SCIPPATO IL CINQUE PER MILLE
"La Stampa" del 12 dicembre, in prima pagina, ci
informa
che "lo stato intasca il 5 per mille" - questo è
il titolo,
mentre l'occhiello recita "ad associazioni e ricerca
non
più di 100 milioni per il 2009", ed il sommario
aggiunge "un tetto in finanziaria, al Tesoro andranno i
due
terzi delle donazioni".
Potrebbe sembrare una sciocchezza rispetto a tutti i
problemi che ha l'Italia, ma a ben guardare non si tratta
affatto di questo, ma dell'ennesima porcata di questo
governo che continua - sulla falsariga dei suoi
predecessori - a 'mettere le mani nelle tasche degli
italiani' (per parafrasare un infelice battuta del
presidente dell'attuale Consiglio dei ministri) pur di fare
cassa e contemporaneamente mantenere i privilegi delle
varie caste, in questo caso quella che fa capo alla più
grande associazione a delinquere della storia dell'umanità:
la chiesa cristiana-cattolica-apostolica-romana.
Questi campioni di genuflessione che governano l'Italia dal
maggio 2006 si sono inventati l'esproprio del cinque per
mille, nella misura in cui le donazioni superino il tetto
di 100 milioni - nel 2006 furono 345 milioni che, detto per
inciso, devono ancora essere erogati.
Così facendo otterranno il mirabile risultato di
danneggiare seriamente utilissimi enti quali, per esempio,
quelli che si occupano di ricerca a fini medici, oppure ad
associazioni benemerite di volontariato quale, ad esempio,
Emergency.
Se il Mortadella ed i suoi accoliti hanno tanto bisogno di
fare cassa, perché non cercano i milioni dove sono
realmente tanti, l'otto per mille regalato annualmente alla
chiesa cattolica insieme con tanti altri 'cadeaux' sotto
forma di risparmi - niente ICI per gli immobili
ecclesiastici non puramente commerciali, solo per fare un
esempio - devoluti in beneficenza ad uno Stato estero, il
Vaticano?
Come possono pensare, questi 'soloni' che i
"cervelli"
emigrati all'estero possano tornare a lavorare in Italia,
se vengono tagliati ulteriormente i già esigui fondi per
fare il mestiere di ricercatore?
Saremo malpensanti, ma abbiamo ragione di ritenere che il
motto preferito da questo governo sia: Parigi (il governo)
val bene una messa (la sottomissione ai voleri del papa)!
Torino, 12 dicembre 2007