UN ASSESSORE VAL BENE UN INCIUCIO

"Liberazione" del 24 gennaio titola - a pagina 3 - il pezzo
della brava e bella giornalista Frida
Nacinovich: "Berlusconi: l'avversario è Prodi", seguito da
un sommario che recita: "Il leader azzurro prende in
considerazione anche un governo tecnico per modificare la
legge elettorale. Unica condizione: che a guidarlo sia
proprio l'attuale presidente del Consiglio".
Detta così sembrerebbe che il Mortadella sia accreditato
dal Nano di Arcore come l'unico legittimato a governare ed
a contrastarlo; solo che c'è un 'piccolo' particolare, che
il quotidiano rifondarolo omette di segnalare, che spiega
perché - secondo il Nano con la Bandana - sarebbe il solo
Maratoneta Emiliano a poter fare ciò, e non anche, ad
esempio, il segretario del Pd: Uolter Veltroni.
Il 'piccolo' particolare di cui sopra ci viene segnalato,
invece, dal "manifesto" a pagina 2 - articolo di Alessandro
Braga dal titolo: "Pd-Forza Italia, a Segrate la coalizione
c'è già" - dove si dà conto della rottura da parte del Pd
con il resto del centro(falsa)sinistra per andare a fare
squadra, attorno al sindaco forzitaliota Adriano
Alessandrini, con Fi ed i fascisti di An, avendo
<constatato che non esistono rilevanti differenze per
quanto riguarda le impostazioni programmatiche relative
alle grandi tematiche che riguardano la città, per una
collaborazione pragmatica e non ideologica e per superare
le logiche di schieramento (sic!)> arrivando a dichiarare
di <condividere il programma del sindaco>.
Essendo l'esperimento di Segrate, il comune alle porte di
Milano in cui nacque Canale 5 e dove ha sede la casa
editrice Mondadori, la prima prova in Italia di inciucio
tra le varie componenti della destra (quella "moderata" del
Pd stava, fino a ieri, nell'Unione con la falsa sinistra),
il Nano di Arcore non vuole giocarsi questa grande
vittoria - il Pd si genuflette ai suoi piedi pur di avere
un posto di assessore - quindi implicitamente dichiara che
Uolter non è un avversario.
Sarebbe utile che l'Amerikano si decidesse: non può pensare
di stare nelle giunte comunali con i fascisti e
contemporaneamente condannare le scritte nazifasciste
apparse il giorno prima sul muro del Museo della
Liberazione in via Tasso a Roma.
Temiamo, in tutta franchezza, che egli abbia già scelto:
aspettiamo solo che si presenti in camicia nera con sopra
un enorme crocefisso, facendo il saluto romano e gridando
<Boia chi molla>; ormai non manca più molto.

Torino, 24 gennaio 2008