E POI VENGONO A FARCI LA MORALE!!!

 

L'Unione Democratico Cristiana - al secolo l'Udc - è il

partito che nel parlamento rappresenta più di tutti le alte

gerarchie vaticane più retrive, in questo senso rincorso,

comunque, sempre più freneticamente dai vari democristiani

presenti nel Transatlantico: Udeur, Dini ed i suoi (i

LiberalDemocratici - LD), Pd, nuova DC e molta parte dei

forzitalioti.

Notizia del 7 novembre è che il segretario del Pdci -

Oliviero Diliberto, saputo che il presidente russo Wladimir

Putin intende togliere il mausoleo del compagno Lenin dalla

piazza Rossa, ha proposto che la mummia di Vladimir Ulich

Uljanov venga data a lui per essere trasportata a Roma.

E' chiaro che si tratta solamente di una battuta, ma in

Italia c'è gente che non sa proprio cosa sia l'umorismo;

non ci riferiamo alla simpatica battuta del nazialleato

Maurizio Gasparri - <possiamo accettare la proposta di

Diliberto a patto che i russi prendano in cambio Diliberto

stesso>, che ha almeno il pregio di aver compreso lo

spirito della dichiarazione dell'ex guardasigilli, ma a

quella del deputato dell'Udc Luca Volonté (lo stesso che la

settimana precedente aveva sostenuto che avrebbe presentato

una proposta di legge per introdurre il reato di "apologia

del comunismo"): <l'Italia non può permettersi di diventare

un ricettacolo di emuli dei genocidi comunisti in Europa.

Forse quella di Diliberto era solo una battuta, magari

dovuta al freddo polare e corroborata con qualche

bicchierino di vodka locale>.

All'On. Volonté risponde l'On. del Pdci Severino Galante:

<quanto ai vizi, i bicchieri di vodka sono assai più

innocenti di quelli che si consumano all'Hotel Flora

pagando donne e droga>: si tratta di una dichiarazione che

riporta in auge, più che giustamente, la già dimenticata

storia dell'On. Cosimo Mele - dell'Udc - 'beccato' con due

prostitute in occasione di un droga party nel corso del

quale una delle due aveva rischiato di morire per overdose.

Il responsabile dell'organizzazione del Pdci, forse per

carità cristiana, evita di menzionare i genocidi compiuti

dalla chiesa cristiana-cattolica-apostolica-romana: dai

Catari agli Ariani, dai frati Dolciniani ai cavalieri

Templari, dalle presunte streghe ai popoli indigeni

dell'America nel periodo dell'evangelizzazione forzata.

Questa è la storia del potere temporale dei papi; e poi ci

vengono a parlare di 'genocidi comunisti': dovrebbero

semplicemente vergognarsi dei loro comportamenti (vedasi

anche gli innumerevoli casi di preti pedofili coperti dai

loro superiori per decenni, soprattutto nel paese degli

yanqui) e smettere di fare la morale a chicchessia.

 

Torino, 07 novembre 2007

 

 

 

SOCIALDEMOCRAZIA

 

"il Riformista" del 7 novembre ospita un articolo, di un

personaggio di nome Massimo L. Salvadori, dal titolo "Con

il Pd s'è chiusa la storia della sinistra".

Il noto sociologo scrive: <la storia della sinistra

italiana è finita. Non valgono a salvarla i Bertinotti, i

Giordano, i Diliberto e i Mussi, se non su basi non

riconducibili alle ideologie, alle tradizioni del passato;

e neppure il ricostituito Partito socialista di Boselli,

troppo minoritario e autoreferenziale>.

Fin qui si tratta di un'opinione personale dell'autore, che

tende così a magnificare le sorti del costituendo Pd;

quello che intendiamo confutare non è il suo pensiero

soggettivo, quanto quello che scrive successivamente

riguardo all'ex Pci revisionista, che secondo lui fu ostile

all'idea di diventare un partito socialdemocratico,

<ostilità nutrita e seminata dal Pci berlingueriano (per

tacere di quello togliattiano)>.

Ci piacerebbe sapere dove questo signore ha vissuto negli

ultimi - almeno - quaranta anni: dalla segreteria

Berlinguer in poi, ma i prodromi si vedono già con

Togliatti a partire dalla famigerata 'svolta di Salerno'

del 1943 - che prevedeva la collaborazione con i partiti

borghesi per la vittoria sul nazifascismo, e

conseguentemente la rinuncia alla Rivoluzione quale meta

ambita dai comunisti: insomma, l'inaugurazione della

stagione del riformismo e della definitiva archiviazione

del partito rivoluzionario - il Pci revisionista ha sempre

assunto la posizione socialdemocratica di collaborazione

con il nemico di classe.

La prova definitiva risiede nel compromesso storico, e

nessuno - se non in malafede - può asserire il contrario.

 

Torino, 07 novembre 2007