Se il “mercato” (inteso come mercato delle merci, compreso il denaro circolante, esso stesso merce), ha il primato da parte della politica, che cosa può avvenire ?
Essendo uomini, può avvenire che gli interessi privati si aggroviglino sempre più in miriadi di microscopiche mosse semi-clandestine.
Alcuni esempi.
Cominciamo da Mira.
Nonostante la nostra città abbia una base sociale proletaria e di lavoratori, quasi il 10% di immigrati (non tutti poveri e lavoratori), sono più apparenti le azioni delle forze dell’ordine che quelle della municipalità.
Non c’è una assemblea plenaria della popolazione. Non c’è una attività di massa dei partiti. I sindacati (a parte il sindacato di classe in costruzione, ancora però visibile solo certe mattine presto ai cancelli di alcune e poche fabbriche ancora), sono ridotti al rango di compilatori di moduli fiscali e previdenziali. I comitati agiscono abbastanza similmente ai partiti, spesso sono composti da membri di partito che hanno cambiato vestigia, ma non sostanza. La cosa pubblica viaggia attraverso i media. Uno esce di casa e legge il quotidiano locale, ma sono pochissime le telefonate (paura del “grande fratello”) e quasi del tutto assenti gli incontri.
Le poche bacheche ovviamente non possono competere con l’offerta pubblicitaria ? No, è il tempo di lavoro, la giornata lavorativa che è divenuta enormemente ingoiatrice di libertà, collettive e personali.
Ne conseguono delle ricadute economiche della crisi voluta e costruita certosinamente (attentato alla Costituzione, attentato alle risorse economiche di questa zona del paese) a Marghera, dai confederali corrotti (es.Tencara, Galileo, ecc.), e soprattutto dai padroni, che non avendo sufficienti garanzie di poter schiavizzare la gente, accettano di guadagnare con le imprese di appalto ma non più con le grandi fabbriche.
Il modello capitalista si sa che è in crisi, ma qui anche le apparenze non interessano più.
Tanto l’offerta sessuale e di spettacolo è aumentata, e lo “sfogo” delle “tensioni” aumenta, la cocaina circola comunque anche se la finanza cerca di bloccarla, ma con risultati certo insufficienti a sequestrare anche il 10 % del circolante, ed i giovani possono incontrarsi oramai quasi solo davanti a certi negozi, perché persino i parchi sono chiusi la sera e militarizzati di giorno (anche con la scusa, pur vera, della droga).
Di consegenza il capitale ha sempre più esigenze frammentate e specifiche di circolazione di merci, e i corrieri che appaltano a piloti di furgone, non possono comunque risolvere il problema delle strade piene di macchine a causa della latitanza pubblica nei servizi autostradali dei bus, che oramai costano come biglietto, 5 volte a chilometro più di una normale auto diesel da 1900 cc.
Allora che han cominciato a fare i politici dopo Tangentopoli (ricordiamo che a Mira la giunta di sinistra fu commissariata, e non fu una offesa il commissionariamento, ma ciò che lo provocò, per quella maggioranza assoluta di cittadini che da Marghera sud a Malcontenta a Mira e Riviera, votavano a sinistra, e che oggi in molti casi sono stati ulteriormente esodati anche da Marghera da una politica della casa al tappabuchi per non guastare il sonno dei grandi costruttori e proprietari immobiliari) ?
Hanno delineato il loro gran guadagno sulle bonifiche (nocività come profitto), sulle tangenziali, sui passanti, sulle nuove vie di comunicazioni, tram e treni di superficie, portando i cittadini ad avere un costo in più: quello di spostamento, aggravato non solo dall’euro e dal raddoppio dei costi dei carburanti, ma anche dall’aumentato costo di trasferimento causato dal traffico. Dicevamo infatti che ci sono troppe auto in giro, ed in effetti questo è causato dalla frammentazione e precarizzazione del mondo del lavoro. A quel punto i camion intasano le auto e le auto intasano i camion ed i bus riducono i numeri di corse oppure se le aumentano devono farlo negli stessi orari. Le tendenze si moltiplicano e contraddicono l’un l’altra, cominciano a scarseggiare i campi liberi per nuove tangenziali e i chilometri tra un casello e l’altro non sono più di 5 o 2 o 10. Questo genera un effetto psichico di massa simile all’effetto serra, e quindi il ricorso a bar e ristoranti e discoteche e club, con l’ausilio della politica tappabuchi del comune e delle amministrazioni, che però non può rideterminare alcun sviluppo sostenibile.
Ciò che non si vuole ammettere è molteplice:
Nello specifico:
il casello di Borbiago non deve accettare l’uscita di alcun tir e deve essere fatta al più presto una mini-bretella di rientro in A4, a spese di chi ha deciso il casello.
Il passante non deve continuare a devastare il territorio.
Le stazioncine come Mira Marano devono essere decorose non costruite senza rifiniture per mangiar sopra ancor più soldi.
Alla base:
ogni sovrastruttura deve essere ristatalizzata e le convenzioni devono
riguardare solo l’esercizio, con una percentuale di proprietà ridotta per legge
al massimo al 25% per i privati. Deve essere abolita la pubblicità su autobus,
treni, autostrade, ecc., che non fa altro che lievitare i costi.
Sono solo spunti.
Ma di sicuro i Comitati devono uscire dal letargo del rapporto comunicato-media, e passare alla pratica.
In massa
(12-3-2008)