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Biella: tre indagati per il suicidio di un detenuto marocchino
La Stampa, 24 ottobre 2005
Tre
indagati per il suicidio di un marocchino in carcere: un medico del carcere e
due agenti di polizia penitenziaria sono accusati dalla procura di non aver
adeguatamente assistito il detenuto del quale erano noti i suoi problemi
psichiatrici. La morte dell’extracomunitario risale a qualche mese fa. Una
prima volta l’uomo aveva cercato di togliersi la vita e poi di frequente aveva
espresso il desiderio di mettere in atto il tragico gesto. Per questo motivo
era stato sottoposto ad uno speciale regime di sorveglianza, che di fatto
prevedeva un’assidua frequentazione con il personale del carcere: assistenza medica
e colloqui con gli agenti, anche più volte al giorno. Questo non ha però
impedito che il marocchino venisse trovato morto nella sua cella: si era
impiccato, con una corda stretta intorno al collo. L’inchiesta della procura,
scattata automaticamente, avrebbe rilevato delle carenze nell’assistenza
all’extracomunitario. "Un’accusa a nostro avviso senza prove - sostiene un
avvocato difensore -. L’uomo si è ucciso nell’intervallo tra un colloquio e
l’altro: un atto premeditato che non si poteva evitare se non con un’assistenza
continua, cosa impossibile".