SERVI SCIOCCHI

 

Sabato 15 dicembre a Vicenza si terrà una manifestazione

internazionale contro la costruzione della nuova base

yanqui nell'area dell'aeroporto civile Dal Molin.

Il presidente della repubblica - l'esponente dell'area di

estrema destra, quella conosciuta come migliorista, del

vecchio Pci revisionista Giorgio Napolitano - in questi

giorni si trova in visita nel paese a stelle e strisce e

tranquillizza il suo amico per la pelle Macchia Nera -

George Walker Bush (in inglese bush equivale all'italiano

macchia, di qui il parallelo col simpatico, a differnza

sua, personaggio disneyano) - che <su Vicenza non c'è alcun

ripensamento, la decisione è stata presa e ribadita in

questi giorni da Prodi>; inoltre derubrica la lettera, che

i quattro ministri della falsa sinistra gli hanno scritto

nei giorni scorsi per chiedere una moratoria sulla medesima

questione, ad una battuta sprezzante: <scrivere lettere è

previsto dalla Costituzione>.

Si tratta dell'ennesimo atto di sottomissione ai voleri

degli yanqui da parte del governo e dei massimi

rappresentanti istituzionali di quello che, ormai è chiaro

anche ai sassi, è il 51° stato facente parte della più

grande potenza imperialista mondiale.

La falsa sinistra, per parte sua, dimostra ancora una volta

la sua vera identità quando - a questo ennesimo atto di

protervia da parte della "destra moderata" (Napolitano è un

esponente del Pd) - risponde, per bocca del capogruppo

rifondarolo al Senato Giovanni Russo Spena: <o arriva una

moratoria prima del 15 gennaio, oppure porremo questo

argomento tra quelli della verifica>; è chiaro come il sole

che il Pd ed i suoi satelliti andranno avanti come un carro

armato passando sopra tutto e tutti pur di compiacere i

loro padroni yanqui, mentre le argomentazioni della falsa

sinistra sono tutte improntate a salvare la faccia nei

confronti del movimento NO Dal Molin e del proprio

elettorato, per poter partecipare alla grandiosa

manifestazione di sabato senza essere cacciati con

ignominia e continuare a truffare i propri iscritti,

simpatizzanti ed elettori facendo loro credere di essere

ciò che in realtà non si sognano nemmeno: indipendenti dal

Pd e dagli yanqui nonché difensori dei movimenti.

 

Torino, 13 dicembre 2007

 

 

 

PER CHI HA LA MEMORIA CORTA

 

Rieccoci: a gennaio si terrà il vertice di maggioranza

richiesto dai partiti della falsa sinistra governativa per

valutare se restare o meno nella compagine di governo e

già, manca ancora un mese, cominciano i ricatti degli

esponenti della "destra moderata".

E' il solito Lambertow 'il Rospo' Dini ad aprire e menare

le danze, con una intervista a Paola Di Caro del "Corsera"

nella quale l'ex governatore della Banca d'Italia pone un

aut-aut al governo; questo il titolo del pezzo a pagina 12

dell'edizione del 13 dicembre: "Dini: Prodi dica sì alle

nostre richieste. Se invece seguirà il Prc lo faremo

cadere".

L'ex plenipotenziario per l'Italia del Fondo Monetario

Internazionale tenta nuovamente la carta che gli riuscì

pienamente nel 1998, quando cadde il primo governo

presieduto dal Maratoneta Emiliano: si ricorderà che in

quei giorni di ottobre Rifondazione decise di togliere il

sostegno all'esecutivo; una parte consistente dei gruppi

parlamentari - guidati allora dal Sen. Armando Cossutta -

votò invece per la fiducia e contestualmente annunciò

l'addio al partito per fondare il Pdci, frazionando così

una compagine che, nei sondaggi, era data attorno al dieci

per cento.

In quel momento entrò in gioco il Rospo ed il suo minuscolo

raggruppamento, Rinnovamento Italiano (1,1% alle elezioni

del 1996, con prospettive di un ulteriore abbassamento dei

consensi): dopo essere riuscito nel suo intento principale,

quello di spaccare gli odiatissimi 'comunisti' e far

ricadere la responsabilità della caduta del governo su

Rifondazione, tirò fuori dal cilindro un suo senatore che

votò contro la fiducia all'esecutivo e causò la crisi di

governo che portò alla presidenza del Consiglio dei

ministri Baffetto da Gallipoli, al secolo Massimo D'Alema.

Questa è la vera storia del tradimento del governo

Mortadella I, ed i politici farebbero bene a ricordarlo

quando si tratta di scegliere con chi fare le alleanze; è

ormai pacifico come il Rospo sia inaffidabile: o si fa come

dice lui o nulla.

Questa si chiama dittatura personale di un personaggio

inutile!

 

Torino, 13 dicembre 2007