Risposta. - Con riferimento
all'interrogazione in esame, si comunica sulla base delle informazioni
acquisite dal competente Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria che il
detenuto Paolo Dorigo, già ristretto presso la Casa di Reclusione di Milano
Opera in una sezione riservata ai cosiddetti detenuti politici, l'11 giugno
scorso, è stato trasferito all'istituto penitenziario di Biella.
Il citato Dipartimento ha anche precisato di non aver ritenuto opportuno disporre
il trasferimento del Dorigo presso la Casa Circondariale di Novara, istituto
questo dal quale era stato in precedenza allontanato dopo avere posto in essere
atti autolesionistici, in seguito a dissensi con altri detenuti aventi la
stessa ideologia politica.
Si fa presente, comunque, che durante la permanenza nell'istituto milanese, il
detenuto ha effettuato regolari colloqui interni con la moglie Alberta Biliato
e, pur continuando a rifiutare il vitto dell'Amministrazione, dal 19.1.2000, ha
sospeso lo sciopero della fame.
Nel corso della sua permanenza presso la Casa di Reclusione di Milano il Dorigo
è stato visitato con regolarità dai medici dell'istituto che hanno definito la
sua situazione clinica «priva di rilevanti problematiche».
Per quanto concerne l'attività lavorativa, si è accertato che l'interessato ha
svolto solo un periodo di lavoro in prova presso la S.P.E.S. S.p.A. che
tuttavia lo ha successivamente giudicato non idoneo.
Si comunica, inoltre, che il Dorigo l'11.9.99 è stato trasferito dalla cella già
occupata non arbitrariamente, ma a seguito del rinvenimento all'interno di essa
di due pezzi di metallo celati nel condotto di aerazione. Al riguardo sembra
opportuno sottolineare le numerose segnalazioni, provenienti dagli stessi
compagni di Dorigo, (COMPAGNI DI DORIGO ? QUALI ? WILLIAM UN
PALESTINESE CHE LAVORAVA CON LUI AL GRUPPO AUTOGESTITO DA LORO COMPOSTO, ERA
STATO TRASFERITO A FEBBRAIO IN SICILIA, I DUE EX BR CHE ERANO IN SEZIONE CON LUI
CERTAMENTE NON POTEVANO AVER DETTO QUESTO, ANZI AVEVANO AVVERTITO PAOLO CHE NON
AVREBBERO POTUTO PIU' INTERVENIRE DOPO CHE PAOLO AVEVA REAGITO AD UNA
PROVOCAZIONE DI UN DEMENTE, CON UN CEFFONE UN PO' PESANTE, PROPRIO NON POTEVANO
"INTERVENIRE" PERCHE' ERANO DI FATTO COLLUSI NELLE MEDIAZIONI CON FASCISTI E
PORCILE VARIO) che lo indicavano come un soggetto sempre pronto a creare
tensione all'interno della sezione.
IL FASSINO
SI RIFERISCE AD UN RAPPORTO F.TO ISP.POLI NEL QUALE SI RIPORTA UNA LETTERA
ANONIMA.
QUESTA LA
GRANDE CAPACITA’ DI MANIPOLAZIONE DEL FASSINO.
QUANTO ALLA TENSIONE, ERA CREATA DA
DETENUTI COLLABORAZIONISTI VICINI AL NAZISTA CAVALLINI, CHE MAL VEDEVANO LA
CONVIVENZA CON UN SIMPATIZZANTE DELLE BR. CAVALLINI FACEVA PARTE ALL’EPOCA DEL “GRUPPO
DI RAPPRESENTANTI” DEI DETENUTI NOMINATO INSINDACABILMENTE DAL DIRETTORE
MELLACE, EX COMMISSARIO DI PS
Si rappresenta, infine, che tutte le istanze del
detenuto finalizzate ad ottenere di essere visitato dal proprio medico di
fiducia sono state riscontrate positivamente; e invero una prima visita è stata
effettuata il 3.11.1999 mentre una seconda visita, pure autorizzata, non ha
avuto luogo per cause non dipendenti dall'Amministrazione.
Il Ministro della giustizia: Piero Fassino.