Comunicato stampa del
PCR (comitati di organizzazione) del Canada
Il PCR (co) del Canada è un Partito
marxista-leninista-maoista che sta lavorando per la costruzione del PCR del
Canada.
Il compagno canadese che maggiormente è importante nella
storia del movimento comunista canadese è Norman Bethune, medico e compagno che
lottò e morì nella guerra rivoluzionaria cinese al fianco di Mao Tse-Tung.
Cfr. Scheda (in allestimento, traduzione sulla sua
biografia, già realizzata ma da scansionare) Foto
di Norman Bethune
CAMBIO DI GUARDIA AD OTTAWA.
La campagna eccezionalmente lunga che ci ha afflitto negli ultimi due mesi
si è finalmente conclusa, come previsto, con l’elezione di un governo
conservatore minoritario diretto dal filo-americano S. Harper, la cui vittoria
è stata peraltro meno marcata di quanto sperasse. Come d’abitudine, questa campagna era stata caratterizzata da
promesse e slogan nazionalistici, da una grande illusione, sul fondo di una
pura ipocrisia.
Così si è preteso che queste elezioni fossero l’oggetto di una battaglia
tra dei “valori” fondamentalmente opposti: i valori americani promossi da
S.Harper, da una parte, ed i valori canadesi (o del Quebec) difesa dai suoi tre
principali avversari. Questi, ci si è detto, son fatti di valori come la
tolleranza, la compassione, ma di quali valori canadesi si tratta veramente ?
Come si può dire che il Canada sia un paese aperto quando ogni anno
centinaia, migliaia di candidati e candidate allo statuto di rifugiato/a sono
rifiutati/e e deportati/e come fu nel caso di Mohammed Cherfi e degli altri
rifugiati algerini/e nel Quebec ?
Come parlare di tolleranza in presenza dei certificati di etichettare
sulla faccia i mussulmani [siamo al
nazismo sottotraccia] e di imprigionarli senza diritto, indefinitamente, senza
dare possibilità di prova all’immigrato ?
Di quale “solidarietà” e “compassione” si tratta quando dopo 20 anni da un capo all’altro del paese, senza
eccezione, hanno tagliato gli aumenti nelle prestazioni di aiuto sociale ed
instaurato dei programmi di LAVORO FORZATO pagati sulla base del salario minimo
?
Quando il programma di copertura della disoccupazione è stato snaturato al
punto che la maggioranza di quelli/e che perdono il loro lavoro non riescono a
trovarne un altro ?
Quando migliaia di autoctoni vivono in condizioni sub-umane, senza acqua
potabile né servizi sanitari, come si è potuto vedere qualche settimana fa a
Kashechewan ?
Datevi una regolata, di grazie !
In verità, e contrariamente a quanto ci è stato raccontato, queste
elezioni non avevano nulla a che vedere con un “conflitto di valori”; si tratta
essenzialmente di una operazione di rialzo del tiro, di un cambio di personale
che sarà chiamato a perpetuare gli stessi valori, lo stesso ordine sociale, lo
stesso Canada che si è sempre conosciuto : un paese tagliato su misura per
promuovere e soddisfare gli interessi della grande borghesia.
I commentatori politici hanno sempre glissato sul “ricentramento” operato
dal Partito conservatore. E’ vero che
su molte questioni, il programma presentato piuttosto abilmente da S. Harper
nuotava nelle stesse acque di quello del Partito liberale, del Nuovo partito
democratico, e pure del Blocco quebechese: promesse di abbassare le tasse, di
regolare il disavanzo fiscale, di aumentare il finanziamento del sistema
pubblico sanitario, di reprimere i giovani contravvenenti trattandoli come
adulti (una proposta dei Conservatori che J. Layton ha d’altronde represso da
parte sua), ecc.
Anche sulle questioni di politica estera, la posizione di S.Harper si
colloca in una stretta continuità con quella del governo liberale uscente
(seguito della occupazione militare canadese ad Haiti ed in Afghanistan,
elaborazione di una politica di sicurezza e di sorveglianza frontaliera comune
con gli Stati Uniti, ecc.). Il ministro
dei Trasporti J.Lapierre ha ben tracciato i discorsi “nazisti” e di “estrema
destra” durante tutta la campagna elettorale, così come lui ha annunciato, qualche
giorno prima dell’inizio delle elezioni, che il suo governo ha installato delle
camere di sorveglianza in tutte le stazioni di metro ed in tutti gli autobus
delle società di trasporto pubblico nel paese, cosa che porterà un po’ di più
il Canada ad essere chiamato in giro per il mondo: Stato di polizia !
Così dunque, ancora una volta, si andrà verso un “cambiamento nella
continuità” ciò che si intende come il mantenimento ed il consolidamento del
potere borghese. I Conservatori saranno portati, per la forza delle cose, a “governare
al centro”, come nell’interesse generale della borghesia e delle sue diverse fazioni,
ed assicurandone il mantenimento della pace sociale. Il capo del PC non aveva torto allorquando evocava i “guardia-matti”
che gli impedirono di pensare troppo a destra (il contrappeso esercitato dal
Senato, dalla Corte suprema, dalle province . . .). Il sistema politico borghese in Canada è assai abilmente
concepito affinché i capitalisti potessero distinguersi e continuare a tirare
avanti per benino, senza troppi scontri.
E’ così che il paese è sempre stato governato da un partito unico, dopo la
sua fondazione: un partito composto da due grandi alleati, l’uno “liberale” e l’altro
“conservatore”, che non hanno mai rimesso fondamentalmente in questione l’orientamento
generale della società canadese.
D’altronde, nel corso della recente campagna, fu assai divertente vedere
S.Harper proporre di ridurre la tassa sui prodotti e servizi – una tassa sul
consumo non può essere regressiva, per definizione - mentre proprio questa tassa era stata introdotta dal vecchio
governo conservatore di B.Mulroney !
E nello stesso tempo, di vedere
il suo avversario liberale P.Martin opporsi alla sua diminuzione, così come il
suo partito aveva fatto la campagna (e lo aveva eletto) nel 1993 promettendo di abolire – una promessa
che egli non ha evidentemente mai riempito !
La posta delle ultime elezioni, in fondo, era assai semplice: si trattava
di assicurare alla classe dominante canadese, un governo valido e funzionale.
Dopo quattro mandati e 12 anni di regno liberale, la borghesia è stata
condannata, in qualche modo, a rinnovare il suo personale politico, che non era
più efficiente. Il quasi-golpe per il quale P.Martin ha avuto il cambio della
guardia da J.Chétien alla testa del Partito liberale, fu all’evidenza
insufficiente per ridargli vita.
Inoltre, l’elezione del governo Harper può darsi che permetterà di
prendere atto dei cambiamenti che si sono prodotti già da qualche anno nei
rapporti che oppongono le diverse fazioni di borghesia canadese, per tener
conto degli interessi dei settori emergenti, in particolare in Québec ed
Alberta.
Sarà d’altronde interessante vedere il movimento indipendentista
québechese, il cui progetto è inestricabilmente legato agli interessi della
borghesia nazionale québechese, riposizionarsi per far fronte a questo nuovo
dato – ciò che deve, e che d’altronde ha già iniziato a, fare benchè
nascostamente. I dirigenti del Blocco e
del suo grande fratello péquista (o non è il contrario) hanno cercato di
minimizzare gli arretramenti avutisi nel Blocco, invocando la "percentuale"
che vrebbe realizzato presso le comunità culturali. Il fatto è che il Blocco ha
perso circa 128 mila voti rispetto al 2004, mentre si era vantato di aver
raggiunto una vetta storica.
(La verità è che all’epoca di Lucien Bouchard, nel 1993, il Blocco aveva
ottenuto 300 mila voti in più di quest’anno: in rapporto all’insieme dell’elettorato,
il Blocco ha perduto di fatto più di un quarto dei suoi appoggi, passando dal
36,7% del 1993 al 28,8% del 2004 e al 26,6% in questa occasione).
Il ripiego del Blocco obbligherà dunque il movimento indipendentista a
rivedere i suoi famosi piani in “tre periodi (…). Ciò causerà dei buoni mal di testa a non poche persone,
notoriamente sia dalla parte del nuovo “partito
di sinistra” che dell’UFP e del movimento.
Opzione cittadina si sta per fondare, e andranno a svolgere un ruolo nel
nuovo governo péquista in vista di un terzo referendum sulla sovranità, che
segue la sconfitta del governo Charest.
Tutto questo, appare un po’ meno “ineluttabile” di ciò che era appena
qualche settimana fa …
Noi non mancheremo di sottolineare, di passaggio, i risultati ottenuti dai
candidati e candidate dei due partiti che si pretendono “comunisti” che hanno
partecipato alle elezioni: dei risultati del tutto minimi, ottenuti per di più
su dei programmi che sono ancor più infimi.
Così, i 21 candidati del Partito comunista canadese hanno ottenuto il 0,32
% dei suffragi nelle circoscrizioni dove loro si sono presentati/e (0,02% sull’insieme
del paese) [nella migliore delle ipotesi un 5% se presentavano liste in tutto
il paese] Quanto ai cosiddetti “marxisti-leninisti” del PCCMl, hanno ottenuto
il 0,26% dei voti nei 69 seggi dove si sono presentati (0,06% sull’insieme del
paese) [nella migliore delle ipotesi un 1,12% se avessero presentato candidati
in tutti i seggi]
Il peggio, è che ne l’uno né l’altro hanno fatto promozione di alcuna idea
comunista durante questa campagna, il che è spesso il pretesto che utilizzano
per giustificare la loro partecipazione al circo elettorale.
Il PCC revisionista si è limitato a sostenere l’elezione di “qualche
deputato progressista, includendo i “comunisti”, il che, secondo lui, doveva “aprire
la via al socialismo” (?!).
Quanto al PCCML, la charabia incomprensibile che afferma per “programma”
è ancor più costernante: la sola menzione del socialismo né è oramai esclusa,
essendo rimpiazta da strani incantamenti sul “rinnovamento democratico e l’edificazione
nazionale”. Bisognava leggere la
dichiarazione ufficiale emessa dai suoi due candidati nella regione dell’Outaouais,
alla vigilia dello scrutinio, che presentava il Blocco come una autentica
alternativa e che terminava volgarmente con la seguente parola d’ordine: “Tutte e tutti a votare il 23 gennaio !” Si
è ben lontani dall’epoca in cui il PCCML si appellava a farla pagare i ricchi …
Ancora quest’anno, la nostra organizzazione –il PCR(co)—ha fatto campagna
per il boicottaggio delle elezioni.
Benchè il tasso di partecipazione, su scala nazionalem sia
sufficientemente aumentato (dal 60,9% al 64,9%) perché la classe politica possa
tirare un sospiro di sollievo, la tendenza generale al ribasso dei tassi di
partecipazione è lontano da essere stato rovesciato.
Di fatto, sono stati poco meno di 8 milioni di elettrici e di elettori, ad
astenersi, il che costituisce il terzo tasso di partecipazione più basso di
tutta la storia canadese.
Si noterà analogamente che l’astensione è molto più massiva nelle
circoscrizioni a forte concentrazione proletaria e/o autoctona. Così, la circoscrizione più povera del
paese, Winnipeg-Centre, è così quella dove si è meno votato (48,9%). All’opposto,
la circoscrizione di Belinda Stronach, Newmarket-Aurora, che fa parte delle 10
circoscrizioni dove l’affitto medio delle case è più alto, è una di quelle ove si è votato di più (72,4%).
Facendo la campagna per il boicottaggio delle
elezioni, i maoisti del PCR (co) hanno voluto appoggiarsi sul sentimento
profondo di disgusto che la politica borghese ispira alle masse popolari, per
far crescere l’idea di una rottura completa e definitiva con il sistema capitalista
stesso. Nel corso delle prossime settimane e mesi, noi contiamo di
intensificare i nostri sforzi per far nascere un partito completamente di nuovo
tipo, che sarà in grado di difendere, non solo in teoria ma anche in pratica,
la prospettiva di una lotta globale e determinata contro il potere della
borghesia, per la costruzione di un nuovo potere proletario e popolare. Questa
responsabilità appartiene a tutti quelli e quelle che sostengono di farla
finita con il capitalismo.
[Traduzione e sintesi redazionale di p.d.]