ANNO NUOVO

Anno nuovo vita nuova, recita un antico adagio: per
Mortadella ed i suoi accoliti di governo, però, questa
formula pare non valere, se è vero che sia la falsa
sinistra che la "destra moderata" stanno affilando le armi
in vista delle battaglie parlamentari di questo inizio anno.
Da una parte c'è il Rospo Dini che propone sette punti
irrinunciabili <altrimenti Prodi cade> - e su una cosa
dobbiamo dar ragione all'ex governatore della Banca
d'Italia: l'abolizione delle inutili e costosissime
province, peraltro prevista già nel 1973 all'epoca
dell'introduzione dell'istituto delle regioni - dall'altra
Rc-Se, Verdi, Sd e Pdci che spingono per interventi su
alcuni temi per loro qualificanti.
ORARIO DI LAVORO: Maurizio Zipponi della Fiom di Brescia,
responsabile della commissione Lavoro nazionale del partito
rifondarolo, parla di <definire per legge un orario massimo
settimanale e mensile, visto che ormai non ci sono limiti
legislativi e la questione è sfuggita di mano ai
sindacati>; per inciso gli andrebbe ricordato che questa
situazione è opera proprio dei sindacati concertativi
vendutisi al padrone da tempo immemore.
PRECARIATO: la falsa sinistra chiede l'approvazione di una
legge che trasformi i contratti di lavoro 'a termine' in 'a
tempo indeterminato' dopo 36 mesi di precariato.
DIRITTI CIVILI: si domanda l'approvazione della proposta di
legge, presentata dal Sen. Cesare Salvi di Sd, che
istituisce il Cus, il riconoscimento delle unioni civili
anche tra persone dello stesso sesso.
AMBIENTE: si chiede che ci si avvii verso uno sviluppo
compatibile e verso l'utilizzo delle energie rinnovabili.
Stanti i rapporti di forza in Parlamento, dove dominano i
pretofili ed i servi di Cordero & Co., abbiamo forti dubbi
che anche uno solo di questi punti possa venire recepito
dal governo; crediamo altresì che sia ridicolo
l'ammonimento del capogruppo al Senato di Rc-Se, Giovanni
Russo Spena, che avverte il Maratoneta Emiliano: <non sarà
facile convincerci a votare questo provvedimento (il
rifinanziamento, a febbraio, delle missioni italiane
all'estero, n.d.a.) se c'è chi, come il ministro Parisi,
continua a chiedere più soldati e nuovi finanziamenti per
l'Afghanistan. Noi, con una piccola scissione al Senato,
abbiamo già dato>.
Il ministro della Difesa fa il suo mestiere di lacché degli
yanqui, che sono mesi che continuano a chiedere ai loro
sudditi della Nato di inviare in Afghanistan più uomini e
mezzi: siamo certi che alla prova dei fatti la falsa
sinistra nel suo complesso chinerà la testa per l'ennesima
volta e voterà anche questo provvedimento, mentre sui temi
da lei proposti non otterrà nulla, come sempre.

Torino, 02 gennaio 2008