13-02-2007

Il "moderno fascismo" pretende di criminalizzare la stessa ideologia comunista di un tempo (marxista-leninista) per poter meglio colpire il maoismo un domani che le masse proletarie e popolari del nostro paese se ne approprieranno compiutamente nel conflitto politico e sociale. Così vecchi e nuovi ceffi dell'emergenza mescolano compiutamente "operazioni di polizia preventiva" e stigmatizzazioni di comportamenti "vicini alla violenza" dopo l'arresto di quindici tra compagni che peraltro in passato erano già stati prigionieri in processi di lotta armata, e compagni impegnati nella lotta quotidiana, come sei compagni del Centro popolare occupato Gramigna di Padova, che in questa città culla della più infame repressione, da vent'anni costituiscono un punto di riferimento. Così personaggi di varia natura e foggia si uniscono al coro del "Fermati prima di uccidere", ed altre amenità, utili a criminalizzare le posizioni di chi non ci sta alla dittatura borghese dell'arco CGIL/CISNAL/AN/DS/FI/Margherita, cui Rifondazione di ferrando e "comunisti italiani" di diliberto aderiscono entusiasticamente ad ogni nuova fasulla emergenza. Che poi, signori, è più per il culo che vi trema solo a ricordare certi anni, e non certo per la morte di qualcuno di voi, indifeso per mesi e lasciato a far da vittima sacrificale utile agli utili della grande borghesia (Biagi), che scatenate di volta in volta le vostre immonde speculazioni su "operazioni di polizia" in grande stile che per stessa ammissione degli investigatori "hanno comportato grandi spese di uomini e risorse per oltre 2 anni"... La falsificazione giudiziaria/mediatica giunge a riproporre (sin dal 1993 e poi dal 1999) il termine "Nuove Brigate rosse". Questa balla (che le Br possano essere "Nuove", quando hanno una modulare e ripetuta metodica da 30 anni invariabile), serve solo a negare le possibilita' del proletariato europeo ed occidentale di unirsi alla nuova ondata della Rivoluzione Proletaria Mondiale, cercando di far passare l'equazione Br uguale comunismo, quando e' invece stato dimostrato da molti anni che la strategia Br dopo la fase della propaganda armata si e' involuta in una forma di negazione del materialismo dialettico, della linea di massa e del riconoscimento della direzione della politica sulla guerra. Ma non basta, enfatizzato l'arresto di un delegato appartenente ad una Rsu, detta in alcuni organi di informazione Cobas; forse a Venezia qualcuno desiderava una pezza d'appoggio alle sue stronzate contro l'autorganizzazione più combattuta sottotraccia d'Italia. Ma non è tutto, l'Aurora, questa rivista clandestina certo non appartenente ad un gruppo passato all'azione, nonostante anni ed anni di pubblicazioni, corrisponderebbe alla "seconda posizione": altra falsità colossale: la "seconda posizione" fu quella della Unione dei comunisti combattenti (mistificata come unità comuniste combattenti), che sorse dopo l'espulsione di un paio di militanti dalla direzione strategica Br-pcc nel 1984-1985. Ma della "seconda posizione" non vi è traccia operativa sin dal 1987. Perché altra cosa sono appunto i gruppi libreschi (Cellula per la costituzione del pcc, Aurora, ecc.) che per anni ed anni campano politicamente senza mai passare all'azione. La mistificazione serve intanto a tenere in galera le persone. Che poi le intercettazioni siano bufale è ovvio: sapendo di essere intercettati, si può anche rendere pazzi di rabbia e di paura gli sgherri della borghesia. La montatura in stile 7 aprile continua: Valpreda, Marini, Soccorso rosso, 7 aprile, Onda rossa, radio Alice, Bollettino (inchieste mastelloni-ganzer, ecc.), uno stile che va riaffermato da serial-briller di nota ripetitività che da quasi 30 anni continuano a far cassetta su questo genere di cose, come si è visto nelle principali emittenti di questa serata appena passata.

Solidarietà ai prigionieri, morte all'emergenza imperialista borghese torturatoria e fascista di questo stato che fonda la sua "personalità" sul dispregio dei valori Costituzionali...

 

16-02-2007

A parte la solidarietà dovuta, e di classe, ai compagni operai sequestrati dallo Stato in quanto accusati si vedrà se sulla base di prove o di meri indizi, solidarietà che è stata espressa (ma non raccolta dai media e rifiutata da certi numeri di fax sempre occupati), anche dall’auto-organizzazione di classe operaia, questo breve intervento riprende alcuni concetti, che individualmente ho già portato avanti negli ultimi anni, e di cui mi assumo individualmente le responsabilità, come contributo di chi ha sviluppato sempre nella pratica collettiva le proprie convinzioni e passaggi.

Posto che non ho mai avuto l’occasione di leggere questa rivista clandestina “Aurora”, leggo sui media che riproporrebbe il modello dell’organizzazione politico-militare, dell’unità del politico e del militare, che la Storia ha dimostrato inadeguato e perdente, come ho dovuto riconoscere politicamente nel documento di rettifica ideologica ed adesione al marxismo-leninismo-maoismo, che ho presentato in detenzione nel corso del 2004 in due processi (link: http://www.paolodorigo.it/doc%202%20htm/2004_05_14-2005_04_25-Documento%202%20-%20Livorno%20-%20aggiornatoi.html  ). Oltretutto circa la assunzione di essere la continuazione della "seconda posizione" va detto che l'unica espressione politica data e sorta NELLE BR-PCC della "seconda posizione" è stata, dal 1984 al 1987, quella dell'Unione dei Comunisti Combattenti, che tuttavia non prevedeva incarichi militari ai compagni irregolari ma solo ai regolari clandestini.

Il modello dell'unità del politico e del militare non è confacente al grado di avanzamento del conflitto di classe e di partecipazione delle masse alla politica ed alla lotta, in quanto rinchiude le stesse possibilità rivoluzionarie dentro schemi e schemini, peraltro purtroppo risibili nella loro concezione centralizzata, che non riescono né possono riuscire a coniugare l’esigenza delle masse proletarie di auto-organizzarsi e quella del Partito comunista in costruzione, di dirigere il processo rivoluzionario, senza doversi fare direttamente carico se non a livello di guida ideologica e di piano generale, della formazione e sviluppo di un autentico Esercito proletario che possa assumere i compiti che richiede la stessa violenza e quotidiana persecuzione di massa ed individuale della borghesia assassina.

I tre strumenti della rivoluzione sono indispensabili alla rivoluzione, e chi pensa ancora al modello dell’unità del politico e del militare nella stessa formazione, non potrà purtroppo che dare altro che segnali di resistenza ed insieme di sconfitta tattica, il che, sconfitta tattica dopo sconfitta tattica, si traduce in sconfitta strategica, se supera i decenni e le generazioni senza produrre qualcosa di nuovo.

Oltretutto, se fosse vero, portare oggigiorno delle avanguardie di fabbrica a rischiare il carcere per compiti che spettano ad un Esercito proletario autentico, e che allontanano poi compagni stimati nei posti di lavoro, dalla classe operaia, su cui cade il maglio reazionario dei falsi sindacati di regime.

Inoltre va detto che assumere il patrimonio della Terza Internazionale, non può significare dimenticare le grandi lezioni della terza tappa del pensiero-pratica comunista, il maoismo, farlo significa cadere nel revisionismo, sia pure armato.Saluti comunisti, Paolo.

 

08-03-2007

striscione a Marghera davanti a Fincantieri

Criminalizzando come "terrorista" un  organismo in  costruzione, peraltro modesto, anche se dall'importante nome, Soccorso Rosso Internazionale, che cosa voleva rappresentare il cronista di turno sulla "nuova mestrevenezia" di ieri ?  E trattando uno striscione dal testo assolutamente nonviolento e legittimo "Per i rivoluzionari prigionieri LIBERTA'", che cosa voleva fare il ceppo nero che dirige tale giornale ?  Terrorismo di stato stile Piazza Fontana ?  Che c'entra un testo del genere con le BR ?   Nulla. E se fosse stato uno striscione delle BR, non potevano scrivere nulla, sennò gli facevano publicità alle BR. Invece è un testo UMANO, e allora dagli addosso all'untore.

Ragazzini: Bettin.

Ragazzini: Molin.

Ragazzini: C... come ti chiami di Forza Itaglia.

Se scambiate per segni di "terrorismo" la SOLIDARIETA' DELLA CLASSE OPERAIA, significa che voi dovete andare in neuropsichiatria, non noi comunisti autentici che ancora e più di prima credono in Marx, Lenin, Mao Tse-Tung !!!

E pure in Gramsci !

Quanto all'aver tirato in ballo questo giornalucolo, il mio nome, nel merito di chissàquali attentati, sono stato unicamente condannato con una sentenza per un singolo "attentato" per la quale la giustizia stessa italiana mi manda assolto nonostante 12 anni e 5 mesi di galera pre-scontata ed uno sputtanamento EUROPEO conosciuto in tutto il mondo di cui lo stesso vostro giornalucolo ha assai parlato. E quindi riceverete la diffida del mio legale.

Il clima da caccia alle streghe che state cercando di creare, figliocci di una falsa sinistra che sinistra non è, in una città che sta sperimentando l'abisso della negazione della realtà vissuta dal popolo lavoratore, vi ricadrà addosso.

Quanto a me, NESSUNO POTRA' IMPEDIRE A ME ED AI COMPAGNI SLAI COBAS DI VENEZIA, MESTRE, MARGHERA, MIRA ECC., DI OPERARE NELLA CLASSE OPERAIA PER I SUOI INTERESSI E NON PER I VOSTRI, novelli gestori di fondi finanziari !!!

(Paolo Dorigo)

 

15-4-2007

Cari-e Compagni-e del Laboratorio Rivoluzionario Gatto Selvaggio, mi scuso e me ne duole per il ritardo di questa mia lettera solidale alla Vostra lotta e diritto di lottare, alla Vostra creatività, disponibilità e generosità di classe proletaria anche verso lotte difficili da comprendere a prima vista, ma ben spiegabili e collocabili nel contesto che viviamo, come quella che portiamo avanti contro le torture tecnologiche e carcerarie.

L’inqualificabile ed indegna azione di sgombero nei Vostri confronti, rispetto ad altre analoghe azioni di provocazione che Stato borghese e fascisti in doppiopetto portano avanti in questa fase, ha un in più nella fattispecie provocatoria che la “sinistra” romana (quella tanto cara al togliatti) ha voluto esplicare in più occasioni contro la Vostra capacità di realizzare e liberare spazi vivibili, e di storica presenza tra i proletari, che molti di Voi si sono conquistati in altri anni, ben diversi dall’infamia dominante di oggigiorno.

Voglio augurare alla Vostra esperienza Lunga Vita, nuove Vittorie e Riaffermazione del diritto di lottare, di vivere, e di esistere, fuori e contro questo fascismo indegno e filoamericano di cui pure il “loro” Sindaco non sembra essere abbastanza schifato…

Saluti comunisti

Paolo Dorigo

 

Maggio 2007

TUTTI QUA

TUTTI LA’

TUTTI SU

TUTTI GIU
QUANTI

SIAMO
CI CONTIAMO
TRALLALLERO
TRALLALLA’

 Canzoncine che potrebbero andar bene in periodi ben diversi, di serena affermazione di un nuovo movimento operaio e proletario giovanile, capace di conquistarsi spazi non grazie al clamore delle dichiarazioni di alcuni presunti leader né per l’opportunismo mellifluo e mediativo di altri presunti leader

Sono, ma penso bene di poter scrivere che in parecchi, eccome, siamo, sia contro l’individualismo di chi ha la coda di paglia e deve fare i distinguo quando in precedenza non ci aveva certo pensato, sia contro il falso collettivismo dei birraioli e dei discotecari di comodo.

Siamo proletari.

NON USIAMO LA PAROLA TUTTI.

TUTTI CHI ?
Dietro quale programma, con quali prospettive, metodi di auto-organizzazione, democrazia proletaria autentica in costruzione nell’autonomia di classe, e soprattutto, con quale ideologia politica ?

Non certo l’ideologia dei senderologhi, o dei raffisti, o dei tifosi di tutte le stagioni, oramai coi capelli bianchi oppure calvi senza un pelo …

NO. L’ideologia che unisce.

L’ideologia che permette la distinzione.

E l’UNITA’ DEGLI ONESTI, DEGLI SFRUTTATI.

Non degli sfruttatori !

 IN ONORE DEL MAOISMO

IN ONORE DEL 27° ANNIVERSARIO DELLA GUERRA POPOLARE DEL PERU’ FARO DELLA RIVOLUZIONE PROLETARIA MONDIALE !

 Paolo

 

15.6.2007

SOLIDARIETA’ CON I PROLETARI PRIGIONIERI IN OCCASIONE DELLA GIORNATA

DELL’EROISMO (PERU’ 19 GIUGNO 1986, 300 CADUTI)

AI CARCERATI DI VENEZIA ED AI LORO FAMILIARI

Oggi 16 giugno, giornata di colloqui nel carcere di Santa Maria Maggiore, siamo qui per portare la nostra solidarietà ai carcerati che anziché

vendersi, cercano di stare il meno possibile in carcere senza cedere nulla alla dignità, e dando solidarietà a chi ne ha più bisogno. Ovviamente il

nostro volantino è anche destinato alle prigioniere della Giudecca.

Sappiamo per esperienza diretta e perché in questo luogo così cupo le lotte negli anni passati non sono mancate, che cosa sia il carcere, e che cosa

siano in particolare i carceri veneziani.

IL 19 GIUGNO

L’occasione per cui siamo qui ci è data dal XXI° anniversario, che decorre martedì 19, della Giornata dell’Eroismo, quando la più importante

Rivoluzione in corso nel mondo (quella del Perù, iniziata il 17 maggio 1980), registrò un drammatico eccidio, recentemente condannato persino

dalla Corte InterAmericana dei Diritti dell’Uomo, con la perdita di 300 militanti e simpatizzanti, uomini, donne, ragazzi e ragazze, del Partito

Comunista del Perù, dell’Esercito Guerrigliero Proletario (oggi Esercito Popolare di Liberazione, attivo nella Guerra Popolare e nella costruzione

del Nuovo Potere con Basi di Appoggio e zone liberate). Questo eccidio avvenne per mano dell’Esercito e persino delle cannoniere da guerra della

Marina militare del Perù, su ordine del genocida Garcia Perez, allora ed anche adesso, Presidente e servo degli americani, di quel paese, dove

l’astensionismo elettorale è maggioritario e la spietatezza del potere delle classi borghesi legate alle multinazionali americane, francesi, giapponesi,

e occidentali, ha raggiunto livelli inauditi (sino alla sterilizzazione obbligatoria di 250.000 giovani donne indie). Da notare che in quel periodo il

governo peruviano si avvalse dell’aiuto di Bettino Craxi per arricchirsi (scandalo della metropolitana di Lima, 1986), e dell’aiuto dei carabinieri

italiani per la costruzione di nuove carceri speciali. Da notare anche che l’Italia ha fatto ogni sforzo per non interrompere in alcun modo i rapporti

diplomatici con i governi del genocida Garcia Perez, né del genocida (e detenuto) Fujimori, che con l’agente CIA Montesinos, costruì una infame

montatura contro il dirigente della Rivoluzione, il Presidente Gonzalo, tuttora prigioniero sotto terra sin dal 1992. Montature anche successive per

definire “Sendero Luminoso” stragista e genocida, mentre è documentato e dimostrato dalla Corte dei Diritti Umani e dagli stessi responsabili

medici nazionali peruviani, che gli eccidi e i desaparecidos non solo sono meno di quanto denunciato scandalisticamente, ma sono responsabilità

dell’Esercito e delle forze speciali e paramilitari (in cui vengono anche arruolati obbligatoriamente contadini indios). La repressione e le carceri

sono un fatto oggigiorno internazionale e seguono politiche internazionali, come ben sa il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria. Che

gestisce anche spiate a livello planetario contro le Rivoluzioni. Con l’eccidio del 19 giugno, e di altri ancora, e con la repressione che le Guerre

Popolari devono affrontare in India, Messico, Filippine, Turchia, Kurdistan, si raggiunge, insieme alla repressione subita dal Popolo Palestinese, e

dai Popoli oggetto di aggressioni imperialiste (Iraq, Afghanistan) l’apice della repressione nazista imperialista, ammantanata dal ruolo di “pace”.

L’11 settembre è stata la scusa. Oggi le carceri segrete in Europa orientale, il lager di Guantanamo ed altri ancora, sono ciò che emerge da una realtà

sostanzialmente mondiale: un unico campo di concentramento. Sappiamo che nelle carceri veneziane i detenuti e le detenute possono lavorare. Ne

siamo lieti, anche se sappiamo che ciò non riguarda tutti come dovrebbe essere, e certo non riguarda molti altri istituti. Tra l’altro sappiamo che per

i servizi interni le mercedi sono misteriosamente state dimezzate sin dal 1991-1992.

IN ITALIA

L’apice della repressione carceraria è dato dal 41 bis, condizione detentiva riservata a detenuti, anche ricchi e accusati di mafia oppure di reati di

riduzione in schiavitù delle persone, ma anche a detenuti politici, che subiscono pazzesche montature e trattamenti di osservazione allucinanti per

impedire ai loro cervelli di pensare.

La Costituzione prevede che la Libertà sia sacra, ma limitabile nelle forme adatte ma pur sempre rispettose della Persona, solo per gravi fatti.

Il trattamento riservato ai detenuti in 41 bis e nelle carceri speciali NON è degno di un paese civile.

L’articolo 41 bis è solo la punta di un iceberg fatto di ingiustizie quotidiane, di abusi, di violenza, di suicidi indotti, di privilegi e di discriminazioni,

sia in ogni singolo carcere, sia nella distribuzione dei maltrattamenti a seconda degli istituti; il 41 bis significa essere isolati quasi tutto il giorno,

vedersi in pochissime persone per un’ora o due al giorno, non potersi stringere le mani con la propria madre, avere ogni oggetto, cartolina, cibo,

vestito, sottoposto oltre che a pericolose radiazioni, anche a forme di controllo barbare. È un trattamento vendicativo verso persone che hanno

come nel caso dei prigionieri BR-PCC in carcere dal 2003, che giunge a paradosse forme di ridicolo come nel caso della busta dell’istituto religioso

di Firenze trovata in cella di Nadia Lioce.

Ci sono anche poi trattamenti misteriosi ma non poi tanto, che tendono a far “pentire il prigioniero” o a farlo morire di infarto o suicida, trattamenti

psichiatrici o psico - tecnologici, attuati grazie al gran numero di esperti psichiatri e psicologi che lavorano dietro le quinte, apparentemente per

sostenere i detenuti, ma in realtà teso, come ha denunciato da anni il nostro compagno e concittadino Paolo Dorigo, a realizzare un sistema di

controllo nazista che impedisca alle persone anche di pensare.

Come denuncia da anni, il DAP non risponde. Tace. Anche ora che l’Associazione che ha fondato conta oltre 40 casi di cittadini maltrattati

perennemente con questi strumenti. Cosa pensare quando si viene a sapere che prigionieri politici come Diana Blefari “impazziscono” come hanno

voluto dire in una maldestra gestione del problema, forze della sinistra ? Se non che nelle carceri, e non solo, le forze di polizia TORTURANO con

strumenti psicologici ed uditivi NON DIMOSTRABILI per volontà della classe politica e della magistratura ?

Oltretutto in Italia è stato conquistato il diritto al “giusto processo” con la sentenza CEDU sul caso del nostro compagno Dorigo, che pur non

essendo brigatista come presunto brigatista ha fatto 14 anni di carcere e 2 di arresti domiciliari, sempre senza una condanna degna di questo nome,

ma ora che lui è fuori, e che la Cassazione gli ha dato ragione il 1° dicembre, non solo non effettuano la revisione, e continuano a perseguitarlo ed a

negargli l’assistenza sanitaria necessaria, ma non fanno passare la legge che attui i disposti CEDU e Cassazione, per tutti gli altri detenuti. Il

pazzesco è che la stessa Cassazione ci ha messo “la toppa” permettendo per ora in alcuni altri casi di annullare dei processi ingiusti e scarcerando

alcune persone, ma non abbiamo ancora una legge adeguata (sin dal 1998 un problema che si rinnova di parlamento in parlamento).

La repressione che recentemente ha colpito molti giovani compagni ed operai in particolare del Centro Popolare Occupato Gramigna di Padova, ha

dimostrato che le passate sconfitte della magistratura speciale veneziana, non hanno lasciato molta traccia nella Procura milanese “antimafia”.

Così abbiamo visto molti operai e delegati CGIL sono stati processati ancor prima dal sindacato CGIL che dalla stessa giustizia borghese !

Siamo solidali con tutti gli autentici proletari e compagni che in carcere continuano a solidarizzare per la lotta e contro le angherie, non lo siamo

con quelli che in cambio della libertà vendono ideali e lotte passate.

Siamo per una AMNISTIA GENERALE ma non per patteggiarla o pregare un potere corrotto di tutto ciò.

Siamo per la Rivoluzione non siamo per alcuna “Soluzione”.

Con questi contenuti noi siamo presenti nelle forme e modi che ci sono possibili, e andremo alla manifestazione di Padova del 23 giugno di

solidarietà al CPO Gramigna.

SOCCORSO ROSSO PROLETARIO VENEZIANO

aderiscono

compagni e compagne di Venezia, Mestre, Marghera e comuni vicini

 

giugno 2007

La nostra posizione, sin dal Manifesto del 1848, è stata sempre chiara: noi non proponiamo soluzioni ai nostri nemici e sfruttatori, noi lavoriamo per miglioramenti unilaterali che riguardano la maggioranza del popolo, cioè per noi, e per chi come noi subisce in qualche modo o le conseguenze dello sfruttamento (familiari degli sfruttati che non sono direttamente impegnati nel processo produttivo) o che sono vicini alle nostre condizioni (e che in qualche modo ne subiscono il riflesso oggettivo e materiale).

Noi non lavoriamo per qualcosa di “solutivo” nemmeno nel campo “psichico”: è un campo nato per e dai padroni, che non ci riguarda: sappiamo stare bene, se le nostre condizioni materiali sono sufficienti e dignitose.

Noi inoltre non costituiamo alcunché di accettabile per i nostri nemici, diversamente dalle caccole che irridono sul Libretto rosso del Presidente Mao Tse-Tung o di quelli che infamano quel gigante della Rivoluzione che è il Presidente Gonzalo del Partito Comunista del Perù.

Noi non prendiamo soldi dai nostri nemici, nemmeno di straforo, e se produciamo qualcosa, è coerente alle nostre idee.

Noi non ci vendiamo al nemico né per un piatto di lenticchie né per chissà quali ricompense.

Ciò non di meno chiediamo e rivendichiamo risarcimenti allorquando questo è possibile ed inoltre è politicamente utile alle masse sfruttate.

Noi non mettiamo la musica e il benessere psichico avanti all’eguaglianza ed alla lotta per essa.

Noi non ci diamo per sconfitti se l’imperialismo possiede chissà quali armi. Anche nel ‘800 le prime navi da guerra erano enormemente più potenti delle armi dei Comunardi, così come i pochi cannoni conquistati non furono da soli sufficienti ad impedire la repressione.

Noi non siamo simbolisti, ma materialisti.

Ciò non di meno non disdegniamo l’arte e la bellezza.

Questa è la posizione che abbiamo sempre assunto e nell’autonomia operaia organizzata degli anni ’70 e nel movimento rivoluzionario che dagli anni successivi alle sconfitte operaie (’80) e rivoluzionarie (’82) si è cimentato a svilupparsi nuovamente, e nelle nuove condizioni internazionali, del modo di produzione capitalista, e della nostra formazione economica e sociale.

Noi rivendichiamo le categorie marxiste, rivendichiamo l’ideologia marxista-leninista-maoista.

Nemmeno nell’autonomia operaia degli anni ’70 esisteva alcuno che sostenesse il contrario. Solo lo sviluppo dell’ideologia non era importante come oggi. Tutto pareva scontato. E il golpe revisionista del ’55-56 in URSS  e del ’76 in Cina, e l’invasione della Kampuchea da parte del Viet Nam nel 1979, non parevano poi inficiare i contenuti del nostro movimento.

 MA CERTO SIAMO E SEMPRE SAREMO E SARO’ CONTRO OGNI SOLUZIONE POLITICA CHE METTE AL CENTRO LA QUESTIONE DEI PRIGIONIERI E NON LA QUESTIONE POLITICA E SOCIALE DEL POTERE AGLI OPERAI ED AGLI ORGANISMI DELLE MASSE.

 Difendo quindi anche da voi, traditori che torturate me e tanti-e altri-e, la Costituzione di questo paese, perché è indietro, molto indietro ad essa, che volete andare, e perché quei valori della Costituzione, sono i valori delle masse in lotta per il socialismo ed il comunismo. Lo sono entro una mediazione, ma sono gli stessi valori.

 Valori che asini mercenari e traditori come voi, per quanto impegnati nella tecnologia siate, non capirete mai.

 Ed è per questo che sono per l’istituzione della pena di morte per chi tortura. Ovviamente commutata nell’ergastolo.

 E per la distruzione delle galere, ma a comunismo realizzato !