CONFUSIONE

La Sarc, la federazione della falsa sinistra istituzionale
in Italia, sta vivendo un momento di grande,
prevedibilissima, difficoltà: solo chi non conosce le
questioni politiche - o un idiota nel senso etimologico del
termine, colui che non si interessa di politica - poteva
pensare che, all'atto di compilare le liste dei nominati
nel prossimo parlamento, non sarebbero volati gli stracci
tra le varie componenti.
Certamente ci sono state scelte poco comprensibili, come
quella di mettere capolista in Piemonte Oliviero Diliberto,
che è sardo, e mandare in Toscana il ministro pinerolese
uscente Paolo Ferrero, provocando la cancellazione della Rc-
Se toscana - che da sola rappresenta il 15 per cento del
totale dei voti italiani a Rifondazione - dal parlamento;
oppure quella di inviare Francesco Caruso, napoletano, a
far campagna elettorale in Veneto - la patria del
suo 'nemico' Luca Casarini - nel tentativo di
riappropriarsi dei voti dei centri sociali del nordest,
perduti negli ultimi anni: peccato solo che il leader dei
nordestini abbia già annunciato che mai farà campagna
elettorale per il no global della Rete del sud ribelle.
Anche la questione degli operai da nominare parlamentari,
che per una accozzaglia riformista che vorrebbe
rappresentarli dovrebbe essere la prima delle questioni, è
stata gestita in modo assai approssimativo.
All'indomani della strage alla Thyssenkrupp di Torino
Uolter l'Amerikano ha annunciato che avrebbe 'candidato' un
operaio - la scelta cadde poi su Roberto Boccuzzi, l'unico
sopravvissuto all'inferno scatenatosi all'interno della
linea 5 della suddetta fabbrica - ed in tutta risposta la
Sarc ha messo in lista Ciro Argentino - dirigente del Pdci
torinese e delegato della Fiom nella medesima acciaieria;
una scelta sicuramente logica, viste le capacità politiche
dell'operaio, dimostrate anche dal fatto che i segretario
del Pdci ha rinunciato alla sua nomina in suo favore.
A questo punto anche Rc-Se, per dimostrare di non essere da
meno rispetto ai 'cugini' del Pdci, decide di nominare un
operaio: la scelta cade sull'ex assessore comunale della
Spezia, operaio metalmeccanico in una azienda del porto
spezzino, il sarzanese Sergio Olivieri, reduce dalla sua
prima esperienza sui banchi della Camera; anche qui, però,
sorgono dei problemi: infatti, il lavoratore viene sì messo
nelle liste, ma al terzo posto in una posizione nella
quale non ha alcuna possibilità di tornare nuovamente a
Roma.
Ne consegue uno sciopero della fame del segretario
regionale ligure rifondarolo, il sestrese - è di Sestri
Levante - Giacomo Conti, a sostegno della sua candidatura
in una posizione eleggibile: peccato solo che le liste
vadano presentate tra domenica 8 e lunedì 9 marzo, il che
rende impossibile, oltre che un po' ridicola vista la
durata massima che potrà avere, la forzatura eseguita.
Questa vicenda ci insegna due cose, essenzialmente: la
confusione che c'è nel gruppo dirigente nazionale
rifondarolo - cosa c'entra Ferrero con la Toscana? - e la
assoluta inconsistenza ed incapacità della dirigenza ligure
dello stesso partito che non è stata in grado di imporre un
candidato suo, per di più operaio, come capolista nella
propria circoscrizione.

Torino, 08 marzo 2008