SCONCERTANTE

Il settimanale del Pdci, "la Rinascita della sinistra",
nella sua edizione del 14 febbraio ospita - in prima
pagina - un intervento del responsabile nazionale del
dipartimento Organizzazione del partito, l'On. Orazio
Licandro, dal titolo "Fermiamo la deriva", all'interno del
quale troviamo alcune affermazioni sconcertanti.
Scrive il parlamentare calabrese: <L'unico voto utile è per
la Sinistra. Più forte sarà questa e più ampia sarà la
delegazione parlamentare dei Comunisti italiani, minori
saranno i rischi che intravediamo, più limpido sarà il
successo della Sinistra più incerto diverrà l'obiettivo del
Veltrusconi (l'inciucio governativo tra l'agente della
Cia "Icare" ed il Nano di Arcore, n.d.a.) di cancellare la
sinistra italiana>.
L'estensore dell'articolo fa appello a votare la Sinistra
per vedere una forte rappresentanza del Pdci in parlamento,
ma dimentica di dire che sarà la nomenklatura dell'alleanza
dei partiti della falsa sinistra a decidere chi entrerà in
parlamento, non gli elettori:è fuorviante asserire che gli
eletti possano essere scelti dal popolo, come invece
traspare dalle parole dell'On. Licandro, in quanto il
meccanismo delle preferenze è stato abolito ed
i 'rappresentanti del popolo' (sic!) verranno nominati
dalle segreterie dei partiti con il sistema del
posizionamento più o meno favorevole di un nome piuttosto
che un altro; più si sta in cima alla lista degli eligendi,
più si ha la probabilità di farcela.
Siamo certi che, sia l'On. sia il titolista che ha curato
l'articolo, sappiano benissimo che il voto alla Sarc
(l'acronimo de 'la Sinistra l'arcobaleno', il nome scelto
dalla Cosa rossa) non porta automaticamente voti ai
sedicenti 'comunisti', ma soltanto alla coalizione di cui
essi fanno parte; riteniamo quindi del tutto sbagliato il
titolo del seguito del pezzo: "Il voto ai comunisti per
fermare la deriva".
La chiusura del pezzo, poi, dà la misura di quanto poco
siano 'comunisti' i sedicenti tali dilibertiani: <la
straordinaria esperienza dei comunisti italiani iniziata
quasi un secolo fa con Antonio Gramsci non si chiuderà
certo con le elezioni del 13 e 14 aprile, nel 150°
ANNIVERSARIO (il maiuscolo è nostro, n.d.a.) del Manifesto
di Karl Marx>; questa affermazione contiene ben due errori:
non è il 150° ma il 160° anniversario, ed il Manifesto fu
scritto sia da Karl Marx sia da Friederich Engels, e non
soltanto dal primo.

Torino, 18 febbraio 2008