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Ricevuto da un lettore, luglio 2006
Per aprire
la strada verso
la rivoluzione socialista nel nostro paese, occorre
conoscere le tendenze
reali del movimento
della società e
delle sue parti.
Il maoismo ci
aiuta su questo
lavoro, non nel
senso di un
pensiero da propagandare, ma è uno
strumento che aiuta
a formare una
coscienza del reale e
perciò rende più efficace
l’attività per la
trasformazione della società.
Mi soffermerò in sintesi su tre aspetti sui quali Mao scrisse: il materialismo dialettico, la pratica e la contraddizione.
In filosofia si
sono sempre scontrate
due correnti filosofiche: quella idealista e
quella materialista.
Esse rappresentano concezioni
del mondo di
classi opposte: la idealista
rappresenta quella delle classi dominanti, la materialista quella delle classi oppresse.
L’idealismo afferma che
lo spirito (la coscienza,
le idee, il soggetto) è l’origine del mondo e la
materia è solo un derivato dello
spirito.
Il materialismo afferma
che la
materia esiste indipendentemente dallo
spirito è solo un fenomeno della
materia.
L’idealismo nasce
inizialmente dall’ignoranza e dalla
superstizione dell’uomo primitivo, in
seguito con lo sviluppo delle forze produttive e
con il formarsi delle classi
sociali, quando si
formò la proprietà privata e lo sfruttamento del lavoro altrui divenne la
base dell’esistenza delle classi dirigenti, il lavoro intellettuale
divenne loro prerogativa e l’idealismo, la loro filosofia.
Facciamo degli
esempi di applicazione di un impostazione idealista
in vari campi: il politico idealista
esalta l’onnipotenza della politica, gli
storici idealisti affermano che
la storia è fatta dai grandi
personaggi o dagli eroi.
In sostanza gli idealisti esagerano la potenza creatrice
del soggetto.
Il materialismo antecedente
a Marx (materialismo meccanicistico) dava al pensiero un fattore
passivo. Il materialismo dialettico
mostra che pensiero sorge dalla pratica sociale e
nello stesso tempo il pensiero dirige l’attività pratica.
Come si raggiunge
la conoscenza per il
materialismo dialettico? Lo si
raggiunge attraverso le 3
pratiche: la pratica del lavoro
produttivo, la pratica della lotta di
classe e la pratica
della conoscenza scientifica.
Tanto più si svilupperà la
produzione (1°), la lotta di classe (2°) e la ricerca scientifica (3°) e di più la filosofia materialistica si
svilupperà. Su questa via
l’uomo si emanciperà dalla duplice oppressione quella
sociale e quella della natura.
Il materialismo è l’arma
per la rivoluzione sociale.
Il materialismo
moderno non è una semplice evoluzione delle scuole filosofiche
procedenti, esso è
nato nella battaglia contro
le altre scuole filosofiche per
liberarsi dal idealismo e dal misticismo. Il marxismo si oppone
ai limiti e
alle ristrettezze delle
teorie materialistiche precedenti
(quelle meccanicistiche).
C’è unità tra
la concezione del
mondo e il
metodo del materialismo dialettico.
L’oggetto della dialettica materialista è quello
di cogliere le
relazioni che esitono
tra i vari fenomeni attraverso
l’indagine dei fenomeni stessi.
La dialettica materialistica è la
sintesi, la generalizzazione e il
risultato finale di tutti i contenuti validi di tutte
le scienze e di tutta la
conoscenza. Quindi i concetti della dialettica materialistica
sono leggi generali.
La logica non è estranea al mondo
materiale.
La materia è
fonte del pensiero. Per
materia s’intende tutto ciò
che esiste a prescindere dalla coscienza umana e agisce indipendentemente da
essa.
La materia
agisce sugli organi
sensitivi dell’uomo che
generano le percezioni sensitive
dell’uomo e attraverso
queste percezioni la
materia agisce sull’uomo.
La concezione della materia delle s scienze naturali deriva dallo
studio delle strutture materiali; questa concezione muta con il progredire delle scienze naturali
(concezione relativa).
Il movimento è una forma dell’esistenza della
materia.
Lotta degli opposti:
ogni forma di movimento arriva sempre ad
una forma superiore. Ci sono movimenti che addirittura
rovesciano la direzione in cui esso procede. Le forme di
movimento che avanzano e
quelle che retrocedono sono
connesse le une dalle altre e
danno luogo ad un movimento a spirale.
Teoria del riflesso: le nostre immagini e i nostri
concetti non provengono soltanto dalle
cose oggettive ma riflettono
anche le cose oggettive. Tutta
l’attività pratica dell’uomo che
ha per scopo la trasformazione
dell’ambiente è diretta dal pensiero (dalla conoscenza) sia che si
tratti di attività produttive o
attività inerenti la lotta di
classe. Se le leggi oggettive non si
riflettono nel pensiero della persona che compie
l’attività e non costituiscono il contenuto del pensiero
(conoscenza) sicuramente l’attività di
trasformazione, non raggiungerà lo scopo (un chiaro esempio sono gli
errori dovuti dal
soggettivismo nel movimento
rivoluzionario).
Il materialismo
dialettico afferma che
c’è la verità assoluta. Tra
verità assoluta e verità relativa c’è un rapporto dialettico, nel
senso che si
arriva alla verità assoluta con un
accumulo di verità relative. Ogni conoscenza
della natura è una verità
assoluta.
L’attività produttiva
dell’uomo è l’attività pratica
fondamentale e determina
ogni altra forma
di attività. Attraverso
l’attività produttiva gradualmente si
giunge a diversi gradi di comprensione di determinati
rapporti reciproci fra gli
uomini. Oltre all’attività produttiva, ci
sono altri tipi
di pratica sociale quali:
la lotta di
classe, la lotta politica,
l’attività scientifica e artistica.
L’attività produttiva
della società umana si
sviluppa passo a passo, dagli stadi più bassi a
quelli più alti, e di
conseguenza anche la conoscenza
umana si sviluppa passo a passo. Per un
lungo periodo di tempo
gli uomini non poterono comprendere
che unilateralmente la storia
della società. Questo era dovuto dal
fatto che da una
parte i pregiudizi della classe
dominante deformavano costantemente la
storia della società (la
storia è fatta solo
dai grandi uomini), dall’altra l’orizzonte degli uomini era
limitato. Solo quando,
assieme alle grandi forze produttive (ossia l’industria
moderna) comparve il
proletariato moderno, gli
uomini a pervenire ad una maggiore
comprensione storica dello sviluppo della società attraverso una scienza. Questa
scienza è il marxismo.
La teoria dialettica materialistica della conoscenza pone la pratica al primo
posto. La filosofia marxista (materialismo dialettica)
ha due
caratteristiche peculiari: la
prima è che
al servizio del proletariato, l’altra è la
sua natura pratica che pone
l’accento che la teoria dipende dalla pratica.
Come avviene la
conoscenza umana? All’inizio
gli uomini vedono
soltanto l’assetto
fenomenico, gli aspetti
singoli e i
mezzi singoli. Per esempio
se faccio un’inchiesta in quartiere, prima vedo
le strade, le case, le attività
produttive, partecipo a riunioni. Questa
fase del processo si chiama
fase della percezione. In
questa fase l’uomo non può
ancora formarsi concetti profondi.
Man mano che
la pratica sociale prosegue, percezioni e
sensazioni si ripetono
più volte. Ad
un certo punto
c’è un salto nel processo della
conoscenza: nascono i conoscenti.
I concetti colgono
l’essenza delle cose, il loro insieme e i loro nessi interni. La differenza fra concetto
e percezione non
è soltanto quantitativa ma qualitativa.
Il vero compito della conoscenza è arrivare
attraverso la percezione, al
pensiero, alla graduale
comprensione delle
contraddizioni interne delle cose oggettivamente esistenti, delle leggi
che regolano queste cose, dei
nessi interni tra
l’uno e l’altro
e arrivare alla conoscenza logica.
La conoscenza
percettiva e la
conoscenza logica sono
un processo unico.
Le cose
immediatamente percepite non
possono essere immediatamente compresse e che
se soltanto le cose
comprese possono essere
percepite più profondamente. Solo
la pratica aiuta
a trovare la
soluzione di questo
problema. Chiunque voglia conoscere una cosa, non ha altro
mezzo che quello
di venire a contatto
con lei, ossia operare nel
suo ambiente.
Marx, Engels, Lenin,
Stalin e Mao Tse-Tung poterono formulare
le loro teorie, perché
parteciparono alla pratica
della trasformazione della
realtà.
Le conoscenze
di un uomo si compongono di
fonti: la conoscenza diretta
e la conoscenza
indiretta. Ma la
conoscenza indiretta è in realtà
conoscenza diretta di altri
(genitori, parenti, amici
ecc.) ne consegue perciò
che tutta la
conoscenza è conoscenza diretta.
E’ importante durante
la fase della
percezione, che i
dati siano molto
ricchi (e non frammentati
e incompleti) e
che corrispondano alla realtà.
Soltanto con queste
condizioni e possibile
elaborare concetti e
trarre giuste conclusioni.
Ci sono
due punti importanti
da notare:
1°) La dipendenza
della conoscenza razionale dalla
conoscenza percettiva. Quando
un uomo che si tura
le orecchie, si
copre gli occhi
e si isola dalla realtà oggettiva, in questo
caso non si
può parlare di
conoscenza. La conoscenza ha
inizio dall’esperienza.
2°) E’ necessario approfondire la conoscenza, passare
dalla fase della conoscenza percettiva a quella razionale.
Per la filosofia
marxista, il problema
più importante non è
comprendere le leggi del
mondo oggettivo e
spiegarlo, ma avvalersi della
conoscenza di tale
leggi per trasformarlo. Il marxismo dà importanza alla teoria perché
serve a guidare l’azione trasformatrice come dice
giustamente Lenin “Senza teoria rivoluzionaria non vi può essere movimento rivoluzionario”.
La conoscenza
comincia dalla pratica, raggiunge
attraverso la pratica il livello teorico e quindi ritorna nuovamente alla pratica. Significa
che la
conoscenza la si applica nella
pratica della produzione, nella pratica
nella pratica della produzione, nella pratica
della lotta di classe e
nella pratica della
sperimentazione scientifica.
Le teorie scientifiche sono considerate
vere non solo perché sono elaborate
dagli scienziati, ma
anche perché hanno
trovato conferma nella pratica
scientifica. Il marxismo leninismo maoismo è
valido non solo
per l’elaborazione fatta da
Marx, Engels, Lenin, Stalin e
Mao Tse-Tung ma è
riconosciuto valido perché
la sua verifica è
determinata dalla pratica
rivoluzionaria. (3°)
Succede spesso
che nella pratica
diretta a trasformare
la natura o
la società molto raramente
i piani, le
idee, le teorie,
i progetti vengono
attuati integralmente. Questo
perché gli uomini
che sono impegnati a
trasformare la realtà
sono sottoposti a numerose limitazioni: ciò è
causato da uno sviluppo inadeguato
delle conoscenze
scientifiche oppure da uno sviluppo inadeguato del
processo oggettivo. La scoperta
di circostanze impreviste
comporta che i piani, le
idee, le teorie
e i progetti subiscano spesso cambiamenti parziali o a
volte totali. Spesso per
raggiungere la
corrispondenza col processo
oggettivo, prima si
compiono molti errori (4°).
La legge
della contraddizione (o
legge dell’unità degli
opposti) è la
legge più importante
della dialettica è la
legge più importante della dialettica.
Ci sono
6 tesi da sviluppare:
1° Le due concezioni
del mondo.
Sono sempre
esistite, in tutta
la storia della conoscenza umana, due
concezioni dello sviluppo
umano: quella metafisica e
quella dialettica. Queste
concezioni sono opposte tra
loro.
La concezione metafisica del mondo
consiste nel considerare tutte
le cose del
mondo come isoalte e statiche. Le
modificazioni sono soltanto
aumento o diminuzione, quantitative o semplice
spostamento. Le cause
di questo spostamento, della
modificazione delle cose sono fuori
di loro. Per
i metafisici, lo
sfruttamento che c’era nella società schiavista, in quella feudale e in quella
capitalista sono la
stessa cosa.
La concezione
materialista dialettica
esige che nello
studio dello sviluppo
di una cosa, si parta dal
suo contenuto interno e dal
nesso in cui
una cosa si trova
con le altre.
La causa
dello sviluppo di
una cosa non
si trova al
di fuori di
lei, ma dentro,
dalle sue contraddizioni interne.
La contraddizione insita
in una cosa è la
causa principale del
suo sviluppo, mentre
la relazione con
le altre cose è
sola la causa secondaria. Esempio: se
volgiamo capire perché i
primi paesi socialisti sono
crollati, bisogna vedere
la lotta di
classe che si è svolta
all’interno di questi
paesi e vide il
prevalere nella metà
degli anni ’50 il
prevalere dei revisionisti.
Lo sviluppo
che avviene in natura,
avviene per contraddizioni interne
alla natura. Lo sviluppo
che avviene all’interno della società, avviene per le contraddizioni all’interno della società: la
contraddizione tra lo
sviluppo delle forze produttive e
i rapporti di produzione,
la contraddizione fra le
classi, la contraddizione fra il vecchio e il
nuovo. E’ lo sviluppo di queste
contraddizioni che costringono
la società ad andare
avanti.
La dialettica materialistica non esclude le cause esterne. Le cause
esterne sono la condizione della trasformazione, le cause interne ne sono la
base, le cause esterne operano attraverso le cause interne. (5°)
2° La contraddizione è universale.
Il carattere universale della
contraddizione a due
aspetti: nel primo la
contraddizione esiste nel processo di sviluppo di ogni cosa, nel secondo il processo di sviluppo ogni cosa, il
movimento degli opposti esiste dall’inizio alla
fine del processo.
Nel primo aspetto, in
ogni azione ci sono
sempre due aspetti
che lottano fra loro e nello
stesso si uniscono sempre fra loro,
ciò costituiscono un tutt’uno.
Nella meccanica c’è azione e reazione,
nella chimica c’è la combinazione e la
dissociazione degli atomi,
nella guerra c’è l’attacco e
la difesa.
Per quanto
riguarda il secondo
aspetto, la contraddizione c’è sin dall’inizio
di ogni processo.
Esempio: la contraddizione fra classe operaia e capitale
è nata sin da
quando hanno cominciato ad esserci
la classe operaia e il
capitale.
Succede che
da una vecchia unità
degli opposti nasce una
nuova unità degli opposti
con un nuovo processo con delle sue
contraddizioni. Esempio:
quando un essere umano (uomo o donna) cresce, passa dalla
fanciullezza all’adolescenza
e poi
si diventa uomini o
donne grandi, per
ogni fase della
crescita ci sono
nuove problematiche.
3° La contraddizione è particolare.
In ogni
forma di movimento
della materia la
contraddizione ha un
suo aspetto particolare
perché sono importanti
gli elementi particolari propri
di ogni forma
di movimento. Ogni
forma contiene delle
sue contraddizioni. Esempio:
la società socialista (movimento verso
il comunismo) contiene
delle contraddizioni diverse
da quelle che
ci sono nella
società capitalista.
In ogni
forma di movimento
ogni processo di
sviluppo che sia
reale e non immaginario
è qualitativamente diverso.
Le contraddizioni qualitativamente
diverse possono essere
risolte solo metodi
qualitativamente diversi.
Esempio: la contraddizione fra
classe operaia e la
borghesia sarà risolta col metodo della rivoluzione socialista; la contraddizione fra colonie/semicolonie e
l’imperialismo sarà risolta
col metodo della
rivoluzione di nuova democrazia; le contraddizioni
all’interno del Partito
Comunista saranno risolte col metodo della critica e dell’autocritica sviluppando la lotta fra
le due linee. I dogmatici non osservano il principio
che per contraddizioni diverse bisogna operare
metodi diversi, non
capiscono le differenze
fra le varie situazioni
rivoluzionarie. Essi adottano
una forma che
immaginavano immutabile e
l’applicano rigidamente dappertutto: questo può solo
provocare danni per
la rivoluzione.
Per scoprire il
carattere particolare delle
contraddizioni nel loro
insieme così come nel
loro reciproco, perciò è
necessario scoprire il
carattere particolare di ogni
particolare di ogni
aspetto della contraddizione di quel processo.
Nel processo
di sviluppo di
un fenomeno, si è
tutta una serie
di contraddizioni. Esempio: in
questo periodo in
Iraq non c’è solamente tra
le masse popolari irachene
e l’imperialismo americano, ma
anche la contraddizione tra la classe
operaia irachena e la borghesia compradora irachena e statunitense, la contraddizione all’interno
delle masse popolari irachene,
la contraddizione fra
i vari gruppi reazionari
della classe dominante (tenendo conto
c’è una componente islamica alla
testa della resistenza contro
gli imperialisti). Ognuna di
queste contraddizioni ha
il suo particolare e quindi
non possono essere trattate
nello stesso modo. I comunisti di questo paese (come tutti
i comunisti) se
intendono portare avanti
una rivoluzione di
nuova democrazia, non
devono solo comprendere
il carattere particolare
di ognuna il
carattere particolare di
ognuna di queste
contraddizioni alla luce
della loro totalità;
ma possono comprendere
la totalità delle contraddizioni solo
studiando i due
aspetti di ciascuna
di loro. Comprendere
i due aspetti di una
contraddizione significa comprendere la posizione specifica che
occupa ciascun aspetto, la
forma concreta di
cui esso legato
da un nesso di interdipendenza all’assetto opposto
e nello stesso tempo lotta contro di
esso.
Nello studio
di qualsiasi problema
bisogna evitare di essere
soggettivisti, unilaterali e superficiali.
Essere soggettivisti significa non
considerare i problemi
oggettivamente.
Essere unilaterale
significa non saper considerare
il problema come un
tutto. Sarebbe, per esempio, considerare il
proletariato e non la
borghesia. In sostanza
essere unilaterali significa
non comprendere le caratteristiche di ognuno
degli aspetti della contraddizione.
La superficialità è il comportamento di chi non
tiene conto né
delle caratteristiche della
contraddizione nel suo insieme,
né delle caratteristiche dei vari aspetti
della contraddizione.
Unilateralità e
superficialità sono al tempo
stesso anche stesso anche soggettivismo e implicano
un metodo soggettivista, perché
tutte le cose
esistenti oggettivamente sono
anche nella realtà connesse
tra loro e
ognuna è governata
da leggi interne, mentre
i soggettivisti non considerano
queste cose per
quello che esse
sono realmente ma
le esaminano in
modo unilateralmente o
superficialmente.
Occorre tenere presente
ciò che l’uomo
riflette della realtà e
in che modo tale realtà
è riflessa. L’uomo
non è solo un essere naturale ma
pure un essere
sociale. Marx ha rilevato che l’essenza dell’uomo sta
nella totalità dei rapporti sociali.
Nel movimento di opposti che opposte
tutto il processo dello sviluppo, dobbiamo tra
le tante cose,
porre attenzione alle
particolarità proprie di ogni
fase del processo dello sviluppo.
Nel processo di sviluppo
di una cosa, la
contraddizione fondamentale del
processo e la
qualità del processo determinata da questa
contraddizione non
scompaiono mai finché il
processo non è
arrivato al suo
compimento: tuttavia nel lungo
processo di sviluppo
di una cosa normalmente le
condizioni di una
fase sono differenti
dalle condizioni in
un altra fase.
Per esempio,
quando il capitalismo
passò nella fase
imperialistica, non cambiò la
natura delle due
classi tra cui
esiste la contraddizione fondamentale (classe operaia e
borghesia) né la
natura capitalistica della società;
tuttavia la contraddizione diventò più acuta.
Quando si
studiano le particolarità delle contraddizioni nelle diverse fasi del processo di
sviluppo di una
cosa, occorre esaminarle nel loro nesso reciproco,
nel loro complesso,
ma anche analizzarle
in ogni fase
della contraddizione.
4° la contraddizione fondamentale, la contraddizione
principale e la contraddizione
secondaria.
Tutti gli
oggetti, e tanto
più i fenomeni complessi. Contengono
non uno ma
più contraddizioni e
sono in connessione, in rapporto contraddittorio con altri oggetti
e con altri fenomeni. Perciò
bisogna distinguere le
contraddizioni fondamentali da
quelle non fondamentali, quelle
principali da quelle secondarie.
La contraddizione fondamentale
riflette la contraddizione dell’essenza stessa da
una cosa o
di fenomeno e
contraddistingue lo sviluppo
lo sviluppo della
cosa o del fenomeno
dall’inizio alla fine
della sua esistenza. Esempio: la
contraddizione tra il
carattere sociale delle forze produttive e
il carattere privato dei
rapporti di produzione è adesso la
contraddizione fondamentale del modo
di produzione capitalistico.
In ogni
processo esistono numerose
contraddizioni, ve né è una
principale che ha
una funzione determinante, decisiva, mentre le
altre hanno una
posizione secondaria e subordinata.
Mentre le
contraddizioni fra classe
operaia e la borghesia
imperialista costituisce la contraddizione principale nella
società capitalista, le
altre contraddizioni come ad
esempio tra lavoratori
autonomi (che fanno parte
delle masse popolari) e la borghesia imperialista o quella
fra lavoratori autonomi e
la classe operaia
(contraddizione all’interno del popolo)
sono secondarie.
Tuttavia col mutare
della situazione possono mutare
anche la posizione delle
contraddizioni. Esempio: quando l’imperialismo aggredisce un paese coloniale o semicoloniale le diverse
classi di questo
paese possono unirsi per
difendersi. In tal
caso la contraddizione principale è tra
imperialismo e il
paese aggredito e il
paese aggredito. Bisogna
precisare in questo caso,
essendo nell’epoca imperialista è impossibile che
le lotte di
liberazione nazionali o le rivoluzioni antifeudali siano dirette
con successo dalla borghesia di queste nazioni, perché in ogni paese arretrato, essa
è normalmente succube dell’imperialismo (borghesia compradora). Perciò, in questo periodo, le rivoluzioni democratiche nei paesi coloniali e semicoloniali e
le lotte di
liberazione nazionali devono
essere dirette dalla classe
operaia tramite il suo
partito comunista. Esempio: come porsi davanti alla
rivoluzione democratica che è in atto
nei paesi arabi (nella quale
la resistenza irachena è un
elemento fondamentale assieme alla lotta
del popolo palestinese), dove
sono egemoni i settori dell’islamismo radicale? Il fatto
che rende difficile è che
le masse popolari
di quest’area, guardano con diffusa simpatia all’islamismo radicale poiché è
visto come l’unico movimento
antimperialista su scala
mediorientale. Tutto ciò nasce dal discredito del movimento comunista
attuata dal revisionismo
moderno, dove partiti come il Partito
Comunista Iracheno è all’interno
della maggioranza messa
in piedi dall’imperialismo
U.S.A. (6°)
La direzione
degli attuali movimenti di resistenza contro l’imperialismo U.S.A. è per loro
natura incapace di
condurre alla vittoria le
masse popolari di questa regione. Molte componenti islamiche ebbero (e molto probabilmente mantengono) forti legami
con l’imperialismo (pensiamo
ad esempio che
un organizzazione, come Hamas in
Palesatine ha avuto come padrini
la monarchia wahabita dell’Arabia Saudita e
Israele), e sono
portatori di relazioni
sociali reazionarie. A
livello internazionale per
la loro natura non
possono far leva
sulla contraddizione tra le
masse popolari dei paesi imperialisti con
le loro classi dominanti:
infatti, attaccano entrambi come
fossero un unico blocco. Non
sono portatori di una
soluzione antimperialista che
possa coinvolgere il resto
del mondo: quindi creano le condizioni
favorevoli alla mobilitazione
reazionaria tra le masse
popolari dei paesi
imperialisti. Quindi spetta ai
comunisti di quest’area prendere in
mano la direzione
della rivoluzione in atto, chi
invece come partiti, organismi e
singoli compagni che
operano nei paesi imperialisti
(come l’Italia), col pretesto
della natura delle direzioni attuali
delle resistenze in medio
oriente (che siano religiose o
laiche) non appoggiano la
resistenza delle masse oppresse di
questi paesi, oggettivamente
si mettono fuori
dal campo della rivoluzione.
La dialettica
è la ricerca della tendenza
principale e delle tendenze
secondarie, dell’essenza e
degli aspetti esteriori. L’individuazione delle contraddizioni principali
e secondarie è la
condizione per una
corretta definizione dei compiti dei
partiti comunisti.
Affermare la contraddizione principale significa individuare l’anello decisivo
della catena dei compiti
da assolvere in
una situazione concreta.
5° L’identità e la lotta degli
opposti.
La dialettica
marxista afferma che
tutte le cose
e i fenomeni hanno proprie
contraddizioni interne,
perché hanno il
loro aspetto negativo
e positivo, il
loro passato e
il futuro, ciò
che invecchia e
ciò che nasce, tra ciò che
invecchia e ciò
che si sviluppa, della trasformazione dei mutamenti quantitativi in mutamento qualitativi.
Gli opposti
da una parte si contrappongono, dall’altra sono
interdipendenti, permeano e
si condizionano reciprocamente. Esempio: l’incontro tra una
particella e la sua
antiparticella (si può dire
tra materia e antimateria) produce un
fenomeno noto come
annichilazione vale a dire
trasformazione della massa totale
di una copia particella-antiparticella (che scompaiono) in una
quantità equivalente di energia di
quanti (il quanto
è la minima quantità
indivisibile di una grandezza variabile
in modo discontinuo) di radiazione elettromagnetica (raggi gamma).
Inoltre gli opposti si
trasformano l’uno dell’altro,
come la vita
che si trasforma in morte.
La trasformazione reciproca degli opposti
è un altro aspetto
del concetto degli opposti.
6° Contraddizioni
antagoniste e
contraddizioni non antagoniste.
Applicando in modo
fecondo il materialismo dialettico e il
materialismo storico si arriva
alla comprensione dell’antagonismo della contraddizione,
che le contraddizioni sociali si
suddividono in antagoniste e
non antagoniste e a cercare
la giusta soluzione
delle contraddizioni in seno
al popolo.
Le contraddizioni antagoniste sono
contraddizioni inconciliabili di
forze sociali, di
tendenze e interessi opposti.
Ci sono
due tipi di contraddizioni sociali: tra il
nemico e noi
e quelle in seno
al popolo.
Le contraddizioni tra il nemico e noi
sono antagoniste. Esempio: la
contraddizione tra classe
operaia e borghesia
imperialista, la contraddizione tra
paesi coloniali e semicoloniali e
l’imperialismo.
Le contraddizioni in seno al
popolo soni di natura
differente, devono essere risolte
con metodi differenti
altrimenti si commettono errori e le
contraddizioni non antagoniste
tendono a trasformarsi in antagoniste. Ogni questione controversa in seno
al popolo non essere risolta che con il
metodo della discussione, della critica, della persuasione. Il metodo democratico per la soluzione
delle contraddizioni in seno
al popolo è
riassunto nella formula
unità-critica-unità. Senza il desiderio
di unità, la
critica tende ad
essere distruttiva, mentre
senza lotta è
impossibile raggiungere un
livello di unità più
alto quello precedente.
Attualmente ritengo molto
importanti i testi del Movimento Popolare Perù in particolare “Spazzare le
convergenze con la linea opportunistica di destra, revisionista e
capitolazionista! L’interno è decisivo. Il presidente Gonzalo è inseparabile
dal pensiero Gonzalo”. Questo perché ritengo importante l’esperienza del
Partito Comunista del Perù (PCP) per due motivi che ritengo importanti:
proclamare dopo il colpo di stato revisionista in Cina da parte dei
revisionisti, il Maoismo come terza tappa del pensiero comunista e nel 1980
lanciare la guerra popolare di lunga durata, che è stato l’inizio del lancio
delle altre guerre popolari in atto nel mondo.
Questo significa che attualmente la contraddizioni principale è quella
di popoli oppressi/imperialismo (principalmente quello USA), del ruolo centrale
per quanto riguarda l’internazionalismo del PCP.
Il riconoscere al Partito
Comunista del Perù il ruolo di essere un faro per il Movimento Comunista
Internazionale e di essere la frazione rossa all’interno del MRI contro le
tendenze revisioniste presenti, non significa fare del terzomondismo ma
riconoscere invece che il PCP si batte su dei principi basi universali per il movimento comunista
quali:
1° La contraddizione, legge fondamentale e unica dell’incessante
trasformazione;
2° Le masse fanno la storia;
3° Lotta di classe, dittatura del proletariato e internazionalismo
proletario;
4° Necessità del Partito Comunista Marxista Leninista Maoista che
applichi con fermezza l’indipendenza, l’autodecisione e l’autosostentamento;
5° Combattere l’imperialismo, il revisionismo e la reazione
congiuntamente e implacabilmente;
6° Conquistare e difendere il potere con la guerra popolare;
7° Militarizzazione del partito e costruzione concentrica dei tre
strumenti della rivoluzione (Partito, Esercito e Fronte);
8° Lotta tra le due linee, come forza stimolatrice dello sviluppo
del partito;
9° Trasformazione ideologica costante;
10° Servire il popolo e la rivoluzione proletaria mondiale.
Per questi motivi ritengo
che anche nelle metropoli imperialiste
la forma che assumerà la rivoluzione socialista sarà quella della
Guerra Popolare di Lunga Durata. In Italia abbiamo una ricca esperienza dalle
quale possiamo trarre insegnamenti: il biennio rosso 1919-20, gli arditi del
popolo, i volontari italiani nelle Brigate Internazionali nella Spagna del
1936-1939, la resistenza, la lotta armata per il comunismo (e le BR in
particolare).
Nell’attuale fase di
difensiva strategica, come si può intendere le campagne che circondano la città
o la costruzione di un nuovo potere? Se
si intende le campagne dove vivono e lavorano i proletari e le città i luoghi
dove opera la Borghesia Imperialista. In sostanza significa applicare la linea
di massa, imparare/reimpare fare inchieste nelle fabbriche, nei quartieri
popolari, nei luoghi del proletariato, negli uffici in tutti i luoghi dove
vivono e lavorano i proletari, sia come singoli compagni sia come
organismi. In sostanza saper sviluppare
l’autonomia proletaria, autonomi dalle compatibilità economiche, sociali,
politiche e culturali del sistema capitalista.
Per quanto riguarda la
tortura e il controllo mentale, bisogna denunciare alla classe cosa è la
scienza asservita al capitale, il suo carattere antipopolare. In sostanza
bisogna contro questa scienza sviluppare una lotta ideologica e demistificarne
i contenuti, far vedere come la scienza del capitale sia uno strumento
modulabile per il potere della classe dominante.
L’importanza della
Rivoluzione Culturale Cinese (1966 – 1976) e qui in Italia delle lotte negli
’70 (pensiamo al ruolo di A. Maccacaro) è sta quella di scoprire e lottare il
nesso scienza – profitto.
Significa sviluppare una critica come pratica sociale per
l’appropriazione da parte della classe rivoluzione delle capacità ci controllo
del rapporto uomo-natura nel quadro di finalità sociali alternative; riprendere
la lotta perché siano i proletari a decidere cosa produrre, come produrre, per
chi produrre.
Ricevuto da un
lettore
Luglio 2006
Note
(1°) Devo precisare che quando parlo di sviluppo della produzione, non intendo parlare di sviluppo delle forze
produttive nel nell’ambito dei rapporti di produzione capitalisti.
Le forze produttive
moderne nell’ambito del capitalismo hanno reso i singoli lavoratori e le
singole unità lavorative costitutivi di un unico organismo economico, esse
hanno ormai assunto un carattere collettivo. Il contrasto tra il carattere
collettivo delle forze produttive e i rapporti di produzione capitalisti crea
una contraddizione che solo lo sbocco rivoluzionario può risolvere. Il dilemma “socialismo o barbarie” è quanto
mai attuale, perché le distruzioni (es. i disastri ecologici ecc.) che
nell’epoca accompagnano lo sviluppo delle forze produttive, sono causate che
esse operano nell’ambito dei rapporti di produzione capitalisti.
(2°) Ricerca scientifica
intesa come accrescimento della nostra conoscenza della realtà, che ci aiuta ad abbattere le vecchie
superstizioni e i vecchi miti che disturbano l’uso della ragione, non solo
nello studio della natura ma anche nella risoluzione dei problemi sociali.
Attualmente in una società ove vige la
divisione del lavoro e di classi, la ricerca scientifica è diventata una
professione retribuita, un modo per raggiungere una certa pozione sociale, per
fare carriera non certo per raggiungere la verità delle cose.
(3°) Non è un caso che i
partiti che stanno conducendo attualmente le guerre popolari in Perù, Nepal,
Filippine, India, Turchia e in altri paesi hanno come impostazione il marxismo
leninismo maoismo.
(4°) La vittoria del ’17 in Russia è frutto di un giusto bilancio
che fece il Partito Bolscevico sulla sconfitta del 1905. Come la vittoria del 1949 i Cina è frutto
del bilancio che fece il Partito Comunista Cinese della sconfitta del 1927.
(5°) La rivoluzione di ottobre in Russia ha influito non solo nelle
condizioni della Russia ma anche in quella delle altre nazioni (il fascismo
come controrivoluzione preventiva), ma le cause della rivoluzione sono interne
alla Russia.
(6°) E’ di buon auspicio
la scissione che c’è stata nel Partito Comunista Iracheno, dove la componente
che ha rotto col partito revisionista è confluita nella resistenza.
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