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DROGHE - NON ABBIAMO BISOGNO
DEI GIULLARI (soci o meno degli anchorman come santoro e soci) DI OGGI.
ABBIAMO LA MEMORIA DI IERI.
ora che i noglobal sono
piccoli artigiani del sistema mediatico e sub-culturale, marginalmente
scientifico
Repubblica,
quotidiano borghese dell’economia multinazionale in campo politico in Italia,
giugno-luglio 2012:
- Pubblicizza
in prima pagina il paggetto dell’intellighentsia e vip della televisione,
duro di burro con la faccia allucinata, a sostenere la depenalizzazione
delle sostanze tossicodipendenti leggere. Oramai, infatti, il problema
tossicodipendenze è sussunto interamente dalla direzione borghese dei processi
economici e di mercato ad esso legate.
quando i noglobal erano ancora compagni
anche se amici dei dissociati e del "manifesto"
ZeroWork, 1992:
- Legalize
It intervista a Primo Moroni da Radio Sherwood. D:A proposito della
depenalizzazione del reato di tossicodipendenza si possono fare alcuni
commenti a caldo. R:Prima spiegazione è che il dibattito a cui stiamo
assistendo è un patto di scambio politico tra Pannella [PR] e Amato
[all’epoca il Monti di turno]. Come è noto il voto di Pannella ha
avuto una sua rilevanza nell’iter dell’approvazione della legge
finanziaria. … Le carceri vedono il 30-35% di carcerati che sono
tossicodipendenti e questo diventa ingestibile sia ai fini della malattia
sia dal punto di vista economico per lo stato, un carcerato costa allo
stato 200.000 lire al giorno. I tribunali sono ingolfati da una quantità
incredibile di processi che riguardano possesso di sostanza e anche questo
rappresenta un costo straordinario per lo stato. La legge non ha inciso
sulla diminuzione dei tossicodipendenti e ha invece moltiplicato gli utili
delle grandi organizzazioni criminali. … La battaglia degli
antiproibizionisti è stata che bisogna legalizzare le droghe, così si
tolgono gli utili alle organizzazioni criminali. Secondo me c’è qualcosa
di più complicato di tutto questo, che pure è vero. Mi sembra che bisogna
tornare al ragionamento che abbiamo fatto a suo tempo durante la battaglia
nazionale contro la legge Russo Jervolino … quando dicemmo che in realtà
l’obiettivo del legislatore era una normalizzazione del mercato del
lavoro. … Si è formata una generazione di tossicodipendenti che non è più
simile a quella dei primi anni ottanta e cioè che si poneva totalmente al
di fuori della norma … la nuova figura del tossicodipendente era un
soggetto che aveva imparato a conciliare la norma con la sostanza. … è un
soggetto produttore, che in realtà non è vero che concilia la norma con la
sostanza, è costretto a ricorrere alla sostanza per l’insopportabilità
della norma. [giustificazionismo teorico per fuoriuscita teorica dal
campo proletario rivoluzionario, eccesso di sociologismo del compagno
Moroni] Allora questo tipo di soggetto non produce né allarme sociale,
né pericolo ma al contrario è un soggetto produttore, inserito nella
normalità, e quindi non va più punito sostanzialmente. …. Una serie di ragionamenti fatti
modificano la lettura penale di questo comportamento perché non incide più
né sull’allarme sociale né tantomeno sui ritmi della produzione. A fianco
di questo c’è un ulteriore e imbarazzante esito che si legge anche nella
posizione degli antiproibizionisti e cioì la lettura del tossicodipendente
esclusivamente in termini terapeutici. … Tutto questo … si traduce in
realtà in un percorso molto pericoloso, perché una lettura genetica della
tossicodipendenza va ad annullare sempre più [nella interpretazione
sociale corrente] le cause sociali che la producono e a consegnarle
sempre di più alla figura del tecnico e del medico come unico competente [consulenti
del pm di turno]. Al di là del fallimento delle comunità [Muccioli
e simili] …, dietro c’è un intelligenza che è il terminale di una
riflessione che aveva portato la prima legge e che nelle condizioni
materiali ha modificato il comportamento e la figura, per cui si arriva a
questo tipo di soluzione di nuovo partire da una analisi delle necessità
interne al “mercato del lavoro” e al “controllo sociale” nelle grandi
regioni del nord.
quando i noglobal non esistevano e il
"manifesto" era un circolo della borghesia
Movimento, compagni e compagne, 1975-1981 (cfr.Dossier Eroina, nomi ed indirizzi degli
spacciatori di Milano e provincia, a cura dei collettivi comunisti autonomi.
Centro di lotta e informazione contro l'eroina, 1978)
- Repressione
dello spaccio delle sostanze stupefacenti pesanti (non a caso protette
dalla polizia e diffuse a partire dai centri neri di Milano, Verona,
Padova), e liberalizzazione delle sostanze stupefacenti leggere (haschis,
marjuana). Questa posizione veniva ridicolizzata dagli infami di
Avanguardia operaia, del manifesto, della Fgci, del Pci, del regime
nascente dei servi della borghesia nel campo operaio e proletario, sin dal
1975. Dentro Lotta continua vi erano entrambe le posizioni. L’Autonomia
operaia era completamente a favore di questa linea, e praticava la lotta
contro gli spacciatori di morte (eroina). Dal 1976 al 1982 ogni anno a
Milano, Padova, Bologna, Roma, Catania, Napoli, Torino, Firenze, vi erano
oltre 100 morti di eroina tra i giovani. Tutto questo era normale. Solo noi
che ci opponemmo a questo, avremmo diritto di parola. Ma in questo Stato,
hanno diritto di parola solo le merde.