13-02-2007
Il "moderno fascismo" pretende di criminalizzare la
stessa ideologia comunista di un tempo (marxista-leninista) per poter meglio
colpire il maoismo un domani che le masse proletarie e popolari del nostro
paese se ne approprieranno compiutamente nel conflitto politico e sociale. Così
vecchi e nuovi ceffi dell'emergenza mescolano compiutamente "operazioni di
polizia preventiva" e stigmatizzazioni di comportamenti "vicini alla
violenza" dopo l'arresto di quindici tra compagni che peraltro in passato
erano già stati prigionieri in processi di lotta armata, e compagni impegnati
nella lotta quotidiana, come sei compagni del Centro popolare occupato Gramigna
di Padova, che in questa città culla della più infame repressione, da vent'anni
costituiscono un punto di riferimento. Così personaggi di varia natura e foggia
si uniscono al coro del "Fermati prima di uccidere", ed altre
amenità, utili a criminalizzare le posizioni di chi non ci sta alla dittatura
borghese dell'arco CGIL/CISNAL/AN/DS/FI/Margherita, cui Rifondazione di
ferrando e "comunisti italiani" di diliberto aderiscono
entusiasticamente ad ogni nuova fasulla emergenza. Che poi, signori, è più per
il culo che vi trema solo a ricordare certi anni, e non certo per la morte di
qualcuno di voi, indifeso per mesi e lasciato a far da vittima sacrificale
utile agli utili della grande borghesia (Biagi), che scatenate di volta in
volta le vostre immonde speculazioni su "operazioni di polizia" in
grande stile che per stessa ammissione degli investigatori "hanno
comportato grandi spese di uomini e risorse per oltre 2 anni"... La
falsificazione giudiziaria/mediatica giunge a riproporre (sin dal 1993 e poi
dal 1999) il termine "Nuove Brigate rosse". Questa balla (che le Br
possano essere "Nuove", quando hanno una modulare e ripetuta metodica
da 30 anni invariabile), serve solo a negare le possibilita' del proletariato
europeo ed occidentale di unirsi alla nuova ondata della Rivoluzione Proletaria
Mondiale, cercando di far passare l'equazione Br uguale comunismo, quando e'
invece stato dimostrato da molti anni che la strategia Br dopo la fase della
propaganda armata si e' involuta in una forma di negazione del materialismo
dialettico, della linea di massa e del riconoscimento della direzione della
politica sulla guerra. Ma non basta, enfatizzato l'arresto di un delegato
appartenente ad una Rsu, detta in alcuni organi di informazione Cobas; forse a
Venezia qualcuno desiderava una pezza d'appoggio alle sue stronzate contro
l'autorganizzazione più combattuta sottotraccia d'Italia. Ma non è tutto,
l'Aurora, questa rivista clandestina certo non appartenente ad un gruppo
passato all'azione, nonostante anni ed anni di pubblicazioni, corrisponderebbe
alla "seconda posizione": altra falsità colossale: la "seconda
posizione" fu quella della Unione dei comunisti combattenti (mistificata
come unità comuniste combattenti), che sorse dopo l'espulsione di un paio di
militanti dalla direzione strategica Br-pcc nel 1984-1985. Ma della
"seconda posizione" non vi è traccia operativa sin dal 1987. Perché
altra cosa sono appunto i gruppi libreschi (Cellula per la costituzione del
pcc, Aurora, ecc.) che per anni ed anni campano politicamente senza mai passare
all'azione. La mistificazione serve intanto a tenere in galera le persone. Che
poi le intercettazioni siano bufale è ovvio: sapendo di essere intercettati, si
può anche rendere pazzi di rabbia e di paura gli sgherri della borghesia. La
montatura in stile 7 aprile continua: Valpreda, Marini, Soccorso rosso, 7
aprile, Onda rossa, radio Alice, Bollettino (inchieste mastelloni-ganzer,
ecc.), uno stile che va riaffermato da serial-briller di nota ripetitività che
da quasi 30 anni continuano a far cassetta su questo genere di cose, come si è
visto nelle principali emittenti di questa serata appena passata.
Solidarietà ai prigionieri, morte all'emergenza imperialista
borghese torturatoria e fascista di questo stato che fonda la sua
"personalità" sul dispregio dei valori Costituzionali...
16-02-2007
A parte la solidarietà dovuta, e
di classe, ai compagni operai sequestrati dallo Stato in quanto accusati si
vedrà se sulla base di prove o di meri indizi, solidarietà che è stata espressa
(ma non raccolta dai media e rifiutata da certi numeri di fax sempre occupati),
anche dall’auto-organizzazione di classe operaia, questo breve intervento
riprende alcuni concetti, che individualmente ho già portato avanti negli
ultimi anni, e di cui mi assumo individualmente le responsabilità, come
contributo di chi ha sviluppato sempre nella pratica collettiva le proprie
convinzioni e passaggi.
Posto che non ho mai avuto
l’occasione di leggere questa rivista clandestina “Aurora”, leggo sui media che
riproporrebbe il modello dell’organizzazione politico-militare, dell’unità del
politico e del militare, che la Storia ha dimostrato inadeguato e perdente,
come ho dovuto riconoscere politicamente nel documento di rettifica ideologica
ed adesione al marxismo-leninismo-maoismo, che ho presentato in detenzione nel
corso del 2004 in due processi (link: http://www.paolodorigo.it/doc%202%20htm/2004_05_14-2005_04_25-Documento%202%20-%20Livorno%20-%20aggiornatoi.html ).
Oltretutto circa la assunzione di essere la continuazione della "seconda
posizione" va detto che l'unica espressione politica data e sorta NELLE
BR-PCC della "seconda posizione" è stata, dal 1984 al 1987, quella
dell'Unione dei Comunisti Combattenti, che tuttavia non prevedeva incarichi militari
ai compagni irregolari ma solo ai regolari clandestini.
Il modello dell'unità del politico
e del militare non è confacente al grado di avanzamento del conflitto di classe
e di partecipazione delle masse alla politica ed alla lotta, in quanto rinchiude
le stesse possibilità rivoluzionarie dentro schemi e schemini, peraltro
purtroppo risibili nella loro concezione centralizzata, che non riescono né
possono riuscire a coniugare l’esigenza delle masse proletarie di
auto-organizzarsi e quella del Partito comunista in costruzione, di dirigere il
processo rivoluzionario, senza doversi fare direttamente carico se non a
livello di guida ideologica e di piano generale, della formazione e sviluppo di
un autentico Esercito proletario che possa assumere i compiti che richiede la
stessa violenza e quotidiana persecuzione di massa ed individuale della
borghesia assassina.
I tre strumenti della rivoluzione
sono indispensabili alla rivoluzione, e chi pensa ancora al modello dell’unità
del politico e del militare nella stessa formazione, non potrà purtroppo che
dare altro che segnali di resistenza ed insieme di sconfitta tattica, il che,
sconfitta tattica dopo sconfitta tattica, si traduce in sconfitta strategica,
se supera i decenni e le generazioni senza produrre qualcosa di nuovo.
Oltretutto, se fosse vero, portare
oggigiorno delle avanguardie di fabbrica a rischiare il carcere per compiti che
spettano ad un Esercito proletario autentico, e che allontanano poi compagni
stimati nei posti di lavoro, dalla classe operaia, su cui cade il maglio
reazionario dei falsi sindacati di regime.
Inoltre va detto che assumere il
patrimonio della Terza Internazionale, non può significare dimenticare le
grandi lezioni della terza tappa del pensiero-pratica comunista, il maoismo,
farlo significa cadere nel revisionismo, sia pure armato.Saluti comunisti,
Paolo.
08-03-2007
striscione a Marghera davanti a Fincantieri
Criminalizzando come
"terrorista" un organismo in costruzione, peraltro
modesto, anche se dall'importante nome, Soccorso Rosso Internazionale, che cosa
voleva rappresentare il cronista di turno sulla "nuova mestrevenezia"
di ieri ? E trattando uno striscione dal testo assolutamente nonviolento
e legittimo "Per i rivoluzionari prigionieri LIBERTA'", che cosa
voleva fare il ceppo nero che dirige tale giornale ? Terrorismo di stato
stile Piazza Fontana ? Che c'entra un testo del genere con le BR
? Nulla. E se fosse stato uno striscione delle BR, non potevano
scrivere nulla, sennò gli facevano publicità alle BR. Invece è un testo UMANO,
e allora dagli addosso all'untore.
Ragazzini: Bettin.
Ragazzini: Molin.
Ragazzini: C... come ti chiami di Forza Itaglia.
Se scambiate per segni di "terrorismo" la SOLIDARIETA'
DELLA CLASSE OPERAIA, significa che voi dovete andare in neuropsichiatria, non
noi comunisti autentici che ancora e più di prima credono in Marx, Lenin, Mao
Tse-Tung !!!
E pure in Gramsci !
Quanto all'aver tirato in ballo questo giornalucolo, il mio nome,
nel merito di chissàquali attentati, sono stato unicamente condannato con una
sentenza per un singolo "attentato" per la quale la giustizia stessa
italiana mi manda assolto nonostante 12 anni e 5 mesi di galera pre-scontata ed
uno sputtanamento EUROPEO conosciuto in tutto il mondo di cui lo stesso vostro
giornalucolo ha assai parlato. E quindi riceverete la diffida del mio legale.
Il clima da caccia alle streghe che state cercando di creare,
figliocci di una falsa sinistra che sinistra non è, in una città che sta
sperimentando l'abisso della negazione della realtà vissuta dal popolo
lavoratore, vi ricadrà addosso.
Quanto a me, NESSUNO POTRA' IMPEDIRE A ME ED AI COMPAGNI SLAI
COBAS DI VENEZIA, MESTRE, MARGHERA, MIRA ECC., DI OPERARE NELLA CLASSE OPERAIA
PER I SUOI INTERESSI E NON PER I VOSTRI, novelli gestori di fondi finanziari
!!!
(Paolo Dorigo)
15-4-2007
Cari-e Compagni-e del Laboratorio Rivoluzionario Gatto Selvaggio,
mi scuso e me ne duole per il ritardo di questa mia lettera solidale alla
Vostra lotta e diritto di lottare, alla Vostra creatività, disponibilità e
generosità di classe proletaria anche verso lotte difficili da comprendere a
prima vista, ma ben spiegabili e collocabili nel contesto che viviamo, come
quella che portiamo avanti contro le torture tecnologiche e carcerarie.
L’inqualificabile ed indegna
azione di sgombero nei Vostri confronti, rispetto ad altre analoghe azioni di
provocazione che Stato borghese e fascisti in doppiopetto portano avanti in
questa fase, ha un in più nella fattispecie provocatoria che la “sinistra”
romana (quella tanto cara al togliatti) ha voluto esplicare in più occasioni
contro la Vostra capacità di realizzare e liberare spazi vivibili, e di storica
presenza tra i proletari, che molti di Voi si sono conquistati in altri anni,
ben diversi dall’infamia dominante di oggigiorno.
Voglio augurare alla Vostra
esperienza Lunga Vita, nuove Vittorie e Riaffermazione del diritto di lottare,
di vivere, e di esistere, fuori e contro questo fascismo indegno e
filoamericano di cui pure il “loro” Sindaco non sembra essere abbastanza
schifato…
Saluti comunisti
Paolo Dorigo
Maggio 2007
TUTTI QUA
TUTTI LA’
TUTTI SU
TUTTI GIU
QUANTI
SIAMO
CI CONTIAMO
TRALLALLERO
TRALLALLA’
…
Canzoncine che potrebbero
andar bene in periodi ben diversi, di serena affermazione di un nuovo movimento
operaio e proletario giovanile, capace di conquistarsi spazi non grazie al
clamore delle dichiarazioni di alcuni presunti leader né per
l’opportunismo mellifluo e mediativo di altri presunti leader …
Sono, ma penso bene di poter
scrivere che in parecchi, eccome, siamo, sia contro l’individualismo di chi ha
la coda di paglia e deve fare i distinguo quando in precedenza non ci aveva
certo pensato, sia contro il falso collettivismo dei birraioli e dei
discotecari di comodo.
Siamo proletari.
NON USIAMO LA PAROLA TUTTI.
TUTTI CHI ?
Dietro quale programma, con quali prospettive, metodi di auto-organizzazione,
democrazia proletaria autentica in costruzione nell’autonomia di classe, e
soprattutto, con quale ideologia politica ?
Non certo l’ideologia dei
senderologhi, o dei raffisti, o dei tifosi di tutte le stagioni, oramai coi
capelli bianchi oppure calvi senza un pelo …
NO. L’ideologia che unisce.
L’ideologia che permette la
distinzione.
E l’UNITA’ DEGLI ONESTI, DEGLI
SFRUTTATI.
Non degli sfruttatori !
IN ONORE DEL MAOISMO
IN ONORE DEL 27° ANNIVERSARIO
DELLA GUERRA POPOLARE DEL PERU’ FARO DELLA RIVOLUZIONE PROLETARIA MONDIALE !
Paolo
15.6.2007
SOLIDARIETA’ CON I PROLETARI
PRIGIONIERI IN OCCASIONE DELLA GIORNATA
DELL’EROISMO (PERU’ 19 GIUGNO 1986, 300
CADUTI)
AI CARCERATI DI VENEZIA ED AI
LORO FAMILIARI
Oggi 16 giugno, giornata di colloqui nel carcere di Santa
Maria Maggiore, siamo qui per portare la nostra solidarietà ai carcerati che
anziché
vendersi, cercano di stare il meno possibile in carcere
senza cedere nulla alla dignità, e dando solidarietà a chi ne ha più bisogno.
Ovviamente il
nostro volantino è anche destinato alle prigioniere della
Giudecca.
Sappiamo per esperienza diretta e perché in questo luogo
così cupo le lotte negli anni passati non sono mancate, che cosa sia il carcere,
e che cosa
siano in particolare i carceri veneziani.
IL 19 GIUGNO
L’occasione per cui siamo qui ci è data dal XXI°
anniversario, che decorre martedì 19, della Giornata dell’Eroismo, quando la
più importante
Rivoluzione in corso nel mondo (quella del Perù, iniziata
il 17 maggio 1980), registrò un drammatico eccidio, recentemente condannato
persino
dalla Corte InterAmericana dei Diritti dell’Uomo, con la
perdita di 300 militanti e simpatizzanti, uomini, donne, ragazzi e ragazze, del
Partito
Comunista del Perù, dell’Esercito Guerrigliero Proletario
(oggi Esercito Popolare di Liberazione, attivo nella Guerra Popolare e nella
costruzione
del Nuovo Potere con Basi di Appoggio e zone liberate).
Questo eccidio avvenne per mano dell’Esercito e persino delle cannoniere da
guerra della
Marina militare del Perù, su ordine del genocida Garcia
Perez, allora ed anche adesso, Presidente e servo degli americani, di quel
paese, dove
l’astensionismo elettorale è maggioritario e la spietatezza
del potere delle classi borghesi legate alle multinazionali americane,
francesi, giapponesi,
e occidentali, ha raggiunto livelli inauditi (sino alla
sterilizzazione obbligatoria di 250.000 giovani donne indie). Da notare che in
quel periodo il
governo peruviano si avvalse dell’aiuto di Bettino Craxi
per arricchirsi (scandalo della metropolitana di Lima, 1986), e dell’aiuto dei
carabinieri
italiani per la costruzione di nuove carceri speciali. Da
notare anche che l’Italia ha fatto ogni sforzo per non interrompere in alcun
modo i rapporti
diplomatici con i governi del genocida Garcia Perez, né del
genocida (e detenuto) Fujimori, che con l’agente CIA Montesinos, costruì una
infame
montatura contro il dirigente della Rivoluzione, il
Presidente Gonzalo, tuttora prigioniero sotto terra sin dal 1992. Montature
anche successive per
definire “Sendero Luminoso” stragista e genocida, mentre è
documentato e dimostrato dalla Corte dei Diritti Umani e dagli stessi
responsabili
medici nazionali peruviani, che gli eccidi e i
desaparecidos non solo sono meno di quanto denunciato scandalisticamente, ma
sono responsabilità
dell’Esercito e delle forze speciali e paramilitari (in cui
vengono anche arruolati obbligatoriamente contadini indios). La repressione e
le carceri
sono un fatto oggigiorno internazionale e seguono politiche
internazionali, come ben sa il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria.
Che
gestisce anche spiate a livello planetario contro le
Rivoluzioni. Con l’eccidio del 19 giugno, e di altri ancora, e con la
repressione che le Guerre
Popolari devono affrontare in India, Messico, Filippine,
Turchia, Kurdistan, si raggiunge, insieme alla repressione subita dal Popolo
Palestinese, e
dai Popoli oggetto di aggressioni imperialiste (Iraq,
Afghanistan) l’apice della repressione nazista imperialista, ammantanata dal
ruolo di “pace”.
L’11 settembre è stata la scusa. Oggi le carceri segrete in
Europa orientale, il lager di Guantanamo ed altri ancora, sono ciò che emerge
da una realtà
sostanzialmente mondiale: un unico campo di concentramento.
Sappiamo che nelle carceri veneziane i detenuti e le detenute possono lavorare.
Ne
siamo lieti, anche se sappiamo che ciò non riguarda tutti
come dovrebbe essere, e certo non riguarda molti altri istituti. Tra l’altro
sappiamo che per
i servizi interni le mercedi sono misteriosamente state
dimezzate sin dal 1991-1992.
IN ITALIA
L’apice della repressione carceraria è dato dal 41 bis,
condizione detentiva riservata a detenuti, anche ricchi e accusati di mafia
oppure di reati di
riduzione in schiavitù delle persone, ma anche a detenuti
politici, che subiscono pazzesche montature e trattamenti di osservazione
allucinanti per
impedire ai loro cervelli di pensare.
La Costituzione prevede che la Libertà sia sacra, ma
limitabile nelle forme adatte ma pur sempre rispettose della Persona, solo per
gravi fatti.
Il trattamento riservato ai detenuti in 41 bis e nelle
carceri speciali NON è degno di un paese civile.
L’articolo 41 bis è solo la punta di un iceberg fatto di
ingiustizie quotidiane, di abusi, di violenza, di suicidi indotti, di privilegi
e di discriminazioni,
sia in ogni singolo carcere, sia nella distribuzione dei
maltrattamenti a seconda degli istituti; il 41 bis significa essere isolati
quasi tutto il giorno,
vedersi in pochissime persone per un’ora o due al giorno,
non potersi stringere le mani con la propria madre, avere ogni oggetto,
cartolina, cibo,
vestito, sottoposto oltre che a pericolose radiazioni,
anche a forme di controllo barbare. È un trattamento vendicativo verso persone
che hanno
come nel caso dei prigionieri BR-PCC in carcere dal 2003,
che giunge a paradosse forme di ridicolo come nel caso della busta
dell’istituto religioso
di Firenze trovata in cella di Nadia Lioce.
Ci sono anche poi trattamenti misteriosi ma non poi tanto,
che tendono a far “pentire il prigioniero” o a farlo morire di infarto o
suicida, trattamenti
psichiatrici o psico - tecnologici, attuati grazie al gran
numero di esperti psichiatri e psicologi che lavorano dietro le quinte,
apparentemente per
sostenere i detenuti, ma in realtà teso, come ha denunciato
da anni il nostro compagno e concittadino Paolo Dorigo, a realizzare un sistema
di
controllo nazista che impedisca alle persone anche di
pensare.
Come denuncia da anni, il DAP non risponde. Tace. Anche ora
che l’Associazione che ha fondato conta oltre 40 casi di cittadini maltrattati
perennemente con questi strumenti. Cosa pensare quando si
viene a sapere che prigionieri politici come Diana Blefari “impazziscono” come
hanno
voluto dire in una maldestra gestione del problema, forze della
sinistra ? Se non che nelle carceri, e non solo, le forze di polizia TORTURANO
con
strumenti psicologici ed uditivi NON DIMOSTRABILI per
volontà della classe politica e della magistratura ?
Oltretutto in Italia è stato conquistato il diritto al
“giusto processo” con la sentenza CEDU sul caso del nostro compagno Dorigo, che
pur non
essendo brigatista come presunto brigatista ha fatto 14
anni di carcere e 2 di arresti domiciliari, sempre senza una condanna degna di
questo nome,
ma ora che lui è fuori, e che la Cassazione gli ha dato
ragione il 1° dicembre, non solo non effettuano la revisione, e continuano a
perseguitarlo ed a
negargli l’assistenza sanitaria necessaria, ma non fanno
passare la legge che attui i disposti CEDU e Cassazione, per tutti gli altri
detenuti. Il
pazzesco è che la stessa Cassazione ci ha messo “la toppa” permettendo per ora in alcuni altri casi di annullare dei processi ingiusti e scarcerando
alcune persone, ma non abbiamo ancora una legge adeguata
(sin dal 1998 un problema che si rinnova di parlamento in parlamento).
La repressione che recentemente ha colpito molti giovani
compagni ed operai in particolare del Centro Popolare Occupato Gramigna di
Padova, ha
dimostrato che le passate sconfitte della magistratura
speciale veneziana, non hanno lasciato molta traccia nella Procura milanese
“antimafia”.
Così abbiamo visto molti operai e delegati CGIL sono stati
processati ancor prima dal sindacato CGIL che dalla stessa giustizia borghese !
Siamo solidali con tutti gli autentici proletari e compagni
che in carcere continuano a solidarizzare per la lotta e contro le angherie,
non lo siamo
con quelli che in cambio della libertà vendono ideali e
lotte passate.
Siamo per una AMNISTIA GENERALE ma non per patteggiarla o
pregare un potere corrotto di tutto ciò.
Siamo per la Rivoluzione non siamo per alcuna “Soluzione”.
Con questi contenuti noi siamo presenti nelle forme e modi
che ci sono possibili, e andremo alla manifestazione di Padova del 23 giugno di
solidarietà al CPO Gramigna.
SOCCORSO ROSSO PROLETARIO VENEZIANO
aderiscono
compagni e compagne di Venezia, Mestre, Marghera e comuni
vicini
giugno 2007
La nostra posizione, sin dal Manifesto del 1848, è stata sempre chiara: noi non proponiamo soluzioni ai nostri nemici e sfruttatori, noi lavoriamo per miglioramenti unilaterali che riguardano la maggioranza del popolo, cioè per noi, e per chi come noi subisce in qualche modo o le conseguenze dello sfruttamento (familiari degli sfruttati che non sono direttamente impegnati nel processo produttivo) o che sono vicini alle nostre condizioni (e che in qualche modo ne subiscono il riflesso oggettivo e materiale).
Noi non lavoriamo per qualcosa di “solutivo” nemmeno nel campo “psichico”: è un campo nato per e dai padroni, che non ci riguarda: sappiamo stare bene, se le nostre condizioni materiali sono sufficienti e dignitose.
Noi inoltre non costituiamo alcunché di accettabile per i nostri nemici, diversamente dalle caccole che irridono sul Libretto rosso del Presidente Mao Tse-Tung o di quelli che infamano quel gigante della Rivoluzione che è il Presidente Gonzalo del Partito Comunista del Perù.
Noi non prendiamo soldi dai nostri nemici, nemmeno di straforo, e se produciamo qualcosa, è coerente alle nostre idee.
Noi non ci vendiamo al nemico né per un piatto di lenticchie né per chissà quali ricompense.
Ciò non di meno chiediamo e rivendichiamo risarcimenti allorquando questo è possibile ed inoltre è politicamente utile alle masse sfruttate.
Noi non mettiamo la musica e il benessere psichico avanti all’eguaglianza ed alla lotta per essa.
Noi non ci diamo per sconfitti se l’imperialismo possiede chissà quali armi. Anche nel ‘800 le prime navi da guerra erano enormemente più potenti delle armi dei Comunardi, così come i pochi cannoni conquistati non furono da soli sufficienti ad impedire la repressione.
Noi non siamo simbolisti, ma materialisti.
Ciò non di meno non disdegniamo l’arte e la bellezza.
Questa è la posizione che abbiamo sempre assunto e nell’autonomia operaia organizzata degli anni ’70 e nel movimento rivoluzionario che dagli anni successivi alle sconfitte operaie (’80) e rivoluzionarie (’82) si è cimentato a svilupparsi nuovamente, e nelle nuove condizioni internazionali, del modo di produzione capitalista, e della nostra formazione economica e sociale.
Noi rivendichiamo le categorie marxiste, rivendichiamo l’ideologia marxista-leninista-maoista.
Nemmeno nell’autonomia operaia degli anni ’70 esisteva alcuno che sostenesse il contrario. Solo lo sviluppo dell’ideologia non era importante come oggi. Tutto pareva scontato. E il golpe revisionista del ’55-56 in URSS e del ’76 in Cina, e l’invasione della Kampuchea da parte del Viet Nam nel 1979, non parevano poi inficiare i contenuti del nostro movimento.
MA CERTO SIAMO E SEMPRE SAREMO E SARO’ CONTRO OGNI SOLUZIONE POLITICA CHE METTE AL CENTRO LA QUESTIONE DEI PRIGIONIERI E NON LA QUESTIONE POLITICA E SOCIALE DEL POTERE AGLI OPERAI ED AGLI ORGANISMI DELLE MASSE.
Difendo quindi anche da voi, traditori che torturate me e tanti-e altri-e, la Costituzione di questo paese, perché è indietro, molto indietro ad essa, che volete andare, e perché quei valori della Costituzione, sono i valori delle masse in lotta per il socialismo ed il comunismo. Lo sono entro una mediazione, ma sono gli stessi valori.
Valori che asini mercenari e traditori come voi, per quanto impegnati nella tecnologia siate, non capirete mai.
Ed è per questo che sono per l’istituzione della pena di morte per chi tortura. Ovviamente commutata nell’ergastolo.
E per la distruzione delle galere, ma a comunismo realizzato !