10 DICEMBRE: SCIOPERO GENERALE A TORINO PER LA SICUREZZA
Il 6 dicembre si verifica l'ennesima strage sul lavoro:
alle acciaierie Thyssenkrupp Acciai Speciali Terni di corso
Regina Margherita a Torino, a seguito di una esplosione in
un locale contenente idrogeno liquido, rimane ucciso un
operaio, mentre altri sei vengono ricoverati, in condizioni
gravissime per le ustioni riportate su gran parte del
corpo, in vari ospedali; purtroppo il bilancio, nelle
successive 48 ore, si aggrava pesantemente con il decesso
di altri tre lavoratori, mentre si affievoliscono sempre
più le speranze di salvare i restanti.
A seguito di quanto successo i sindacati proclamano, per il
lunedì successivo, uno sciopero generale cittadino di due
ore - sul tema della sicurezza nei luoghi di lavoro - che
per i metalmeccanici viene esteso a otto ore.
Si decide che la manifestazione avrà svolgimento da piazza
Arbarello, con partenza prevista per le ore 10:00, fino
alla prefettura in piazza Castello.
Al nostro arrivo, intorno alle 9:00, la piazza del
concentramento appare pressocché vuota, si nota soltanto un
gruppetto di operai e alcuni militanti del Pdci.
Nel corso della mezz'ora successiva la piazza va
riempiendosi sempre più, fino a che - al momento della
partenza, alle 10:00 in punto - le presenze si possono
quantificare in decine di migliaia, 50 mila o forse più.
Il corteo è aperto dallo striscione listato a lutto delle
RSU Fim-Fiom-Uilm dello stabilimento teatro della tragedia,
seguito da, in ordine sparso: RSU Iveco Torino Stura, RSU
Bertone, RSU Michelin di Torino, lavoratori del commercio
del Piemonte, Spi-Cgil, Fp-Cgil Torino e Piemonte, Medicina
Democratica, FLMUniti-Cub, SdL, Cgil-Cisl-Uil Scuola.
Inoltre sono presenti delegazioni di: Associazione
Nazionale Mutilati e Invalidi sul Lavoro; NO TAV Valsusa -
sempre presenti ovunque ci sia da portare della
solidarietà; SLAI Cobas per il Sindacato di Classe di
Torino e Bergamo; Fiom di Brescia - con lo
striscione "Basta morti sul lavoro"; Pdci; Fgci;
Rc-Se -
era presente anche l'(in)Fausto presidente della Camera;
Partito dei Carc - in forze e ben visibili con le loro
bandiere; Pcl - anche loro in forze, compreso il portavoce
nazionale Marco Ferrando, e ben visibili con le
loro bandiere; Sinistra Critica; Organizzazione Comunista
Internazionalista; Falce Martello, la componente
trockijsta rimasta all'interno di Rifondazione.
Occorre segnalare anche la presenza di molti gonfaloni dei
comuni della provincia di Torino, oltre a quello del
capoluogo e della regione.
Si parte in perfetto orario, e dopo poco si cominciano a
sentire i primi cori: "Assassini, assassini",
"Giustizia,
giustizia" ed il sempiterno "Pagherete caro,
pagherete
tutto"; il tutto intervallato da lunghi applausi
all'indirizzo degli operai uccisi e da richieste alla
magistratura perché questa inchiesta non finisca insabbiata
come sempre accade quando c'è di mezzo qualche grande
azienda (la Thyssenkrupp è un colosso multinazionale del
settore dell'acciaio inossidabile).
Dopo circa un'ora di cammino si giunge davanti alla
Prefettura, dove sono previsti gli interventi degli
oratori: per primo parla, tra gli applausi, un compagno di
lavoro delle vittime di questa strage; poi, quando è il
turno dei due sindacalisti Gianni Rinaldini e Giorgio
Cremaschi, la piazza rumoreggia, fischia e contesta i due
burocrati accusati di aver svenduto i lavoratori alle
aziende attraverso la concertazione.
A quel punto gli organizzatori sono costretti a sospendere
i comizi, e buona parte degli operai, segnatamente quelli
organizzati dai sindacati di base - seguiti da alcuni
attivisti del CSOA Askatasuna - decide di raggiungere la
sede dell'Unione Industriali di Torino, in via Fanti: qui
ricominciano gli stessi cori di cui sopra all'indirizzo dei
padroni, e inoltre parte un lancio di oggetti verso
le "forze dell'ordine" schierate a protezione dei
potenti.
Dallo schieramento di carabinieri e polizia non c'è alcun
accenno di risposta, e dopo un po' si scioglie la
manifestazione.
Auspichiamo che la giustizia faccia il suo corso, e che i
responsabili di questa orrenda strage siano punti a dovere.
Nel frattempo occorre costruire e rafforzare la Assemblea
nazionale per la sicurezza sui luoghi di lavoro, che lo
SLAI Cobas per il Sindacato di Classe sta cercando di
formare in collaborazione con tutte le realtà interessate.
Torino, 10 dicembre 2007