Il 5 maggio “Il Lavoro” - storico quotidiano socialista genovese
acquisito dalla “Repubblica” che lo edita come pagine genovesi - dedica pagina
7 ad un convegno sulle infrastrutture, svoltosi a Lerici il giorno precedente,
durante il quale l’amministratore delegato dell’Impregilo - Alberto Lina - si
lamenta con Costantino Malatto, l’inviato del giornale.
Dice l’ingegnere: <Restiamo sempre in attesa che il governo ci
dia una risposta sul progetto del Terzo Valico (il TAV Genova-Milano, n.d.a.).
La principale obiezione che ci siamo sentiti rivolgere è quella che l’opera non
sarebbe remunerativa (...) negli ultimi mesi della scorsa legislatura il Cipe
(Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica, n.d.a.) approva il
piano finanziario. Non lo nascondo: abbiamo brindato, ci sembrava fatta. Invece
si blocca tutto. Ci dicono: non c’è più la disponibilità di cassa (...) il
collegamento Genova-Milano ve lo realizziamo noi in 7-8 anni, ve lo mettiamo a
disposizione e voi ci garantite un canone congruo (...) tutti sappiamo che la
linea ad ‘alta capacità’ (la sottolineatura è nostra, n.d.a.) Genova-Milano non
è fine a se stesso, ma serve per intercettare il traffico marittimo che ora, a
causa della lentezza dei collegamenti ferroviari, viene dirottato sui porti
nordeuropei>.
L’azienda ex committente dei lavori per il TAV Genova-Milano - va
ricordato, infatti, che il ministero competente ha recentemente revocato le
concessioni per la costruzione delle linee ad alta velocità - rilascia delle
dichiarazioni che sono palesemente false.
1. Non esiste più, al momento, un committente sicuro: perché mai
il governo dovrebbe interloquire con loro?
2. La linea Genova-Milano non è più, ormai da parecchio tempo,
tale: è diventata la Genova-Tortona, per agevolare Marcellino Gavio, azionista
di maggioranza dell’impresa Impregilo, che lì ha tutti gli interessi economici;
3.Si continua, volutamente, a far confusione tra TAV e TAC, pur
sapendo molto bene che le infrastrutture necessarie alla costruzione ed al
funzionamento del TAV (trasporto presone) sono assolutamente incompatibili con
quelle adatte al trasporto delle merci (TAC); se i due trasporti fossero
effettuati sui medesimi binari, essi si deformerebbero in modo irreparabile:
questo avverrebbe per il fatto che i carri merci sono molto più pesanti dei
vagoni passeggeri, ed i binari non potrebbero reggere le sollecitazioni.
4. Si tace il fatto che, per
i 7-8 anni necessari alla costruzione della linea, l’ecosistema delle zone
interessate subirebbe alterazioni dovute al continuo passaggio dei camion
necessari per lo spostamento dei materiali di risulta dei cantieri.
5. Lo stesso ecosistema di
cui sopra subirebbe danni irreversibili, come accaduto nella zona del Mugello
in Toscana dove - a seguito della costruzione della linea ad alta velocità - si
è verificata la sparizione delle sorgenti idriche della zona: in questo caso
sparirebbe un acquedotto che serve la zona del basso Piemonte, con tutte le
problematiche che ne deriverebbero per le popolazioni; da ricordare che le FS
si sono già rifiutate di costruirne, a proprie spese, un altro che possa
servire la medesima zona.
Da notare che, mentre si parla di Terzo Valico, le FS hanno
dismesso la tratta Arquata Scrivia-Tortona, creando le condizioni perché, in
quelle zone, vi sia un aumento esponenziale del traffico dei camion e dei TIR
con conseguente aumento dell’inquinamento e dei disagi per la popolazione
residente.
Tutto questo per soddisfare, lo ammette persino esplicitamente
Lina, il portafogli dell’azienda committente, ancora una volta, come sempre,
sulla pelle della popolazione.
Per questo occorre continuare, e potenziare la lotta contro questo
scempio di risorse economiche e territoriali.
NO TAC!
NO ALLA DISMISSIONE DELLA LINEA ARQUATA SCRIVIA-TORTONA!
SI' AL POTENZIAMENTO DELLA
LINEA STORICA!
Stefano Ghio
Torino, 06 maggio 2007