO LO STATO DI POLIZIA, LA REPRESSIONE SOCIALE E POLITICA
SOLIDARIETA' AI COMPAGNI/E INQUISITI
LE LOTTE SOCIALI SONO LOTTE DI CLASSE E NON SI PROCESSANO!
Rete Antifascista Perugina
Invitiamo tutti all'iniziativa di autofinanziamento promossa dal C.S.A. Ex-Mattatoio:
Sabato 3 febbraio, presso il centro sociale
ore 20.00
cena di autofinanziamento per sostenere le spese legali del processo
ore 21.00
concerto
26-01-2007
E siamo indignati di fronte alle parole del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, quando sostiene che il sionismo è un “movimento di liberazione nazionale del popolo ebraico” e in occasione della giornata della Memoria, che sabato sarà celebrata in tutta Italia per il settimo anno consecutivo, afferma che “Ricordare la Shoah significa combattere […] innanzitutto ogni rigurgito di antisemitismo, anche quando esso si travesta da antisionismo: perché antisionismo significa negazione della fonte ispiratrice dello Stato ebraico, delle ragioni della sua nascita ieri, e della sua sicurezza oggi […]. Per noi italiani ricordare la Shoah significa anche serbare e sentire il peso degli anni bui delle leggi razziali del fascismo e delle persecuzioni antiebraiche della Repubblica di Salo". Ma chi li ha riabilitati i repubblichini? Chi è il più pericoloso negazionista e revisionista oggi? Ahamadeenajad, che è riconosciuto da tutti come un folle, o il moderno sionismo, che utilizza la Shoah, le atrocità del nazismo, per giustificare e legittimare i propri crimini contro l’umanità? Negare la Nakba - la “catastrofe del popolo palestinese” - oggi, non ci assolve dall’olocausto di ieri compiuto col silenzio complice dell’occidente. Le mistificazioni, i falsi storici ed ideologici propinati dai media e dalle istituzioni vorrebbero far passare il sionismo come un movimento di liberazione nazionale del popolo ebraico e l’antisionismo come un travestimento del negazionismo dell’olocausto, magari per coprire i lucrosi affari che l’Italia conclude con Israele in campo militare (il governo dell’Unione ha forse messo in discussione l’accordo militare Italia-Israele ratificato nel 2003 dal governo Berlusconi e convertito in legge nel 2005?), ma gli unici veri movimenti di liberazione nazionale sono quelli che nascono dall’autodeterminazione dei popoli all’interno di un area geografica e demografica, dalle lotte di resistenza che si autorganizzano, sia pure con la solidarietà internazionalista e sono quelli che oggi vengono identificati come terroristi e affollano le carceri dei paesi imperialisti, mentre è noto a tutti che lo Stato d’Israele è uno Stato coloniale, e che “una terra senza popolo per un popolo senza terra” è lo slogan con cui il sionismo è partito alla conquista della Palestina, con l’unico inconveniente che questa non era una terra vuota, ma c’erano arabi (semiti anche loro da un punto di vista storico-linguistico, religioso e, sembra, biologico; non certo in senso biblico come intendono il sionismo e le massime istituzioni che qui in Italia continuano ancora a definirsi laiche!) e vi convivevano pacificamente diverse religioni. L’unico modo per costruirvi uno Stato esclusivista ebraico era quindi la pulizia etnica e il terrorismo nei confronti dei nativi palestinesi per mezzo di bande paramilitari (come Haganah, Irgun, Stern), dell’esercito israeliano e della segregazione razziale.
Caro Presidente, se per lei ricordare la Shoah significa combattere l’antisionismo, lei nega al popolo palestinese e a tutti i sinceri democratici e antifascisti il diritto di dire: “se questo è un uomo”. E lo nega soprattutto a quegli ebrei (che sono tanti) non assimilati dal sionismo, a quegli israeliani che resistono al negazionismo sionista della Nakba e si battono per una pacifica convivenza con i fratelli palestinesi. Negare il crimine dell’Olocausto, come negare o ridimensionare quello della Nakba, significa togliere la parola alle vittime e negare la solidarietà di chi assiste al massacro. Se questi sono i presupposti, se la giornata della Memoria vuole raccontare solo una parte della storia, noi non vi parteciperemo. Anche la Memoria della Nakba palestinese aspetta di vedere la luce e di essere raccontata fino in fondo.
24-01-2007
QUANDO I DIRITTI UMANI SMENTISCONO I VERMI - PERU’ -
IMPORTANTI VITTORIE DI AFFERMAZIONE DELLA STORIA - PER I PRIGIONIERI E
PRIGIONIERE RIVOLUZIONARI-E DEL PARTITO COMUNISTA DEL PERU’ -
PERU’: IL PRESIDENTE ALAN
GARCIA SARA’ GIUDICATO PER LA STRAGE DI EL FRONTON DEL 19-1-1986 (giorno
dell’eroismo, in cui furono
assassinato 300 prigionieri-e del PCP ed EGP in tre carceri speciali attorno a
Lima) Tratto da El Diario internacional, versione web, n.223, di Carlos Rivera
Paz, Sintesi e note di Paolo
Dorigo
La campagna scatenata dal governo peruviano contro la Corte
InterAmericana dei Diritti dell’Uomo (CIADH), la Commissione per la verità e il
processo di giuridicizzazione per i crimini contro i diritti dell’uomo, può
trovare un movente nella recente decisione della procura superiore penale
nazionale emessa a proposito della strage di El Fronton del 19-1-1986. Come
noto, il caso ha seguito due filoni. In un caso si è proceduto contro dieci
effettivi della Marina da guerra per il ruolo da essa svolto nella mattanza
[bombardò il carcere occupato dai prigionieri], come autori materiali, ed in un
altro si archiviarono le posizioni di Garcia Perez, Giampietri Rojas, Mantilla
Campos ed altri. … Il processo in
corso dal 2005 però ha poi fatto emergere numerosi indizi di responsabilità
penale di Alan Garcia, Agustin Mantilla, Luis Giampietri, Victor Nicolini, ed
altri ex comandanti della Marina da guerra. Attualmente sono ancora in qualità di testimoni. Giuridicamente uno degli
elementi dell’accusa sono le gravi contraddizioni di
questi personaggi nel corso delle loro audizioni di fronte al PM ed al giudice
penale nel processo. [Come noto, in Italia queste testimonianze sono glissabili
da parte dei colpevoli ministri, con formule di segreto di stato e simili]. In
particolare, sulla conoscenza che aveva Garcia Perez dei fatti, e circa la
presenza di Mantilla nell’isola di El Fronton nei giorni in cui durò
l’operazione militare [di soffocamento della rivolta scoppiata il 18 giugno
1986]. Le contraddizioni sono emerse in particolare grazie all’ex parlamentare
Luis Giampietri in entrambe le questioni.
Costui, che comandò le operazioni della Marina da guerra all’inizio, ha
dichiarato ripetutamente che prese ordini dai suoi superiori intimate loro da
Mantilla, che era un personaggio rappresentante del governo. … Presto vedremo a
quale livello giungerà la reazione del governo. … Non a caso la Procura
nazionale tolse la responsabilità del caso alla Procura Penale SuperProvinciale
e non ha ancora designato un nuovo procuratore. Fonte di E.d.i.: Istituto della
difesa legale n.518, 19-1-2007, Perù).
23-01-2007
Relazione
di Fausto del Comitato Iris di Padova, sull’andamento della mobilitazione per
Vicenza - Dal Molin
Vicenza 23
gennaio 2007 assemblea sotto il tendone del presidio Dal
Molin
Grossa assemblea al capannone
del Presidio Dal Molin a Vicenza ieri sera 23 gennaio 2007. 200-300 persone
stipate dentro il capannone. Nella prevalenza gente dei dintorni famiglie,
vicentini dellà città ma anche di paesi contermini. Eppoi i primi arrivi di
altri comitati come quelli di San Pietro di Rosà i quali vedono clonato in
grande il loro capannone. La discussione guidata si è incentrata
sull'accoglienza da riservare a una delegazione del Parlamento guidata dal
presidente di Commissione De Gregorio, molto noto per essere sensisbile al
miglior offerente. Alla fine l'assemblea decide per una mobilitazione di massa
per giovedì nel primo pomeriggio in coincidenza con l'arrivo della commissione,
se tale commissione vorrà incontrarsi coi cittadini e non andare solo a lustrare
le scarpe degli americani ben venga il confronto. Ma si dubita che a De
Gregorio interessino i quattro straccioni della popolazione di Vicenza, così
come al console americano così per lui i veri valori sono quelli dei vari
Zonin della banca Popolare Vicentina etc etc.E qui sta tutto
l'arcano.
QUINDI
TUTTI QUELLI CHE POSSONO GIOVEDì 25 SI RECHINO AL PRESIDIO DAL MOLIN ALLE ORE
14
Nell'assemblea uno di
Rifondazione dice che Lidia Menapace verrà invece al presidio. Questa venuta
della deputata Menapace apre anche uno spiraglio di discussione sui 120 deputati
che a Roma stanno riuniti a discutere cosa fare contro la decisione di Prodi e
del governo. Sono stati invitati anche alcuni "popolani" dei quali però si è
persa traccia. E' un pò esilarante una riunione contro la base che vede presenti
ministri sottosegretari di un governo che ha deciso la base stessa. E sono loro
ad avere la parola sui giornali. C'è chi sbandiera ancora l'idea del referendum,
chi di una mozione di sentimenti. Nessuno minaccia di opporsi veramente.
Qualcuno agita lo scambio Vicenza Afghanistan, come al solito, come al tempo
dell'Iraq.Tutti poi pretendono di condizionare l'andamento della manifestazione
nazionale del 17 febbraio che deve essere civilissima e non turbare i loro
sederi ben appoggiati alle varie poltrone e poltroncine.
Questa
tragicomica farsa politica pesa molto sull'andamento della lotta. Si
intravvede tutta una azione delle forze politiche per recuperare anche a fini
elettorali il malfatto. Per cui i deputati locali dichiarano di opporsi e
intanto passa il tutto e si spera in un premio elettorale futuro. Le stesse
forze che hanno condotto la fase morbida dell'Osservatorio sulle servitù
militari che si incentrava nell'illusione che i governanti amici e compagni
bloccassero la base, soprattutto le componenti "riformiste" e sindacali adesso
devono rientrare in forze e domare la protesta popolare che non ha ancora un
livello di organizzazione autodeterminantesi come quello della Valsusa, per
intendersi. Son ben riconoscibili perfino dentro l'assemblea del presidio
tracce di vecchie soggettività dal percorso sensibilmente diverso da quello
della Valsusa. Del tutto azzardato ad esempio mi pare il giudizio riportato da
Il Manifesto di oggi 24 gennaio del disobbediente veneziano Tommasino Cacciari
il quale eguaglia la mobilitazione di Venezia No Mose a quella della Valsusa e
propone lo stesso paradigma per Vicenza. Se a Vicenza succederà quel che è
successo a Venezia siamo fritti! Ha più ragione suo zio il sindaco di Venezia e
margheritino Massimo Cacciari che dichiara a radio sherwood che si è aperto un
nuovo cantiere del laboratorio veneto.Ma chi condurrà questo
cantiere?Evidentemente anche lui vuol essere della partita e lo sarà. Vicenza ha
un carattere generale, riepilogativo consultivo e di apertura di fase o di
sconfittà definitiva di un ipotesi democratica e popolare di
trasformazione.
Tutta la
partita dunque sta qua. Il Veneto può diventare una più grande Valsusa, ma
occorre avere il coraggio di andare al di là dei vecchi percorsi dello scontro
virtuale. Bisogna andare ad uno scontro vero di massa! Una battaglia lunga e
vera.L'unica forza che può fermare il ricatto americano ( CHISSA' COME HANNO
RICATTATO PRODI E D'ALEMA GLI AMERICANI) è una grande mobilitazione popolare,
una vera e propria resistenza. Ma per darsi ha bisogno di costruire la sua rete,
il suo blocco. HA BISOGNO CHE IL PRESIDIO SI ALLARGHI, SI RADICHI, DIA VOCE ALLE
COMUNITA' TERRITORIALI RESISTENTI E SI PONGA DEGLI OBIETTIVI DI MOBILITAZIONE
COSTANTI CON ALLA FINE UN GRANDE CAMPO INTERNAZIONALE CHE VADA AD OPPORSI
MATERIALMENTE ALLA COSTRUZIONE DELLA BASE. E BISOGNA CHE LA DIREZIONE DIA
VERAMENTE DEMOCRATICA, ALLARGATA, APERTA AGLI STRATI POPOLARI. Molto più di
qualche sceneggiata e della partecipazione alle varie cordate e ai vari
progetti. -
Fermiamo
davvero la nuova base di guerra e di sterminio dei popoli e del
territorio.
Fausto
fuori del
tendone
22-01-2007
ANCORA OCCUPATA LA STAZIONE DI VICENZA DAL POPOLO IN LOTTA CONTRO LA NUOVA BASE USA.
PIU’ IN ALTO GLI IMPERIALISTI ALZANO LA PIETRA, PIU’ PESANTEMENTE GLI RICADRA’ SUI PIEDI (Presidente Mao Tse-Tung).
appello dei comitati contro le nocività e contro la
guerra. Bisogna cominciare a massificare il campo e il presidio permanente di
Vicenza.
22 GENNAIO
07 Il tendone del presidio popolare di Vicenza
Martedì 23
gennaio si riunisce l'assemblea popolare permanente contro la base dal Molin al
Tendone del presidio permanente. Tutti i Comitati contro le nocività e contro la
guerra debbono cominciare a partecipare, sostenere solidarizzare fondersi col
presidio di Vicenza.
La lotta di
Vicenza contro la base dal Molin è la lotta di tutti i comitati è la nostra
lotta. Dobbiamo vincere questa lotta e far recedere il governo . Bisogna tutti
impegnarsi in prima persona. La vittoria in questa lotta significherà uno stop
anche alle altre iniziative dissennate portate avanti dai distruttori del
territorio e delle popolazioni. Dobbiamo sostenerla materialmente, inviare
uomini, giovani che facciano i turni, mezzi, propagandare nei paesi, svolgere
iniziative. C'è lavoro per tutti.
MARTEDì 23
DICEMBRE ALLE ORE 20,30 VENITE NUMEROSI A VICENZA A SOSTENERE E SOSTANZIARE LA
LOTTA.
E' ARRIVATA L'ORA
DEI FATTI !
BASTA CON LE CHIACCHIERE !
21-01-2007
da “il pane e le rose”: Murano (VE): Morte in fabbrica Non
era suicidio ma incidente sul lavoro (20 gennaio 2007) VENEZIA - Svolta
nelle indagini sulla morte in una fabbrica di Murano. Quello che inizialmente
sembrava un suicidio sarebbe invece un incidente sul lavoro. Per la morte della
venticinquenne Sara Tagliapietra la procura ha iscritto nel registro degli
indagati padre e figlio, titolari della ditta "Tre Emme". Giovedì, 18 Gennaio
2007 Il Gazzettino
20-01-2007
La DDA di Firenze, quella di Vigna e di Chelazzi (+2003) tanto per capirci, lancia lo “scoop” che “un sardo” ex prigioniero politico, trapiantato in Veneto, dirigerebbe una di quattro cellule “terroristiche” vicine alle BR. Il lancio passa il “vaglio” della redazione veneta del TG3-RAI, e francamente lascia di stucco: ma ragazzi, SIULP o FLM che siate, quand’è che ammettete le torture del controllo mentale sui prigionieri rivoluzionari invece di costruire montature ?
La “notizia” passa immediatamente dopo la diffusione a Milano di alcune copie di volantini, non si sa se autentici o no, firmati BR-PCC, sul “carcere”. Posto che possa essere vero e corretto, che una organizzazione renda conto, quando non l’han fatto i militanti catturati, o quando le parole dei militanti catturati siano state censurate dai media, di disfunzioni politiche ed organizzative gravi (Dalla Longa, Banelli, i pentiti milanesi del ’88, ecc.), crediamo in ogni caso che il modulo politico e strategico BR-PCC non stia tenendo il passo della gravità delle esigenze del proletariato, classe dirigente della rivoluzione, e dell’intera trasformazione di questa società, per un problema non di buona volontà o di mancanza di abnegazione dei militanti complessivi, quanto per una questione più generale di linea politica ed ideologica.
Ma questo alla DDA di Firenze non dovrebbe interessare. Le idee non sono reati, nemmeno quando ci scappa il morto. Altrimenti per “liberismo” dovrebbero processare decine di migliaia di capitalisti piccoli e grandi.
A latere, la Procura di Venezia sin dal dicembre 2006 certamente, ma l’avevo già scritto, dispone controlli sulla mia persona, che dovrebbero generare un processo allo Stato stesso, per le torture che continuo a subire ininterrottamente dal 12 maggio (anniversario di Giorgiana Masi) 2002 in poi.
09-01-2007
I giornali locali veneziani adesso se la prendono con la propensione delle masse alle lotte estreme ! "meno male", dicono adesso, che la protesta di Maria Paola Baerato di Favaro Veneto, che con suo marito ha minacciato di darsi fuoco all'interno del palazzo municipale di questa frazione - quartiere proletario dormitorio di Mestre, è stata "sventata" da un "prode" vigile urbano che ha permesso ai vigili del fuoco di intervenire riempiendo di schiuma la signora Baerato che si era cosparsa di benzina ed incatenata ad un termosifone.
Decisamente seccante per i politici ed un noto psichiatra interpellato, la notizia. E' ben la terza volta in poche settimane in una provincia di un milione di persone. Si parla di "suicidi", ecc. Non si parla del crimine della burocrazia, del pretendere "arretrati" tutti in un colpo, per "mancanza di documenti", da un ente che era pubblico ed ora lo è solo parzialmente e certamente non come atteggiamento di fondo (Ater), di cui ci siamo già occupati un anno fa parlando delle casette senza manutenzione di via nazionale a Mira. La protesta ha il nostro sostegno, e noi comunisti siamo in difetto rispetto ai nostri compiti di organizzazione e sostegno alle lotte ed esigenze delle masse. Ovviamente i giornali locali non riportano di alcun volantino di gruppi pacifisti o di volontariato a difesa di una famiglia proletaria cui si chiedono 27 mila euro per un diritto per il quale non bisognerebbe pagare nulla, certo non più dei 9 euro al mese che la figlia della signora ha continuato a pagare dopo che ha preso il posto della nonna precedente assegnataria.
A Mantova, 2 operai sono rimasti stritolati in un silos. 19 e 32 anni. Non sono state riportate notizie di scioperi generali regionali per l'accaduto, né in Lombardia, né a livello provinciale. Magari ci sbagliassimo. Ci smentite, CGIL-CISL-UIL ???
08-01-2007
Per quanto riguarda il fronte mediatico, abbiamo la pubblicazione di un servizio de l'espresso, che è funzionale alla logica della privatizzazione selvaggia e della ristrutturazione in chiave anti-lavoratori, del servizio sanitario. Ci riferiamo ad un servizio "spionistico" sulle pulizie negli ospedali. Anziché rivolgere le proprie attenzioni negative ai vertici, lo si fa su un campo abbastanza noto, quello delle problematiche di un grande ospedale. Giustamente i lavoratori del Policlinico non si sono accodati allo "scoop": riportiamo qui il loro comunicato: I BRUTTI ADDORMENTATI NEL… POLICLINICO”!?! - Possiamo capire l’interesse e la meraviglia di uno spot giornalistico (e neanche ha visto tutto quello che c’è da vedere!)..ma ci stranisce alquanto l’ipocrisia di chi da anni ed anni determina e convive con le innumerevoli vergogne di questo ospedale, stradenunciate dai lavoratori, e che solo OGGI si “risveglia”, e, per paura di innervosire il “principe”, si scandalizza del “quotidiano” e fa finta che sia una novità !?! - Ministri della sanità, assessori e presidenti vari, funzionari, politici e sindacalisti….tutti megafono, solo OGGI di una tragica realtà denunciata da decenni ! - Ma i più pericolosi rimangono I BARONI UNIVERSITARI, QUELLI POTENTI, CON FRATI (preside della facoltà di Medicina) IN TESTA, che fanno da padroni anche dello sfascio del Policlinico del quale, per i loro innumerevoli interessi privati, sono sempre stati i principali responsabili, utilizzandolo per aumentare il loro potere di gestione. - …SOTTERRANEI tante volte cospicuamente finanziati per essere bonificati e ripuliti (ricordate il decreto D’Alema per un intervento governativo, oppure la memoria è una proprietà solo degli elefanti ?!)…che peggiorano di anno in anno mentre si rifanno facciate, studi dei baroni e mura di cinta ed i debiti aumentano!?! - …DITTE E COOPERATIVE che sfruttano i loro dipendenti “sconosciuti” dall’azienda, nonostante la legge regionale che ne prevedeva almeno un monitoraggio, imponendo un sott’organico e scarsezza di materiale igienico sanitario, mentre intascano, con la connivenza di molti ed alla luce del sole, lauti guadagni e la qualità dell’assistenza degenera a favore di un privato che annienta il diritto/dovere di garantire salute in strutture pubbliche “efficaci ed efficienti”. - Ogni volta che al Policlinico viene in visita un’ autorità, ultimo solo per tempo…il presidente Napolitano, lo si porta per una gita “guidata” in un reparto ripulito per l’occasione, mentre il resto crolla fra muffe e rifiuti, mentre le esternalizzazioni e le clientele continuano a proliferare contro ogni “logica anti-spreco” ed i conti aziendali si fanno quadrare risparmiando sull’offerta assistenziale, aumentando i ticket e diminuendo letti, servizi, organici, farmaci e materiale sanitario ! - O SI HA IL CORAGGIO DI TRASFORMARE CON DETERMINATEZZA LA LOGICA AZIENDALISTICA, LO STRAPOTERE DEI BARONI UNIVERSITARI E L’INVOLUZIONE COSTANTE DEL SISTEMA SANITARIO PUBBLICO E, CON FATICA, CI SI IMPEGNA PER RIDARE DIGNITA’ E SOSTANZA AL DIRITTO ALLA SALUTE, COME PREVENZIONE, CURA, RIABILITAZIONE… - O SI ASPETTA, SCANDALIZZANDOSI E CHIEDENDO INCHIESTE, IL PROSSIMO SPOT GIORNALISTICO, DECIDENDO CHE IL POLICLINICO, COME MOLTE ALTRE REALTA’ SANITARIE PUBBLICHE, SI POLVERIZZI SOTTO L’AVANZARE INESORABILE DEL PRIVATO, DEI SUPER POTENTI BARONI UNIVERSITARI, DELLE VARIE CLIENTELE POLITICHE…SENZA PERO’ CASCARE DALLE NUVOLE E SENZA PROPORRE COME SOLUZIONE DI QUESTO CENTENNARIO DEGRADO…IL PASSAGGIO DEL POLICLINICO COME PROPRIETA’ DAL DEMANIO ALL’UNIVERSITA’ !?! - INIZIAMO DA SUBITO A RISOLVERE ALCUNI PROBLEMI: Eliminazione del precariato e delle esternalizzazioni attraverso il concorso di infermieri già in atto; il tempo determinato per i 90 infermieri stranieri in attesa di cittadinanza; concorsi per medici e non medici indispensabili all’assistenza da anni in servizio al Policlinico; corsi autorizzati dalla regione per l’assunzione degli operatori delle pulizie e dei tanti servizi sanitari appaltati (informazione, box DEA, cartelle cliniche, servizi informatici, cucine, trasporti, ecc.). Cartellino aziendale per tutti gli operatori del Policlinico, compresi gli esternalizzati, e loro gestione diretta e trasparente degli uffici sanitari (Dipartimento delle professioni sanitarie) per impedire ulteriori vergogne e sub appalti illegali (dopo la trasmissione di Reporter …e nonostante che i capitolati lo vietassero, ancora ce ne sono!?). Un ultimo esempio: le condizioni della cucina centrale che dopo la chiusura di quella di ortopedia (l’università aveva immediata urgenza di fregarsi altri spazi!), si è ritrovata senza un organico, locali e strumenti adeguati a dover quasi raddoppiare il numero dei vitti dei pazienti e ad organizzarne la distribuzione, con risultati carenti sia sulla qualità che sulla consegna. Definizione e costante aggiornamento degli organici di medici e non medici delle UOC e dei DAI con la fine categorica di favoritismi e clientele “familiari” e garantendo i diritti di tutti con l’applicazione della delibera sulla mobilità, la pubblicazione delle assegnazioni degli OTA assunti con l’ultimo concorso e che devono essere tutti assegnati con priorità ai reparti, blocco dei cambi d’area se non motivati e certificati da problematiche di salute (legge 626). Immediata rimozione e declassamento dei responsabili sanitari ed amministrativi, compresi i consulenti che, oltre a percepire le posizioni organizzative ed altri cospicui incentivi per il raggiungimento di obiettivi non concretizzati, continuano a fare danni eclatanti con la loro ignoranza ed i loro intrallazzi, dando mezzi e strumenti, coinvolgendo e rendendo partecipi i tantissimi operatori che lavorano professionalmente ed umanamente per combattere e trasformare questo schifo. - POTREBBE ESSERE UN BUON INIZIO PER UN 2007 SENZA FALSE IPOCRISIE, PER TRASFORMARE TUTTO QUELLO CHE CI CIRCONDA, PER FARE PIAZZA PULITA DEI RESPONSABILI E… NON ESSERE COMPLICI DELL’ANNIENTAMENTO DEL POLICLINICO E DI TUTTA LA SANITA’ PUBBLICA. - COBAS Sanità Università e Ricerca del Policlinico Umberto I° Roma -
Contemporaneamente abbiamo appreso che le RdB-CUB dell'Ospedale civile di Venezia contestano la privatizzazione di vari servizi interni, che andranno in appalti e subappalti e comporteranno ulteriore peggioramento sia dei servizi che delle condizioni di vita dei lavoratori. La tendenza rivoluzionaria della società non è nella linea politica delle avanguardie, ma nella stessa volontà famelica di profitto del capitale e dei calpestatori dei diritti conquistati in decenni di lotte, lacrime e sangue.
07-01-2007
è in corso una verifica da parte di alcuni compagni ed operai, sull' "incidente" occorso alla Montefibre il 25 dicembre alle ore 6,50 al reparto AT8, allorquando, su una macchina trascinatrice di fibre, laddove erano già avvenuti problemi in passato, è stata fatta accorrere una squadra di quattro lavoratori con un capo-reparto. Un lavoratore, Alessandro Basso, 30 anni, è stato trascinato per diversi metri prima di finire in una vasca di acqua bollente, dove ha riportato il 70% di ustioni ed ha salvato il viso perché miracolosamente è caduto in piedi. Non è stato indetto alcuno sciopero, la notizia, per non guastare il periodo festivo, è stata fatta passare per incidente. Ma incidente non è. Questo non è il modo di gestire le informazioni inerenti il rischio di sicurezza dei lavoratori nelle fabbriche. Se negli stabilimenti più importanti accade questo e non se ne parla neppure, cosa significa se non che la enorme gravità delle cose è oramai ingestibile dal potere e da chi si preoccupa più della stabilità del quieto vivere quotidiano che non degli interessi e della vita dei lavoratori stessi ?
06-01-2007
In pochi giorni di periodo festivo abbiamo nel veneziano diversi casi di notizie che risaltano nemmeno poi tanto nei media, e che ripropongono la questione sociale, non quella fiscale, non quella "morale", non quella "della personalità dello Stato", quale la questione preminente e fondamentale dopo la quale le altre possono trovare soluzione. Senza giustizia sociale, equità e rispetto dei lavoratori, non vi può essere alcuna soluzione agli altri problemi, ma in una "società"-giungla, dove i potentati economici mantengono il dominio di ogni cosa, è proprio la questione sociale a venire impedita, specie perché non ne sono partecipi le masse di lavoratori impedite da condizioni materiali e di sopravvivenza, da limiti economici e familiari, da ragioni oggettive, alla partecipazione, ma ne sono invece partecipi i ceti di potere (militare, economico, universitario-baronale, istituzionale, medico-sanitario-psichico, ecc.) e quello politico.
Giustamente il '77 e quegli anni e movimenti sono stati odiati da queste genie di mostri al potere, perché metteva in discussione il ceto politico, il cielo della politica. Qualcuno piegò pure le BR alla logica del cielo della politica. I risultati si sono visti.
Adesso vediamo una breve carrellata.
Si sta tornando, al lavoro su chiamata, all'invito al "doppio turno", alla normalizzazione della flessibilità come regola e non come eccezione.
Si stanno commentando le notizie di disperazione sociale con dovizia di particolari, ma sempre nascondendo le cause ed i motivi asseriti dalle persone, giovani e non, uomini e donne, figli e genitori, parenti, estranei che siano, per ciò che li spinge ad atti di ribellione. Intanto i "trattamenti" psichiatrici che nulla risolvono e tutto aggravano, rimangono il "toccasana", la conclusione della "notizia". è il caso di un giovane che per contestare i propri familiari proprietari della abitazione in suo uso, ha cercato di bruciarla e poi è stato messo in TSO. Qualcuno ha provocato, voluto, questo suo comportamento ? Perché l'articolo qui ha nome e cognome ? Oramai è uscito dalla società ? I suoi comportamenti non preoccupano la sua comunità ? Il Veneto è ancora una chiesetta, gli emarginati non andavano aiutati ? Cristo è tra noi o di Cristo ce n'è milioni ? Si chiama Paolo Ferrari, di Cavarzere.
Si sta continuando a delegare ad un corpo militare (carabinieri) questioni civili che dovrebbero semmai essere delegate agli organi di polizia municipale o statale o guardia di finanza. Come se fosse la norma. La chiusura delle caserme dei carabinieri non a scopo militare di difesa dei confini e delle basi militari preesistenti, che poi un giorno dovremmo chiudere in ottemperanza all'articolo 11 della Costituzione, non avviene. Anzi ne costruiscono di nuove, e questo nonostante i carabinieri siano un corpo militare costituito dalla monarchia sabauda. Ciò che conta tuttavia è il rispetto dei diversi e delle minoranze. Se manca il diritto di essere altro, di comportarsi diversamente, si torna al clericalismo oscurantista e neo-razzista dei neo-arricchiti e del lumpenproletariato divenuto controllore sociale. Si torna ad un fascismo dai contorni incerti ma non per questo meno pericolosi.
Gli industriali locali plaudono all'arrivo di "capitali esteri" continuando a nascondere alle masse, con la loro demagogia e la pubblicità dei giornali da loro finanziati, che questi "arrivi" preludono a dismissioni, chiusure, assassinamento della nostra economia industriale nazionale. In nome del "libero mercato". Non per essere nazionalisti, tutt'altro, ma almeno non vendete una merce avariata per pesce fresco, perché sennò qualcuno pensa che ci state guadagnando sopra...
Un cliente, lavoratore di un ospedale, ha minacciato di bruciarsi di fronte ad un avvocato che non avrebbe difeso abbastanza bene la sua causa. I sindacati dove erano ? Era un lavoratore isolato dagli altri ? Subiva mobbing ? I giornalisti non ce lo dicono. La disperazione impera. Si chiama Giorgio Carraretto, di Mestre.
A Caltanissetta, una infermiera generica è stata condannata in Cassazione a 6 mesi e a 1 anno di interdizione (il che è iniquo, essendo che potevano benissimo darle la condizionale e la non menzione), per non aver assistito un paziente, ma la sua difesa diceva che in quel momento stava servendo il cibo ai pazienti. La mancanza di personale o la disorganizzazione sono colpa dei dipendenti di ultimo scalino professionale ? La notizia qui non riporta il nome della lavoratrice. Con questo non intendiamo spezzare una lancia a tutti i costi a suo favore o meno, solo stiamo assistendo ad una pronunciata tendenza alla barbarie a cui non si porta rimedio politicamente e socialmente, anzi se ne peggiorano le condizioni a tutto vantaggio dei grandi potentati. Vero Prodi, sai niente di un delitto chiamato legge finanziaria 2007 ?
05-01-2007
Un noto ex ministro della sanità sta cercando di ampliare la sfera di mercato della sua mega-clinica, e a farne le spese rischiano di essere altri pregevoli istituti di una importante città italiana. Ma perché questi politici "tecnici" non devono abbandonare del tutto la loro carriera privata nel momento in cui entrano ad assumere un compito, sia pure a termine (come tutto del resto), di così immane portata ? Perché mai in questo paese si deve ragionare in termini di malavita (di "squadra"), in termini di essere "vincenti", se non perché la questione socialismo versus capitalismo è essenzialmente la questione principale della popolazione cui viene data un'apparente libertà di scelta politica, e quindi occorre negarne la possibilità d'esistenza alla prima, e declamarne la potenza alla seconda, in nome di una "libertà" di mercato che è solo distruzione di risorse e di vite umane ? Perché, se non perché la democrazia "rappresentativa" italiana, per sconfiggere la mafia necessitava da parte dei capitalisti, prima, di distruggere il proporzionale "migliore del mondo" quale il sistema elettorale italiano abolito da un referendum stranamente plebiscitario di tutti i partiti (1992) che ha prodotto l'esatto opposto di quello che i suoi promotori agitavano a motivo della sua necessità (la riduzione del numero dei partiti a due grandi blocchi ?). La questione del "partito democratico" non esiste semplicemente, è la fine di un tradimento, il suo approdo ad un porto definitivo, quello della periferia del paese dominante nell'ambito imperialista (S.U.A.), un paese in cui la democrazia è un gioco del potere e non un'esercizio delle masse. Per questo un ex-democratico come il dirigente di "magistratura democratica", Palombarini, può affermare sullo stesso giornale locale veneto che censura le notizie gravissime del controllo mentale di massa, la pluritestata dell'espresso (dopo aver fatto grancassa alle montature emergenziali del '99 sui prigionieri politici), che è necessaria una modifica della Costituzione. NON SAREBBE UNA MODIFICA, MA UN COLPO DI STATO, signor Palombarini !!! "Facete il vostro mestiere", vi direbbero i bimbi del mondo, se potessero leggere le vostre sciorinate di democrazia alle "masse imbelli". Il doppio, triplo o quadruplo lavoro, questo è il problema dell'affermazione sociale in Italia ? E se è così, come mai, a che cosa si vuol sfuggire ? Al socialismo necessità storica, o alla tortura degli interessi economici dominanti che si diffonde nell'etere e di cui nessuno vuol parlare ? Domande che un giorno indubbiamente troveranno risposta, dottor Palombarini ! Ma magari quel giorno né lei né io saremmo al mondo. Con una differenza. Io so che queste risposte si avranno, lei no !
04-01-2007
La diffusione del mobbing nei confronti dei lavoratori dipendenti non carrieristi o semplicemente ligi a dei principi etici e non solo o principalmente alle necessità di carriera dei colleghi, è uno sport nazionale in Italia. In questo piccolo luogo del pianeta, che si vuole "grande" e "migliori del mondo" nel football, tutto diviene concorrenza e affermazione SUGLI altri, fino a cannibalizzare il prossimo, il vicino, il collega di lavoro, fino ad affermare la viltà collettiva come principio di sopravvivenza. Nel frattempo, sedicenti "comunisti", "rivoluzionari", "antagonisti" affermano punti di vista ed interessi "generali" che non si misurano con le necessità di quanti costituiscono la gran massa degli sfruttati, ma solo con gli interessi specifici di quanti ne sono vicini. In un modo o nell'altro la logica fascista pervade la società, e quei "comunisti", "rivoluzionari", "antagonisti", che non impattano il fascismo dominante se non con le parole retoriche, che non danno prospettiva immediatamente pratica alle esigenze delle masse, di fatto costituiscono l'ala progressista di un paese reazionario che per nascondere la sua essenza antidemocratica necessita di un'articolazione politica apparentemente pluripartitica. In realtà vi è un partito solo: lo "Stato", nel nome del quale vengono commessi latrocinii e nefandezze di ogni genere. Fuori dallo Stato, (e dalle sue organizzazioni dirette e collaterali nei vari settori e specificità), non vi sono margini concreti se non nel conflitto. Il quale non piace a tutti. E principalmente sembra non piacere a CGIL-CISL-UIL e sindacati reazionari vari (che però ne fanno uso sia i primi che i secondi, quando interessi specifici possono mettere a rischio il quieto andazzo, specie ora che ci sono gli schiavi e le schiave, immigrati o meno che siano). Altrimenti lo sciopero generale per l'abolizione della legge 30 e della 311/2004 e delle agenzie interinali, sarebbe già stato fatto una volta al mese da quando Prodi non ha dato questo elemento al "suo" governo.
03-01-2007
L'Enel è stata quantomeno parzialmente privatizzata, il risultato è sotto gli occhi di tutti. Decine e decine se non centinaia di punti di assistenza ai clienti sono stati chiusi, la riduzione del numero di operai della manutenzione con i prepensionamenti è stata superiore al 60% in certe sedi, palazzine e sedi chiuse e vendute, impossibilità di ottenere assistenza da un call-center di persone umane, essendo automatizzato tutto. Una persona che per loro errore subisce un taglio di corrente elettrica, non ha alcuna possibilità di avere certezze sino a quando il "grande fratello" non restituisce il "servizio", che in questo caso non è per lo Stato "essenziale" non richiedendo precettazione alcuna del Presidente dell'ENEL. Questo accade in Italia, 2007, d.C..
02-01-2007
Nell’ambito del lavoro che
svolgo per l’Associazione Vittime armi elettroniche-mentali, sono venuto
giocoforza a contatto con diverse persone, in genere di buon livello culturale e
di medio livello lavorativo, con notevole maggiore coraggio delle persone che
magari in carcere, a mezze parole, mi ammettevano qualcosa sull’argomento,
timorosi di spingersi nella soglia del “punibile”. Tra queste persone, una
Vittima certo notevolmente colpita psicologicamente e umanamente, con un
coraggio di partenza notevole per quanto non dato da esperienza molto rodata in
politica, tutt’altro, la quale, al di là della forzosità e durezza delle sue
posizioni di rottura, che essendo colpita da G.A.S. e priva di grandi mezzi di
appoggio, a parte noi, e soprattutto dove abitava, è stata coinvolta senza
rendersi conto, in paranoie molto sviluppate, pur non avendo mai subito forme di
coercizione o di violenza fisica. Paranoie che non sono state né erano L’INIZIO
delle sue denunce, ma lo sviluppo. Quindi anche contro persone di un certo
spessore, i torturatori riescono ad infierire ad un grado molto sviluppato. Ma
dopo un certo tempo, di mesi, o anni. Mentre contro persone semplici, o di
madrelingua diversa da quella del paese ove vivono, il tempo per portare una
persona alla dipendenza paranoide, è anche minore, e si risolve in genere con il
retrocedere individuale, benvoluto dalla famiglia, dalle denunce, nel giro di
pochi mesi.
QUESTE TECNICHE SONO USATE ANCHE
IN CAMPO LAVORATIVO, e me ne sto bene accorgendo di persona con l’impegno e le
verifiche quotidiane che facciamo, in Slai cobas, con i compagni e i “semplici”
lavoratori con cui veniamo in rapporto.
Questa cosa mi porta da alcuni
mesi a rivalutare però alcune delle “paranoie” di una delle Vittime, che citavo
sopra, LA QUALE PRETENDEVA da noi e da me in particolare una TOTALE COMPRENSIONE
delle cose che lei denunciava e ci riportava, ossia che a livello cittadino ed
addirittura di provincia, fosse possibile attraverso una complessa trama di
tecniche e mezzi, “tenere” la società in scacco a livello socio-politico
attraverso una sorta di permanente terrorismo psicologico abbinato però a queste
tecniche A LIVELLO DI MASSA. Che questa nostra amica avesse fatto breccia in
alcune delle sue accuse, in noi, è sicuro, il fatto è che sfuggiva la
possibilità che queste cose fossero veramente A QUESTO
LIVELLO.
In pratica con i satelliti ed i
telefonini si sta affermando un potere invisibile tutt’altro che alieno alla
razza umana, ma certo alieno al diritto ed al rispetto delle forme del
conflitto: infatti godono di una particolare immunità: quella della incredulità
non a caso di chi sta ai vertici della cultura e del
giornalismo.
È un tema da sviluppare. A
questa nostra amica, se leggesse, come crediamo possa grazie al “villaggio
globale” dell’infamia e della violenza quotidiana del “moderno fascismo”, queste
note, un invito a scriverci nelle forme che conosce delle cose che bilancino il
silenzio di questi mesi suo, in termini di contributi, diverso da presenze e
comportamenti che non sempre abbiamo capito.
NON LASCIAMO CHE I POTENTI
POSSANO STRAPPARCI QUALCHE UOMO O DONNA OLTRE A QUELLI, GIUDA, che oramai hanno
catturato.
01-01-2007
Emilio Servadio ha scritto libri di parapsicologia e spiegato i concetti della telepatia. Ciononostante le sue opere sono rare come i finferli a primavera, nessuno le stampa e ristampa. Tuttavia qualcuno ne ha conosciute le teorie scientifiche, e qualcuno le ha usate, altri non le conoscono. La CIA-NSA le conosce. E le conoscono anche molti settari. Così una cosa diviene il suo opposto: agisce in campo libero, senza ostacoli, e il cerchio fa collidere gli estremi opposti.
Negli SU, esiste un’università di parapsicologia, a Duke. E singolarmente, la casa editrice che pubblica il software e la cultura softwaristica dell’IBM si chiama Duke. Questa università è sorta alla fine del secolo XIX, quando in Francia la telepatia “passò di moda” causa forza maggiore. Gli esperimenti in Francia riguardavano stanze elettrificate dove dietro una tenda ci stava una grande macchina che produceva una certa quanità di radiazioni. Queste ponevano le persone presenti nella stanza in una condizione di limbo collettivo, che dei medium o sensitivi erano in grado di cogliere. Nelle TV degli anni ’60-70, dove l’elettrificazione era già presente, si ripetevano questo genere di esperimenti con maghi Silvan e cose simili. Non è detto in assoluto che Silvan e chi come lui sapesse di queste cose, ma lo ritengo probabile.
La teoria controrivoluzionaria si avvale di moltissimi strumenti e campi di applicazione, il controllo della mente viene considerato da sempre il più affascinante. Così i lama del tibet sono delle figure magiche nella “cultura occidentale”. E le loro culture sono state usate in occidente, sin dalle comuni americane dei ’60, e dai centri sociali del ’77 in certe città italiane, per estendere i tentacoli dell’eroina ed LSD, ossia per distruggere la mente dei giovani sensibili alla rivoluzione, ma magari non militanti, che cioè erano attirati dalle idee rivoluzionarie. Una certa moda ha fatto sì che si sia continuata a riprodurre una forma di politica fatta di concerti e feste, anziché di assunzione di idee e strumenti da parte delle masse, e questo perché si vuole nella concezione piccolo-borghese, riempire di anticipazioni del nuovo, il vuoto di progetto politico. Non è che ad ogni concerto sia corrisposta questa volontà, ma per chi vive di soli concerti (da certi centri noglobal a certi circolini) la cosa è dubbiamente avanzabile in termini critici ancor oggi.
Il problema del controllo sociale non è solo di “territorio” e di spioni.
È insomma anche di “zone”. Di qui le zone “liberate”. Una utopia borghese, se le zone liberate non sono zone materialmente fondate dove si crea un benessere collettivo diverso dato da autorganizzazione, cultura, autodifesa, produzione, attacco. Non a caso, la teoria delle TAZ, iniziata a diffondersi all’inizio degli anni ’90 – fine anni ’80, ha una matrice piccolo-borghese ed antiproletaria di fondo. Sostiene proponibile un campo rivoluzionario minoritario millenario ed anacronistico ove una forma di economia di sottobosco può sopravvivere alla repressione borghese, di cui è invece figlia e condizione stessa rispetto a moltissime realtà di proletari soprattutto ma non solo giovani che non hanno più una propria identità.
La questione diventa tragica quando qualche compagno pensa di superare la disparità dal nemico con piccole zone proprie.
È il caso dei calendari con spiegazioni datate. Una data, una o più notizie scelte. Dovrebbe servire alla memoria storica, ma non è così: ne emula e ridicolizza senso e metodo. Ma è solo un calendario, si dirà. No, è un “aggancio telepatico” che emula le tecniche delle grandi multinazionali imperialiste (il “logo”, le insegne luminose, cose che ti entrano nella testa e non le dimentichi per tutta la vita, a meno che “non cambi mondo”).
L’aggancio telepatico esiste, e non riguarda solo il potere capitalista e le sue istituzioni (tra le quali, polizia e carabinieri non a caso, volendo imporsi sempre più, non cambiano scritte e colori delle auto e delle divise, sostanzialmente, da decenni, se non le divise, con piccoli aggiustamenti: ma quando vedi i pulotti non vedi le divise, ma le auto e le armi, fossero anche robottini sarebbe uguale). L’aggancio telepatico esiste e si mantiene quando si vuole AFFERMARE come potere SUGLI altri. Non è la falce e martello di un Partito comunista maoista, che ha una forma classica e poco aggressiva, tondeggiante, che fa risaltare un’idea. È la falce e martello inusuale, magari ove i manici si confondono, che fa risaltare una differenza. Non è la falce e martello e mitra di un’autonomia dei ’70-’80, ove l’importante è il terzetto, l’idea che la lotta ha bisogno di appropriarsi della violenza, ma è essa stessa un’idea. È piuttosto il logo di “LC” (metto tra virgolette perché la gran parte di quei militanti invece si fermò nell’ottobre 1976) quel pugno scritto, oppure il quadrato con la stella di PL o il cerchio con la stella delle BR, che peraltro è un segno usato anche dai satanisti, come rilevava uno che di queste cose se ne intende (ed inizia ad usarle nei suoi recenti libri, Umberto Eco), nel “pendolo di Focault”. In questi casi il simbolo agisce autoritariamente sui compagni, si fissa nella mente come il marchio dell’IBM.
Il calendario, dicevamo. Una cosa è una pubblicazione per date, tipo l’enciclopedia per date della resistenza (Teti) o il contributo per una storia documentale delle Br (Dorigo). Un’altra è “scegliere” le note alle date. Negli anni ’70, ci provarono solo quelli di “LC” (o meglio i loro redattori guida o dirigenti “carismtici”), con l’ “Agenda rossa” di Savelli. Che comunque non era molto invasiva. E aveva una buona struttura documentativa. La cosa ritorna negli anni ’90 con le agende del Leonca, di San Vittore, o una delle due, e poi di Papillon credo. Adesso questo calendario, che si ripete ogni anno, in cui dei compagni credo in buona fede, scelgono delle date a scopo di memoria storica. Solo che io la mattina, quando mi sveglio, non vivo (come chi mi tortura, che invece fa spesso questo genere di giochini a mo’ di interrogatorio subliminale che per quanto infierito, grazie a strumenti tecnologici che “raccolgono” l’elemento mentale –telepatia scientifica che Kewin Warwick finge sarà nel mercato nel 2012 quando invece già nel 2002 quando la anticipa pubblicamente, era una realtà da 11 anni-) per conoscere o ricordare ciò che in quel giorno dell’anno è accaduto chissà quanto tempo prima, ma per fare le cose che debbo fare.
In fin dei conti però la chiesa con i calendari dei Santi e i calendari per date con nomenclatura di oggi, hanno un punto in comune: rimandano all’anno prossimo l’ora della Rivoluzione. Perché questa, è fatta di spazi da riempire, non di caselle già scritte. Per le quali sono opportune specifiche pubblicazioni e ricerche, alla portata dei compagni come costi, e pregne di conoscenza proletaria ben più di una arbitraria scelta di spazi e di tempi.
Anche perché il Comunismo o è di tutti i proletari e gli sfruttati, o non è.
Ed è del Comunismo delle masse, non di quello delle élites, che abbiamo bisogno.
Ma la situazione è ancora più grave quando si pensi che anonimamente dei controrivoluzionari riempiono di “baffonetti” le strade d’Italia. Non contrastano ma bensì emulano nel metodo, la presenza oscena di mega-scritte telepaticamente invasive del potere economico capitalista multinazionale imperialista, le infami scritte dei carri armati NU o NATO o dei carabinieri in Iraq, Afghanistan ed altrove nel mondo. Con la differenza che sono rimandi ad “autorità” territoriali (come i cani che pisciano l’angolo della strada) o a forze, che sono occulte alle masse, o che sopravvivono segretamente tra le masse emarginate, non costituendo alcun pericolo per il potere, prive come sono di progetto rivoluzionario e di ragioni di partecipazione organizzata delle masse stesse alla lotta per la Rivoluzione (che è parola Femminile e quindi di un carattere autoritario certo molto minore e di diverso segno di quanto non sia per esempio lo Stato –sul quale termine si potrebbe discettare: ma una cosa è certa: hanno inventato la “personalità dello Stato” in campo giuridico allorquando lo Stato non ha più avuto per contro la sola ingenuità dei suoi sudditi che se ne ritenevano proprietari). Infatti, questi “baffonetti” rappresentano in realtà dei giochini per “far punti” all’interno del “grande gioco” virtuale globale che sta invadendo la libertà dei cittadini riducendola a brandelli. Ne sono solo una delle ultime manifestazioni.
Ma il peggio dei peggi sono i simboli elettorali dei partiti, ed i marchi delle società commerciali, industriali e finanziarie, amministrative e dei servizi: cambiano, come ne cambiano i nomi, non bastando più l’anonimato ufficiale delle SPA e dei Fondi finanziari. Cambiano perché temono la memoria. Per cui ben vengano i datari come quelli di certi calendari, ma in forma di libro, non nei calendari. Esprimeranno apertamente punti di vista ed interpretazioni, ma non una imposizione a chi si sveglia la mattina. Invece si dovrebbero vietare alle società capitaliste quelle cose che sarebbero invece auspicabili sulle forze dell’ordine: le prime, ed i partiti pure, non dovrebbero se non per motivi seri, cambiar nomi e simboli, mentre le seconde dovrebbero sciogliersi: servono alle prime, non al popolo ! I partiti elettorali, detto per inciso, si presentano spesso con nomi nuovi o simboli nuovi (Polo, Casa – Ulivo, Unione) non per motivi seri, ma per far dimenticare il passato prossimo alle masse.
È quello che cercano di fare anche con me. Cercano di farmi dimenticare domani ciò che ho fatto o saputo oggi.
Accade di notte. Colpa dei telefonini ? O dei satelliti ? O di entrambi ??
Una società in cui gli studenti non si ribellano è una società finita. Ditelo ai maestri di scuola ai professori ai presidi ed ai direttori: i poliziotti li abbiamo già. Da voi ci aspettiamo solo strumenti e mezzi per il NOSTRO punto di vista, non infarinatura teologica per far parte del formicaio all’indomani. O già oggi !
Infine, ma non da ultimo, questo sito negli ultimi 18 mesi, è stato manutenuto da una persona che per quanto non priva di indipendenza culturale e mezzi interpretativi, è sottoposta a uno sperimentalissimo quanto infame e insinuante esperimento di manipolazione mentale tecnologica. Per cui sono ben accette critiche ed indicazioni su pagine che eventualmente utilizzino tecniche metodologicamente scorrette a livello telepatico, di cui opererò una volta verificate, le necessarie correzioni. Senza permettere a nessuno però, censure e cacce alle streghe.
31-12-2006
Bush crede di essere intelligence, e ascolta gli ordini dei suoi manovratori e delle sue puttane. Così fa impiccare, con modalità inedite utili a che non si veda sangue in tv, l’ex dittatore da lui pilotato nella guerra all’Iran (1980), l’ex difensore dell’indipendenza dell’Iraq davanti a 70 anni di usurpazione (Kuwait), l’ex presidente che resiste all’invasione ed ai bombardamenti peggiori della storia (1991), l’ex presidente che si fa resistente e fuggiasco (dal 2003), Saddam Hussein. Un uomo che certamente non apparteneva alla classe operaia, ma che certamente aveva saputo ribellarsi agli ordini dei suoi punti di riferimento occidentali, dopo che aveva compreso che il massacro tra sunniti iraqi e sciiti iraniani, era stato deciso e voluto solo e solamente dall’imperialismo occidentale per potersi riconquistare il Medio Oriente e le sue risorse naturali. L’Arabia saudita, gli emirati arabi, luoghi di depravazione occidentale e di schiavismo, di sfruttamento allucinante (oramai non molto diverso da quello delle “ns.” agenzie interinali), e di basi militari SU nel deserto (come del resto nelle spianate italiane), tacciono o plaudono, oramai il petrolio è il “sangue” che scorre nelle loro vene, assieme ai fiumi di birra che precedono gli stupri e la pedofilia di cui spesso e volentieri i graduati americani inglesi ed occidentali si rendono colpevoli nella quotidiana invasione.
Tutte cose che i nostri “cronisti” non ci scriveranno, del resto me lo ha spiegato mio padre, giusto 6 mesi fa prima di morire. Non esiste più l’informazione, esiste solo la pubblicità. Questo era più o meno il senso del suo disagio e dello schifo che lo ha accompagnato alla morte, e che spegne la fantasia e la speranza di tanti anziani coscienti lavoratori nel nostro paese ancor più che nel resto d’occidente. Chissà cosa impareranno le maestrine ai bimbini al ritorno a scuola, dopo la befana. Cosa ti ha portato la befana, diranno, e i bimbi taceranno, faranno lo sciopero del silenzio, almeno laddove il filo della coscienza non sarà soprattaffatto dagli squilli dei telefonini …
26-12-2006 /
30-12-2006
I lettori comprendono perché sono sensibili non alle foglie, ma alla coscienza degli uomini e delle donne. Così se non appare nulla, ricevendo notizie comunque, capiscono che la pratica viene prima di internet, e che il tempo delle spiegazioni sta per finire, che poi inizierà di nuovo quello delle arance e dei gelsomini, del fuoco e della passione, unici motori popolari che possono ancora risvegliare la carne e il cervello dall’asfalto e dalle camionette, dalla pendolarità e dalla dipendenza soggettiva dei tempi e delle modalità piccolo borghesi del revisionismo fattuale dei gruppuscoli dogmatici e di quelli falsamente rivoluzionari, spiagge ed orpelli per compagni che si accontentano.
25-12-2006
Nel 2000, un magistrato veronese era assai odiato da Maroni e Bossi; all’epoca il dr.Papalia di Verona si scagliava sulle pagine del quotidiano di Paolo Berlusconi, contro il sottoscritto “capo ideologico” dei NTA-PCC: ma come: un gruppo che non menziona neppure il maoismo nei suoi volantini, che non difende il Presidente Gonzalo e la Guerra Popolare in Perù, sarebbe stata una mia creatura (? Vedere per credere in http://www.paolodorigo.it/rassegna-stampa.html#montature ), era passato solo un anno dalla provocatoria uscita analoga di “Repubblica” che associava due punti di vista non proprio identici, quello mio e quello del militante br-pcc Di Lenardo, su ispirazione della Digos si pensa, in un articolo “una coppia di br irriducibili alla guida degli NTA” o qualcosa del genere (? Vedere per credere in http://www.paolodorigo.it/rassegna/rep31-5-99.html ). Oggi, questo odio, manifestatosi anche in manifestazioni con sepoltura simbolica in quel di Verona, pare sopito. Il motivo ? Papalia pare essersi piegato alle pressioni del razzismo.
I risultati sono ben presto alla mercé di tutti, ahimé.
Sindaci che impugnano il bastione delle ronde anti-immigrati… aumento delle azioni razziste od anti-prostitute, anche omicidarie, a Roma ed in tutta Italia, ripresa dei delitti passionali di improvvisati fucilieri incapaci poi di suicidarsi, per giungere al gesto ignobile ed infame di Opera, dove 70 immigrati hanno perduto le loro tende per un attentato incendiario razzista.
Non speriamo nella magistratura, cui la “politica” borghese ha delegato oramai troppo.
Speriamo nelle masse, nella classe operaia e lavoratrice, nella unità nella lotta tra lavoratori di diversa provenienza, ma dalla comune sorte di venditori a forza della propria capacità e tempo di lavoro.
Anche in Italia, non solo in Germania, i fascisti non muoiono mai, proprio come l’erba cattiva. Si potrebbe almeno ridurli all’impotenza.
24-12-2006
Ho appreso che nel corso di una recente riunione, una persona che un tempo mi appariva saggia, ha “consigliato” di non rivolgere appelli a Francesco Caruso nella questione della lotta al 41 bis. A parte che la lotta contro il 41 bis in Italia la ha iniziata l’avvocato Trupiano nel 1998 e non qualche lanzichenecco nel 2002, ma il 41 bis non riguarda solo 6 o 7 compagni-e delle BR, né quelli di cui taluni dicono ci sia il rischio che ci finiscano. Secondo me una analisi fasulla mossa allo scopo di dare prestigio a certuni. Comunque il punto non è questo, l’EIV (Elevato indice di vigilanza precauzionale, dal 1998, in precedenza “Massima sicurezza”) è anch’esso un “circuito” penitenziario pesante da sopportare, soprattutto perché vi si trovano molte “prime donne” della mala che se la cantano con le guardie dei cazzi degli altri, e nel frattempo godono di appoggi e protezioni che gli permettono pure di fare le prepotenze a chi non gli pianta un machete nelle budella.
Il punto è che sin dagli anni ’70, il Soccorso Rosso ed il movimento in generale, chiedeva firme di solidarietà, soldi, disponibilità di concerti, iniziative ecc., a uomini e donne, artisti di teatro, musica, personalità, che tanto più erano importanti tanto più si ostacolava la deriva repressiva.
Chi e perché “oggi” come in altri tempi qualcun altro, si prova a “differenziare” verso il garantismo ?
A parte che sappiamo che il garantismo non esiste di per sé, è poca cosa, che siamo in guerra imperialista da 16 anni, ecc.
Ma rimane che determinate firme, se la cosa non è catalizzata su questo, se si dispongono accanto ad autentiche iniziative di lotta ben chiarite da organismi proletari (come è stato nello sciopero della fame del 2006, mentre nel 2004 la confusione non fu certo da me creata), sono più che utili, direi necessarie.
Tanto più che l’on.Caruso non è Casarini, il quale infatti non ha quel livello di adesione al metodo Politico come principale, come ben sanno i molti-e compagni-e che hanno assaggiato il suo “metodo” principale in campo politico. E del resto neppure è colpa di Casarini, gli hanno insegnato così i mazzieri del P”c”i ai compagni dell’autonomia nei ’70, e loro, o meglio ciò che rimase di loro, lo hanno insegnato a lui. Chè poi la demonizzazione di Casarini non è neppure il problema. Siamo a natale.
Il problema è perché certi ex prigionieri tacciono le lotte e le nostre iniziative (AVae-m, ed in passato anche iniziative del SRP quando ero in carcere) e i nostri comunicati (AVae-m, SRP, Coordinamento autonomia di classe Roma e Lazio, vari organismi proletari di tutta Italia, ecc.) dirette a ricercare solidarietà (medici radiologi e neurochirurghi) nella lotta contro la tortura del controllo mentale ?
Il controllo mentale è una cosa bella ?
Inoltre: tutta la mia e nostra solidarietà ai compagni-e turchi Maoisti e M-L, ma come mai adesso alcuni che fanno scioperi della fame di solidarietà non lo fecero nel 2000 pur appartenendo anch’essi anche allora alla Piattaforma 19 giugno (plurale di forma poetica) ?
Non è che qualcuno pensa che Paolo Dorigo prima o poi si arrenda ?
Perché si sbagliano, diteglielo, diteglielo …
23-12-2006
Ineos a Marghera licenzia altri 25 lavoratori, e la cosa appare normale, non vedo manifesti CGIL-CISL-UIL a centinaia per le strade, come non ne ho visti per il TDI, 500 posti di lavoro appalti inclusi. La chimica dà fastidio a chi di Fatua e della II a zona industriale vorrebbe fare un utilizzo “cinescopico” per stravolgere Hollywood e porsi in concorrenza ma pacificamente con l’imperialismo americano del quale aspirerebbe a diventare la musa. Non c’è molto altro da spiegarsi dei processi di liquidazione di un patrimonio industriale che adesso cavalieri d’assalto ex controrivoluzionari di professione, per questo colpiti un tempo pur non personalmente, dalle prime BR, definiscono “un delitto contro l’umanità”. Dunque il polo petrolchimico maggiore d’Europa era un delitto contro l’umanità. Brecht direbbe che nei tempi del nazismo i folli pretendono pure di utilizzare i termini e concetti nostri, allo scopo di sclerare le coscienze e piegarle alla “legge del più forte”. Perché siete nazisti, non ecologisti !
22-12-2006
Qualche illuminato borghese post-moderno non ne può più di avere alle porte di Fatua, la Venice di gelatina confezionata per il “Mondo moderno”, le fabbriche della petrolchimica di Marghera, e manda un ladrone conclamato che ne fece mercanzia e mercato, in tivvù, dopo anni di maldicenze, poverello, a declamarne il superamento. Probabilmente vogliono esportare la petrolchimica italiana nel terzo mondo. Di sicuro in Europa è un settore in crescita. Di sicuro produce da solo l’1% del PIL italiano. Ma non basta: la polizia di stato, che spesso manda avanti i “comitati cittadini” contro le ragazze che sfilano tra gli alberi di via Fratelli Bandiera, stradone a quattro corsie permanentemente colmo di auto e camion, semafori e platani, a tutte le ore, che congiunge la prima zona industriale di Marghera (raffinerie e cantieri navali) alla seconda (porto container, petrolchimica ed affini), sta singolarmente preoccupandosi di “abbellire” alcuni edifici di portoni in mattoni ben cotti, che crescono giorno per giorno attorno a Ca’Emiliani, significativamente a svuotare di vita i quartieri proletari e sottoproletari di ca’Emiliani (quelli dove crebbe il pro-sindaco anti-foibe ed anti-petrolchimica, bettin, ex militante democristiano, ex lotta continua, verde, ed ex amico di gioventù del sottoscritto), della plebaglia immigrata che occupa spontaneamente e senza ordini di partito, gli appartamenti sfitti.
Pare al sottoscritto che la polizia di stato potrebbe preoccuparsi di ben altro, dello sfruttamento selvaggio, del lavoro nero, e non nell’ottica delle infinite code cui sono sottoposti nella vicina neo-nata sezione questurina per immigrati di Marghera, sia gli immigrati che loro stessi, bensì nell’ottica di questa gentaglia che fa mercato dei palazzi pubblici, che così giustifica e legittima la centralizzazione fiscale a roma ladrona, che cerca sistematicamente, da destra e da sinistra, dal centro e dai vertici di università e centri studi, di continuare a profumarsi del lezzo dello sfruttamento con le proprie propostine e piani regolatori, assoldando un esercito di piccolo-borghesi al precariato pubblico, di modo da tenerli distanti dagli sporchi ed inquinanti operaiacci, e vendendo la merce avariata e pluridecennale del “risanamento” e dei “piani programmatici” ed accordi … nel mentre continuano uno dopo l’altro, lentamente ma certosini, a chiudere reparti e stabilimenti.
Alzati uomo, la mattina, e rovescia l’esistente, che ‘l tempo stringe !
E voi, paparazzi della scopata gratis con la prostituta di turno, smettetela.
Guardatevi in faccia la mattina.
Siete uomini lavoratori che pretendono il rispetto, o caporali d’una ciurma che merita solo la decapitazione popolare ?
21-12-2006
C’è qualcosa di confortante nella storia dell’Umanità. Quando ogni giorno le cose vanno sempre peggio, qualcuno dai luoghi più oscuri ci dice che le cose possono cambiare. Un giorno era dal profondo delle fabbriche di Marghera, dalle stradine bianche intrise di sangue di Avola e Battipaglia, poi dai sampietrini di Milano, dai ghetti sociali dell’hinterland romano, e poi ancora da mille e mille altri luoghi, una rivoluzione di classe dai contorni non sempre omogenei e raramente diretti dalle stesse forze, ma sostanzialmente affini nel lungo cammino dell’emancipazione. Per avere voce, i senza voce hanno dovuto spesso prendere le armi, sequestrare persone importanti, dall’Argentina all’Uruguay, e mettere sotto processo i dirigenti corrotti, nell’intera Cina, per un intero decennio, e organizzare studi e preparazioni, e corpi armati indipendenti, come i Black Panther Party, e insegnare al mondo intero che la guerra può essere vinta anche imparando a sottrarsi alle attenzioni dei bombardieri, come nella giungla Viet. Adesso, che i cantori del potere più infame della storia, l’imperialismo a direzione uni-polare statunitense, l’imperialismo della NATO, l’imperialismo dell’ONU ostaggio della NATO, l’imperialismo che dopo aver usato i Banzer e Pinochet, utilizza i Fujimori e Montesinos, Alan Garcìa (dittatori peruviani) e Marcos ed Aquino (dittatori filippini), adesso che in Nepal la democrazia la costruiscono quegli stessi Maoisti che alla bisogna vengono criticati di non essere “polpottiani” (che idiozia, bambinelli, siete allo stadio o nell’interpretazione della storia, andate in laguna gli odori delle alghe aiutano a ragionare !) saputelli ignoranti piccolo-borghesi qui da noi attaccano in patria per glorificare ad ogni virata della storia, adesso, in Nigeria, fanno notizia azioni guerrigliere di natura popolare a direzione intellettuale e combattente, dirette a colpire interessi neo-coloniali di una delle maggiori strutture economiche italiane del dopoguerra, l’AGIP-ENI. E tutto questo mentre qualcuno sostiene che la petrolchimica è superata, e intanto mangia seduto su poltroncine chimiche, viaggia guidando con volanti chimici, impugna oggetti chimici ad ogni movimento del corpo.
L’occidente è in crisi e i borghesi “illuminati” della selva nera vogliono imprimere attraverso i loro canali ed interessi (intrecciati a quelli americani ma non coincidenti ad essi), una nuova svolta nella svolta imperialista post-caduta del muro di Berlino.
Una nuova svolta nella svolta presuppone oltre ad un asse franco-tedesco un asse italo-tedesco ed italo-russo. E ci risiamo.
Solo che il campo di battaglia s’è spostato. Ma se ne accorgono solo quando qualche tecnico viene sequestrato.
E allora che ben vengano i sequestri di lotta, se servono a risvegliare le menti !
Ma che nessuno pensi in Italia di poter fare la rivoluzione attraverso lontani negretti senza scarpe armati di super-radio e mitra pesanti.
Lo scontro è ovunque, e nessuno può ballare la samba, presentandosi soggettivamente come rivoluzionario, se non fa la propria parte in patria.
Contro la tortura, l’isolamento, le tecniche di annientamento dette in gergo, ma perché non chiamarle col loro nome, vecchio compagno ?
Tortura si chiama. E non è un mezzo di lotta. È un mezzo di sola oppressione. Nel mondo dell’oppressione imperialista multinazionale, è il proletariato mondiale che deve trovare espressione. Come ai tempi dell’AIT. Ma per farlo, può evitare il marxismo-leninismo-maoismo principalmente maoismo e correttamente la sua applicazione nella classe nel proprio paese ? No, non può.
20-12-2006
Mi dichiaro nemico non solo dell’imperialismo, non solo del capitalismo, non solo dei mafiosi di ogni genere e grado che dissanguano uccidono e sfruttano i proletari italiani, immigrati e di tutto il mondo. Non solo, mi dichiaro nemico di tutti i falsi comunisti che rifiutano di portare avanti la lotta contro la tortura in assoluto, contro la tortura come metodo coercitivo, contro la tortura come metodo curativo, contro la tortura fisica, psichica e tecnologica di qualunque genere, anche di mobbing computeristico. Mi dichiaro loro nemico e non ho mai vissuto di sole parole.
19-12-2006
Nel 1990, leggendo dei documenti su di una discussione tra rivoluzionari prigionieri e non dell’Europa centrale (gli esperimenti di controllo mentale con mezzi miniaturizzati iniziarono in Svezia nel 1985, lo studio dei cervelli dei prigionieri della Frazione armata rossa iniziò in Germania federale poco dopo la morte di alcuni di loro), restai impressionato dalla secondo me all’epoca esagerata attenzione critica ai fenomeni di “sessismo” in atto in quei paesi. Anche in Italia, all’epoca, c’erano dei fenomeni di aumento delle vendite della pornografia, ma si era agli albori, rispetto alla diffusione attuale di VHS e DVD porno e alla stessa disponibilità e vanitosità di molte leggiadre fanciulle e signore magari pure arroganti, a fare loro stesse da saltuarie od episodiche attrici porno con tanto di piogge varie ecc. ecc.. Il pissing, per esempio, non esisteva, né sapevo di manualetti anarchici che consigliavano di bere la pipì per pulire le vie biliari e l’intestino. Ma rimasi colpito appunto. In Italia il fenomeno di massa del sessismo prese ad avere un ruolo maggiormente importante verso i primi anni ’90, metà anni 90, fine anni ’90. L’arrivo di molti-e extracomunitari-e, la discussione sulla libertà sessuale in carcere, le coppie di fatto ed il problema dei matrimoni gay, sono problemi che in Italia si sono risolti o che sono stati comunque posti, diversamente da quello dell’eutanasia e della totale libertà che deve essere tutelata della mente di ogni persona e della coercibilità del solo corpo, che solo oggi, la legge sulla tortura, in attesa ora al Senato dopo 3 anni e mezzo di attesa alla Camera, con la precisazione della tortura “psichica”, inizia ad essere un problema riconosciuto.
Secondo me, ed è un argomento ben affrontato da alcune mie denunce, dalla Controinchiesta e da alcuni “pezzi” di Marco Sacchi, nel TOTALE SILENZIO anche della “sinistra”. Le cose (sesso e cultura retrograda che mescolandosi producono una sorta di Sodoma e Gomorra totale, e tortura psichica), sono connesse. Per esempio, chi mi tortura continua a propormi di spingermi in rapporti sessuali con minorenni, cosa che aborro, e che personalmente punirei con la decapitazione in piazza del maggiorenne colpevole, a meno che la differenza di anni non sia minima (esempio fui fidanzato a 19 anni e mezzo con una ragazza di 17 e 9 mesi, non credo fosse un grande delitto). Il fatto che chi mi tortura mi proponga queste cose oscene e che le stesse cose succedano ad altri-e torturati-e con il controllo mentale, sensazioni passive comprese indotte mentalmente tramite stimolazione radio cerebrale accompagnata da trasmissioni uditive contemporanee, mi fa pensare che la sezione EIV di Biella ove queste cose iniziarono per me nel 2002, costituita nel 2000, ma posta il piano sotto di una sezione per pedofili orgogliosamente chiamata “sezione Wolf” dal nazista del SISES camuffato da democratico, da me pluridenunciato e plurisilente, Alberto Fragomeni, direttore con doppia tessera (DAP e servizi), non fosse casuale. Ma se ne saprà di più tra 60-70 anni quando la CIA aprirà i suoi archivi nel merito (se lo farà, se non saremo già in occidente dentro un sistema nazista). A tutti consiglio la lettura del fumetto di Alan Moore e David Lloyd, V for vendetta, le cui edizioni INGLESI furono pubblicate per la prima volta nel 1982 e in Italia solo negli anni ’90 se non successivamente al 11 settembre. C’è una mentalità, di accettazione del sesso di un-una minore che lo cerca, con una personalità matura fuori dal normale, tra adulti, che è una cosa, ed un’altra cosa, che è il fomentare questo aspetto (tipo romanzo Lolita, o dare spazio e pubblicità al romanzo della ragazzina plurisessuata che si pettina i lunghi capelli in copertina). Su questa differenza si può collocare anche in questo campo la soglia tra umanità e disumanità, tantopiù quando settori di élite della società, in primis monarchici, settori carcerari, settori di ufficiali militari, settori di scuole private, settori di malavita, settori di spettacolo e musica, settori di televisione e pubblicità, settori insomma più vicini al Cavaliere che non a Pietro Secchia insurrezionalista sincero (non becero e non disonesto per quanto marcato comunque dal revisionismo togliattiano) degli anni ’40-’50, … hanno molto ma molto a che fare con i-le ragazzini-e. Siamo nella libertà di vendersi l’anima ed abbruttirsi già a 14-15 anni se non prima, ma non nella società che dia spazio a valori che possono spingere alla rivoluzione. I signori borghesi sono certi che sia più costosa la seconda che non la prima ?
18-12-2006
Ci sono due componenti nel movimento comunista, anche tra quei compagni che stanno tra i lavoratori. Quella componente che si fa infinocchiare da segretissimi progetti a trucco di “ora X” futura, di modo da frenarne la moro militanza ed espressione politica, progetti falsi che vengono spacciati nella classe da sedicenti noti e notissimi rivoluzionari in realtà persone già passate nelle fila controrivoluzionarie da tempo magari per il tramite del ministro di giustizia Diliberto, e da ignari gruppi di compagni che ricevono false informative ed indicazioni da questi ambienti da loro stimati in buona fede; alcuni tra gli argomenti che vengono portati da costoro sono che “i lavoratori hanno paura”, “non ci seguono”, “temono il licenziamento”, “non vedono di buon occhio le parole d’ordine troppo ‘politiche’”, mentre è vero il contrario, e cioè che non vedono in coloro che riportano questi discorsi delle avanguardie all’altezza di condurli a successi o quantomeno al mantenimento dell’esistente. Va detto che per l’altra componente, DI CLASSE, la nostra, il mantenimento dell’esistente se va rivendicato, lo è in funzione ovviamente materiale e politica, ma anche tattica, di far maturare cosicenza, non certo in funzione strategica. Ma ecco, ancora, che le “strategie” dei nostri compagni “putchisti” revisionisti che argomentano con scuse eclatanti (“11 settembre”, crisi globale, ecc.), rivelano il loro nero colore allorquando si pensi che devono poi ammettere (e lo stesso Bush lo deve fare) che la grandissima potenza statunitense ha fallito in Iraq ed Afghanistan, che “israele” non ha vinto il Libano, ecc. Passano allora alla magnificenza di questi LONTANI combattenti, e sedimentano nei loro ascoltatori il VUOTO di proposta strategica rispetto alla conquista rivoluzionaria del potere in questo paese. Forse sono influenzati da altre magnificenti posizioni, ma noi riteniamo che tali non siano e che siano puzzolenti ed oscure.
17-12-2006
Il compagno scrittore genovese Quadrelli non mi interessa:
non ci risponde, nonostante una critica abbastanza serrata, e se ci risponde, lo
fa senza darcene comunicazione. Cosa che noi invece facciamo inviando ai
giornali di movimento interessati ed ai compagni, nota sia delle pagine che
cambiano, sia di quelle nuove. Per carità, l’opinione nostra può non
interessare. Ma è parere di chi c’era e c’era davvero. Argomento: “fine
dell’autonomia” che Quadrelli fa coincidere con il 7 aprile 1979 (SIC: link:
Critica ad un'idea borghese sulla fine dell'Autonomia
organizzata e sulla sua concezione politica (ottobre 2006))
16-12-2006
Biagi in un suo libro molto recente, ALLO SCOPO DI FARE LA SOLITA CONFUSIONE UTILE AI PROGETTI STATALI E DI CRICCHE DI TRADITORI DELLA GUERRA DI CLASSE, DELLA “SOLUZIONE POLITICA”, afferma a proposito dell’infame merda pentito Sandalo e dell’infame capo della dissociazione e deceduto da libero dopo pochissimi anni dall’arresto, Donat-Cattin, figlio di un importante capo-cricca torinese della “D.C.”, che erano “brigatisti”. Nulla di più errato entrambi erano militanti della fazione piellina torinese-milanese di alto bordo(per capirci: non quelli della Magneti Marelli e della Breda fucine tra gli altri del compagno Baglioni che si tirarono fuori subito o quasi subito da quella banda di miliatristi revisionisti che rispondeva al nome di PL e che trafficavano con l’ideologia leninista generando distruzione del movimento ovunque passavano) proveniente da LC, che poi subito dopo l’arresto costituì una buona fetta del movimento della dissociazione.