CONTRO “I FESTAIOLI”
PER LA RIVOLUZIONE
Innanzitutto, non siamo contro le feste, contro le festività, né tantomeno contro le celebrazioni quando sono di eventi storici delle masse e della libertà (25 aprile e 1 maggio, o il 19 giugno dei prigionieri politici e di guerra del Partito Comunista del Perù, il 7 novembre della Rivoluzione Sovietica in Russia, per esempio), e non delle mummie guerrafondaie (“giornata delle forze armate”, celebrazioni della “vittoria” di Pirro costata oltre 600.000 morti, della cosiddetta “1a guerra mondiale” per conquistare città che potevano benissimo continuare a restare in Austria e Slovenia, dove era anche predominante un'altra lingua; tanto per fare due esempi), che in nome della Patria calpestano la Patria e che in nome della Costituzione calpestano la Costituzione elevando corpi militari al di sopra del fango in cui storicamente sono collocati.
Ciò non significa che la grande kermesse del 1 maggio di Cgil-Cisl-Uil, annualmente trasmessa dalla Rai, sia per noi una festa correttamente posta. Tutt'altro: è appunto il "top" del festaiolismo, come vedremo, solo che ha copertura istituzionale più marcatamente esplicita.
Siamo però contro le prassi dissolute, contro l'ideologia birraiola e spinellona, contro ciò che ha compromesso la possibilità di intere generazioni di giovani di impugnare la propria vita nella lotta. Cioè non è che disdegniamo la birra, è che ci va di berla a tavola, tra amici o in famiglia, nella vita che conduciamo tutti noi sfruttati, spendendo 35, o 50,60 centesimi a lattina (da 33 o da 50 cc), e non a colpi di 3,4 o 5 euro nei locali (dove a volte cadiamo vittima di fame o sete), e nemmeno nei dispenser ferroviari od autostradali (birra analcolica).
E non è che siamo dei negazionisti del fatto che una tirata di spinello possa anche far bene, è che non ne abbiamo “bisogno”, possiamo stare tranquillamente 15 anni senza fare una tirata, non cambia nulla.
Uguale con i pantaloni ed i vestiti. Inutile cerchiate di fregarci, le vostre morose guardano l'etichetta, le nostre mogli no.
Inutile siate economicamente ristretti, è un'apparenza per fregare il fisco.
Poi i soldi per l'aereo non vi mancano mai.
Una ideologia che nega l'Ideologia, un rimescuglio di sorelismo, di luoghi comuni fasulli su bakunin, su Stalin, una negazione vera della Anarchia e un suo elevamento, filtrato in maniera borghese e con contenuti borghesi, allo scimmiottamento della Rivolta, che Rivolta non è, ma stare coi piedi su due scarpe. Il che non riguarda solo il Rivolta, il Leoncavallo, ecc.ecc., ma anche molti tra coloro che li osteggiano.
Tant'è che nel “Festaiolismo” si inneggia a volte persino su Pol Pot, o si mescola Stalin con Mao Tse-Tung.
Indubbiamente Stalin ha lottato e diretto il suo Popolo contro il fascismo, ma nessuno ha ancora smentito sul piano della Storia, l'analisi critica dei compagni cinesi sul suo 30% di errori.
Mentre confondendo Mao Tse-Tung con Stalin, qualcuno gioca ancora a fare il maoista per portare acqua a ben altri mulini, del tutto deviati.
O per fare confusione su Mao stesso, che come noto fu troppo buono (o era troppo anziano) verso i futuri golpisti revisionisti Deng Tsiao-Ping e Hua Kuo-Feng (assassinatori della rivoluzione culturale proletaria e del socialismo in Cina).
Anche costoro che operano queste subliminali confusioni, fanno uso del Festaiolismo.
In pratica: ciò che li accomuna è proprio il Festaiolismo. Ridiamoci sopra, ripjate, che te frega, ricomincia a vivere, e via discorrendo.
Lenin diceva che la musica è l'oppio dei Popoli. Non negava valore al canto corale come mezzo e modo di stare insieme delle masse, negava valore all'ideologia che sottendeva la manipolazione musicale del suono.
Di qui al tratto distintivo dell'uso degli stupefacenti per creare dipendenza psichica. Siamo caduti nel triplo tranello, potrebbero dire di sé i giovani che vanno in certi luoghi e poi, schifati, abbandonano la politica (la maggior parte di loro).
Il primo tranello: che non vi sia una Ideologia, per poi ricadere in uno scimmiottamento borghese della ideologia dominante tramite ideologie fasulle che negano il marxismo-leninismo-maoismo solo come declamazione offensiva, perché non reggerebbero il confronto neppure un attimo.
Il secondo tranello: che i consumi economici collettivi (come le birre, l'hascis, le bagolate, ecc.), siano un ottimo sistema di sopravvivenza economica e di resistenza umana. Nulla toglie che le forme comunitarie siano in sé una forma di rifiuto, ma questo vale solo se al loro interno vigono Principi solidissimi ed Altissima Coerenza. Viceversa si tratta solo di bar o localini sedicenti “alternativi”, dove addirittura alcuni ci guadagnano soldi a discapito di altri. (Tutta l'economia, dagli adesivi alle magliette, dai cd, ecc., si dimostra in realtà positiva solo se funzionale ad organizzare le masse, se appare funzionale ad organizzare l'”antagonismo”, in realtà non organizza un bel nulla, solo dà valore economicamente compatibile all'esistente, al luogo stesso). (Per non parlare di quelli che fanno le cooperative per “aiutare” i bisognosi: aiutano innanzitutto sé stessi con un reddito, e secondariamente rappresentano proprio l'opposto delle idee che paventano, a questi poveretti. Tanto più che esistono persino giri di compagni che si arricchiscono con gli affitti ai prezzi di mercato. Mentre magari l'operaio immigrato disoccupato si ritrova a non poter fare alcune azioni di ripristino dei diritti fondamentali della propria persona perché non ha dove dormire, e ci sono giri di compagni che hanno grandi spazi, anche pubblicamente concessi, dove non è prevista una Casa del Popolo.
Il terzo tranello: che ascoltare la musica cantata da gruppi musicali, sia una forma collettiva positiva. È al contrario altamente negativa, perché si impone e diviene “l'unico” ed il principale metodo di “stare insieme”. Svilisce la lettura, la discussione, il confronto, le camminate, ed in questo senso va detto che le masse hanno da sempre varie maniere alternative di evitare di dover stare insieme solo ascoltando la musica, o peggio, frequentare i localini.
Tornando al tranello 3, il mezzo per procacciare risorse economiche per la lotta, è diventato il fine di chi è passato allo Stato continuando a camuffarsi da rivoluzionario. È inutile che ci giriate intorno, compagni di un tempo, e stabilizzatori delle cose di oggi, impostori di una Ideologia borghese (il toninegrismo) che non libera ma accumula, e soprattutto, vive di milioni (?) di copie vendute dalle maggiori case editrici capitaliste.
La "sinistra" italiana (quella che non parla di Resistenza tradita e considera i democristiani tra le parti "sane" del paese) è diventata i festival musicali, le catene discografiche, i cd-dispenser, il manifesto-usa-e-getta con supplemento allegato, ed i tranelli di cui vi giovate sono cose che anche nei '70 son servite a distruggere la partecipazione di decine di migliaia di compagni. Siamo quindi contro la politica-kermesse. Ed infatti noi che ci sporchiamo le mani, quando servireste a far numero, non ci siete mai. Buon lavoro, o costruttori dell'imperialismo.