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23 ago
2005, 07:28:39 |
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Per supportare i prigionieri |
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RICORDIAMO MARIO LUPO INIZIATIVE 25 E 26 AGOSTO 23 ago 2005,
07:15:39
Mario, operaio
immigrato comunista, ucciso dall'odio e dalla violenza dei
fascisti.
La giustizia proletaria ti vendicherà.
25 agosto 1972
(testo inciso sulla lapide posta dai suoi compagni sul luogo dell'omicidio,
distrutta dai fascisti nel gennaio 2005 e non ancora ripristinata dalle
amministrazioni)
25 agosto 1972,Mariano
Lupo, diciannovenne militante antifascista di Lotta
Continua, veniva vigliaccamente pugnalato nei pressi del cinema Roma da una
squadra di fascisti che preordinatamente si erano appostati ad aspettarlo.
Colpito al cuore, restò morto sull'asfalto di quella calda sera d'estate.
Come lui, in quegli anni - gli anni delle stragi di stato e della strategia
della tensione volta a reprimere il movimento dei lavoratori e i fermenti
antiautoritari che reclamavano una società più giusta ed egualitaria -
trovarono la morte centinaia di uomini e donne. Vittime di uno Stato che non
esitava ad usare servizi segreti ed organizzazioni neofasciste per creare
paura ed instabilità tra la popolazione al fine di imporre svolte di stampo
autoritario. Quegli anni hanno insegnato che lottare per una società più
giusta non è sbagliato, anzi è necessario soprattutto in un momento storico
come questo, dove omologazione e assenza di capacità critica non aprono
prospettive per l'emancipazione sociale e politica delle classi lavoratrici.
Quell'agosto 1972
quarantamila persone della Parma popolare ed antifascista
accompagnarono la salma del giovane Lupo lungo le vie cittadine e
dell'Oltretorrente per l'ultimo saluto all'ennesimo martire antifascista. Un
tripudio di fiori e bandiere rosse salutavano quell'operaio, immigrato,
troppo giovane per essere ammazzato. Nel luogo dell'omicidio i compagni e le
compagne di Mariano depositarono una lapide, di recente distrutta dai
fascisti a testimonianza che certi pericoli non sono mai superati ed a
conferma che è in atto una riorganizzazione del neofascismo che torna a
riproporre odio e discriminazione. Accoltellamenti, pestaggi ad immigrati e
militanti antifascisti, incendi di centri sociali sono ormai diventati
numerosi, spesso con la copertura di personaggi politici in doppiopetto e
"rispettabili".
Quella lapide ora non c'è più ma tante sono state le promesse di
ripristinarla da parte di istituzioni cittadine impegnate in faraoniche
imprese. A Mariano Lupo venne anche dedicato uno Spazio Sociale
(l'ex-macello) che per trent'anni ha costituito il luogo di aggregazione
libera e centro propulsore di lotte sociali e che ora è minacciato di
sgombero.
Nel trentatreesimo anniversario della morte di Mariano Lupo vogliamo come
sempre ricordarlo e ricordarlo per noi significa tenere viva la memoria
affinchè quegli anni bui della nostra storia siano ad essa consegnati.
Affinchè sia per tutti monito che il fascismo, in qualsiasi forma esso si
presenti, va sconfitto sul piano culturale e politico.
GIOVEDI' 25 AGOSTO -
ORE 18
EX CINEMA ROMA, VIALE TANARA
COMMEMORAZIONE DI MARIO LUPO
***
VENERDI' 26 AGOSTO -
ORE 21
SPAZIO SOCIALE MARIO LUPO, P.LE ALLENDE
IL NEOFASCISMO ANNI '70 E QUELLO ATTUALE
CON LA PRESENTAZIONE DEL DOSSIER "ALLA LUCE DEL SOLE" CURATO DA
ANTIFA
BERGAMO
ANTIFASCISTI E
ANTIFASCISTE DI PARMA
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Date: |
23 ago
2005, 07:25:37 |
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Email corretta da inviare x Stephen
Marshall |
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Email base da inviare a she/execassistant@bop.gov:
To Whom It May Concern
I'm an Italian friend of the prisoner Stephen Marshall (68511-065).
I'm writing to ask when Stephen will be transfered in the county jail
and to know if he's obtaining the vegan food he asked for.
In Italian jails, the prisoners who follow a vegan/vegetarian diet have
the right to obtain the meals they require; I hope that even in the U.S. this
right is granted.
Sincerely,
firma
Date: |
24 ago
2005, 02:04:06 |
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a fianco del lupo |
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Per un centro di
documentazione antifascista intitolato a Mariano Lupo Accade che luoghi come
piazze, strade, monumenti o edifici assumano un valore di identità collettiva
che intreccia, in un tutt’uno, memoria storica e senso politico. Questo è
successo ad una delle palazzine dell’ex macello all’imbocco di strada Saffi a
Parma, che occupata dalla fine degli anni Settanta, è stata per oltre
venticinque anni luogo di aggregazione e socialità, di scambio e riflessione
culturale, di progettazione e mobilitazione politica. Quella palazzina di
quattro stanze, quel luogo di politica “alternativa”, fu intitolata al
giovane Mariano Lupo, ucciso poco lontano la sera del 25 agosto 1972 da un
gruppo di neofascisti. Un luogo pieno di memoria che segna ancora oggi il
panorama del movimento antagonista parmense ed emiliano. Le
ripetute minacce di sgombero da parte dell’amministrazione comunale di centro-destra,
dunque, sono cariche di un pesante senso politico: fare piazza pulita dello
Spazio sociale “Mario Lupo” equivarrebbe a porre fine ad un’esperienza di
socialità alternativa al consumismo, di elaborazione di un sapere critico, di
sperimentazione democratica. Equivarrebbe, peraltro, al tentativo di
cancellare dalla Parma “efficiente e conformista” progettata dall’Unione
industriali la memoria storica di lotte e solidarietà che quella palazzina
rappresenta. A
queste intimidazioni l’assemblea di gestione del “Lupo” ha giustamente
risposto senza chiudersi in una difesa di tipo egoistico (nonostante ne
avesse il diritto!) ma rilanciando un progetto di ampio respiro che chiama in
causa il movimento antifascista cittadino nel suo complesso. L’idea di un
Centro di documentazione sulle tematiche dell’antifascismo – con archivio,
biblioteca, sala lettura e sala conferenze – è senz’altro da sostenere e
incoraggiare per più ragioni, ma soprattutto per arginare la possibile
influenza xenofoba e violenta dell’estrema destra tra le nuove generazioni. In
questo senso, la proposta dell’assemblea del “Lupo” ha avuto la capacità di
porre una delle questione politiche più urgenti sia all’amministrazione
comunale di centro-destra (che tanto si ammanta di antifascismo!) sia alle
forze politiche di centro-sinistra (che, salvo Rifondazione comunista, sembra
preferiscano tacere!). Alla
proposta del “Lupo”, nondimeno, sono giunte – e giungeranno – adesioni e
sostegno da differenti realtà della società civile e del movimento
antifascista. Ad essi, anche noi della redazione di “Critica e conflitto” ci
affianchiamo. Redazione
di “Critica e conflitto”
Parma,
23 agosto 2005 |
Date: |
24 ago
2005, 02:04:59 |
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Lettera di Tittarello |
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Una lettera di Tittarello dal carcere “Le Vallette” di
Torino 3/8/05 Riflettevo questi giorni su
come il potere si accusa e si difende, accusa e difende le stesse leggi che
ha creato e gli stessi uomini che tali leggi rappresentano. Non può non venire all’occhio
la bagarre che si è venuta a creare riguardo allo scandalo delle
intercettazioni effettuate al governatore della banca Fazio. È intervenuto
addirittura il presidente della Repubblica che ha passato la questione al
C.S.M. per far valutare fino a che punto tali intercettazioni possano essere
lecite. Tutti scandalizzati, offesi
nella propria intimità per pezzetti di vita rubata da orecchie indiscrete. Ecco allora che scatta un
conflitto tra la fluidità nell’indagare e le libertà individuali degli intercettati.
Veramente siamo di fronte all’ostentazione più becera del potere! Fin quando ad essere
intercettati sono dei poveri diavoli, tutto è lecito, evidentemente sono dei
delinquenti. Però se ad esserlo diventano degli uomini chiave del potere
economico allora la musica cambia. Si grida vendetta per queste
inchieste troppo oppressive, per questo modo di condurre le indagini al
limite della legalità. Vergogna, dovreste solo
provare vergogna. L’Italia è il paese con il più
alto numero di abitanti intercettati, con una spesa economica esorbitante. Chi ovviamente sguazza in
questo mare di telefoni sotto controllo è la polizia giudiziaria. Per chi si trova in carcere
come me è la normalità il venire a conoscenza di veri e propri stupri della
vita intima di una persona. Non parlo di stupri fisici, ma dell’opprimente
ingerenza di microfoni, microspie e satellitari nella quotidianità. Ogni inchiesta di cui sono
venuto a conoscenza parlando con i miei compagni di carcerazione è basata
sulle intercettazioni, che nulla provano se non la conoscenza di persone che
già si conoscono da anni. Se però tali conoscenze non dovessero portare a
nessuna accusa, ci pensa l’abilità degli uomini della polizia giudiziaria che
grazie agli anni di esperienza riuscirà a modificare un semplice dialogo
nella prova principale dell’accusa. Allora si deve gridare
vergogna, anche se questi signori di vergogna non ne hanno, altrimenti non
farebbero questo lavoro. Come credete che usciranno da
questo attuale piccolo incidente di percorso? Semplice: creeranno una legge
ad hoc in cui le intercettazioni a carico di uomini di governo non avranno
valore, mentre contemporaneamente ne attueranno un’altra in cui per i poveri
dannati come noi per essere intercettati non ci sarà più bisogno neanche di
chiedere l’autorizzazione al giudice. Mi chiedo allora: è mai
possibile calare le braghe di fronte a tali arroganze, è mai concepibile che
un pugno di uomini inetti tenga in scacco una società intera, è normale che
per evitare la galera ad uno squallido personaggio quale Previti si dia
l’avallo ad una legge liberticida come la ex Cirielli che in pochi anni
trasformerà le carceri già in evidente stato di collasso in vere e proprie
bombe ad orologeria? Le domande sono retoriche in
quanto tutto ciò che concerne lo Stato ed i suoi apparati è al di fuori
dell’umana logica. Per cui, ribelliamoci in tutti
i modi a questa società che di umano non ha più niente, combattiamo chi sta
portando il mondo intero ad un punto di non ritorno. Troviamo nella forza della
nostra individualità lo stimolo e il coraggio di provare a risollevare le
sorti dell’umanità. Contro questi burocrati,
rappresentanti di una casta privilegiata e nemica della povera gente,
opponiamo i nostri valori incentrati sulla dignità, la coerenza e la ricerca
forsennata di giustizia sociale. Con la solita rabbia e
determinazione, Titto dall’alta sorveglianza
Le Vallette |
Date: |
25 ago
2005, 06:34:06 |
Subject: |
PERQUISIZIONI A ROVERETO |
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PERQUISIZIONI A ROVERETO
All'alba di mercoledì 24
agosto, nei dintorni di Rovereto, i carabinieri hanno perquisito le case di due
compagni anarchici nel quadro di indagini su alcuni attacchi esplosivi avvenuti
tempo fa a Genova e rivendicati dalla Federazione Anarchica Informale. L'ordine
di perquisizione veniva dalla procura genovese, nelle persone di Anna Canepa e
Andrea Canciani, due magistrati assai noti per la brama di carriera e
l'accanimento repressivo contro gli anarchici e non solo (ricordiamo, ad
esempio, gli arresti per la rivolta contro il G8). Oltre a carta stampata, cd e
computer, i carabinieri hanno sequestrato diverso materiale elettrico (uno dei
due compagni lavora come elettricista). Questi tentativi repressivi non
fermeranno la rabbia e la gioia di lottare.
compagni di Rovereto