Il messaggio dei Cinque patrioti cubani per il nuovo anno

Non esiste forza umana che possa detenere l’impeto della giustezza della nostra causa

(31 dicembre 2005)

 


Caro popolo di Cuba:

 

questo 2005 che termina è stato un anno di grandi sfide e anche di importanti vittorie. Nonostante il rafforzamento del blocco criminale e tutte le trappole e le meschinità che il Governo Neofascista dell’Impero del nord (*) ha cercato di imporre, la realtà è che l’amicizia e le dimostrazioni di solidarietà tra i popoli degli USA e Cuba si sono rafforzate.

 

L’economia cubana non solo ha resistito a tutte le sfide, ma è cresciuta del 11% e il nefasto blocco è stato condannato ancora una volta in maniera schiacciante nell’Assemblea Generale della ONU.

 

La Rivoluzione Bolivariana, indissolubilmente unita alla nostra, l’Alternativa Bolivariana per le Americhe ALBA e il commercio crescente con i paesi amici, fanno vedere un futuro migliore non solo per l’Isola, ma anche per l’America e l’umanità tutta.

 

Una nuova speranza sta fiorendo nel pianeta!

 

Lo sviluppo della nostra invulnerabilità militare (**), politica ed economica, come ha spiegato il nostro Comandante in Capo Fidel Castro, sono vittorie strategiche vitali.

 

Nella nostra particolare situazione di questo 2005 abbiamo ottenuto vittorie importanti. Nel mese di maggio abbiamo conosciuto la decisione del Gruppo di Lavoro sulle Detenzioni Arbitrarie della CDH – Commissione per i Diritti Umani- nella ONU, che ha dichiarato arbitrarie e illegali le nostre detenzioni.

 

Il 9 agosto abbiamo saputo la decisione unanime di tre Giudici di Atlanta di annullare tutto il processo e ordinare la realizzazione di un altro processo lontano da Miami e anche se ora la Procura e il Governo degli USA utilizzano manovre giuridiche dilatorie, non abbiamo dubbi che noi vinceremo.

 

Il 2006 sarà una anno decisivo per la nostra causa. Non dobbiamo fermare la battaglia per la verità e la giustizia, denunciando tutte le manovre e le pessime azioni della procura. Alla fine, di sicuro, festeggeremo tutti la vittoria del nostro ritorno in Patria.

 

Restano molte slide da sferrare, molte difficoltà, ma siamo certi che il nostro popolo unito vincerà ogni battaglia, perchè non esiste forza umana che possa detenere l’impeto e la giustezza della nostra causa.

 

Caro popolo, questi Cinque fratelli che siama noi si sentono profondamente orgogliosi di tutti voi, della nostra Rivoluzione e per avere l’onore di vivere questo momento storico essenziale della nostra Patria!

 

Da queste Cinque trincee di combattimento nel cuore dell’impero, inviamo tutti i nostri auguri di successo e di felicità per il 2006.

 

Speriamo di poter stare presto tutti uniti nella nostra amata Patria, per festeggiare un altro Glorioso Anniversario della nostra Rivoluzione.

 

Viva il 47º Anniversario della nostra Rivoluzione!

 

Felice 2006!

 

USP. Beaumont, Texas.

 

Dicembre 2005

 


 

Gerardo Hernández

Antonio Guerrero

Fernando González

René González

Ramón Labañino Salazar

 

Commenti di www.paolodorigo.it, 3-1-2006

LA RESISTENZA DI QUESTI COMPAGNI CUBANI E’ UNO SCHIAFFO ALL’IMPERIALISMO YANKEE ED A TUTTI I POST-MODERNISTI VILI, CHE AFFIANCANO LA BORGHESIA CON LA LORO “MISURA”, MISURA CHE SI DIPANA SUL SANGUE E SUL FANGO OVE VIVONO I POPOLI ATTACCATI DALL’IMPERIALISMO.

Detto questo:

(*) Se i termini usati non sono adeguati alla comprensione del sistema capitalista imperialista attuale, e paiono risentire di certe teorizzazioni neoliberiste, comunque hanno una loro suggestione: “Impero del nord” comunque, se pure non considera certi paesi perfettamente allineati come regime a quelli imperialisti, come l’India, o gli emirati arabi, l’Australia, l’Indonesia, ecc., o comunque interni al sistema come il Sud Africa, l’Egitto, il Brasile (un po’ il discorso che continua da 20  anni e più delle “potenze regionali” seguito alla decolonizzazione), ha un suo fascino, riporta al fatto che comunque la rivoluzione si è spostata a Sud. Ma Cuba è uno Stato che è rimasto molto tempo legato al socialimperialismo, e quindi non ha ancora compreso che l’avanguardia della rivoluzione proletaria mondiale non si esprime oggi nella resistenza alle minacce yankee ma nel proletariato all’attacco, nelle guerre popolari.

(**) Ci auguriamo che la invulnerabilità di Cuba all’imperialismo verta sulla trasformazione socialista e sulle masse e non su un certo turismo che poco onore fa alla rivoluzione ed al socialismo. Solo attraverso il continuo movimento di massa dentro e fuori il Partito, è possibile garantirsi quella invulnerabilità che permise all’URSS di resistere alla feroce vigliaccheria militare nazi-fascista.