From: "Guerre Popolari" <guerrepopolari@email.it>

Sent: Saturday, June 06, 2009 9:18 PM
Subject: [Internazionale]

PERU': IL GOVERNO MASSACRA GLI INDIGENI CHE DIFENDONO LA TERRA


Scontri con morti e feriti tra indigeni dell'Amazzonia peruviana e l'esercito

Combattono da mesi con bastoni archi e frecce contro la polizia rinforzata
dall'esercito che grazie ad uno stato d'assedio di 60 giorni decretato dal
governo hanno avuto mano libera nell'attaccare gli indigeni.

Il direttore della polizia nazionale ha detto che 639 poliziotti si sono
scontrati con le etnie nella zona Curva del Diablo mentre cercavano di
sgomberare una strada a Bagua Grande, nella regione amazzonica.

Una trentina di nativi morti e circa 120 feriti per gli spari anche dagli
elicotteri della polizia, 11 morti accertati fino a questo momento tra gli
agenti di polizia e 22 (dei 38 sequestrati durante gli scontri) liberati
dagli indigeni.
È questo per adesso il bilancio, mentre gli scontri sono ancora in corso,
dell'ordine dato alla polizia dall'esperto in genocidi Alan Garcia,
presidente del Perù, di sgomberare con la forza i nativi che dal 9 di aprile

bloccano diversi centri nevralgici della zona amazzonica nel nord del paese
per protestare contro una legge - Ley Forestal y Fauna Silvestre - che
svende i territori ricchi di giacimenti di petrolio, gas e altro al miglior
offerente, con annessa distruzione ambientale e, nella sostanza, diminuendo
i controlli sullo sfruttamento di minerali, legno e agricoltura continua la
svendita del patrimonio nazionale ai privati esteri per fare cassa e
continuare a servire gli interessi dell'imperialismo americano innanzi
tutto, applicando il Trattato di Libero Commercio.

La protesta che ha toccato i dipartimenti di Amazonas, Cusco, Loreto, San
Martin e Ucayali, ha costretto l'impresa statale Petroperù a chiudere
temporaneamente l'unico oleodotto che trasporta greggio dalla selva fino
alla costa del Pacifico. Anche l'argentina Pluspetrol ha smesso la
produzione nel nord del paese a causa dell'impossibilità di
immagazzinamento.
Pizango, portavoce dei nativi (circa 65 etnie) ha detto che la mattanza di
oggi per mano del governo è parte di "un piano di consegna delle risorse
naturali alle imprese straniere, che comprende la privatizzazione della
nostra terra".

Il difensore civico, la chiesa cattolica e gli organismi dei diritti umani
hanno chiesto al governo di fermare gli scontri a Bagua.

dalla stampa peruviana e internazionale