VERGOGNE ISTITUZIONALI GENOVESI
articolo di Stefano Ghio, 6-11-2006
"Ne abbiamo visti davvero
tanti, di manganelli e scudi romani", recitava una canzone di Lotta
Continua degli anni 70: il 3 novembre, a Genova, gli antifascisti avrebbero potuto
tranquillamente tornare a cantare questo pezzo.
Questi i fatti: Forza Nuova
organizza a Genova una manifestazione con convegno, con la partecipazione del novello
Puzzone Roberto Fiore e del prete fascista lefevriano Giorgio Tam con il
pretesto di protestare contro la costruzione della moschea nel quartiere
operaio di Cornigliano, in realtà per "mettere i piedi nel piatto" di
una città, medaglia d'oro della Resistenza - teatro di
una delle più famosi insurrezioni
popolari del dopoguerra, il 30 giugno 1960, contro il previsto congresso del
MSI-DN; il prefetto autorizza la sfilata e la successiva adunata ed i politici
locali, dal canto loro, non trovano nulla da ridire (se non, ormai fuori tempo
massimo, il giorno dopo).
La sinistra antagonista - i centri
sociali, gli anarchici, i portuali e ciò che resta del movimento m-l genovese (Proletari
Comunisti e Circolo Culturale Proletario), in tutto circa 300 compagni -
organizza una contromanifestazione per contestare l'agibilità politica concessa
a questi topi di fogna, in polemica con una sinistra istituzionale che non solo
non protesta, nelle sedi poreposte, contro questo gravissimo affronto ad una città
che si liberò da sola dal giogo dei nazifascisti, ma
neppure si presenta - in maniera
organizzata - in piazza.
Il concentramento è nella storica
piazza De Ferrari alle ore 15.00, da dove poi ci si muoverà in direzione della stazione
FS di Brignole da dove, alla stessa ora, è prevista la partenza della marcia
fascista; finalmente alle 16.10, dietro gli striscioni 'Genova Antifascista' e
'Ora Sempre e Ovunque Resistenza', il corteo si sposta lungo via XX Settembre.
Giunti all'altezza di un altro luogo
storico per la città - piazza Piccapietra (dove si trovava fino a pochi anni fa
la statua del Giovan Battista Perasso, il ragazzino che tirando una pietra
diede il via alla rivolta che si concluse con la cacciata dei dominatori
austriaci dalla città) - il corteo devìa verso piazza Corvetto, dove si spera
di avere un contatto con i 23 (ventitre!) nipotini del Puzzone presenti alla
sfilata; arrivati all'altezza del parco dell'Acquasola - a pochi metri dal
palazzo della Provincia dove si terrà l'adunata fascista - gli antifascisti si
trovano davanti lo sbarramento di una cinquantina di rappresentanti delle
"forze dell'ordine", in assetto antisommossa, ben decisi a non farli
passare.
Dopo qualche minuto di incertezza,
si decide di tornare in via XX Settembre e raggiungere Brignole per poi tentare
di salire in via Serra e prendere i fasci da dietro; niente da fare: in via
Serra ci si trova davanti un muro di un centinaio di "sbirri" che
sbarrano la strada e, quindi, si decide di fare dietrofront e tornare in piazza
De Ferrari, dove si giunge poco dopo le 18.00, praticamente in
concomitanza con la fine
dell'adunata "nera".
Mentre i topi di fogna escono dalla
sala sventolando le loro luride bandiere, un muro di circa 500 "divise
blu" scende per via Roma per meglio proteggere i fasci dalle giuste ire
antagoniste; seguono circa 30 minuti di fronteggiamento tra le due parti che
hanno l'unico esito di permettere ai topi di fogna di defluire in tutta tranquillità.
VERGOGNA AL PREFETTO!
VERGOGNA ALLE ISTITUZIONI!
VERGOGNA AI PARTITI DI FALSA
SINISTRA!
NESSUNA AGIBILITA' POLITICA AI
FASCISTI!
Torino, 06 novembre 2006