In alcune occasioni dal 1996 al 2003-2004 circa, e forse in
altre ancora, sono riusciti, allo scopo duplice di trarre vantaggi politici e /
o investigativi e di farmi passare per un fuori di testa (*), a farmi esprimere
apprezzamento o solidarietà per gente che manco conoscevo. In genere si
trattava di cose che “valevano poco” anche per me ma che dovevo percepire come
dolorose e negative, da fronteggiare. In questo cercavano anche di farmi
produrre cose inutili ed eccessive per farmi passare anche per megalomane (o
stile “prezzemolo”). Questo lo ho capito negli ultimi due anni grazie al
confronto con alcuni compagni-e pazienti ed alla solidarietà di classe dei
compagni maoisti che mi hanno permesso passo passo di ricostruire metodo e non
solo memoria.
Alcuni casi:
- il
documentino sul campo antimperialista del luglio 2004 in cui li difendevo
dopo che avevo saputo che Indymedia non aderiva al sit-in di Spoleto per
la loro firma nella lista delle adesioni. Documentato in http://www.paolodorigo.it/pc_2004_MUMBAI_RESISTANCE.htm
- la
solidarietà agli arrestati per gli Nta (febbraio 2004) nel comunicato 33,
non a caso poi tolta nel definitivo comunicato 33 ter; qui la frettolosità
induce la possibilità che per i servizi, questo gruppetto di manipolati (o
singolo che fosse) immediatamente scarcerati, nonostante la lunga sfilza
di azioni, potessero essere interessanti o forse loro appendici. In questo
caso curioso che gli Nta inizino la loro attività in linea “filo-Br-pcc”
dopo che io me ne ero staccato (documento di Trieste) e che giornalisti
(Ferraro), sottosegretari (Frattini), digossini e magistrati (Papalia),
attribuissero esplicitamente o subornassero un mio ruolo di ideologo di
questo gruppo, nonostante la grande distanza dal mlm di costoro,
sfruttando la mia semplice simpatia per ogni azione antimperialista, la
quale simpatia non aveva modo nella dispersione carceraria di verificare
politicamente. Del resto ho solo letto stralci di giornale e non ho mai
avuto possesso o visione di loro documenti. Documentato in “cme mai allora
?” http://www.paolodorigo.it/2004_12_20_PERUGIACOMEMAIALLORA.htm
e in rassegna stampa (le montature) http://www.paolodorigo.it/rassegna-stampa.html#montature
- la
poca decisione nell’attacare il nPci-Carc dopo l’inizio della tortura
(2002) nonostante il duro documento del novembre 2001 (alcune riflessioni
necessarie, in http://www.paolodorigo.org/2001_11_AlcuneRiflessioniNecessarie.htm
.
- la mancanza
di una mia spiegazione completa del come mai, pur dopo aver preso
pubblicamente posizione a favore del m-l-m, nel giugno 1999, mi
autocriticavo sostenendo l’azione D’antona, e del come mai cercavo di
mediare tra due impostazioni completamente diverse (avventurismo
opportunista di sinistra in pratica e linea opportunista di destra in
ideologia, e linea di massa in pratica e linea rivoluzionaria mlm in
ideologia), fino al documento di Livorno 2004 in cui ho cercato di
spiegare i percorsi in cui si sono formate le esperienze collettive cui ho
partecipato non solo collettivamente. Era interesse di chi vuole impedire
sia la revisione processuale, sia il risarcimento dovuto, sia il mio
diritto alla vendetta, dipingermi come un brigatista sgroppato. Cfr. in http://www.paolodorigo.it/doc%202%20htm/2004_05_14-2005_04_25-Documento%202%20-%20Livorno%20-%20aggiornatoi.html
- le
timidezze politiche, a me inusuali, con le quali ho moderato la critica
alle linee opportuniste di destra presenti in alcune carceri speciali
italiane, date sia dalla solidarietà di fondo verso chi è in carcere, sia
da timori che nel movimento non si comprendessero certi passaggi (timori e
tempo sfruttati dai torturatori, stranamente interessati a questo punto),
sia però anche da freni inconsci che non mi appartengono, e che con il
tempo stanno venendo meno. Per esempio rispetto alle calunnie sulla
montatura di Aviano, ho prodotto vari scritti nella fase in cui ero
torturato ma senza saperlo (1996-2002) che sono sostanzialmente diversi e
diversamente frutto di influenzamenti, mentre su queste calunnie la mia
posizione è politicamente quella spiegata a Trieste (1995) e
giuridicamente quella evidenziata nel mio atto di querela del 1994 contro
pm e digossini, così come nella documentazione in linea in questo sito, da
me curato dal 2005. Oppure, rispetto alle componenti che ebbero a che fare
con “Gruppe 2”, mi sono preoccupato di “chiarire” il perché di una mia
segnalazione al movimento, e non di attaccare o chiedere chiarimenti a chi
di quella rivista andava fiero e la spacciava per qualcosa di estremamente
affidabile e rivoluzionario (il che riporta alla questione dei rapporti
della Raf tedesca con i servizi segreti). Cfr. in http://www.paolodorigo.it/2005_07_30_GRUPPE2-SISMI.pdf
.
- la
mancanza di esplicazione pubblica della mia critica all’opportunismo di un
anarchico che già nel 2001 aveva dichiarato ritirarsi dalla militanza
attiva. Questo rinvio e non necessaria mia presa di posizione non sono
affatto ovvi dal momento che questo anarchico dovrebbe essere in grado di
spiegare, anche se a suo modo (di chi odia la bandiera rossa) e per
sentito dire in carcere, come sia stato possibile che io sia stato
sottoposto a questo trattamento e che ancora oggi vi sia sottoposto.
- la
mancanza di esplicazione pubblica di alcuni aspetti che per rispetto a ciò
che furono, e per considerazione tattica degli interessi del proletariato,
forse avrei dovuto denunciare in dettaglio, circa i rapporti recenti tra
ex prigionieri con cui ero in rapporto, e partiti revisionisti come il
PdCI (e non solo esso), coinvolti nella gestione dei servizi segreti
carcerari. Tenendo conto che frequentemente ho potuto apprezzare in
negativo la vicinanza tra gruppi anti-maoisti italiani sedicenti
rivoluzionari, e questo partito. E del fatto che l’UGAP e gli uffici
censura come quello di Spoleto, nelle carceri, dopo l’inizio
dell’emergenza antimafia, hanno gestito con sistemi di provocazione ed
intervento politico, i loro doveri d’ufficio. Per esempio la selettività
dei trattenimenti comunicati e di quelli non comunicati (illegali) della
corrispondenza, aveva un nesso preciso con il trattamento che in quegli
stessi giorni mi veniva comminato. E, per produrre pazzia in me, i
giochini come l’avvertire prima via sistema ricetrasmittente in-corporato
in me, di taluni episodi o fatti che sarebbero poi regolarmente accaduti,
o di notizie poi date nei media, dimostrano l’interesse POLITICO di chi mi
tortura, e non “giuridico”.
- La
limitatezza della critica ad una lamentela politica o moderata critica, a
quegli ambiti di movimento da me considerati “reali” che NON hanno voluto
prendersi carico di sostenere la campagna di presentazione del libro “la
tortura nel bel paese” e delle iniziative AVae-m (realtà di Firenze,
Padova, Bologna, Parma, Torino, Napoli), in realtà si tratta di una
critica portata, ma troppo moderatamente, forse per attendere un risveglio
critico in queste aree, forse perché ho compreso che in queste aree domina
una concezione più simile a quella di Diliberto, che a quella
marxista-leninista-maoista, della morale rivoluzionaria.
Questi ed altri casi, portano me
stesso a riconoscere necessario un approfondimento (teorico-pratico) già
avviato con il lavoro politico in corso, che non abbia alcun velo o censura, ma
che sia fatto da chi è solidale nel riconoscere che l’impedimento alla
soluzione del caso tortura-controllo-mentale nasconde un coacervo di interessi
del tutto anti-proletari, anti-maoisti ed in definitiva anti-comunisti.
Una cosa che non sono mai
riusciti a censurarmi, è l’odio proletario che ho verso le posizioni politiche
ed umane di chi ha militato nella lotta di classe del proletariato e poi è
passato al nemico (prima linea, 7 aprile, partito-guerriglia, ecc. ecc.).
Forse, approfondendo queste cose,
emergeranno i miei autentici torturatori. E quando confesseranno, emergeranno
tecniche e collegamenti per cui forze parallele ed occulte inserite in quelle
ufficiali, gestiscono provincia per provincia, carcere per carcere, entità
economica o sociale per entità economica o sociale, le forme mirate di
controllo mentale e di tortura, in rapporto e collegamento ad ambienti
“scientifici”, “medici”, “psichiatrici”.
Settori in cui la sinistra non è
estranea, ed in cui anche molti dissociati o venduti lavorano tuttora.
Paolo Dorigo, 25-2-2007
(di fronte ad un compagno
testimone, in Mira)
* (vedasi le diffamazioni di chi mi vorrebbe pazzo in http://www.paolodorigo.it/Chidice.htm
e in http://www.paolodorigo.it/Calunnieide.htm
)