Oggetto: Reclamo ai sensi dell’articolo 35
Ordinamento Penitenziario
Il sottoscritto De Feo Pasquale, nato a Pontecagnano (SA) il 27/01/1961, ristretto nel carcere di Parma, propone formale reclamo avverso le restrizioni arbitrarie e l’estremo rigore che la direzione impone ai detenuti, tendendo esclusivamente ad affliggere e schiacciare la personalità, indebolire lo spirito e far perdere ogni speranza, l’unico scopo è la detenzione fine a se stessa.
La struttura edile del carcere è di recente costruzione, offre ai visitatori l’immagine che la direzione del carcere vuole fare apparire, occultando la realtà fatta di oppressione.
La pena consiste nella privazione della libertà, non si capisce in quale contesto rientrano le privazioni non previste dalla legge e dai regolamenti penitenziari.
Le istituzioni preposte al controllo del carcere non hanno mai controllato le voci e gli scritti sul sistema messo in piedi dalla direzione del carcere di Parma, e neanche si sono mai chiesti il perché delle proteste della società civile davanti al carcere (l’ultima a maggio).
È stato redatto un regolamento interno che trascrive esclusivamente tutto ciò che non poteva essere vietato, pertantoi nessuna applicazione delle nuove norme e circolari del D.A.P., oltre ai diritti fondamentali della sopravvivenza quotidiana.
Per tutto ciò che a seguito si enumera, chiedo alle istituzioni di intervenire e di essere ascoltato per riscontrare le violazioni penali, penitenziarie e umane sotto elencate.
Qui nel carcere di Parma ci sono delle vere celle di segregazione, dove si è spogliati di tutto, sia nella cella e sia degli effetti personali. Molti detenuti vengono messi in mutande e alcuni nudi durante il periodo della loro permanenza in questo reparto, la motivazione è per salvaguardare la loro incolumità, "metodi dei vecchi manicomi". È singolare che scontare una sanzione disciplinare causa certi effetti.
Si viola la legge penale ai sensi dell’art. 608 C. P. "misure di rigore non consentite dalla legge".
Si viola la Costituzione all’art. 27 comma 3 "le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità".
Si viola la Convenzione per la salvaguardia dei Diritti dell’Uomo e delle Libertà fondamentali: Titolo 1 – Diritti e Libertà; Art. 3 Proibizione della tortura "Nessuno può essere sottoposto a tortura né a pene o trattamenti inumani o degradanti".
Si viola il regolamento di esecuzione all’art. 73 comma 2 – 6 – 8 che ha sancito in modo chiaro dove e come si sconta l’isolamento delle sanzioni disciplinari, nella propria cella e senza asportarne niente, "esclusione dalle attività in comune" e basta.
I capi di vestiario sono ristretti al di sotto delle necessità; si viola l’art. 9 R. E. "la quantità deve consentire un ricambio che assicura buone condizioni di pulizia".
Sono consentiti quattro asciugamani – 2 medi e 2 piccoli – (per viso, doccia, piedi e bidet) quando bisogna lavarli diventa un problema.
Si viola l’art. 9 R. E. nella parte in cui bisogna tenere presente "le particolari condizioni climatiche delle zone in cui gli istituti sono ubicati", il freddo e l’umidità di Parma sono molto forti; con tutto ciò non è consentito detenere giubbotti imbottiti, trapuntati e foderati, pertanto i giubbotti che possiamo detenere non sono adatti al clima di Parma.
È consentito un solo cappello di lana, privo di risvolti e non deve superare la lunghezza di 18 cm, non copre bene la fronte e le orecchie. È consentito un solo paio di guanti.
Sono proibite scarpe e maglioni a collo alto.
Vengono tolti tutti i lacci delle tute e pantaloncini.
Sono proibiti i pantaloni con bottoni di metallo.
L’attività sportiva è consentita, ma non gli indumenti sportivi, per fare attività ginnica bisogna farla con la biancheria quotidiana.
Non sono consentite le lenzuola, anche se quelle dell’amministrazione penitenziaria non hanno cambio di stagione, pertanto uguali per tutto l’anno.
Non sono consentite le coperte, anche se quelle che ci forniscono sono le stesse di 30 anni fa.
Tante restrizioni e limitazioni sono un mistero, perché non se ne capisce il motivo, pertanto si configura la violazione dell’art. 608 C. P. "estremo rigore non consentito dalla legge".
Ogni detenuto che viene trasferito in questo carcere, gli viene fermata tutta la barberia e anche altro nel magazzino, costringendo i detenuti a comprarsi di nuovo tutto ciò che già avevano per la loro igiene personale (gli stessi identici prodotti); addirittura i detenuti a cui è revocatoli 41 bis qui a Parma, dal loro passaggio dal 41 bis alla sezione E.I.V. o A.S., gli viene fermato tutto in magazzino, pur avendo comprato tutto nel carcere di Parma e dalla stessa impresa.
Il 90% dei detenuti hanno problemi economici e la ulteriore spesa è un aggravio sulle loro famiglie, perché per comprare di nuovo tutto ciò che serve per l’igiene personale, ci vogliono almeno 100 euro (circa lo stipendio di un detenuto che lavora). Il Ministero da tempo ha dato disposizione che tutto ciò che si compra in carcere deve entrare in tutti i carceri d’Italia. Questa restrizione è un fatto unico in Italia.
Tutti i carceri d’Italia sono dotati di strumenti simili a quelli degli aeroporti, pertanto tutto è controllabile, prodotti di barberia, biancheria, giubbotti, ecc.
L’unica che ci guadagna, sulla pelle dei detenuti, e in modo lucroso è l’impresa.
È vietato avere a proprie spese il prezziario del sopravvitto, costringendo i detenuti a fare la spesa alla cieca, violando la circolare del D.A.P. n° 687465 "La tariffa dei generi posti in vendita dovrà essere diffusa all’interno delle sezioni e aggiornata costantemente". Un altro regalo all’impresa, perché ciò ci impedisce di avere sottomano i prezzi e confrontarli con quelli locali.
In confronto ad altri carceri e soprattutto rispetto a quello che pubblicano i giornali locali, i prezzi dei generi che vendono nel carcere di Parma sono molto alti.
I prezzi non corrispondono in alcuni casi alla qualità e in altri alla quantità.
Ordino le mele "golden" e le pago al kg 1,50 € e più, ma mi portano mele da cassette, che per € 3 - 4 si compra un’intera cassetta. Allo stesso prezzo si comprano le mele "melinda" con il bollino e regine di tutte le mele.
Anche se è stato fatto presente agli addetti, nessuno interviene.
È totalmente disattesa la circolare del D.A.P. n° 3556/6006 sul possesso dei computers, lettori Cd e componenti vari.
Hanno escluso non menzionandole nel regolamento interno ogni riferimento alle tecnologie descritte nella circolare menzionata. Anche chi viene da altro istituto con computer, stampante, lettori CD e componenti vari, non autorizzano l’uso e il possesso perché non applicano la circolare citata, avendone perfino citato di menzionarne nel regolamento interno.
Il altri carceri il lettore CD si compra al sopravvitto come un normale spazzolino da denti.
I colloqui del carcere di Parma sono ancora con il vecchio bancone, ancora devono mettere i tavolini come prescrive il regolamento di esecuzione.
Ci sono i colloqui per l’aria verde, ma non vengono utilizzati.
Non si può portare niente a colloquio, caramelle, biscotti, ecc. che si comprano al sopravvitto del carcere, solo una bottiglia d’acqua, i bambini ne risentono molto.
Le zanzare, nei periodi estivi sono una marea insopportabile, con tutto ciò la direzione proibisce l’acquisto di zanzariere perché le ritiene oggetti di lusso.
In altri carceri si acquista normalmente al sopravvitto.
La ritengo un’afflizione gratuita perché non c’è nessun motivo di ordine e sicurezza che lo impedisce, anzi può essere una prevenzione sanitaria contro le malattie che possono portare le zanzare d’importazione come quelle "tigre".
Tutti i servizi dei detenuti sono collegati durante le quattro ore d’aria, dalle 9.00 alle 11.00 e dalle 13.00 alle 15.00 – dottore, doccia, magazzino, lavanderia, barberia, messa, ecc. –; con questo sistema sono state tagliate le ore d’aria, perché per fare tutte e quattro le ore d’aria si dovrebbe rinunciare persino alla doccia.
I dottori vengono a fare le visite durante le ore d’aria, non avendo orario, dobbiamo stare tutta la giornata in cella se vogliamo farci visitare.
Le visite le fanno davanti alla cella.
Mancano alcuni medicinali che il sanitario ha tolto dal prontuario, come quelli per le emorroidi; come è proibito avere il beccuccio di plastica davanti al tubetto di pomata per le emorroidi interne.
Sono vietate fasce di gomma per le ginocchia, panciera, ecc. e non se ne capisce il motivo.
Le docce della sezione sono vecchie e non funzionano bene, avrebbero bisogno di essere rimesse a nuovo, il tartaro ha coperto il bianco delle mattonelle. Non sono mai state installate le saponiere per appoggiarci i prodotti per lavarci.
Veniamo contati tre volte al giorno con l’apertura della cella, e altre due volte per la battitura della finestra.
Il blindato viene aperto prima delle ore 7.00, subito dopo viene la conta con l’apertura della cella, ma la colazione arriva alle ore 8.00, circa un’ora dopo.
Tutte queste conte con l’apertura delle celle e di prima mattina, cosa insolita nei carceri italiani e fatto unico, serve esclusivamente per affliggere psicologicamente il più possibile i detenuti.
Non esistono carceri in Italia che regolano la televisione, dopo le disposizioni Ministeriali, qui a Parma regolano ancora l’orario dalle ore 7.00 alle ore 2.00.
Il telecomando è compreso nel prezzo del televisore, pertanto non si comprano più televisori senza telecomando.
Nella totalità dei carceri italiani danno il telecomando, qui a Parma preferiscono tenerli in qualche scatolone piuttosto che darli ai detenuti. Non se ne capisce il motivo perché la direzione non deve spendere neanche un euro.
Non è consentito avere in cella più di quattro libri; una regola che risale ad 80 anni fa, alla detenzione di Antonio Gramsci, che gli autorizzavano a tenere solo quattro libri in cella.
I detenuti che non fanno colloquio, se gli viene spedito un pacco di libri viene conteggiato nel limite mensile dei 20 kg.
I detenuti che fanno colloquio, in occasione dei colloqui possono ricevere libri e riviste senza che vengano conteggiati nei limiti dei 20 kg mensili. Creando nella fattispecie una discriminazione tra detenuti, e nello stesso tempo una violazione al regolamento penitenziario che sancisce l’esclusione dal peso di libri, riviste, cartoleria e documenti processuali.
Anche le riviste non possono essere più di quattro in cella.
Non è consentito avere orologi e radio digitali, anche se questi sono comprati in altri carceri e di modico valore.
La palestra ci è consentita una volta alla settimana, anche se con l’atto di clemenza il carcere si è dimezzato.
Non abbiamo accesso al campo sportivo.
Le buste dell’immondizia che dovrebbe distribuirci l’amministrazione, dobbiamo comprarcele al sopravvitto.
Sono proibiti normali oggetti di cancelleria scolastica: riga, matite colorate, bianchetto, calcolatrice scientifica, penne che non siano "bic", righello, fogli da disegno, ecc.
Ci è proibito avere in cella la forbicina "Chicco" che compriamo al sopravvitto. Possiamo averla dalle ore 9.00 quando dobbiamo andare all’aria; se dobbiamo usarla dopo averci fatto la barba per tagliarci i peli del naso e delle orecchie, dobbiamo perderci l’ora d’aria.
La forbicina "Chicco" ha un cm di alluminio, pertanto non può essere un arnese pericoloso, essendo che in cella abbiamo il fornello, sgabelli che pesano oltre 5 kg, le ceramiche del bagno – water, bidet, lavandino – che sono dei corpi pericolosi se usati, altro che una forbicina che in tutti i carceri d’Italia la fanno tenere in cella.
Il regime E.I.V. regolamentato dalla circolare del D.A.P. del 9 luglio 1998 n° 3479/5929, sancisce che i detenuti ristretti nelle sezioni E.I.V. devono stare da soli in cella, perché questo regime è una continuazione storica dell’abrogato art. 90 O.P..
La maggioranza dei detenuti in regime E.I.V. sono ergastolani, e l’art. 22 C.P. sancisce che devono scontare la condanna in isolamento notturno.
La direzione di Parma non ha intenzione di applicare la circolare citata e l’art. 22 C.P., perché dopo oltre due mesi ancora deve fare togliere la branda della cuccetta, essendo che intende metterci in due per cella.
Quando ci viene consegnata la posta, dobbiamo aprirla noi per controllarla, caso unico in Italia che il detenuto da controllato è costretto a diventare controllore di se stesso.
Ci è proibito portare nel cortile una bottiglia d’acqua, un asciugamano e un tappetino di gomma per la ginnastica, che qui è proibito anche comprare.
Tra i vari regimi del carcere, E.I.V., A.S., 41 bis e le sezioni normali, la differenza è minima, affinché tutto sia omologato e simile.
La direzione cerca di appiattirci con ogni scusa; in cella dobbiamo solo idiotizzarci davanti alla televisione, viviamo come fossili, non ci sono altre attività lavorative all’infuori di quelle della sezione né di corsi o attività di intrattenimento.
Per i motivi sopra elencati chiedo l’intervento delle istituzioni competenti per sanare tutte le violazioni soprascritte.
Fiducioso in un rapido intervento, porgo distinti saluti.
Parma, 30/12/2006 Con Osservanza
Pasquale De Feo