CONFERENZA MPP SULLA COMUNE DI PARIGI E LA GRANDE RIVOLUZIONE CULTURALE PROLETARIA, 10 MARZO 2007, PARIGI

 

RICOSTRUZIONE DELL’INTERVENTO DI PAOLO

DAGLI APPUNTI (con le parti non pronunciate per ragioni di tempo)

 

Compagni e Compagne,

in questo intervento voglio iniziare dicendo che sono tre gli aspetti fondamentali a mio parere che sono molto attuali.

Presidente Gonzalo, l’interno è decisivo.

Presidente Mao Tse-Tung, andare controcorrente.

La democrazia della Comune non la democrazia della delega.

Sono questi i tre aspetti che considero decisivi del contributo apportato dalla GRCP.

1

Dalla caduta totale del revisionismo come socialismo non è uscito sconfitto il socialismo ma la deformazione revisionista che era al servizio della borghesia e che si è trasformato esso stesso in borghesia.

La dinamica dello scontro di classe a livello mondiale ha dimostrato, attraverso le guerre popolari, principalmente in Perù, Filippine, quindi Turchia, Nepal, India, ecc., la giustezza dell’analisi fatta da Mao Tse-Tung sulla nuova grande ondata della Rivoluzione Proletaria Mondiale e sulla divisione del Mondo.

Il proletariato si forgia sempre ed immancabilmente attraverso le rivoluzioni e queste si spostano.

Dalla Russia, ad est, alla Cina, quindi oggi, a Sud, a causa dell’estensione del modo di produzione capitalista sul piano mondiale, specie ora che disoccupazione e crisi da sovrapproduzione assolita di capitale si affermano anche in Cina. Questo lo capiamo grazie alla fondamentale lezione della GRCP.Mao Tse-Tung stesso aveva previsto che la borghesia avrebbe potuto riprendere il potere nel Partito, ma aveva previsto anche l’enorme estensione della lotta di classe e delle rivolte contadine nel suo paese; che inevitabilmente davano luogo ad un autentico Partito Comunista.

Il revisionismo non si forma a causa di errori ma come reazione della borghesia, e questo è accaduto anche in Italia durante il fascismo, tra il 1937 e il 1943, ben prima di Kruscev.

2

Oggi la guerra imperialista verso i popoli del Sud del mondo, e in particolare del Medio Oriente, la cui estensione a guerra permanente il Presidente Gonzalo aveva già previsto nel 1990-1991, ha portato ad una situazione di totale fascistizzazione dei paesi capitalisti.

Ma la sua causa è la crisi generale, che diventa strutturale, di valorizzazione di capitale a causa A) della sovrapproduzione di capitale, B) della estensione mondiale del m.p.c. che aumenta la concorrenza, e C) del dominio acquisito dal capitale finanziario su quello produttivo.

3

Oggi la contraddizione principale è divenuta la contraddizione imperialismo / popoli oppressi, che va fondendosi alla contraddizione fondamentale capitale / proletariato e questo ha definitivamente distrutto le speranze di rinascita di linee politiche pseudo-rivoluzionarie ma intimamente revisioniste, anche se armate.

Questo non è stato compreso, per opportunismo e social-sciovinismo, in molte parri del Movimento Comunista Internazionale, ancora profondamente impregnato dal revisionismo.

Nelle Guerre Popolari stesse, il tempo fa giustizia e permette al massimo di imporsi nel M.C.I. stesso poiché fuori dal maoismo c’è solo sconfitta e passaggio nel campo del nemico. Un passaggio che non è stato compiuto dai Comunardi né dai compagni caduti a Dersim del Partito Comunista Maoista.

Anche quelli che hanno criticato il Partito Comunista del Perù dovranno ritornare sui propri passi, perché la qualità e storia del processo rivoluzionario guidato dal PCP grazie al pensiero gonzalo, sono al più alto livello della storia del M.C.I. dopo la GRCP, ma questo non è stato compreso ancora da molti nel mondo a causa degli arretramenti avutisi nei paesi imperialisti da parte del proletariato.

Per questo occorre aiutare i compagni che sbagliano valutazione per ignoranza della situazione e non –si spera- per scelta (vedasi l’intervista del Presidente Prachanda del febbraio 2006 che si basava sulle informazioni pubbliche date dal partito di Avakian), (vedasi le numerose posizioni di chi in mancanza di grandi o numerose notizie dalla guerra popolare in Perù, e non dando il necessario contributo solidale alla Rivoluzione Peruviana a partire dalla campagna di mistificazione del 1993), (vedasi i “senderologhi” che danno la parola a tutti ma insistono ad ignorare quella del Comitato centrale del PCP facendo il gioco delle LOD), e distinguere la tattica nella guerra popolare mentre si è in equilibrio strategico oppure quando si è nella fase della conquista del potere come oggi in Nepal. E la rivolta delle banlieu qui a Parigi (ottobre-novembre 2005) lo dimostra anche per quanto riguarda  i paesi imperialisti.

Le condizioni per la guerra popolare vanno determinandosi anche in Occidente.

Questo perché oggi nel mondo intero si sta determinando un unico proletariato mondiale:

·        Che non può essere fermato né dal revisionismo né dalle sue organizzazioni sindacali né dalle istituzioni borghesi, né dall’opportunismo né dal deviazionismo in ideologia e in pratica.

·        Ma che subisce le conseguenze dell’economia di guerra.

Il punto è quanto tempo ancora ci vorrà e noi non possiamo saperlo, specie in Occidente.

Per questo la lotta contro il revisionismo sotto il profilo ideologico politico e sociale è parte integrante e permanente della lotta rivoluzionaria e non è una semplice questione limitata nel tempo (es. discutiamo ci mettiamo d’accordo e via).

4

In Italia esiste già in pratica un “fronte” contro il maoismo, contro il PCm.

La controrivoluzione in Perù si esprime massivamente con i metodi usati in Italia in precedenza.

Non a caso, proprio per le caratteristiche che in Italia ha storicamente avuto la lotta contro il revisionismo, è la questione decisiva nel proletariato.

Queste caratteristiche sono:

·        Carattere imperialista e carattere semi-feudale che convivono e si integrano nel paese.

·        Complesso e lungo conflitto di classe e sopravvivenza del più forte revisionismo dell’Occidente.

·        Stati Uniti – esercito fondato dalla monarchia – Carabinieri –Chiesa cattolica – repressione.

·        Nuovo proletariato e proletarizzazione dei ceti medi che i piccolo borghesi di certi “movimenti”  cercano di  mascherare e nascondere.

·        Teorie dominanti borghesi (Cuba, URSS, Venezuela di Chavez)

·        Forte aspettativa che permane ma dimensione ancora ridotta del partito d’avanguardia (il PCm).

·        Scarsa comprensione nel Movimento Comunista dei 3 strumenti e concezione revisionista (anche se armata) dell’entrismo nei sindacati ufficiali contro il movimento auto-organizzato.

·        Opportunistica definizione dell’autonomia di classe per affermare un verticismo neo-revisionista anziché l’estensione del fronte delle masse.

5

Dalle masse alle masse. Un unico proletariato e le diverse formazioni economico sociali e specificità nazionali, che va nella direzione del comunismo già indicata da Marx come inevitabile conseguenza della stessa estensione mondiale del m.p.c.

 

 

(La critica viene estesa brevemente anche al rappresentante del nPCI (critica non solo al loro neo-parlamentarismo), D’Arcangeli, presente alla conferenza, che interviene subito dopo).

(L’intervento è tenuto a titolo personale e vengo presentato come ex prigioniero di guerra, ex prigioniero politico che sta conducendo in Italia una importante lotta contro la tortura).