Corriere della sera 2 ottobre 2007 pagina 20 cronache "Ucciso cugino di Santapaola: 'guerra tra cosche'"
è possibile, se non emergeranno indizi seri o prove di un regolamento di conti, che la morte di Angelo Santapaola sia solo l'ultima morte di una catena, che comprende anche il suicidio di Vincenzo Olivieri, di ex detenuti, passati o meno per Spoleto che siano, che, dopo aver provato anche il 41 bis, una volta liberati, vengono assassinati da forze nere tipo squadroni della morte della "Gladio carceraria".
Dico e scrivo questo perché avevo conosciuto Angelo Santapaola a Spoleto dopo che era uscito dal 41 bis, così come lo avevo aiutato in corrispondenza e avevamo mangiato insieme per alcune volte. Mentre leggevo il giornale che ne riportava la notizia, i miei torturatori-torturatrici, avanzavano complimenti, come ad attribuire, in un circuito di infamità, la sua morte, al fatto che non avessimo più mangiato insieme. Una evidente sciocchezza. Angelo Santapaola era un detenuto che, pur proveniendo da Catania, non stava nel branco. Ma era una persona che sapeva stare. Smisi di frequentarlo dopo che mi disse che conosceva personalmente alcuni militari americani di Comiso. Oltre ad avere delle discriminanti, io non ho alcun potere di vita e di morte su alcuna persona. Forse queste puttanate potevano servire ai miei torturatori-torturatrici a tediare ancora il mio avvocato, o a indirizzare sulla mia persona ulteriori diffamazioni. Ci tengo a scriverlo perché qualche anno fa i miei torturatori-torturatrici avanzarono ancora in uno psicodramma, elementi circa la mala sorte di una parente diretta di Angelo Santapaola, con il quale comunque non avevo più alcun rapporto ancora da prima che se ne andasse da Spoleto.
La catena di persone morte prematuramente, che ho conosciuto in carcere, continua. Ma è nella logica dei numeri. Si conoscono moltissimi detenuti se uno viene trasferito di carcere in carcere ad una media di un istituto all'anno.
Voglio qui riprendere il link alle notazioni ad un documento sulla nocività-interesse economico, di un operaio di Marghera, compagno e fondatore della AEA, notazioni che sono opera mia. http://www.aeave.org/1989_12_20_LetteraDiFrancoBellottoAllaNuovaVenezia--.htm#note