NAZISTI AL LAVORO NEI LAGER TEDESCHI

Bruciato Vivo!

In un cella di un carcere tedesco, un rifugiato di 21 anni proveniente
dalla Sierra Leone è stato bruciato vivo legato al suo letto.

Oury Jalloh esule africano di soli 21 anni è morto il 7 gennaio 2005 a
Dessau, in Germania, in una cella di polizia. E’ stato bruciato vivo
incatenato mani e piedi alla sua branda. Le autorità tedesche parlano di
suicidio.
Lo stesso giorno in un’altra città tedesca, a Brema, un altro rifugiato
africano della Sierra Leone, Laye Kondé moriva di asfissia con i polmoni
pieni di liquido introdotto forzatamente dalla polizia che intendeva
fargli vomitare la droga che supponevano nascondesse.
Le statistiche parlano chiaro: secondo i dati pubblicati dal giornale
TAZ, il 60% dei tedeschi ritiene che ci siano troppi stranieri nel loro
paese; il giornale Die Zeit sostiene che in Germania viene commesso un
crimine ogni ora da parte dell’estrema destra.
Le stesse forze dell’ordine sono responsabili di omicidi e atroci
torture ai danni dei migranti e dei rifugiati.
E’ evidente che l’intolleranza e il razzismo in Germania stanno
dilagando con il tacito appoggio delle autorità.
Pochissimi tedeschi, nessuno di Nassau, ha partecipato ai funerali e
alle iniziative in memoria di Oury tenute il 29 marzo scorso a Berlino e
a Nassau.
Ora le autorità tedesche stanno cercando di insabbiare la vicenda,
impedendo in tutti i modi che vengano condotte le indagini per fare
chiarezza sulla sua morte di Oury Jalloh.
Solo pochi giorni fa infatti, dopo mesi di lotta e di manifestazioni
pubbliche, periti indipendenti sono stati autorizzati a condurre l’autopsia.
Oggi 2 maggio 2005, manifestiamo davanti al Consolato tedesco, perché
venga fatta giustizia e vengano resi noti i responsabili di questi
barbari assassini. Chiediamo inoltre al governo tedesco la fine della
brutalità della polizia e la condanna verso qualsiasi forma di razzismo
e di intolleranza.

Gruppi Riuniti Anarco Liberazionisti
Animal Action: animal.action@email.it