TRA IL DIRE E IL FARE

 

La giornata del 29 novembre potrebbe passare alla storia

come quella che definitivamente ha chiarito il quadro

all'interno della falsa sinistra istituzionale.

Per rendersi conto di ciò basta leggere i quotidiani del

giorno successivo per vedere che 'stanno volando gli

stracci' tra le varie componenti della futura

formazione "la sinistra".

Il Pdci materializza immediatamente il monito lanciato dal

suo segretario il giorno prima - <da ora in poi avremo le

mani libere anche noi>, in riferimento alla votazione

dell'infame protocollo del 23 luglio sul benessere, votato

<solo per senso di responsabilità> - e decide di uscire

dall'aula di Montecitorio al momento del voto (lasciando

solo il segretario insieme con il capogruppo Pino Sgobio e

l'ex presidente, dimissionario, della commissione Lavoro

Gianni Pagliarini a votare la fiducia al governo) per far

capire chiaramente all'esecutivo la propria contrarietà al

provvedimento ed al metodo usato in occasione del voto, di

esautorazione del parlamento dalle proprie funzioni.

Ci si aspetterebbe che il resto della cosiddetta "sinistra

radicale", visti i toni ultimativi usati il giorno della

fiducia al protocollo, seguisse l'esempio degli ex

cossuttiani: invece tutti gli altri futuri inquilini

della "Cosa rossa" si imbestialiscono per la <slealtà>

dell'atto, il <colpo freddo> (Titti Di Salvo, capogruppo

Sd), la <mossa propagandistica per scavalcare Rifondazione

a sinistra> (Franco Giordano, segretario Rc-Se).

A parte il fatto che il segretario rifondarolo è forse

l'unico in Italia a non essersi ancora accorto che ormai da

tempo Rc-Se ha scavalcato a destra il Pdci, segnaliamo che -

 quando anche fosse solo una mossa propagandistica (e non

dubitiamo che si tratti proprio di questa, magari volta

a 'recuperare' in qualche maniera i seguaci della fronda di

Marco Rizzo che non intendono seguire la via della

federazione con gli altri soggetti della

cosiddetta "sinistra radicale") - è pur sempre una prova di

coerenza rispetto alle dichiarazioni di 24 ore prima.

Forse per gli altri falsi sinistri la prima casa comune da

cercare non è la "Cosa rossa", ma quella di un minimo di

coerenza tra il dire ed il fare.

 

Torino, 30 novembre 2007