Tra le conseguenze della attuale crisi generale capitalistica, che da oltre 30 anni si è sviluppata in forma di crisi da sovrapproduzione assoluta di capitale, vi è che non sanno più come e dove spendere i soliti che, in valori crescenti, vanno a finire nelle solite tasche.
L’inevitabile –a meno di una Rivoluzione- conseguenza è molteplice ed estremamente dannosa.
Si paventa la crisi, mentre questa produce continue sue manifestazioni e conseguenti discese in campo della lotta di classe, vi è un’altra lotta di classe, più generale ed onnivora, che sta distruggendo ogni cosa, e questa vede la sua immagine nella alleanza occulta del grande capitale industriale e finanziario, con la malavita organizzata.
Questa, è terminale e fonte di accumulazione di capitali crescenti.
Nelle varie sedi di Fincantieri, per esempio, circa 12.500 operai forniscono un capitale nero ad una cerchia di un centinaio circa tra dirigenti dell’azienda, e titolari di imprese di appalto, che è stimabile in circa (da 400*12500=5.000.000 a 800*12500=10.000.000 di euro al mese). Questa accumulazione primitiva, dà luogo a circa 120 milioni di euro all’anno, che vengono in buona parte riutilizzati per ampliare le sfere di influenza, coprire spese in altri settori, aprire nuove aziende, acquistare generi costosi, garantire ai figli scuole di lusso, ecc.
Una parte di questi soldi, che se calcoliamo la sola realtà puramente industriale, che è di circa 300 volte la realtà di Fincantieri, danno un guadagno nero corrispondente in circa 3.000.000.000 euro all’anno, circa 6 mila miliardi di lire.
Un sistema per calcolare il nero è questo. Se una azienda industriale veneta fattura 100, il nero è almeno 20. Questa è la realtà delle cose, è sempre stato così. Di conseguenza non stiamo però parlando qui del giro del fatturato in nero che invece pare tanto interessare lo Stato, quanto del nero creato rubando sulle retribuzioni, sugli straordinari, sulle norme eluse, sui contratti non applicati correttamente o sulle qualifiche non riconosciute, per non parlare delle retribuzioni non pagate proprio, Tfr compresi. Queste sono problematiche che invece allo Stato interessano molto meno, visto come sono considerati gli Ispettori del lavoro.
Una cifra del genere, se reinvestita in bar, ristoranti, aziende di servizio, e soprattutto edilizia e logistica, anziché aumentare il benessere aumentando il numero dei lavoratori in regola, aumentano la concorrenza, e creano una crisi a quelle aziende dove questi fenomeni non sono dati.
Ma il problema grosso è che nemmeno viene reinvestita qui, ma cercandosi nuovi mercati, dove espandere il sistema di sfruttamento su maggiori profitti ancora.
Quindi il crescere della crisi da sovrapproduzione assoluta di capitale viene negato dai teorici, perché altrimenti la gente capirebbe e sarebbe la Rivoluzione, l’Insurrezione, la Rivolta generale.
È per questo che gente come Toni Negri e molti altri panciovilla, viene ben riconosciuta dalle grandi case editrici. Mica perché sono benefici verso chi un tempo predicava la sovversione armata.
Tornando alla degenerazione, la crescita di questo volume economico si vede anche nelle strade, con i SUV, i 4x4, i Tir giganteschi, una massa di spazio enorme crescente sempre più rubato al Popolo, una massa di verde cancellato da una rete sempre maggiore di strade.
Le rotonde, furto organizzato di spazio al Popolo, e sistema per rendere le strade meno regolari e più controllabili da sistemi tecnologici avanzati. Le collinette per rallentare il traffico, le spese sempre più esorbitanti per il traffico, a discapito di ben altre più importanti necessità, anziché la pesante limitazione del traffico stesso. Le spese stradali, inoltre, hanno alti profitti e non creano molto reddito, ma nuova e maggiore accumulazione della stessa produzione industriale. I Comuni lasciano anche molto spazio alla fantasia degli imprenditori, quando si tratta di risparmiare sui costi della sicurezza: ed ecco i lavori stradali (specie la riasfaltatura o la verniciatura delle strisce, o la inutile potatura di molte piante e siepi) “lampo”.
Un pacco di spaghetti che viaggia in 6 o 7 sedi logistiche diverse (chiamate Piattaforme) prima di arrivare sullo scaffale dove viene venduto, e che viene ritrasportato se rimane invenduto. La crisi da sovrapproduzione assoluta di capitale è anche sovrapproduzione di merci, con la differenza per i dilettanti del marxismo, che non si chiama crisi da sovrapproduzione di merci, perché in realtà i capitalisti basta che vendano 1/5 dei loro prodotti che ci guadagnano ancora.
È logica, tutto questo, o follia ?
(8.6.2010)