CORPORATIVISMO REAZIONARIO “ALL’ATTACCO”: OGNI TANTO CI PROVANO pagina del 23-8-2005
(da Ristretti
orizzonti)
VERONA E’ BASE DEI NERI E LUOGO DI AGGRESSIONI E STORICI OMICIDI RAZZISTI
Verona: senatore Paolo Danieli (An) in visita a Montorio
L’Arena di Verona, 22 agosto 2005
Dopo
una visita in carcere, il senatore di An Paolo Danieli s’è detto preoccupato
per la situazione dell’istituto di pena di Montorio. "I detenuti sono
circa 800, numero di gran lunga superiore alla capacità del carcere. Di questi
il 70% è costituito da extracomunitari. La polizia penitenziaria ha per contro
290 effettivi che si devono suddividere per quattro turni", ha detto
Danieli, sottolineando il sovraccarico di lavoro per il personale, che comunque
assolve al meglio ai propri compiti.
"La
polizia penitenziaria, proprio per il suo status di polizia, potrà essere
presto impiegata per funzioni estranee alla sua funzione primaria", ha
detto il senatore, "gli agenti potranno essere impiegati in controlli
negli aeroporti e negli stadi, il che appesantirebbe ulteriormente il carico di
lavoro. Ma la gravità della situazione consiste nella quantità dei detenuti,
che sono stipati anche in quattro dentro celle costruite per una persona e
normalmente usate per due".
Il 70%
dei carcerati è straniero. Arabi, slavi, romeni ed albanesi costituiscono il
grosso della popolazione carceraria di Verona. Critiche le condizioni di
convivenza tra le varie etnie. Frequenti gli attriti e le liti per
l’incomprensione linguistica, ma anche per le diverse abitudini igieniche e le
differenze culturali. "Un italiano che dovesse finire in galera, magari
per sbaglio, deve pregare di non finire in cella di extracomunitari. La
"convivenza" risulterebbe sicuramente più pesante della stessa
detenzione", commenta Danieli, che prosegue, "una considerazione. Ciascun
detenuto, a spanne, costa allo stato 500 euro al dì. Solo gli stranieri
rinchiusi nel carcere di Montorio ci vengono a costare ogni giorno oltre mezzo
miliardo delle vecchie lire. Non è più tollerabile che tante risorse vengano
sottratte a bisogni primari. Si pensi solo a quanti anziani non
autosufficienti, a quanti ammalati si potrebbero curare con quei 250mila euro
al giorno".
Secondo
Danieli le carceri vanno svuotate. "L’unico modo è quello di attivare al
più presto i famosi "centri di accoglienza" per i clandestini. Non
c’è niente da fare. I clandestini vanno ospitati in questi "centri" e
poi smistati nei loro Paesi d’origine. Devono essere garantite loro condizioni
di vita civili, ma devono rimanere chiusi lì dentro finché torna loro in mente
nome, cognome e indirizzo e possono quindi essere rispediti a casa".
"Altro
discorso deve essere fatto per le badanti che non solo non rappresentano una
minaccia per la sicurezza, ma addirittura ci risolvono un problema
sociale", conclude il senatore, "loro dovrebbero avere una corsia
preferenziale per la regolarizzazione. Cosa che purtroppo oggi non avviene, ma
per la quale lavorerò in quest’ultimo scorcio di legislatura".
SAPPE E SINAPPE SONO I SINDACATI DI DESTRA TRA I
LAVORATORI DELLE SERRATURE E DEGLI INFRAROSSI
Sappe: lettera aperta a Governo, Parlamento ed
Istituzioni
Ansa, 22 agosto 2005
Una
lettera aperta per sottolineare al Governo, al Palermo ed alle Istituzioni le
esigenze del Corpo di Polizia Penitenziaria e del Comparto Sicurezza. L’ha
inviata questa mattina la Segreteria Generale del Sindacato Autonomo Polizia
Penitenziaria Sappe, l’Organizzazione più rappresentativa del Corpo di Polizia
Penitenziaria, con oltre 12 mila iscritti ed il 40% di rappresentatività, al
premier Silvio Berlusconi, ai ministri Castelli (Giustizia) e Baccini (Funzione
Pubblica) e a tutti i Capigruppo dei partiti politici della Camera dei
Deputati.
"Abbiamo
rappresentato alcune esigenze prioritarie del Corpo di Polizia Penitenziaria ed
il Comparto Sicurezza" comunica il Sappe "auspicando l’interessamento
risolutivo del Governo, del Parlamento e delle istituzioni nell’imminente
ripresa dell’attività istituzionale."
"In
particolare" aggiunge la Segreteria Generale del Sappe" abbiamo
rappresentato le seguenti necessità: l’incorporamento in servizio permanente
effettivo degli Agenti ausiliari di Polizia Penitenziaria attualmente in
servizio – provvedimento correttivo o integrativo della legge Finanziaria che
scongiuri l’interruzione dal servizio ed il conseguente licenziamento degli
Agenti Ausiliari del Corpo di Polizia Penitenziaria attualmente in servizio
(500 unità circa). L’apertura del tavolo politico presso il Ministero della
Giustizia per la modifica del decreto Ministeriale che recepisce le piante
organiche del Corpo di Polizia Penitenziaria, non rispondente alle realtà
operative e l’immediata riapertura del tavolo per le trattative per la c.d.
coda contrattuale - contratto 2004/2005 D.P.R. n. 301 del 05.12.2004"
"Quindi"
conclude il Sappe "abbiamo chiesto un impegno per sostenere e favorire –
per quanto di competenza del Governo e del Parlamento – l’iter della legge
delega al Governo per il riordino dei ruoli e delle carriere del personale
delle Forze di Polizia, oltre alla non più rinviabile e più efficiente
rimodulazione e/o separazione del Comparto Sicurezza da quello della Difesa
nonché, in sede di stesura della Finanziaria 2006, l’impegno concreto in seno
al Consiglio dei Ministri affinché gli oneri di spesa per il rinnovo
contrattuale delle Forze di Polizia e per la parte accessoria siano incrementati".
"Si tratta di impegni concreti per gli operatori delle Forze di Polizia,
rispetto ai quali Governo e Parlamento non possono rimanere insensibili"
ha aggiunto il Sappe che nei giorni scorsi ha definito "sconcertante"
la disattenzione del ministro della Funzione Pubblica Mario Baccini circa le
problematiche del Corpo di Polizia Penitenziaria ed ha preannunciato per i
primi di settembre un sit in permanente davanti a Palazzo Vidoni, sede romana
del ministero della Funzione Pubblica. "Come è noto" aggiunge il
Sappe "nel corso della riunione del 3 agosto scorso, il Consiglio dei
Ministri ha autorizzato tra l’altro, proprio su proposta del Ministro per la
funzione pubblica, Baccini,un decreto presidenziale che autorizza, secondo le
procedure previste dalla legge finanziaria per il 2005, le deroghe al divieto
di procedere ad assunzioni di personale a tempo indeterminato per le
amministrazioni dello Stato.
L’
autorizzazione riguarda 2971 nel settore della sicurezza. Per quanto riguarda
l’Amministrazione Penitenziaria tale deroga prevede l’assunzione di solamente
180 unità di personale appartenente al Corpo di Polizia Penitenziaria e di 36
unità di personale amministrativo. Solamente 180 Poliziotti Penitenziari
nonostante la gravissima carenza di Baschi Azzurri, specie nei carceri del Nord
Italia.
Una
disparità rispetto alle altre Forze dell’Ordine che è a dir poco assurda, che
sembra essere il frutto di una ripartizione di personale tra tutte le Forze di
Polizia conseguente ad un errato criterio politico, frutto probabilmente più di
pressioni lobbistiche che non rispondenti alle effettive esigenze
organiche".
"E
il ministro Baccini ha anche la responsabilità politica ed istituzionale di non
essere stato ancora in grado di dare attuazione al riordino delle carriere
delle Forze di Polizia, provvedimento normativo atteso da tempo dalle centinaia
di migliaia di operatori del settore, e di non avere ancora provveduto alla
redistribuzione, in favore del Corpo di Polizia Penitenziaria, di ben 5 milioni
di euro, che per un’alchimia della Funzione Pubblica sono stati sottratti dai
fondi incentivanti già destinati ai Baschi Azzurri per il pagamento
dell’indennità prevista per la sorveglianza dei detenuti sottoposti
all’articolo 41 dell’O.P. anziché essere prelevati dalle somme messe a
disposizione per il pagamento delle indennità di ordine pubblico".
"Se Baccini fa finta di non sentirci" aggiunge il Sappe "ci
faremo sentire noi: programmeremo un sit in permanente davanti alla sede della
Funzione Pubblica, a Palazzo Vidoni a Roma, fino a quando non farà finalmente
qualcosa in favore del Corpo di Polizia Penitenziaria! Certo è quantomeno
sconsolante constatare l’inerzia e il silenzio su questi problemi del ministro
della Funzione Pubblica, forse più attento ai suoi futuri politici a Roma che
non ai veri problemi delle Forze di Polizia!"
BELLUNO E’ STORICA SEDE PUNITIVA DEL TRIVENETO, ORA
IN BUONA COMPAGNIA DI TOLMEZZO – CHE IN UN LUOGO SPECIALE E PUNTIVO DEL
GENERE (CHE HO CONOSCIUTO NEL 1988, 1993, 1994 e 1995), CI SIANO PURE PROBLEMI
DI SOVRAFFOLLAMENTO, NON CREDO SIA COLPA DEI TRANS, MA FORSE DI CHI LI ARRESTA
E METTE IN POSTI DEL GENERE
Belluno: Sappe; "il carcere scoppia, è colpa
dei trans"…
Il Gazzettino, 22 agosto 2005
Il
sindacato della Polizia penitenziaria denuncia la situazione di
sovraffollamento a Baldenich. "Il carcere di Belluno "scoppia":
colpa del nuovo reparto destinato ai detenuti transessuali". A denunciare
la difficile situazione che si sarebbe creata negli ultimi mesi alla casa
circondariale di Belluno è Nicodemo Adamo, segretario provinciale del Sappe, il
sindaco autonomo della Polizia penitenziaria. "Con l’apertura del nuovo
reparto sono cominciati una marea di problemi - attacca Adamo in un comunicato
- infatti il reparto stesso doveva rispecchiare in parte i diritti dei
detenuti, dove in tutti questi anni si è parlato e si parla delle condizioni
disumane che vivono i detenuti per lo spazio ridotto. Ebbene questo nuovo
reparto doveva ospitare un detenuto per camera, ma invece ne ospita due. Non
solo: non c’è personale sufficiente per garantire una giusta ed adeguata
sicurezza. Infatti il nuovo reparto ha creato un maggior incremento della popolazione,
che oscilla oltre i 130 detenuti". Continua Nicodemo Adamo: "Da oltre
un anno che non si riesce ad avere un comandante fisso, in modo che si possa
creare quella linea operativa definitiva che metta fine a tante situazioni
verificatosi in passato. Da tempo questo ruolo è coperto da Ispettori in
servizio presso questo Istituto, e ultimamente ha visto due nuovi Comandanti,
di cui uno ha terminato pochi giorni fa la sua missione temporanea presso
questa sede, e l’altro l’ha appena iniziata. Si tratta di situazioni-tampone
che non creano quel clima d’unione con il personale, proprio per il breve
periodo di distaccamento, considerando che i suddetti hanno la massima stima,
rispetto e collaborazione da parte nostra". La conclusione: "Si
ricorre a quest’appello, sia per quanto detto e sia per l’affollamento di
detenuti di varie etnie, con grossissimi problemi di convivenza. Specialmente
in questi giorni non mancano azioni di violenza tra detenuti. Si chiede a tutte
le forze politiche d’intervenire per fare un’ispezione e verificare quanto
detto. Se il carcere è quel luogo, dove le persone resosi responsabili di reati
devono scontare una pena e i gestori di questa struttura garantirne la
sicurezza, è ora che lo Stato si faccia carico di restituire dignità e rispetto
a tutti".
A CATANIA LE COSE NON VANNO MEGLIO: NE SA QUALCOSA UN
DETENUTO CHE HO CONOSCIUTO A BIELLA, DI PASSAGGIO DA SULMONA DOPO EVASIONE
DALLE VALLETTE E RIARRESTO DOPO MESI RIPORTATO A SULMONA. ANDAVA A CATANIA PER
COLLOQUI COL FIGLIO DETENUTO, GLI FACEVANO UNA SCOPOLAMINA AL MESE, GLI BASTAVA
A ESSERE ZOMBIZZATO ANCORA A MESI DI DISTANZA (ITALY, 2001-2002).
Catania: la Cisl riapre la vertenza sul carcere di
Bicocca
La Sicilia, 22 agosto 2005
La
Cisl-Fps ritiene opportuno rispondere alla replica del dott. G. Rizza,
direttore della Casa Circondariale di Bicocca, pubblicata il 7/8/05 sulla
Sicilia. Si precisa che non si intende instaurare un dialogo a mezzo stampa,
perché ciò richiederebbe un contraddittorio puntuale ad ogni asserzione del
direttore, che nega quanto evidenziato dalla nostra organizzazione che è invece
il risultato di una attenta analisi e dalla reale situazione in cui è costretto
ad operare il personale. Il ricorso alla stampa si è reso necessario per far
conoscere le varie problematiche esistenti all’interno dell’Istituto
Penitenziario che da tempo erano state rilevate e non avevano avuto adeguato
riscontro. Si reputa necessario che tali problematiche debbano essere riportate
nell’alveo della contrattazione come previsto dal Ccnl.
La Segreteria Provinciale Cisl-Fps