DALLA LOTTA DI PAOLO DORIGO CONTO LA TORTURA DEL CONTROLLO ED INTERFERENZA MENTALE E LE TORTURE TECNOLOGICHE E CARCERARIE INIZIATA NEL MAGGIO 2002 E TUTTORA IN CORSO

 

Comunicato n.92

22-06-2007

 

Preambolo

Qualcuno (del tutto ingenuamente credo) sostiene che www.paolodorigo.it è frutto di individualismo. A parte che non è vero, perché è sempre stato un sito aperto ad interventi e contributi di vari compagni (e gestito peraltro anche da altri compagni-e), non è vero sostanzialmente perché si dimentica che la sua attualità consiste nella continuazione del trattamento torturatorio inferto al sottoscritto IN PERMANENZA dal maggio 2002 anche dopo la scarcerazione, e in maniera inconscia sin dall’operazione del gennaio 1996 se non con trattamenti di microonde ed acustici, sin dall’arresto.

L’INDIVIDUALISMO BORGHESE attiene a chi sostituisce la propria persona ed interessi alla militanza nella classe operaia e nel proletariato. Ciò non può essere certo sostenuto nei miei riguardi, MA QUALCUNO LO FA, del tutto subdolamente, ATTORNO A QUESTA LOTTA.

Uscissero allo scoperto questi qualcuno, è la Storia a sbugiardare chi vuol nascondere i trattamenti inumani e degradanti, inferti con teknike naziste e “degne” solo della CIA e del Mossad, per restare ai giorni nostri.

In assenza, SOSTENGO QUESTA LOTTA COME ELEMENTO DELLA TRASFORMAZIONE RIVOLUZIONARIA PROLETARIA DELLA SOCIETA’ VERSO IL COMUNISMO, e a confermare la bontà di questa asserzione, la solidarietà pratica di chi condivide con sottoscritto esperienze collettive e pratiche di lotta di classe e di organizzazione proletaria sul territorio e nelle fabbriche. E attenzione alle lingue biforcute che cercano di denigrare le esperienze che sorgono anche nel veneziano, come per esempio quella di SLAI Cobas: sono già, e saranno sempre più, denigrati loro stessi, con il LORO AUTENTICO INDIVIDUALISMO BORGHESE.

 

Parte 1

ATTENZIONE INOLTRE a chi si ostina, potendo farlo, a non concedere aiuto a Paolo Dorigo ed ai membri della AVae-m, reperendo medici neurochirurghi e chirurghi, radiologi, e specialisti,  disponibili ad operare il sottoscritto e le altre Vittime per le quali vi siano prove di elettrodi apposti nella testa (una decina a tutt’oggi su una quarantina di casi censiti in questo anno e mezzo di attività della Associazione Vittime armi elettroniche-mentali).

NON PENSINO COSTORO CHE LA VERITA’ POSSA ESSERE ANCORA A LUNGO OSCURATA DA ALTRI FATTI E DAI DRAMMI CHE IL PROLETARIATO MONDIALE ED I POPOLI SOTTO OCCUPAZIONE MILITARE STRANIERA, SOFFRONO OGNI GIORNO.

Ciò non corrisponde ai fatti: la Verità uscirà e anche nemmeno troppo tardi.

Dovesse anche il sottoscritto prendersi qualche ergastolo sotto monitoraggio ed interferenza permanente. Gli illusi nazisti si sbagliano a pensare che il sottoscritto abbia contratto matrimonio per far felici loro ed i loro spettatori. Si sbagliano e avranno modo di accorgersene.

 

All’interno di questo discorso preciso anche che quanto si sostiene da diverse fonti, e cioè che i sistemi satellitari amerikani militari presenti anche dalle basi amerikane in Italia (o i sistemi satellitari delle carceri, o dei carabinieri, o simili), sarebbero da soli in grado di agire come con elettrodi sottocutanei, rispondo che NON CONFONDANO SOGNI E DESIDERI CON REALTA’, queste cose i nazisti yankee le vorrebbero fare di sicuro ma non risulta che siano attuabili ancora senza sistemi sottocutanei (a parte i dolori inferti da auto in sosta od uffici a distanza di centinaia di metri o di qualche chilometro di raggio).

 

Veniamo alle risultanze più recenti della Controinchiesta in corso dal 2002 e dei ricordi che riaffiorano nonostante il trattamento teso ad impedirlo, dopo gli elettrochock inferti a Paolo via endovena nel giugno 2002 nel LAGER di Livorno.

Quei trattamenti furono inferiti al sottoscritto allorquando qualcuno pensò che Paolo fosse disposto ad andare fino in fondo sulla sentenza CEDU di Strasburgo a proposito della vicenda processuale di Aviano 1993 (idea che in precedenza il sottoscritto rifiutava dal punto di vista dell’ “interesse politico”).

Una vicenda processualmente pesante per lo Stato borghese, visto che si ostinano sia a non legiferare in materia di revisione prodotta da sentenza CEDU del 9 settembre 1998, sia a non attuare le conseguenze della sentenza di Cassazione del 1 dicembre scorso. Una vicenda politicamente pesante per lo Stato borghese in tempi di mobilitazioni contro l’imperialismo amerikano come quella del “Dal Molin”, visto che stando alle parole di angelo dalla longa, si trattò di un tentativo di rilanciare la lotta armata con una azione militante destinata a mettere nella merda l’intero impianto di sicurezza italo-amerikana della maggiore base aerea militare amerikana in Europa dopo Ramstein. Una vicenda giuridicamente pesantissima, visto che si attuò il disposto anticostituzionale del decreto Scotti-Martelli del giugno 1992 (prodromo del successivo decreto del dicembre 2002 in materia di 41 bis) che negava diritti individuali di giustizia e diritto e trattamento penitenziario non disumano né degradante, a imputati e condannati per “reati di mafia e terrorismo” (in teoria anche per piccoli imputati o per piccoli reati rientranti in processi di quella natura, a dimostrazione della natura nazista di quei decreti). Una vicenda penitenziariamente pesantissimissma, se si pensa che vennero concordati trattamenti illegali ed azioni di provocazione e montature carcerarie e di giustizia e mediatiche tra il sistema penitenziario speciale, il sistema investigativo dei ros e delle procure e della digos di diverse città e carceri, giocando su alcuni elementi che potevano essere speculati. In pratica doveva piegarsi Paolo Dorigo alla forza brutale ed infame dello Stato borghese, perché “era di buona famiglia” (falsità: il padre di Paolo divenne uomo di cultura ed in quella veste ebbe uno stipendio che gli permise di riscattare un mutuo dopo 30 anni, la madre era insegnante che dopo alcuni decenni dal primo insegnamento vinse un concorso come direttrice didattica, per il resto il sottoscritto è sempre stato un lavoratore, iniziando peraltro da minorenne e stagionale, passando per operaio, quindi impiegato e solo dopo, programmatore e tecnico informatico, infine pittore per passione e non certo per improbabili lauti guadagni), perché “il fratello era deputato di Rifondazione” (altra falsità, come lo stesso fratello ammise, non aveva rapporti con Paolo da almeno 20 anni se non formali ed occasionali in ambito familiare), perché “psicologicamente instabile” (altra falsità, semmai caratterialmente rissoso, ma certo non instabile se non nella misura della depressione minima che socialmente colpisce milioni e milioni di lavoratori stressati dall’insicurezza di un posto tranquillo, quella era la dimensione lavorativa del sottoscritto nel 1992), e per altre cazzate, compresa la convivenza con una compagna mentre era sposato con un’altra compagna all’epoca in carcere all’ergastolo (il matrimonio invece era stato l’unico modo di poter ottenere colloqui permanenti dati i divieti a Paolo di effettuarli con l’unica compagna all’epoca detenuta per fatti di lotta rivoluzionaria, che fosse della sua stessa regione del “nord-est”). Amenità dunque e provocazione, mezzucoli borghesi che servivano diversi interessi. CAZZATE CHE OGGI NON POSSONO ESSERE SOSTENUTE, e che quindi confermano la strategia Statale e controrivoluzionaria insieme di TACERE IL PIU’ A LUNGO POSSIBILE l’esistenza di questi “trattamenti”.

Come si saprà, e comunque è documentato assai (per esempio nel libro di Marco Sacchi Il Prometeo incatenato), MKULTRA e simili (CIA, Mossad, KGB, servizi militari occidentali) sono composti di molteplici “trattamenti” di tipo psichico e fisiologico, anche con psicodrammi, lavaggio del cervello, love-bombing e altro, tesi a “ricostruire” l’identità del paziente, quasi che fosse un volontario che vuole, per esempio, dimenticare una “brutta storia”.

Si sa che i porelli, e specificamente i piccolo-borghesi, son pischelli impressionabili. Nulla di più facile per il regime ed i suoi addentellati nella “sinistra” italiana e locale, incutere la convinzione in loro che il sottoscritto sia solo uno che ha fatto un po’ troppo casino nella sua vita e che ne ha raccolto i frutti con un “danno psichico permanente”.

Con le balle sui danni psichici per chi denuncia questi trattamenti, si vuol ottenere un duplice risultato, da una parte nascondere i danni psichici peraltro esistenti in milioni di casi grazie allo sfruttamento del lavoro nero, al mobbing, alle violenze sessuali e fisiche),  dall’altra nascondere la Verità. Un  “interesse di bottega”.

Dicevamo che all’interno del “trattamento particolare” di MKULTRA e simili, vi è molto spazio per la denigrazione, ossia per abbassare il tasso di autostima e di serenità di una persona. Altrimenti “non funzionerebbe”. Per esempio, al sottoscritto prima di iniziare il trattamento distruttivo (maggio 2002 in poi), avevano ripreso (a Biella) a funzionare le provocazioni, le mezze parole, il collaborazionismo di quei delinquenti professionali “comuni” (in realtà tutt’altro che comuni: uno spione internazionale, uno zingaro sinto collaboratore di giustizia, un mafioso veneziano fascista, un ex carabiniere mercenario, italo-svizzero, coinvolti nel “trattamento” e da me querelati inutilmente come collaboratori degli apparati dei torturatori nelle galere), e i silenzi di chi sapeva cosa stava succedendo (tra cui uno che per me un tempo era un compagno con idee sue, anarchico, che in qualche modo mi aveva fatto capire di avere chissà quali segreti da rivelarmi, senza giungere mai al dunque).

Queste provocazioni avevano contribuito a “prepararmi” al “trattamento” tuttora in corso per le gioie di una platea di infami inverecondi che fungono da “rete telepatica-telematica” di controllo.

Un sistema sperimentale che qualcuno vorrebbe spacciare un domani per “macchina della verità” (articolo recentemente uscito su Mattino di Padova – Nuova Venezia – Tribuna di Treviso, gruppo l’Espresso: NOTA BENE: la conferenza stampa del 13 aprile scorso è stata censurata a livello di stampa locale solo dalla Nuova Venezia nonostante la partecipazione vissuta del cronista Michele Bugliari), e che pertanto necessita del contenimento delle denunce mie e dell’AVae-m, contenimento fatto anche delle provocazioni di cui si parla nel comunicato del 15 giugno qui sotto poi riportato integralmente.

Dunque le montature e le denigrazioni “sistemiche” (COSTRUITE CIOE’ PER GRADI PROGRESSIVI A SECONDA DEI PARTICOLARI DI VITA APPRESI CON LO STESSO TRATTAMENTO INIZIATO A MIA INSAPUTA NEL GENNAIO 1996) facevano parte e FANNO PARTE della TORTURA – TENTATO OMICIDIO – ISTIGAZIONE AL SUICIDIO – SEQUESTRO DI PERSONA – VIOLENZA CONTINUATA AGGRAVATA  - VIOLENZA SESSUALE – attuate con metodi tecnologici ed apparentemente “invisibili” ma è una balla perché se volessero verificherebbero tranquillamente le mie denunce o procederebbero ad operarmi chirurgicamente di asportazione di questi microelettrodi nell’orecchio sx e nelle tube di Eustachio).

Cose che purtroppo io ho iniziato a subire sin dall’inizio di questa detenzione.

E non certo per mia scelta o colpa alcuna.

E che in altra forma a causa dell’esistenza in veneto di una forte area della dissociazione dalla lotta armata sin dagli anni ’80, e delle idee cui ho sempre collettivamente partecipato di lotta a fondo contro queste aree, iniziate ben prima anche se ben più modestamente ed episodicamente.

Dunque quanto segue afferisce a questo punto di discorso e riguarda tutti i rivoluzionari, gli antifascisti, i proletari ed i sinceri democratici CHE SONO SOLIDALI ALLA LOTTA CONTRO QUESTO GENERE DI TORTURA e non a “tutti” in genere né a “tutti” i rivoluzionari sedicenti in genere.

 

  1. Sappiamo che la DESOLIDARIZZAZIONE nelle carceri speciali è sempre stata il “clou” della attività controrivoluzionaria integrata (giuridica, penitenziaria, mediatica, di aree opportuniste e controrivoluzionarie, insieme).

NESSUNO ha diritto di denigrare la persona del sottoscritto “per la sua storia”:

  1. né per le montature ben orchestrate dalla procura e digos di pordenone nel 1993, pubblicamente denunciate e persino verificate da altra autorità, sin dal marzo 1994. Lo fanno tuttora i torturatori del sottoscritto, invece. E in questo dimostrano di avere “interessi di bottega”.
  2. né per il gesto di bruciarsi vivo il 4-1-1996, che il subdolo foglio di Ferrara senza sapere un cavolo o forse sapendo ciò che interessava a compagini del “Ministero di Giustizia” definì nel novembre 2004, all’apice di uno dei più lunghi scioperi della fame del sottoscritto, in carcere, frutto di immaginazione negativa, cose da “depressi”. Chi denigra questo gesto, o asserisce frasi tipo “un telo di pietà sopra sta storia” e amenità del genere, o non è al corrente delle cose, o è parte in causa: ancora una volta, “interessi di bottega”. Quel gesto, che del resto già apparteneva alla cultura di lotta nel Mediterraneo, e delle carceri, per quanto grave, era il frutto negativo di una desolidarizzazione sorta DA DIVERGENZE POLITICHE ED IDEOLOGICHE a loro volta sorte anche dalla debolezza con cui il movimento di solidarietà ai prigionieri rivoluzionari aveva affrontato le montature nella vicenda di Aviano per la quale il sottoscritto è stato imprigionato per oltre 12 anni (e non solo dalla attutudine professionale e permanente di certi “personaggi” collocati storicamente con ruolo di provocazione accanto ai militanti delle BR, nelle carceri speciali).

 

Quanto sopra è riconducibile al collaborazionismo con la procura di pordenone, gli USA, ed altri organi di potere, di angelo dalla longa e di altri manutengoli collaborazionisti che nelle carceri cercano di ottenere benefici e vantaggi (a volte basta poco, un permesso, o i “giorni”, o cose così) vendendo menzogne e calunnie che tanto più sono incredibili tanto più per certuni sono utili e “credibili”, chi non ha santi in paradiso o boss alle spalle come il sottoscritto, il cui Padre, per quanto “celebrato” da Sindaci ed uomini di cultura, era tra le persone più combattute in campo politico dalla DC e dalla mafia presente anche nella “sinistra” negli anni  dal ’55 all’ ’85, gli anni della sua attività politica prima di dedicarsi solo agli studi medievalistici.

 

A BUON RENDERE AI TORTURATORI, MA CON MEZZI COERENTI ALLA RIVOLUZIONE !

 

IL PRESENTE COMUNICATO VALE COME BUONO GRATIS PER L’INFERNO PER LE AUTORITA’ COMPETENTI CHE SI OSTINANO A TACERE E A LATITARE AL PROPRIO DOVERE ISTITUZIONALE DI PROCEDERE AD OPERAZIONE CHIRURGICA DI ASPORTAZIONE ELETTRODI.

 

Paolo Dorigo

militante comunista maoista

 

 

 

 

 

 

Parte 2 (comunicato del 15-6-2007 di solidarietà a Michele Fabiani)

In ottemperanza a quanto corrisponde ai criteri di correttezza sia all’interno dell’Associazione Vittime armi elettroniche-mentali sia nel movimento di lotta contro la tortura in ogni sua forma, interferenza mentale compresa, e i trattamenti inumani e degradanti nella società e nelle carceri, compreso il mobbing e le forme di discriminazione sul lavoro, comunico ai compagni, agli organi di informazione ed al movimento ed a quanti sono interessati ai diritti umani in questo paese retto da un regime fascista speciale di polizie legali ed illegali, ordinarie e “deviate”, sotto la guida della magistratura emergenziale, in linea di contiguità con la gestione della popolazione attiva e dei ceti non inglobati nel regime stesso, attuata anche da forze padronal-mafiose,

COMUNICO,

diversamente da altre Vittime che si gestiscono segretamente queste cose anche se nel merito della tortura (almeno 3 o 4 casi certamente da noi noti, di persone che si sono di fatto auto-sospese nonostante la nostra Associazione abbia speso tempo, soldi e fatica anche per loro),

che in data odierna 15-6-2007 sono stato “sentito in qualità di testimone” nel merito della reazione di tale Biasioli carabiniere di Spoleto che ha denunciato il compagno Michele Fabiani, per la sua denuncia nel merito dei maltrattamenti che ha subito nella notte tra il 13 ed il 14 marzo.

Ricorderete che con la assurda scusa di cercare “stupefacenti” Michele è stato minacciato e percosso nella stessa sua abitazione.

Ho sostenuto la sua denuncia come “attendibile” e che pertanto (l’accusa informalizzata era di averla messa nel sito www.avae-m.org ) l’avevo pubblicata. Ho sostenuto che Michele è una persona assolutamente degna di fede e che ero rimasto fortemente sorpreso in quanto so con certezza che Michele non è assolutamente un consumatore di alcun stupefacente.

Ho poi evitato di cadere nelle “sintesi” verbalizzatorie tipiche dei poliziotti, precisando punto per punto nel breve verbale (di cui non mi è stata data copia), e dichiarando poi a voce al poliziotto postale, che la Procura di Spoleto farebbe bene a perseguitare ben altre persone e reati che non chi denuncia fatti gravissimi come in questo caso.

Ricordate che l’AVae-m ha subito e denunciato questi fatti negli ultimi mesi:

manomissione freni auto P.S. (prov.Belluno) con incidente gravissimo.

interrogatorio frammisto tra il minaccioso e l’offensivo della Digos di Roma a Maurizio Bassetti.

minacce e istigazione al suicidio a Eleonora Cavagnuolo.

subito dopo il sit-in a Montecitorio del 28-11-2006, inspiegabile chiusura di italy.indymedia.org

subito dopo il sit-in a Montecitorio del 28-11-2006, incidente misterioso e molto grave a Michele Fabiani.

minacce e stravolgimento del pensiero a D.B., altra Vittima.

minacce e percosse a Michele Fabiani, marzo.

minacce gravi a Biagio Mastorilli, che da esterno alla Associazione, ne sostiene la battaglia.

distruzione auto a Paolo Dorigo con incidente assolutamente inspiegabile se non con la volontarietà dell’autore, Diego Lupo, ora irreperibile, dipendente di un ministero.

aggravamento del trattamento a molte Vittime.

sabotaggi ed impedimenti continui all’uso di particolari funzioni internet o di particolari pagine, nonché a cambiamenti di dati sui propri computer.

Comunicato di Paolo Dorigo del 15-6-2007 (senza numero)