6-9-2005

BRESCIA - Violentavano le figlie di appena 10 anni, le vendevano agli amici, le scambiavano tra di loro. Un mercato durato anni, nascosto dall'omertà dei genitori e dal timore delle bambine. In galera sono finiti in sette, genitori e clienti. Sono accusati di violenza sessuale aggravata e sfruttamento della prostituzione. Abusavano di loro in un casolare alla periferia di Brescia, il casolare degli orrori. "Non hanno scuse", ha detto il Tribunale del riesame che ha confermato l'ordinanza di arresto. Sono in prigione ad eccezione di una madre delle due bambine abusate, ma perchè è incinta, non per clemenza dei magistrati; gli altri inquisiti attenderanno il processo chiusi in carcere.

La storia di abusi e violenze l'ha raccontata per prima una delle vittime. Aveva dieci anni e frequentava la quarta elementare quando si è confidata con la maestra. "Notavo che la piccola aveva comportamenti strani", ricorda l'insegnante. "Non seguiva le lezioni e con i compagni di classe mostrava atteggiamenti che non erano propri della sua età. Gli psicologi li definiscono comportamenti sessualizzati".

L'indagine è durata un anno e mezzo, ha ricostruito pezzo per pezzo, intrecci e patologie, fino a raggiungere la terribile certezza che la confessione della bambina era tutta vera, che anzi, le vittime erano due, lei e la figlia di un'altra coppia che abita in città. "Fin dai primi sospetti - ha detto il capo della Mobile di Brescia Carmine Grassi - il giudice ha preferito allontanare la bambina dalla sua famiglia: non potevamo rischiare che i genitori abusassero ancora di lei. Abbiamo scoperto una storia triste, fatta di violenza subite e praticate". Il riferimento è al padre di una delle due bambine che è stato violentato da un parente quando era ancora un ragazzino. "Non so se è un'attenuante", ha detto il funzionario di Polizia. "Non è inusuale che chi è violentato finisce per violentare, ma non può essere una giustificazione".