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Ins.tardivo causa torture, 25-10-2006
MOVIMENTO
COMUNISTA INTERNAZIONALE
già prigioniera politica nel Libano del Sud durante l’occupazione
filo-israeliana, militante del Partito Comunista del Libano.- La Conscience -
18. Septembre 2006
Souha Bechara:
«Noi andiamo a ricostruire i nostri villaggi in Libano»
(al momento della liberazione da Khiam, 1998)
intervista di D.P. (PTB del Belgio) 23-08-2006
Souha Béchara è una grande figura
della resistenza libanese. A 20 anni, nel 1988, durante la prima occupazione
del Libano da parte di “israele”, ha cercato di giustiziare il generale Antoine
Lahoud, capo della milizia che controllava il Libano del Sud.
Lei è rimasta in carcere senza processo per 10 anni (1989-1998) nella terribile prigione di Khiam, nel Libano del
Sud. Sin dalla sua liberazione, lei milita per la liberazione di 10.000
prigionieri palestinesi e libanesi detenuti in “israele”.
Domanda - “israele” ha iniziato la
guerra il 12 luglio in risposta al sequestro di due soldati israeliani. Quale è
stata la vostra reazione, voi che siete rimasta presa in ostaggio per 10 anni
da “israele” ?
Risposta – Io volevo
innanzitutto sottolineare che una decisione della Corte Suprema israeliana
presa negli anni ’90 ha legittimato, legalizzato, il sequestro e la detenzione
di qualsiasi Libanese che poteva fornire informazioni sul pilota israeliano Ron
Arad, scomparso in Libano negli anni ’80. Questi sequestri israeliani di civili
libanesi sono avvenuti in territorio libanese
in diverse riprese. Ancora a giugno dello stesso anno. E’ accettabile questo ? E cosa hanno fatto i Libanesi il 12 luglio
scorso in reazione, non è stato sequestrare dei civili a Gerusalemme, né
bombardare Tel aviv. È stato catturare
due soldati israeliani sul campo di battaglia per negoziare la liberazione dei
prigionieri libanesi e palestinesi. [ndt: negoziazioni storicamente avvenute in
numerose occasioni con cospicui scambi di prigionieri].
Sì, io sono stata prigioniera palestinese
in “israele”, come lo sono in 10.000 oggi, io ero stata felice il 12 luglio.
Perché lo scambio dei prigionieri è il solo modo che gli viene dato di essere
un giorno liberati.
D. – Alcuni dicono
che “israele”, ha lo stesso diritto di fare qualsiasi cosa di fronte al
terrorismo di Hezbollah…
R. - Io gli direi
qui: supponiamo che un criminale sia in una nave, voi fareste esplodere la nave
per mettere questo criminale fuori dalla possibilità di nuocere ?
Credete alle bombe intelligenti che
distingueranno su base genetica chi è di Hezbollah e chi non lo è ?
In nome di quale diritto 22.000 edifici
sono stati distrutti con migliaia di caduti ?
Perché uno dei simboli internazionali di
Beyruth è stato bombardato ?
Era un covo segreto di armi di Hezbollah
?
La ragione invocata dalla guerra,
“disarmare gli Hezbollah”, gli dava il diritto di distruggere non solo una
intera economia ma persino l’ambiente fino alle stesse spiagge libanesi ed
anche greche e cipriote (a causa della marea provocata dal bombardamento
israeliano di un deposito petrolifero libanese) ?
Lasciamo da parte il giudizio che si può
avere su Hezbollah.
C’è qualcosa che supera Hezbollah. Noi
abbiamo già visto l’esodo al Libano. Nel 1978, nel 1982. In quel momento,
“israele” è venuta in Libano per disarmare i Palestinesi. I Palestinesi hanno
lasciato il Libano e c’è stato il massacro di Sabra e Chatila [due campi di
rifugiati palestinesi dove oltre 1.000 abitanti sono stati uccisi a sangue-freddo
da migliaia di miliziani filo-israeliani sotto la protezione del generale
Sharon, ndR belga].
Ed “israele” continua ad intervenire in
Libano da 18 anni invocando il problema palestinese. Attualmente “israele” tira
fuori un’altra scusa, non sono più i Palestinesi, c’è Hezbollah.
D. – Perché questo attaccamento di “israele” di fronte al Libano ?
R. - “israele”
vuole colpire tutti quelli che hanno osato e osano dirgli di no.
In primo luogo Hezbollah, ma anche tutti
i partiti libanesi, come il Partito Comunista del Libano, come i Nasseristi,
come il Movimento del Popolo, che hanno impugnato le armi contro l’occupazione
israeliana. “israele” non ha mai accettato la sua sconfitta del 2000, quando ha
dovuto ritirarsi dal Libano del Sud.
In seguito, il Libano per la
sua composizione multireligiosa, si è opposto ad “israele”, basato su di una
sola religione, una sola ideologia fondatrice.
In “israele”, qualcuno di religione
ebraica che emigra in Belgio o negli Stati Uniti ha più diritti di milioni di
Arabi che vi vivono oggi.
Infine, c’è un rapporto
iraniano-americano. Per questa guerra, come ha detto condoleza rice, “si tratta
di fare del Libano la porta del nuovo Medio-Oriente americano”.
E di schiacciare quelli che cercano altre
alleanze nella regione. Là, gli interessi americani ed israeliani sono
incrociati.
D. – Che cosa pensate
della risoluzione dell’ONU che richiede la “cessazione delle ostilità” e
l’invio di una forza internazionale nel Libano del Sud ?
R. – C’è un fossato tra il “rimpianto” espresso dalla
comunità internazionale dopo il masascro di Cana [decine di bambini uccisi,
ndT], i “rimpianti” all’epoca dell’attacco internazionale che ha portato via la
vita a quattro soldati dell’ONU (FINUL) in Libano e l’ “esigenza” della
smilitarizzazione di Hezbollah.
Poi, voi dovete sapere che
gli “israeliani” hanno cercato negli ultimi giorni di bruciare delle intere
zone del Libano del Sud, di radere al suolo degli interi villaggi [come
facevano i nazi-fascisti nel 45, i marines in Viet-Nam, ecc., ndT]. Non è per
caso che sono venuti con i bulldozer. Ma con la risoluzione finale, gli
“israeliani” non andranno molto lontano e non hanno raggiunto alcun obiettivo
della loro guerra. Hezbollah non è
stato e non sarà smilitarizzato. I due
soldati israeliani non saranno rilasciati senza uno scambio con dei prigionieri
libanesi. Quanto alla “zona tampone”
nel Libano del Sud delle truppe ONU e dell’esercito libanese, si vedrà nei
fatti.
Ma noi, i Libanesi, noi
risolleveremo e ci ricostruiremo i nostri villaggi.
Con questa risoluzione, la
comunità internazionale ha offerto esattamente una via d’uscita agli
“israeliani” affinché salvassero la faccia.
Ed il dirigente di Hezbollah Nasrallah
ha preso una decisione storica: ha accettato questa risoluzione con tutte le
riserve, con l’obiettivo di ridurre le conseguenze drammatiche della crisi
umanitaria. O Hezbollah e la resistenza libanese avrebbero continuato a
combattere. Ma oggi in Libano la loro
forza è stata così poco militare, ma popolare.
Certamente dopo questa guerra.
(la virgolettatura di “israele” è nostra. NdT)