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QUANDO I DIRITTI UMANI SMENTISCONO I VERMI

PERU’

IMPORTANTI VITTORIE DI AFFERMAZIONE DELLA STORIA

PER I PRIGIONIERI E PRIGIONIERE RIVOLUZIONARI-E DEL PARTITO COMUNISTA DEL PERU’

Vai a: 6-1-2007 PERU’: IMPORTANTE VITTORIA PER I PRIGIONIERI E PRIGIONIERE RIVOLUZIONARI-E DEL PCP-EPL (già EGP) (Arsenal, PCR(co)Canada)        

19-1-2007 PERU’: SOTTO SEQUESTRO BENI DI FUJIMORI (E.d.i.)    

19-1-2007 PERU’: IL PRESIDENTE ALAN GARCIA E LE SUE PROPOSTE DI PENA DI MORTE  (E.d.i.)    

pagina DIFENDERE LA VITA DEL PRESIDENTE GONZALO E DEI PRIGIONIERI-E POLITICI E DI GUERRA DEL PERU'

pagina DOCUMENTI DEL MOVIMENTO POPOLARE PERU’ 2004-2007

 

23-1-2007

PERU’: IL PRESIDENTE ALAN GARCIA SARA’ GIUDICATO PER LA STRAGE DI EL FRONTON DEL 19-1-1986 (giorno dell’eroismo,  in cui furono assassinato 300 prigionieri-e del PCP ed EGP in tre carceri speciali attorno a Lima) Tratto da El Diario internacional, versione web, n.223, di Carlos Rivera Paz,  Sintesi e note di Paolo Dorigo

La campagna scatenata dal governo peruviano contro la Corte InterAmericana dei Diritti dell’Uomo (CIADH), la Commissione per la verità e il processo di giuridicizzazione per i crimini contro i diritti dell’uomo, può trovare un movente nella recente decisione della procura superiore penale nazionale emessa a proposito della strage di El Fronton del 19-1-1986. Come noto, il caso ha seguito due filoni. In un caso si è proceduto contro dieci effettivi della Marina da guerra per il ruolo da essa svolto nella mattanza [bombardò il carcere occupato dai prigionieri], come autori materiali, ed in un altro si archiviarono le posizioni di Garcia Perez, Giampietri Rojas, Mantilla Campos ed altri.  … Il processo in corso dal 2005 però ha poi fatto emergere numerosi indizi di responsabilità penale di Alan Garcia, Agustin Mantilla, Luis Giampietri, Victor Nicolini, ed altri ex comandanti della Marina da guerra. Attualmente sono ancora  in qualità di testimoni. Giuridicamente uno degli elementi dell’accusa sono le gravi contraddizioni di questi personaggi nel corso delle loro audizioni di fronte al PM ed al giudice penale nel processo. [Come noto, in Italia queste testimonianze sono glissabili da parte dei colpevoli ministri, con formule di segreto di stato e simili]. In particolare, sulla conoscenza che aveva Garcia Perez dei fatti, e circa la presenza di Mantilla nell’isola di El Fronton nei giorni in cui durò l’operazione militare [di soffocamento della rivolta scoppiata il 18 giugno 1986]. Le contraddizioni sono emerse in particolare grazie all’ex parlamentare Luis Giampietri in entrambe le questioni.  Costui, che comandò le operazioni della Marina da guerra all’inizio, ha dichiarato ripetutamente che prese ordini dai suoi superiori intimate loro da Mantilla, che era un personaggio rappresentante del governo. … Presto vedremo a quale livello giungerà la reazione del governo. … Non a caso la Procura nazionale tolse la responsabilità del caso alla Procura Penale SuperProvinciale e non ha ancora designato un nuovo procuratore. Fonte di E.d.i.: Istituto della difesa legale n.518, 19-1-2007, Perù).

 

19-1-2007

PERU’: IL PRESIDENTE ALAN GARCIA OFFENDE L’INTELLIGENZA DEL MONDO, E AVANZA PROPOSTE DI PENA DI MORTE Tratto da El Diario internacional, versione web, n.223, di L.A.Borjia, Sintesi e note di Paolo Dorigo

Se qualcuno sperava che il nuovo governo di Alan Garcia fosse migliore del precedente (1985-1990), si sbagliava di grosso. Il 28 giugno si era insediato al palazzo presidenziale, e nemmeno un mese dopo già si venivano a conoscere i suoi progetti reazionari ed antipopolari.  La pena di morte la propose per gli stupratori di bambini (un pretesto) ed i “terroristi”.  Il problema di Alan Garcia non è di schizofrenia o follia come qualcuno dice, ma è politico e si relaziona alla profonda crisi sociale e politica del Perù [dove continua ad affermarsi la guerra popolare]. Quando Garcia Perez concluse il suo mandato era sotto accusa per corruzione, ruberie, arricchimento illecito, crimini di guerra e di organizzazione di gruppi paramilitari. Fuggì dal Perù come un bandito. Si rifugiò in Colombia e quindi in Francia.  I crimini commessi dal suo commando Rodrigo Franco e la strage di 300 prigionieri [del Partito Comunista del Perù e dell’Esercito Guerrigliero Popolare] nelle carceri speciali del 19 giugno 1986 erano tra i suoi principali crimini conosciuti.  Human Rights Watch lo definisce così in una recente lettera a lui diretta (luglio 2006): “Durante il suo precedente mandato, migliaia di peruviani persero la vita, vittime di atrocità commesse da gruppi irregolari ... E DA AGENTI DELLO STATO. ... Le forze di sicurezza molto spesso risposero giustiziando o facendo “sparire” individui sospetti. Di fatto, il numero delle sparizioni forzate in Perú durante questi anni fu, secondo le Nazioni Unite, maggiore che in qualsiasi altra parte del mondo”. (Human Rights Watch, José Miguel Vivanco, Director Ejecutivo para las Ameritas, Washington, D.C., 26 de julio de 2006). Dalla sua tana di Parigi strinse una alleanza segreta con Fujimori e iniziò a riorganizzare il suo partito Aprista. L’ “intelligence peruviana” (il famigerato SIN, capace di squartare i-le suoi-sue stessi-e agenti sospettati-e), nascose e risolse i processi in corso contro di lui. Il patto con Fujimori fu solo di spartizione economica, e passò per le mani del famigerato Montesinos. Lo stesso Agustin Mantilla suo precedente ministro degli interni, fece da intermediario con Montesinos. Non ebbe alcun problema a calpestare i cadaveri di migliaia di peruviani riproponendo la propria candidatura. Appena al potere, ha cercato di reprimere e di definire terroristi le centinaia di migliaia di maestri e professori in lotta. Successivamente è caduto nel ridicolo il 23 ottobre successivo in televisione quando si è presentato come “padre di famiglia” cercando di accampare una immagine accattivante di sé anche con la “prima donna” del paese. La soluzione politica [con la LOD uscita dal PCP] è al centro delle sue mire, e si accompagna alla richiesta di pena di morte. [Il suo rifiuto di accettare la sentenza della CIADH, dimostra quanto sia falso il suo presentarsi da democratico].

 

 

19-1-2007

PERU’: SEQUESTRATI BENI A FUJIMORI PER POTER GARANTIRE IL RISARCIMENTO ALLE VITTIME Tratto da El Diario internacional, versione web, n.223, di César Romero, traduzione parziale e note di Paolo Dorigo

Il giudice O. Pimentel Calle ha disposto l’embargo preventivo dei beni e dei conti bancari dell’ex presidente del Perù per la modesta cifra di 3 milioni di soles, allo scopo di assicurare  il pagamento della riparazione civile nel processo che prosegue per il massacro nella prigione Miguel Castro Castro (1992).  … Fonti giudiziarie affermano che il comportamento di Fujimori pregiudicò anche economicamente lo stato peruviano. … Furono ascoltati 106 testimoni.  Uno degli aspetti della indagine fu quello di collocare dove avvenne l’utilizzo delle armi usate per assassinare i 41 prigionieri nel maggio 1992. … Inoltre è stata rifiutata la proposta della deputata M.Chavez secondo cui Fujimori potrebbe accettare solo una delle 12 procedure di estradizione contro di lui avanzate dal Perù. In ogni caso il Cile dovrà pronunciarsi su tutti i casi. [La pronuncia avviene dopo la decisione della CIADH).

 

06-01-2007

PERU’: IMPORTANTE VITTORIA PER I PRIGIONIERI E PRIGIONIERE RIVOLUZIONARI-E

Tratto da Arsenal 125, 2007, notiziario del PCR(co) CANADA, traduzione e note di Paolo Dorigo

 

La Corte InterAmericana dei Diritti dell’Uomo ha assunto una alta decisione ritenendo lo Stato peruviano responsabile del massacro avvenuto tra il 6 e il 9 maggio 1992 nella prigione Miguel Castro Castro. Il tribunale, al quale il Perù ha aderito per trattato, ordina così allo Stato peruviano di scusarsi e di compensare finanziariamente le vittime del massacro, quindi le loro famiglie, per i danni che essi ed esse hanno subito allora.

Poco tempo dopo aver realizzato il suo colpo di Stato, il dittatore dell’epoca, Alberto Fujimori, aveva ordinato l’intervento delle forze dell’ordine in questa prigione ove erano detenuti-e diverse centinaia di militanti del Partito Comunista del Perù (noto dalla stampa come “Sendero Luminoso”), per soffocare un cosiddetto “ammutinamento”. (Già nell’ottobre 1985 e il 19 giugno 1986, presidente Alan Garcìa, erano avvenute stragi dell’esercito e della polizia peruviana ai danni complessivamente di oltre 350 prigionieri-e del PCP uccisi-e)

Una inchiesta realizzata diversi anni dopo ha rivelato che sotto l’ordine diretto del dittatore, dei membri del gruppo paramilitare Colina si erano allora uniti alle forze dell’ordine con il preciso mandato di assassinare quelli e quelle che erano state identificate come dirigenti del PCP.

Il massacro commesso contro dei prigionieri e prigioniere disarmati-e si era concluso con la morte di 41 detenuti-e, di cui 13 furono presentati come membri del Comitato Centrale del PCP. Secondo il tribunale, altri-e 175 detenuti-e sono stati-e feriti-e, mentre 322 furono vittime di Cmalvagi trattamenti”.

Tra le vittime che furono assassinate, si ritrova la giornalista Janet Talavera, conosciuta come co-autrice della famosa “intervista del secolo” realizzata con il Presidente Gonzalo del PCP, e pubblicata nel 1988 dal quotidiano El Diario (successivamente interdetto, e condannati all’ergastolo i suoi direttori e redattori)

Il nuovo presidente peruviano, il genocida  “social-democratico” Alan Garcia (già dirigente dell’Apra, radical-chic borghesi filo-americani),  - che ha egli stesso comandato il massacro di circa 300 prigionieri-e politici e politiche il 19 giugno 1986 durante il suo primo mandato – ha reagito affermando che si tratta di una decisione “indegna” (difende Fujimori !) da parte del tribunale, precisando di non avere alcuna intenzione di sottomettersi ad ella, e dimostrando di quale radicalità e forza sia stata e sia la guerra popolare peruviana da incutere in vermi al potere il timore di perdere il comando per una semplice e sola sentenza di rispetto dei diritti dell’Uomo. Il presidente falsamente “di sinistra”, che mentre mandava i militari a massacrare i prigionieri, festeggiava la presenza dei dirigenti “socialisti” europei e mondiali di stanza a Lima per la riunione della cosiddetta “Internazionale Socialista” tra i quali il tangentaro professionale Craxi Bettino, è lo stesso sinistro individuo che sta proponendo al congresso peruviano la reintroduzione della pena di morte per i “violentatori di bambini ed i terroristi” (sic), (IN SINTOMATICA CORRISPONDENZA CON I TORTURATORI DEL CONTROLLO MENTALE AL TRADUTTORE DELLA PRESENTE).  Il nuovo macellaio di Lima ha notoriamente ricevuto l’appoggio dei deputati fujimoristi, che proposero inoltre che lo Stato peruviano rescinda dalla convenzione nella quale riconosce la competenza del Tribunale Interamericano dei diritti dell’Uomo.