LA ABIURA UFFICIALE DI RIFONDAZIONE

 

A volte sono più importanti due righe in fondo ad una

intervista che mille scritti sullo stesso argomento.

E' il caso della dichiarazione che il segretario di Rc-Se -

Franco Giordano - ha rilasciato ad Umberto Rosso

della "Repubblica" che la edita nell'edizione del 29

gennaio a pagina 8; alla domanda secca <Liste (della Cosa

rossa, n.d.a.) senza falce e martello?> il piccolo

personaggio politico barese risponde: <Nel simbolo della

Sinistra-Arcobaleno non c'è, e personalmente sono per una

scelta netta>, contrapponendosi, così, in maniera chiara al

segretario del Pdci - Oliviero Diliberto - che invece

continua a pensare che nel simbolo comune dovrebbero essere

presenti i simboli del lavoro.

Va subito detto che il 'simbolo' di cui sproloquia

l'esponente pugliese è stato presentato tempo fa non già

come tale, ma solamente come 'segno grafico' suscettibile

di cambiamento in sede di presentazione come simbolo

elettorale.

Evidentemente questa forzatura del segretario rifondarolo

ha due finalità, una interna al proprio partito, l'altra

legata alla Cosa rossa: per quanto concerne le beghe

interne a Rifondazione è propedeutica all'abbandono

definitivo della falce e martello come simbolo (chissà che

questo non porti all'ennesima scissione, questa volta da

parte dell'area della opposizione interna leninista

dell'Ernesto, al prossimo congresso), mentre per quel che

riguarda la Cosa rossa è un avviso di sfratto al Pdci,

intenzionato - a differenza di quanto propugnato dall'(in)

Fausto ed i suoi accoliti - a non abiurare la sua storia di

partito togliattiano.

 

Torino, 29 gennaio 2008