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clicca qui>28 marzo 30 anni dopo (1980-2010) <clicca qui
30 anni fa mentre camminavo per Milano, in
viale Manara, dove facevo apprendistato in un centro
contabile di informatica, aprivo, camminando, il
fogliaccio La Notte, prodromo di residualità fascista, che aveva l’unico pregio
di uscire di pomeriggio, e di riportare le notizie della mattinata.
Con grande
preoccupazione e dolore lessi il titolo, un carabiniere solo era rimasto
ferito, quattro compagni (tra cui una compagna) erano stati trucidati.
Non c’entrava nulla, differenze politiche,
le Br erano certamente all’epoca, parte del movimento
operaio, ne incarnavano la parte più avanzata e matura; rarissimi erano stati
gli errori che avevano compiuto in quei primi dieci anni, e se ve ne erano stati, certamente erano dipesi da quelle componenti
meno ideologicamente chiare e coese ad una linea rossa del proletariato, che si
affermava in uno scontro senza precedenti: morti nelle strade e piazze per mano
dello Stato, stragi dello Stato coperte e mascherate dietro la manovalanza nera
o, peggio, i capri espiatori anarchici, come gli innocenti Pinelli
e Valpreda, ucciso il primo, mostrificato
il secondo, ristrutturazione e repressione, leggi speciali.
In quel contesto, le Br erano la parte
migliore della classe operaia.
Poi, negli anni a venire, prevalsero linee
militariste e contrarie alla direzione di una linea di massa. Prevalsero le specificità del mondo carcerario, prevalsero i
ricatti, i tradimenti, la dissociazione, la soluzione politica… televisionizzata dei curcio,
moretti, bertolazzi, balzerani,
mantovani, braghetti, bonavita,
fenzi,
e via dicendo, magari conditi con analoghe ricostruzioni in forma minore, dei
gruppi nazisti armati.
Con le
conseguenze che sappiamo, il disarmo del proletariato di fronte ad una
borghesia sempre più depravata, sfruttatrice e speculatrice, immondizia che si
è adeguata ferreamente all’imperialismo, con la
guerra all’Iraq, alla Somalia, alla Jugoslavia, fino
poi ai giorni nostri.
30 anni fa
eravamo in lutto, e lo siamo ancora oggi. Per quei
compagni, per quell’esempio di lotta.