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14-09-2006

RAVENNA

SLAI COBAS PER IL SINDACATO DI CLASSE

 

 

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Basta omicidi bianchi, basta precarietà!
presidio contro le morti bianche e per la sicurezza nei luoghi di lavoro per LUNEDI' 11 SETTEMBRE ALLE ORE 17 ALLA DARSENA, DAVANTI AL MONUMENTO AI CADUTI DELLA MECNAVI.

 

E' LA PRECARIETA' CHE UCCIDE I GIOVANI OPERAI!

 

Lo Slai Cobas si stringe al dolore della famiglia di Luca Vertullo, il giovane lavoratore interinale di 22 anni, ucciso al suo primo giorno di lavoro da un rimorchio al Porto di Ravenna.
Quello che per l'amministrazione comunale, l'Autorità portuale, la Sapir, è il fiore all'occhiello per aumentare i profitti per i padroni locali, il Porto di Ravenna è invece un luogo ad altissimo rischio per i lavoratori che da tempo denunciano, inascoltati, i pesanti ritmi di lavoro, la fatica, i tempi di consegna e l'alto rischio per la loro sicurezza.
Gli investimenti annunciati dell'Autorità portuale per il triennio 2006-2008 non riguardano affatto la sicurezza ma servono a potenziare il traffico container : la competività tanto cara ai padroni viene pagata con la fatica dei lavoratori. E oggi sono i giovani, in affitto, sottopagati, precari, la nuova realtà operaia spinta nell'ingranaggio del sistema di sfruttamento. Un sistema che qualche anno fa ha ucciso un giovane operaio del Sud alla Marcegaglia e oggi Luca Vertullo, "Fagiano", al Porto di Ravenna.
Sentire parlare ancora una volta di "dramma", "tragedia", "ennesima sciagura", serve a poco e crea confusione.
Siamo stanchi di demagogia, di solite parole a vuoto dopo la morte sui luoghi di lavoro. E' inaudito che gli operai, nonostante la morte sul lavoro di un loro collega, vengano comandati a lavorare come niente fosse successo, esposti ai rischi!
Il presidente della Compagnia portuale, Rubboli, ha detto chiaramente che "il lavoro viene svolto in base agli accordi sindacali e alle normative esistenti". Proprio queste normative, infatti, permettono ai padroni di impiegare un ragazzo di soli 22 anni a fare lavori che i lavoratori più anziani rifiutano, senza formazione, come fosse al fronte di guerra, con pressanti ritmi di lavoro, mezzi meccanici in movimento e camion sovraccarichi per rispettare i tempi di consegna! "Il più anziano tra questi giovani operai è stato assunto a luglio", ha denunciato un collega del povero Luca. Ma quello che è più grave, come non fosse successo niente, al Porto di Ravenna i giovani operai vengono comandati a fare gli stessi lavori, senza alcun intervento per risolvere il rischio-sicurezza che ha portato alla morte, dopo solo un'ora di lavoro, uno di loro, "affittato" da una agenzia interinale.
Ma perchè non cambia nulla al Porto di Ravenna?
Non è forse l'Agenzia INTEMPO in mano ad un ex delegato CGIL, come denunciano i lavoratori? Chi dovrebbe difendere i lavoratori visto che è lo stesso sindacato confederale a farli lavorare in queste criminali condizioni?
Non è forse la famigerata legge Biagi a permettere ai nuovi caporali, le agenzie interinali, lo sfuttamento senza limiti dei lavoratori. I sindacati ed i politici che si strappano le vesti dopo l'ennesimo omicidio bianco nei luoghi di lavoro dovrebbero portare fino in fondo le denuncie del lavoratori. Ma non lo fanno perchè sono parte del sistema di sfruttamento dei lavoratori.
Certo che non è giusto morire per il lavoro, ma senza cancellare una volta per tutte la precarietà della condizione di tanti giovani lavoratori senza diritti e tutele, se, più chiaramente, non viene immediatamente cancellata la legge Biagi, sono tutte parole vuote che non cambiano le cose.
Al tempo stesso lanciamo quì la proposta che sta portando avanti lo SLAI COBAS di Taranto riguardo la fabbrica della morte, l'ILVA di Taranto: e cioè di una postazione fissa dell'Ispettorato del Lavoro, all'interno del Porto di Ravenna in questo caso.
Occorre che le testimonianze e le denunce dei lavoratori portuali abbiano un sindacato che li porti avanti: lo SLAI COBAS è pronto a raccoglierle e a trasformarle in vertenze.
Allo stesso tempo facciamo appello ai delegati più combattivi ad esprimersi chiaramente per la cancellazione della Legge Biagi, al Porto come altrove.
Non deve passare la rassegnazione della fatalità degli incidenti, degli omicidi bianchi. Lottare per la sicurezza si può e si deve. E' ora di finirla con il terrorismo padronale, con il loro sistema di potere nei luoghi di lavoro, con le loro leggi.
Lo SLAI COBAS fa appello ai lavoratori portuali di costruire assieme uno sciopero autorganizzato per la sicurezza sui posti di lavoro, a partire dal Porto di Ravenna, che porti avanti queste rivendicazioni.
Allo stesso tempo ricordiamo ai lavoratori di rifiutarsi di lavorare per sottrarsi al pericolo, impugnando la sentenza della Cassazione n° 11664 del 18 maggio 2006 che giustifica il rifiuto della prestazione da parte del dipendente quando l'ambiente è insicuro.
BASTA OMICIDI BIANCHI!!!!
Quest'appello è sottoscritto anche dalle RdB/CUB di Ravenna.
Il sindacalismo di base di Ravenna ha deciso di così di organizzare questo presidio

 

VIA LA BIAGI E BASTA CON I NUOVI CAPORALI, LE AGENZIE INTERINALI!!! DENTRO I COBAS AL PORTO E IN TUTTI I LUOGHI DI LAVORO!!!

 

E' GIUSTO RIBELLARSI
ALLO SFRUTTAMENTO
A MORIRE GIOVANI PER I PROFITTI DEI PADRONI
AI CAPI AGUZZINI
AI CONFEDERALI SERVI COLLABORAZIONISTI

 


SLAI COBAS per il Sindacato di classe di Ravenna
tel. 339-8911853

 

 

 

BILANCIO DEL PRESIDIO

Il presidio organizzato dallo SLAI COBAS di Ravenna è stato una forte denuncia contro gli omicidi bianchi nei luoghi di lavoro, contro i padroni che vogliono solo i profitti e tagliano sui costi per la sicurezza dei lavoratori, contro il sistema di potere dei confederali che, come accade al Porto di Ravenna, sono i nuovi caporali che mandano al macello i giovani operai. Questo presidio è stata la risposta all'ennesimo omicidio bianco di un giovane portuale, schiacciato da un rimorchio sovraccarico dentro la stiva di una nave. Un giovane interinale assunto dai nuovi caporali dell'agenzia INTEMPO in mano alla CGIL che invece di tutelarlo l'ha mandato al macello, con sede proprio all'interno del Porto, ucciso al suo primo giorno di lavoro, dopo appena un'ora di fatica, da un sistema di sfruttamento che impone ritmi pesanti, tempi ridottissimi per le operazioni di carico.
Un presidio organizzato davanti al monumento ai 13 caduti della Mecnavi, lavoratori a nero, soffocati dentro una stiva per i profitti di un padrone senza scrupoli. Un monumento che è vuota celebrazione per politici e sindacalisti, visto che ancora oggi Ravenna è ai primi posti per incidenti e omicidi bianchi, ma che è atto d'accusa vivo per chi lotta per la causa dei lavoratori. Infatti non c'erano nè sindacati confederali, nè i partiti della sinistra di palazzo al governo cittadino, contro cui queste vittime gridano giustizia. Non c'erano gli RLS del Porto, come non c'erano quando è stato schiacciato il giovane Luca Vertullo, non c'erano la Compagnia Potuale o le istituzioni.
In compenso c'era qualche giovane amico di Luca che ha volantinato assieme allo SLAI COBAS e qualche lavoratore portuale più anziano. C'erano le RdB/CUB e il Cobas Scuola, il circolo di proletari comunisti e i giovani di Red Block che hanno fatto un intervento contro la condizione di precarietà che rende schiavi, senza diritti e tutele, i giovani operai, una condizione voluta dalle politiche del governo di centro sinistra (pacchetto Treu) e di centrodestra (legge Biagi) e fatte passare dalla concertazione sindacale.
La mobilitazione proseguirà con il coinvolgimento dei giovani portuali per una lotta che rivendichi la postazione fissa dell'Ispettorato del Lavoro, il ripristino della pesa giudiziaria dei carichi, il controllo costante della manutenzione dei rimorchi, le dimissioni degli RLS.
Contro il sistema di potere dei padroni "rossi" (di vergogna) solo  l'autorganizzazione dei giovani operai, solo i COBAS, possono dare una speranza e dignità a questa classe sfruttata, senza diritti e tutele, che non si rassegna alla morte sul lavoro di uno di loro!
BASTA OMICIDI BIANCHI,
BASTA PRECARIETA',
BASTA CONFEDERALI-CAPORALI

 


SLAI COBAS per il sindacato di classe di Ravenna
e mail: cobasravenna@libero.it