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contributo alla conoscenza ideologica e teorico-pratica

 

RIFLESSIONI

Ricevuto da un lettore, luglio 2006

 

  Per  aprire  la  strada  verso  la  rivoluzione  socialista nel  nostro  paese,  occorre  conoscere  le  tendenze  reali  del  movimento  della  società  e  delle  sue  parti.  Il  maoismo  ci  aiuta  su  questo  lavoro,  non  nel  senso  di  un  pensiero  da  propagandare,  ma  è  uno  strumento  che  aiuta  a  formare  una  coscienza  del  reale e  perciò  rende più  efficace  l’attività  per  la  trasformazione  della  società. 

   Mi  soffermerò  in  sintesi su  tre  aspetti sui quali Mao scrisse:  il materialismo  dialettico,  la  pratica e  la  contraddizione.

 

Materialismo dialettico

 

   In filosofia  si  sono  sempre  scontrate  due  correnti  filosofiche:  quella  idealista  e  quella  materialista. 

   Esse rappresentano  concezioni  del  mondo  di  classi opposte: la idealista  rappresenta quella delle classi dominanti, la materialista quella  delle classi oppresse.

   L’idealismo afferma  che  lo  spirito (la  coscienza,  le  idee,  il soggetto) è l’origine del mondo e  la  materia è solo un derivato dello  spirito.

   Il materialismo afferma che  la  materia esiste indipendentemente dallo  spirito è  solo un fenomeno della materia.

   L’idealismo nasce inizialmente dall’ignoranza e  dalla superstizione dell’uomo primitivo, in  seguito con  lo  sviluppo delle forze produttive  e  con  il  formarsi  delle classi sociali,  quando  si  formò  la  proprietà privata  e  lo  sfruttamento del  lavoro altrui divenne la  base dell’esistenza delle classi dirigenti, il lavoro intellettuale divenne  loro prerogativa e  l’idealismo, la  loro filosofia.

   Facciamo  degli  esempi  di  applicazione di un impostazione idealista in  vari campi: il politico idealista esalta l’onnipotenza della politica, gli  storici idealisti affermano che  la  storia è fatta dai grandi personaggi o  dagli  eroi.  In  sostanza gli  idealisti esagerano la potenza creatrice del  soggetto.

   Il materialismo antecedente a Marx  (materialismo  meccanicistico) dava al pensiero un fattore passivo. Il materialismo dialettico  mostra  che  pensiero sorge  dalla  pratica  sociale e  nello stesso tempo il pensiero dirige l’attività pratica.

   Come si  raggiunge  la  conoscenza per  il  materialismo dialettico? Lo si  raggiunge  attraverso le 3 pratiche:  la  pratica del  lavoro produttivo, la pratica della lotta di  classe e  la  pratica  della conoscenza scientifica.

   Tanto più si svilupperà la produzione (1°), la lotta di classe (2°) e la ricerca scientifica (3°)   e di più la filosofia materialistica si svilupperà. Su  questa  via  l’uomo  si  emanciperà dalla duplice oppressione quella sociale e  quella  della natura.

  Il materialismo è l’arma per  la rivoluzione sociale.

   Il materialismo moderno  non è una  semplice evoluzione delle scuole filosofiche procedenti,  esso  è  nato  nella battaglia  contro  le altre scuole filosofiche per  liberarsi dal idealismo  e  dal misticismo.  Il marxismo  si  oppone  ai  limiti  e  alle  ristrettezze  delle  teorie  materialistiche  precedenti  (quelle meccanicistiche).

   C’è  unità tra  la  concezione  del  mondo  e  il  metodo  del materialismo  dialettico.

   L’oggetto  della dialettica  materialista  è  quello  di  cogliere  le  relazioni  che  esitono  tra  i  vari fenomeni  attraverso l’indagine dei  fenomeni stessi.

   La  dialettica materialistica è  la  sintesi, la  generalizzazione  e  il risultato finale di  tutti  i contenuti validi di  tutte  le  scienze e  di tutta la  conoscenza. Quindi  i  concetti della  dialettica  materialistica sono leggi generali.

   La  logica non è  estranea al mondo  materiale.

   La  materia è  fonte del  pensiero.  Per  materia s’intende  tutto ciò che  esiste  a  prescindere dalla  coscienza umana e  agisce indipendentemente da  essa.

   La  materia  agisce  sugli  organi  sensitivi  dell’uomo  che  generano  le percezioni  sensitive  dell’uomo  e  attraverso  queste  percezioni  la  materia  agisce  sull’uomo.

   La  concezione  della  materia  delle s scienze  naturali  deriva  dallo  studio delle strutture materiali; questa  concezione muta con il progredire delle scienze naturali (concezione relativa).

   Il  movimento è una forma dell’esistenza della materia.

   Lotta degli opposti: ogni  forma di movimento arriva  sempre ad  una  forma superiore. Ci  sono movimenti  che  addirittura rovesciano la  direzione in  cui esso procede. Le  forme di  movimento  che  avanzano e  quelle che  retrocedono  sono  connesse le une dalle altre e  danno  luogo ad  un movimento a  spirale.

   Teoria  del riflesso: le  nostre immagini e  i  nostri  concetti non provengono soltanto dalle  cose oggettive ma  riflettono anche  le  cose oggettive. Tutta  l’attività pratica dell’uomo che  ha  per  scopo la  trasformazione dell’ambiente è  diretta dal  pensiero (dalla  conoscenza) sia  che  si  tratti  di  attività produttive  o  attività inerenti  la  lotta di  classe. Se  le  leggi oggettive non  si  riflettono  nel  pensiero della persona che  compie  l’attività e  non  costituiscono il  contenuto del  pensiero (conoscenza) sicuramente l’attività  di trasformazione, non  raggiungerà lo  scopo (un chiaro esempio sono  gli  errori  dovuti  dal  soggettivismo  nel movimento rivoluzionario).

   Il materialismo dialettico  afferma  che  c’è  la verità assoluta.  Tra  verità  assoluta e  verità relativa  c’è un rapporto dialettico, nel  senso  che  si  arriva  alla verità assoluta con  un  accumulo  di  verità relative. Ogni  conoscenza   della  natura è una verità assoluta.

 

Sulla pratica

 

L’attività  produttiva dell’uomo  è  l’attività pratica  fondamentale  e  determina  ogni  altra  forma  di  attività.  Attraverso  l’attività produttiva gradualmente si  giunge  a  diversi gradi  di  comprensione di  determinati  rapporti reciproci  fra  gli  uomini.  Oltre  all’attività produttiva,  ci  sono  altri  tipi  di  pratica sociale  quali:  la  lotta  di  classe, la  lotta  politica,  l’attività scientifica e artistica.

   L’attività produttiva della  società umana  si  sviluppa  passo  a passo, dagli  stadi più  bassi  a  quelli più  alti, e  di  conseguenza anche  la conoscenza umana si  sviluppa passo a passo.  Per un  lungo  periodo di  tempo  gli uomini non  poterono  comprendere  che  unilateralmente la  storia  della  società. Questo era  dovuto dal  fatto  che  da una  parte i pregiudizi della  classe dominante deformavano costantemente la  storia  della  società (la  storia  è  fatta solo  dai  grandi uomini),  dall’altra l’orizzonte degli  uomini era  limitato.  Solo  quando,  assieme  alle  grandi forze produttive (ossia l’industria moderna)   comparve  il  proletariato  moderno,  gli  uomini a pervenire ad  una  maggiore  comprensione  storica  dello sviluppo della  società attraverso  una  scienza.  Questa  scienza è  il  marxismo.

   La  teoria dialettica materialistica della  conoscenza pone  la  pratica al  primo  posto.  La  filosofia marxista (materialismo dialettica) ha  due  caratteristiche peculiari: la  prima  è  che  al  servizio  del proletariato,  l’altra  è  la  sua natura pratica  che  pone  l’accento  che la  teoria dipende dalla  pratica.

   Come  avviene la  conoscenza umana? All’inizio  gli  uomini  vedono  soltanto l’assetto  fenomenico,  gli  aspetti  singoli  e  i  mezzi  singoli.  Per esempio  se  faccio  un’inchiesta in  quartiere, prima  vedo le  strade, le  case,  le attività produttive, partecipo a riunioni. Questa  fase  del processo si  chiama  fase  della percezione. In questa  fase  l’uomo  non può ancora  formarsi  concetti profondi.

   Man  mano che  la  pratica  sociale prosegue, percezioni  e  sensazioni  si  ripetono  più  volte.  Ad  un  certo  punto  c’è  un  salto  nel processo  della  conoscenza: nascono  i  conoscenti.  I  concetti  colgono  l’essenza  delle cose, il  loro insieme e i loro  nessi interni. La  differenza  fra  concetto  e  percezione  non  è  soltanto  quantitativa  ma  qualitativa.

   Il  vero compito  della conoscenza  è  arrivare  attraverso la percezione,  al pensiero,  alla  graduale  comprensione delle  contraddizioni  interne  delle cose oggettivamente esistenti,  delle leggi  che  regolano queste  cose, dei  nessi  interni  tra  l’uno  e  l’altro  e  arrivare  alla conoscenza  logica.

   La  conoscenza  percettiva  e  la  conoscenza  logica  sono  un  processo  unico.

   Le  cose  immediatamente  percepite  non  possono  essere  immediatamente  compresse  e  che  se soltanto  le  cose  comprese possono  essere percepite  più  profondamente. Solo  la  pratica  aiuta  a  trovare  la  soluzione  di  questo  problema.  Chiunque voglia  conoscere una  cosa, non  ha  altro  mezzo  che  quello  di  venire  a contatto  con lei, ossia  operare  nel  suo ambiente.

   Marx, Engels,  Lenin,  Stalin  e  Mao Tse-Tung poterono  formulare  le  loro teorie,  perché  parteciparono  alla  pratica  della trasformazione della  realtà.

   Le  conoscenze  di  un  uomo  si compongono  di  fonti: la  conoscenza  diretta  e  la  conoscenza  indiretta.  Ma  la  conoscenza  indiretta  è  in  realtà  conoscenza diretta di  altri (genitori,  parenti,  amici  ecc.) ne  consegue  perciò  che  tutta  la  conoscenza è  conoscenza  diretta. 

  E’ importante  durante  la  fase  della  percezione,  che  i  dati  siano  molto  ricchi  (e non  frammentati  e  incompleti)  e  che  corrispondano alla  realtà.  Soltanto  con  queste  condizioni  e  possibile  elaborare  concetti  e  trarre  giuste  conclusioni. 

   Ci  sono  due  punti  importanti  da notare:

1°)  La  dipendenza  della  conoscenza razionale  dalla  conoscenza percettiva.  Quando un  uomo  che  si  tura  le  orecchie,  si  copre  gli  occhi  e  si  isola  dalla  realtà oggettiva, in  questo  caso  non  si  può  parlare  di  conoscenza. La  conoscenza  ha  inizio  dall’esperienza.

2°)  E’ necessario  approfondire  la  conoscenza,  passare  dalla  fase  della conoscenza percettiva  a quella razionale.

   Per  la  filosofia  marxista,  il  problema  più  importante non  è  comprendere le  leggi  del  mondo  oggettivo  e  spiegarlo,  ma avvalersi  della  conoscenza  di  tale  leggi  per  trasformarlo. Il marxismo  dà importanza  alla  teoria  perché  serve  a  guidare l’azione  trasformatrice come  dice giustamente Lenin “Senza teoria rivoluzionaria non  vi può  essere  movimento rivoluzionario”.

   La  conoscenza  comincia  dalla pratica,  raggiunge  attraverso la  pratica il  livello teorico  e  quindi  ritorna nuovamente alla pratica. Significa che  la  conoscenza la  si applica nella pratica della produzione,  nella pratica nella pratica della produzione, nella pratica  della lotta  di  classe e  nella  pratica  della  sperimentazione scientifica.  Le  teorie  scientifiche  sono  considerate vere  non  solo  perché sono  elaborate  dagli  scienziati,  ma  anche  perché  hanno  trovato  conferma nella pratica scientifica. Il marxismo leninismo maoismo è  valido  non  solo  per  l’elaborazione  fatta da  Marx, Engels, Lenin, Stalin e  Mao  Tse-Tung ma  è  riconosciuto valido perché  la  sua  verifica  è determinata  dalla  pratica  rivoluzionaria.  (3°)

   Succede  spesso  che  nella  pratica  diretta  a  trasformare  la  natura  o  la  società molto  raramente  i  piani,  le  idee,  le  teorie,  i  progetti  vengono  attuati  integralmente.  Questo  perché  gli  uomini  che  sono  impegnati a  trasformare  la  realtà  sono  sottoposti a  numerose limitazioni: ciò  è  causato da  uno sviluppo   inadeguato  delle  conoscenze scientifiche  oppure  da uno sviluppo inadeguato  del  processo oggettivo.  La  scoperta  di  circostanze impreviste comporta  che  i  piani,  le  idee,  le  teorie  e  i  progetti  subiscano  spesso cambiamenti parziali  o  a volte totali.  Spesso  per  raggiungere la  corrispondenza  col processo oggettivo,  prima  si  compiono  molti  errori (4°).   

 

Sulla contraddizione

 

    La  legge  della  contraddizione  (o  legge  dell’unità  degli  opposti)  è  la  legge  più  importante  della  dialettica  è la  legge più  importante  della dialettica.

   Ci  sono  6  tesi  da  sviluppare:

1° Le  due  concezioni  del  mondo.

   Sono  sempre  esistite,  in  tutta  la  storia  della conoscenza umana,  due  concezioni  dello  sviluppo  umano: quella metafisica e  quella  dialettica.  Queste  concezioni sono  opposte  tra  loro.

   La  concezione metafisica del  mondo  consiste nel  considerare  tutte  le  cose  del  mondo come isoalte e statiche. Le  modificazioni  sono  soltanto  aumento o  diminuzione,  quantitative  o  semplice spostamento.  Le  cause  di  questo spostamento, della modificazione  delle cose sono  fuori  di  loro.  Per  i  metafisici,  lo  sfruttamento che  c’era  nella società schiavista, in  quella feudale e  in  quella capitalista  sono  la  stessa cosa.

   La  concezione  materialista dialettica  esige  che  nello  studio  dello  sviluppo  di  una  cosa, si  parta  dal  suo contenuto interno  e  dal  nesso  in  cui  una cosa  si  trova  con  le  altre. 

   La  causa  dello  sviluppo  di  una  cosa  non  si  trova  al  di  fuori  di  lei,  ma  dentro,  dalle sue  contraddizioni  interne.  La  contraddizione  insita  in  una  cosa  è  la  causa  principale  del  suo  sviluppo,  mentre  la  relazione  con  le  altre  cose è  sola  la  causa secondaria. Esempio:  se  volgiamo  capire  perché i  primi  paesi socialisti  sono  crollati,  bisogna  vedere  la  lotta  di  classe che  si  è svolta  all’interno  di  questi    paesi  e  vide il  prevalere  nella  metà  degli  anni ’50  il  prevalere dei  revisionisti.

  Lo  sviluppo  che  avviene in  natura,  avviene  per contraddizioni  interne  alla natura.  Lo  sviluppo  che  avviene all’interno  della società,  avviene  per le  contraddizioni  all’interno della società: la  contraddizione  tra  lo  sviluppo  delle forze produttive  e  i  rapporti di produzione, la  contraddizione  fra le  classi,  la  contraddizione  fra il  vecchio e  il  nuovo.  E’ lo sviluppo  di queste  contraddizioni  che  costringono  la  società ad  andare  avanti.

   La  dialettica materialistica non  esclude le cause  esterne.  Le  cause  esterne sono  la  condizione della trasformazione,  le cause interne ne  sono la  base,  le  cause esterne operano attraverso le  cause interne. (5°)

2° La  contraddizione è  universale.

   Il  carattere universale  della  contraddizione  a  due  aspetti:  nel primo  la  contraddizione  esiste  nel processo di  sviluppo  di ogni  cosa, nel secondo  il processo  di  sviluppo ogni cosa,  il  movimento  degli  opposti esiste  dall’inizio  alla fine  del processo.

   Nel primo aspetto,  in  ogni azione  ci  sono  sempre  due  aspetti  che  lottano fra loro e nello stesso si uniscono sempre fra loro,  ciò  costituiscono un tutt’uno. Nella meccanica c’è azione e  reazione, nella chimica c’è la combinazione e  la dissociazione  degli  atomi,  nella guerra c’è l’attacco e  la  difesa.

   Per  quanto  riguarda  il  secondo  aspetto,  la  contraddizione  c’è  sin  dall’inizio  di  ogni  processo.  Esempio:  la  contraddizione  fra  classe operaia e  capitale  è  nata sin  da  quando  hanno cominciato ad  esserci  la  classe operaia e  il  capitale.

   Succede  che  da  una vecchia  unità  degli opposti  nasce  una  nuova unità  degli  opposti  con  un  nuovo  processo con  delle sue  contraddizioni.  Esempio: quando  un essere  umano (uomo o  donna) cresce,  passa  dalla  fanciullezza  all’adolescenza e  poi  si  diventa  uomini o  donne  grandi,  per  ogni  fase  della  crescita  ci  sono  nuove  problematiche. 

3° La contraddizione è particolare.

   In  ogni  forma  di  movimento  della  materia  la  contraddizione  ha  un  suo  aspetto  particolare  perché  sono  importanti  gli  elementi particolari  propri  di  ogni  forma  di  movimento.  Ogni  forma  contiene  delle  sue  contraddizioni.  Esempio:  la  società  socialista (movimento  verso  il  comunismo)  contiene  delle  contraddizioni  diverse  da  quelle  che  ci  sono  nella  società  capitalista.

  In  ogni  forma  di  movimento  ogni  processo  di  sviluppo  che  sia  reale e  non  immaginario  è  qualitativamente diverso. 

   Le  contraddizioni  qualitativamente  diverse  possono  essere  risolte  solo  metodi  qualitativamente diversi.  Esempio: la  contraddizione  fra  classe  operaia e  la  borghesia sarà  risolta col  metodo della rivoluzione socialista; la  contraddizione  fra colonie/semicolonie e  l’imperialismo  sarà  risolta  col metodo della  rivoluzione  di nuova  democrazia; le  contraddizioni  all’interno del  Partito Comunista saranno  risolte col  metodo della critica e  dell’autocritica sviluppando la  lotta fra  le  due  linee.  I  dogmatici non  osservano  il  principio  che  per  contraddizioni  diverse  bisogna  operare  metodi  diversi,  non  capiscono  le  differenze  fra  le  varie  situazioni rivoluzionarie.  Essi  adottano  una  forma  che  immaginavano immutabile e  l’applicano  rigidamente  dappertutto:  questo  può  solo  provocare  danni  per  la  rivoluzione. 

   Per  scoprire il  carattere particolare  delle contraddizioni  nel  loro  insieme  così come  nel  loro  reciproco,  perciò è  necessario  scoprire  il  carattere  particolare di  ogni  particolare  di  ogni  aspetto  della  contraddizione  di  quel processo. 

   Nel  processo  di  sviluppo  di  un  fenomeno, si  è  tutta  una  serie  di  contraddizioni.  Esempio: in  questo  periodo  in  Iraq non  c’è solamente  tra  le  masse popolari irachene e  l’imperialismo americano,  ma  anche  la  contraddizione  tra  la  classe  operaia irachena e  la  borghesia compradora irachena e  statunitense,  la  contraddizione  all’interno  delle  masse popolari  irachene,  la  contraddizione  fra  i  vari  gruppi  reazionari della  classe  dominante (tenendo conto  c’è una componente islamica alla  testa della resistenza  contro gli  imperialisti). Ognuna  di  queste  contraddizioni  ha  il  suo  particolare  e  quindi  non  possono essere  trattate  nello  stesso modo.  I comunisti di  questo  paese (come  tutti  i  comunisti)  se  intendono  portare  avanti  una  rivoluzione  di  nuova  democrazia,  non  devono  solo  comprendere  il  carattere  particolare  di  ognuna  il  carattere  particolare  di  ognuna  di  queste  contraddizioni  alla  luce  della  loro  totalità;  ma  possono  comprendere  la  totalità  delle contraddizioni  solo  studiando  i  due  aspetti  di  ciascuna  di  loro.  Comprendere  i  due  aspetti  di  una  contraddizione  significa  comprendere la  posizione  specifica  che  occupa  ciascun aspetto,  la  forma  concreta  di  cui  esso  legato  da  un  nesso  di  interdipendenza all’assetto  opposto  e  nello  stesso tempo  lotta  contro  di  esso.

   Nello  studio  di  qualsiasi  problema  bisogna  evitare di  essere  soggettivisti,  unilaterali e  superficiali.

   Essere  soggettivisti significa  non  considerare  i  problemi  oggettivamente.

   Essere unilaterale significa non  saper  considerare  il problema  come  un  tutto.  Sarebbe,  per esempio,  considerare  il proletariato e  non  la  borghesia.  In  sostanza  essere unilaterali significa  non  comprendere  le caratteristiche di  ognuno  degli  aspetti  della contraddizione.

   La  superficialità  è  il  comportamento  di  chi  non  tiene  conto    delle  caratteristiche  della  contraddizione nel  suo  insieme,    delle  caratteristiche  dei  vari  aspetti  della  contraddizione.     

   Unilateralità  e  superficialità sono  al  tempo  stesso  anche  stesso anche  soggettivismo  e  implicano  un  metodo soggettivista,  perché  tutte  le  cose  esistenti  oggettivamente  sono  anche  nella realtà  connesse  tra  loro  e  ognuna  è  governata  da leggi  interne,  mentre  i  soggettivisti non  considerano  queste  cose  per  quello  che  esse  sono  realmente  ma  le  esaminano  in  modo unilateralmente o  superficialmente. 

     Occorre tenere  presente  ciò  che  l’uomo  riflette della  realtà  e  in  che  modo  tale  realtà  è  riflessa.  L’uomo  non  è  solo  un essere  naturale ma  pure  un  essere  sociale.  Marx ha  rilevato che  l’essenza  dell’uomo  sta  nella totalità  dei  rapporti sociali.

   Nel  movimento di  opposti  che  opposte  tutto  il  processo dello  sviluppo,  dobbiamo  tra  le  tante  cose,  porre  attenzione  alle  particolarità proprie  di  ogni  fase del  processo dello sviluppo.

   Nel processo di  sviluppo  di  una  cosa,  la contraddizione  fondamentale  del  processo  e  la  qualità  del  processo determinata da  questa  contraddizione non  scompaiono  mai  finché il  processo  non  è  arrivato  al  suo  compimento:  tuttavia nel  lungo  processo  di  sviluppo  di  una  cosa  normalmente  le  condizioni  di  una  fase  sono  differenti  dalle  condizioni  in  un  altra fase.

   Per  esempio,  quando  il  capitalismo  passò  nella  fase  imperialistica, non  cambiò  la  natura  delle  due  classi  tra  cui  esiste  la  contraddizione  fondamentale (classe operaia e  borghesia)    la  natura  capitalistica della  società;  tuttavia  la  contraddizione  diventò più  acuta.

   Quando  si  studiano  le  particolarità  delle  contraddizioni  nelle diverse fasi  del  processo  di  sviluppo  di  una  cosa,  occorre  esaminarle nel  loro  nesso  reciproco,  nel  loro  complesso,  ma  anche  analizzarle  in  ogni  fase  della  contraddizione.

4° la  contraddizione  fondamentale,  la contraddizione  principale e  la contraddizione secondaria.

   Tutti  gli  oggetti,  e  tanto  più  i  fenomeni  complessi.  Contengono  non  uno  ma  più  contraddizioni  e  sono  in  connessione,  in  rapporto  contraddittorio  con  altri  oggetti  e  con  altri  fenomeni.  Perciò  bisogna  distinguere  le  contraddizioni  fondamentali  da  quelle non  fondamentali,  quelle  principali  da  quelle secondarie.

   La  contraddizione  fondamentale  riflette  la  contraddizione  dell’essenza  stessa  da  una  cosa  o  di  fenomeno  e  contraddistingue  lo  sviluppo  lo  sviluppo  della  cosa  o del  fenomeno  dall’inizio  alla  fine  della sua  esistenza.  Esempio: la  contraddizione  tra  il  carattere  sociale  delle forze produttive  e  il  carattere privato  dei  rapporti  di  produzione è  adesso  la contraddizione  fondamentale  del modo  di produzione capitalistico.

   In  ogni  processo  esistono  numerose  contraddizioni,  ve  né è una  principale  che  ha  una  funzione  determinante,  decisiva,  mentre  le  altre  hanno  una  posizione  secondaria e  subordinata.

   Mentre  le  contraddizioni  fra  classe  operaia e  la  borghesia  imperialista  costituisce la  contraddizione principale  nella  società  capitalista,  le  altre  contraddizioni come  ad  esempio  tra  lavoratori  autonomi (che  fanno  parte  delle masse  popolari)  e  la  borghesia imperialista o  quella  fra lavoratori autonomi e  la  classe operaia (contraddizione  all’interno del  popolo)  sono  secondarie.

   Tuttavia col  mutare  della  situazione possono mutare anche  la posizione delle contraddizioni.  Esempio: quando  l’imperialismo  aggredisce  un  paese coloniale o  semicoloniale  le  diverse  classi  di  questo  paese possono  unirsi  per  difendersi.  In  tal  caso     la  contraddizione  principale  è  tra  imperialismo  e  il  paese  aggredito e  il  paese  aggredito.  Bisogna  precisare in  questo  caso,  essendo  nell’epoca  imperialista  è  impossibile  che  le  lotte  di  liberazione  nazionali o  le rivoluzioni  antifeudali  siano  dirette  con  successo  dalla borghesia  di  queste  nazioni, perché in  ogni  paese arretrato,  essa  è  normalmente succube  dell’imperialismo (borghesia compradora).  Perciò, in questo periodo, le  rivoluzioni democratiche nei  paesi coloniali  e  semicoloniali  e  le  lotte  di  liberazione  nazionali  devono  essere  dirette dalla  classe  operaia tramite  il  suo  partito  comunista.  Esempio: come  porsi  davanti  alla  rivoluzione  democratica che  è  in  atto  nei paesi arabi (nella quale  la  resistenza irachena è un elemento fondamentale assieme  alla  lotta  del  popolo palestinese),  dove  sono  egemoni  i settori dell’islamismo radicale? Il  fatto  che  rende difficile  è che  le  masse  popolari  di  quest’area,  guardano con diffusa  simpatia all’islamismo radicale poiché  è  visto come  l’unico  movimento  antimperialista su  scala mediorientale. Tutto ciò  nasce dal  discredito del  movimento comunista  attuata  dal revisionismo moderno,  dove  partiti come  il Partito Comunista Iracheno è all’interno  della  maggioranza  messa  in  piedi dall’imperialismo U.S.A.  (6°)

   La  direzione  degli  attuali  movimenti di  resistenza contro l’imperialismo U.S.A.  è  per  loro  natura  incapace  di  condurre  alla vittoria  le  masse popolari  di  questa regione.  Molte componenti islamiche ebbero  (e  molto  probabilmente mantengono) forti  legami  con  l’imperialismo  (pensiamo  ad  esempio  che  un organizzazione, come  Hamas in Palesatine  ha  avuto  come  padrini  la monarchia  wahabita  dell’Arabia Saudita  e  Israele),  e  sono  portatori  di  relazioni  sociali  reazionarie.  A  livello internazionale per  la  loro natura  non  possono  far  leva  sulla contraddizione  tra  le  masse  popolari  dei paesi imperialisti  con  le  loro classi  dominanti:  infatti, attaccano  entrambi  come  fossero un  unico blocco.  Non  sono  portatori di  una  soluzione antimperialista che  possa  coinvolgere  il resto  del mondo:  quindi creano le  condizioni  favorevoli alla  mobilitazione reazionaria tra  le  masse  popolari  dei paesi imperialisti.  Quindi spetta  ai  comunisti  di  quest’area prendere  in  mano  la  direzione  della rivoluzione in  atto,  chi  invece come  partiti,  organismi e  singoli  compagni  che  operano nei  paesi imperialisti (come l’Italia), col  pretesto della  natura  delle direzioni attuali  delle  resistenze in medio oriente (che  siano  religiose o  laiche) non  appoggiano  la  resistenza  delle masse  oppresse di  questi paesi, oggettivamente  si  mettono  fuori  dal  campo della  rivoluzione.

   La  dialettica  è  la  ricerca della tendenza  principale e  delle  tendenze  secondarie,  dell’essenza  e  degli  aspetti  esteriori. L’individuazione  delle contraddizioni  principali  e  secondarie è  la  condizione  per  una  corretta definizione  dei  compiti dei  partiti comunisti.  Affermare  la  contraddizione principale significa  individuare l’anello  decisivo  della  catena dei  compiti  da  assolvere  in  una situazione concreta.

5° L’identità e  la  lotta degli  opposti.

  La  dialettica  marxista  afferma  che  tutte  le  cose  e  i  fenomeni  hanno  proprie  contraddizioni interne,  perché  hanno  il  loro  aspetto  negativo  e  positivo,  il  loro  passato  e  il  futuro,  ciò  che  invecchia  e  ciò  che  nasce,  tra  ciò  che  invecchia  e  ciò  che  si  sviluppa,  della  trasformazione  dei  mutamenti  quantitativi in  mutamento  qualitativi.

   Gli  opposti  da  una  parte  si  contrappongono, dall’altra sono interdipendenti,  permeano  e  si  condizionano  reciprocamente.  Esempio: l’incontro tra una  particella e  la  sua  antiparticella (si  può  dire  tra  materia e  antimateria) produce  un  fenomeno  noto come annichilazione vale  a  dire  trasformazione della  massa  totale  di  una  copia particella-antiparticella (che  scompaiono) in  una quantità  equivalente di  energia di  quanti  (il  quanto  è  la minima quantità indivisibile di  una grandezza variabile in  modo  discontinuo)  di  radiazione elettromagnetica (raggi gamma).

   Inoltre gli  opposti si  trasformano l’uno dell’altro,  come  la  vita  che  si  trasforma  in  morte.

   La  trasformazione  reciproca  degli  opposti  è  un altro  aspetto  del concetto  degli opposti.

6° Contraddizioni  antagoniste e  contraddizioni  non  antagoniste.

  Applicando in  modo  fecondo  il  materialismo  dialettico  e  il  materialismo storico  si  arriva  alla  comprensione  dell’antagonismo  della contraddizione,  che  le  contraddizioni sociali si  suddividono in  antagoniste  e  non  antagoniste  e  a  cercare  la  giusta  soluzione  delle  contraddizioni in  seno  al  popolo.

   Le  contraddizioni antagoniste  sono  contraddizioni inconciliabili di  forze  sociali,  di  tendenze e  interessi opposti.

   Ci  sono  due tipi  di  contraddizioni  sociali:  tra  il  nemico  e  noi  e  quelle in  seno  al  popolo.

   Le  contraddizioni  tra  il nemico  e noi  sono  antagoniste.  Esempio: la  contraddizione  tra  classe  operaia e  borghesia imperialista, la  contraddizione  tra  paesi coloniali e semicoloniali e  l’imperialismo.

   Le  contraddizioni  in  seno  al  popolo  soni  di natura  differente,  devono essere  risolte  con  metodi differenti altrimenti  si  commettono errori  e  le  contraddizioni  non  antagoniste  tendono  a  trasformarsi  in  antagoniste.  Ogni questione  controversa  in  seno  al popolo  non  essere risolta  che  con  il  metodo  della  discussione,  della critica,  della  persuasione.  Il  metodo   democratico  per  la  soluzione  delle contraddizioni  in  seno  al  popolo  è  riassunto  nella formula unità-critica-unità. Senza  il  desiderio  di  unità,  la  critica  tende  ad  essere  distruttiva,  mentre  senza   lotta  è  impossibile  raggiungere  un  livello  di unità  più  alto quello  precedente.

 

   Attualmente ritengo molto importanti i testi del Movimento Popolare Perù in particolare “Spazzare le convergenze con la linea opportunistica di destra, revisionista e capitolazionista! L’interno è decisivo. Il presidente Gonzalo è inseparabile dal pensiero Gonzalo”. Questo perché ritengo importante l’esperienza del Partito Comunista del Perù (PCP) per due motivi che ritengo importanti: proclamare dopo il colpo di stato revisionista in Cina da parte dei revisionisti, il Maoismo come terza tappa del pensiero comunista e nel 1980 lanciare la guerra popolare di lunga durata, che è stato l’inizio del lancio delle altre guerre popolari in atto nel mondo.  Questo significa che attualmente la contraddizioni principale è quella di popoli oppressi/imperialismo (principalmente quello USA), del ruolo centrale per quanto riguarda l’internazionalismo del PCP.

   Il riconoscere al Partito Comunista del Perù il ruolo di essere un faro per il Movimento Comunista Internazionale e di essere la frazione rossa all’interno del MRI contro le tendenze revisioniste presenti, non significa fare del terzomondismo ma riconoscere invece che il PCP si batte su dei principi  basi universali per il movimento comunista quali:

1° La contraddizione, legge fondamentale e unica dell’incessante trasformazione;

2° Le masse fanno la storia;

3° Lotta di classe, dittatura del proletariato e internazionalismo proletario;

4° Necessità del Partito Comunista Marxista Leninista Maoista che applichi con fermezza l’indipendenza, l’autodecisione e l’autosostentamento;

5° Combattere l’imperialismo, il revisionismo e la reazione congiuntamente e implacabilmente;

6° Conquistare e difendere il potere con la guerra popolare;

7° Militarizzazione del partito e costruzione concentrica dei tre strumenti della rivoluzione (Partito, Esercito e Fronte);

8° Lotta tra le due linee, come forza stimolatrice dello sviluppo del partito;

9° Trasformazione ideologica costante;

10° Servire il popolo e la rivoluzione proletaria mondiale.

   Per questi motivi ritengo che anche nelle metropoli imperialiste

la forma che assumerà la rivoluzione socialista sarà quella della Guerra Popolare di Lunga Durata. In Italia abbiamo una ricca esperienza dalle quale possiamo trarre insegnamenti: il biennio rosso 1919-20, gli arditi del popolo, i volontari italiani nelle Brigate Internazionali nella Spagna del 1936-1939, la resistenza, la lotta armata per il comunismo (e le BR in particolare).

   Nell’attuale fase di difensiva strategica, come si può intendere le campagne che circondano la città o la costruzione di un nuovo potere?  Se si intende le campagne dove vivono e lavorano i proletari e le città i luoghi dove opera la Borghesia Imperialista. In sostanza significa applicare la linea di massa, imparare/reimpare fare inchieste nelle fabbriche, nei quartieri popolari, nei luoghi del proletariato, negli uffici in tutti i luoghi dove vivono e lavorano i proletari, sia come singoli compagni sia come organismi.  In sostanza saper sviluppare l’autonomia proletaria, autonomi dalle compatibilità economiche, sociali, politiche e culturali del sistema capitalista.

    Per quanto riguarda la tortura e il controllo mentale, bisogna denunciare alla classe cosa è la scienza asservita al capitale, il suo carattere antipopolare. In sostanza bisogna contro questa scienza sviluppare una lotta ideologica e demistificarne i contenuti, far vedere come la scienza del capitale sia uno strumento modulabile per il potere della classe dominante.

   L’importanza della Rivoluzione Culturale Cinese (1966 – 1976) e qui in Italia delle lotte negli ’70 (pensiamo al ruolo di A. Maccacaro) è sta quella di scoprire e lottare il nesso scienza – profitto.

   Significa sviluppare una critica come pratica sociale per l’appropriazione da parte della classe rivoluzione delle capacità ci controllo del rapporto uomo-natura nel quadro di finalità sociali alternative; riprendere la lotta perché siano i proletari a decidere cosa produrre, come produrre, per chi produrre.

 

Ricevuto da un lettore

Luglio 2006

 

 

   

 

  

  

 

 

 

 

Note

(1°) Devo precisare che quando parlo di sviluppo della produzione, non intendo parlare di sviluppo delle forze produttive nel nell’ambito dei rapporti di produzione capitalisti.

   Le forze produttive moderne nell’ambito del capitalismo hanno reso i singoli lavoratori e le singole unità lavorative costitutivi di un unico organismo economico, esse hanno ormai assunto un carattere collettivo. Il contrasto tra il carattere collettivo delle forze produttive e i rapporti di produzione capitalisti crea una contraddizione che solo lo sbocco rivoluzionario può risolvere. Il dilemma “socialismo o barbarie” è quanto mai attuale, perché le distruzioni (es. i disastri ecologici ecc.) che nell’epoca accompagnano lo sviluppo delle forze produttive, sono causate che esse operano nell’ambito dei rapporti di produzione capitalisti.

(2°) Ricerca scientifica intesa come accrescimento della nostra conoscenza della realtà,  che ci aiuta ad abbattere le vecchie superstizioni e i vecchi miti che disturbano l’uso della ragione, non solo nello studio della natura ma anche nella risoluzione dei problemi sociali.

  Attualmente in una società ove vige la divisione del lavoro e di classi, la ricerca scientifica è diventata una professione retribuita, un modo per raggiungere una certa pozione sociale, per fare carriera non certo per raggiungere la verità delle cose.

(3°)  Non è un caso che i partiti che stanno conducendo attualmente le guerre popolari in Perù, Nepal, Filippine, India, Turchia e in altri paesi hanno come impostazione il marxismo leninismo maoismo. 

 

(4°) La vittoria del ’17 in Russia è frutto di un giusto bilancio che fece il Partito Bolscevico sulla sconfitta del 1905. Come la vittoria    del 1949 i Cina è frutto del bilancio che fece il Partito Comunista Cinese della sconfitta del 1927.

 

(5°) La rivoluzione di ottobre in Russia ha influito non solo nelle condizioni della Russia ma anche in quella delle altre nazioni (il fascismo come controrivoluzione preventiva), ma le cause della rivoluzione sono interne alla   Russia.

(6°) E’ di buon auspicio la scissione che c’è stata nel Partito Comunista Iracheno, dove la componente che ha rotto col partito revisionista è confluita nella resistenza.

 

 

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