CONTESTAZIONE
DELLA FALSA SINISTRA A TEATRO
PER I COMPAGNI DI LECCE SOTTO PROCESSO
La contestazione è stata verbale ma
molto pesante ed è riuscita perfettamente.
Gli spettatori sono stati inquadrati
uno per uno dall'occhio di una telecamera
e interrogati sulla provenienza dei
biglietti. Nessuna risposta, vistoso imbarazzo,
tanti pezzi grossi con l'acqua alla
gola, tante donne impellicciate coma la
prima alla Scala.
L'ingresso è avventuto con evidente
fretta e tra le "forche caudine" dei vocianti
contestatori. La direzione del
Teatro ha tentato prima di trattare, poi
velatamente di intimorire, infine ha
fatto spuntare qualche biglietto dell'ultim'ora
per "corromperci".
Il gruppo della protesta si è
allargato dinanzi ai cancelli, quando molti cittadini
sono stati fatti accomodare su sedie
di fortuna (e non sulle usurpate poltroncine)
e hanno richiesto il rimborso,
unendosi a noi.
Uno spettro s'aggira per Foggia,
quello dei Guastafeste.
Ecco il volantino distribuito ai
diretti interessati:
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Se stasera siamo qui…
L’ultima volta che Matteo Salvatore cantò a Foggia
l’Ariston era esaurito
e chi aveva i biglietti pagati sostava in piedi a
guardare i Portoghesi che
sedevano sulle usurpate poltrone. Quando Goran
Bregovic suonò al Mediterraneo
le prime quattro file erano riservate ai politici
e ai loro amici, ai giornalisti
e ai loro
accreditati compari. Cornacchione è riuscito nell’impresa (ancor più
ardua) di raggiungere il “Sold out” molto tempo
prima che i comuni mortali
potessero veder sollevarsi la saracinesca del
botteghino.
E’ inutile negarlo: Foggia è governata da
un’oligarchia parassitaria che dispensa
miserevoli privilegi alla dorata cerchia dei
lacchè. In questa città si convocano
artisti, comici e cantanti ad uso privato, come
nelle tenute di campagna del
Veneto palladiano, in edifici tirati su e riadattati
coi soldi dei plebei. Le
liete serate di “Cultura” dalle nostre parti sono
ad esclusivo appannaggio della
ristretta cerchia dei soliti intimi: raccomandati,
accreditati, confidenti e
portaborse. “La classe dirigente” e servile che ci
insegnano ad amare a scuola…
Questi boiari dello zarismo foggiano ci sono
insopportabili come cento Bruno Vespa!
Parassiti sociali, il più delle volte
completamente disinteressati all’evento
a cui assistono gratuitamente, che esercitano con
sistematicità il piccolo
abuso come stile di vita, l’arte dello scrocco
come propedeutica all’autorità,
l’ingresso a sbafo e la corsia preferenziale come
riempitivo della Nullità
di cui sono pregni.
Rovinare la festa ai blasonati è divenuto per noi
un dogma etico-sociale.
Torniamo ad irrompere nei recinti della Città
Celeste.
Imponiamoci l’autoriduzione.
08/01/1917 - Dalla tolda dell’Aurora, Jacob &
compag