Spesso le puttane fanno finta di stringere amicizia tra loro anche dopo essersi odiate e combattute, e rubate gli uomini tra loro.
Adesso a Venezia, ossia a Fatua, patria della laida falsità e della ipocrita violenza camuffata del sistema di intermediazioni multinazionale, abbiamo la pubblicità al "pappa" di turno, il quale in realtà "batte cassetta" a Venezia da un quarto di secolo, e sostanzialmente non se ne comprende il motivo.
E' come per Sofri a Pisa, serve un "detenuto eccellente" per tenere buoni i proletari prigionieri, per ingannarli, intimorirli ed impedirgli di LOTTARE.
IL prode Ufficiale in capo della Polizia Penitenziaria, "Vincenzo Pipino", che sin dagli anni '80 riceveva il capo della Mobile La Barbera tutte le sere alla "Rotonda" di Santa Maria Maggiore, adesso, come i suoi degni predecessori nonché assassini e non diciamo cosa altro, (lui assassino non risulta essere mai stato), adesso è scrittore.
Come Giusva e Francesca Mambro, come i migliori serial killer, la editoria capitalista dà loro assai spazio.
Adesso la pubblicità al suo libro gliela fa un altro esemplare di campionario del mercato della politica, Antonio Negri, o meglio il Fondatore del Partito della Dissociazione.
"Toni" che nel 1981 fu ricusato e denunciato dalla stessa AUTONOMIA OPERAIA ORGANIZZATA, oggi è uno "splendido" professore, che discetta di stronzate, e in questo caso siamo in tema. La battuta del titolo della "Nuova" del 25 giugno è "rubare ai ricchi non è reato". Giusto, allora perché lavorare a mediare instancabilmente ogni sera in Rotonda con il capo della Mobile ?
La coerenza, si sa, non è un dono frequente, ma a volte la "sinistra democratica" prende delle svirgole che sono veramente notevoli.
Il punto però è un'altro. Stesso numero della "Nuova". TRAFILETTINO: 40,5 milioni di euro per il "nuovo" lager di Venezia. Non sarà un lager all'antica, come S.Maria Maggiore, sarà un lager moderno, tipo Opera, tipo Spoleto.
Lo Stato di Polizia continua.
Non saranno certo "Vincenzo Pipino" né Toni Negri né i loro "estimatori", a fermarlo.
(25.6.2010)