Domenica 3 giugno il Dittatore Democristiano - soprannome che “Il
Bolscevico” (organo del PMLI) ha affibbiato al Mortadella - è a Trento per
presenziare al Festival dell’Economia.
Durante l’incontro conclusivo, un centinaio di attivisti vicentini
del comitato NO Dal Molin fa irruzione nell’Auditorium teatro dell’iniziativa,
sventolando le bellissime bandiere simbolo della lotta contro la costruzione
della nuova base yanqui presso l’aeroporto civile della città berica e urlando
slogan all’indirizzo del capo del governo italiano.
La portavoce del Presidio permanente - Cinzia Bottene - prende il
microfono e ‘pesta’ pesantemente Ciccio Papero e la sua maggioranza: <Noi
gridiamo no alla base. Stiamo lottando perché non venga costruita vicino al
centro storico, a quindici metri dalle case e a 1.400 metri dalla Basilica
Palladiana. E’ una vergogna che la città non venga sentita dal governo, non ci
hanno permesso neanche di esprimere il nostro parere con un referendum. Ci
stanno trattando in maniera ignobile e mi spiace tanto perché io sono una che l’ha
votata, signor presidente, e si è sentita tradita perché l’ha votata sulla base
di un programma che parlava di riduzione delle servitù militari e democrazia partecipata.
Dove sono quelle parole?> (dalla “Stampa” del 4 giugno, pagina 2, n.d.a.).
Impossibile - per chiunque si dichiari, non diciamo comunista, ma
anche solo blandamente democratico - non concordare con le parole della
Bottene; ma il Maratoneta Emiliano, alla fine della contestazione, non si
scompone e ribadisce la sua scelta di continuare a far fare da schiavo al
popolo italiano nei confronti del padrone yanqui: <La decisione politica è
stata presa ed è una decisione che noi manteniamo> (ivi, n.d.a.).
Va ricordato che l’impegno per la concessione della zona del Dal
Molin fu preso, verbalmente, dal Nano di Arcore, mentre il Ciclista Bolognese
decise autonomamente di rinnovarlo - mentre si trovava a febbraio in visita ufficiale
in Romania - senza neppure consultare il suo governo ed i suoi alleati.
Ecco perché riteniamo più che legittimo il soprannome usato all’inizio
di questo nostro intervento, ed ecco perché invitiamo tutti i sinceri
democratici - siano essi pacifisti o semplicemente pacifici - a continuare a sostenere
con ogni mezzo la lotta vicentina così come tutte le altre di coloro che si
oppongono al peggioramento delle condizioni di vita della popolazione e allo
scempio del territorio.
VIA IL GOVERNO DELLA GUERRA!
NO BUSH, NO
WAR!
Stefano Ghio
Torino, 04 giugno 2007