14-4-2006 RAVENNA
l’intervento del SRP alla iniziativa di presentazione del libro La tortura nel bel paese
La presentazione
del libro-inchiesta sulla tortura in Italia è a cura del SRP
-org di difesa
politico-legale di lotta alla repressione, contro lo stato di polizia, reso
necessario dagli innumerevoli atti repressivi antioperaie, lotte sociali
Qui
a Ravenna la sua presentazione è resa possibile dall’esistenza di questo
organismo e
-dalla libreria che ci ospita e
-dalla presenza e dal lavoro
di Paolo Dorigo
· E' parte quindi della battaglia più generale di
denuncia e di mobilitazione contro la repressione, in particolare nel nostro
paese, dove persino il reato di tortura non viene introdotto nel codice penale
dai parlamentari italiani.
Le torture di
Guantanamo e di Abu Ghraib, i sequestri della CIA e le conseguenti torture nei
moderni lager europei a partire da Aviano, vogliono farle apparire come episodi
isolati, non come pratica sistematica del terrore quotidiano.
Devono
rispondere alla cosiddetta "lotta al terrorismo" che distorce persino il loro
stesso diritto "borghese" pur dii ncarcerare, incriminare, all'ombra delle leggi
dell'emergenza, in nome della "sicurezza" (a sinistra la chiamano "legalità"
confermando, così, i comuni interessi di classe da difendere) di un ordine
mondiale e dei suoi valori in disfacimento. In Belgio sono stati condannati dei
militanti di un’organizzazione comunista rivoluzionaria turca per "appartenenza
ad associazione terroristica internazionale", rinnegando le loro stesse norme
sulla responsabilità individuale, sulla libertà di associazione e di
opinione.
· I democratici si indignano: "la sicurezza non sopporta più
la tutela dei diritti umani: è la bancarotta del liberalismo" (Russo Spena), ma
non sono la degenerazione delle democrazie, piuttosto il rafforzamento
autoritario dell’apparato statale. L'attacco ai diritti, primo fra tutti il
diritto alla libertà di opinione, espressione, manifestazione, è la risposta
delle cosiddette "democrazie" ai bisogni degli oppressi e degli sfruttati, non
danno soluzione ai problemi sociali se non con il loro stato di guerra
permanente e con lo stato di polizia, un fascismo dal volto moderno.
L'inchiesta
documenta le varie forme che in Italia ha assunto la tortura, non come simbolo
del passato ma come pratica di repressione dell'opposizione sociale e politica,
di controllo sociale da "Grande Fratello" con il controllo delle comunicazioni
elettroniche, enormi banche dati di informazioni che ogni tanto fanno gridare
allo scandalo il garante della privacy. Parla alle coscienze di tutti perchè
nessuno può essere sottratto all'opinione pubblica, perchè se la dignità umana è
inviolabile, l'integrità fisica e psichica è un diritto come le protezioni dei
dati personali, come lor signori scrivono nel Trattato Costituzionale Europeo e
nella Carta dei diritti fondamentali: lor signori, i governi e gli Stati, devono
applicarla.
Oggi i governi amplificano le paure e c’è addirittura un mercato
della sicurezza.
· Ma il libro riprende le denunce delle torture alla
caserma Raniero di Napoli (col governo di centro-sinistra) che hanno anticipato
quelle di Genova a Bolzaneto, come l'uso di armi non letali come gas tossici, le
sparizioni (le ultime durante la caccia all'uomo a Milano contro gli
antifascisti scesi in piazza per impedire l'adunata fascista dell'11 marzo).
Sembravano metodi da America Latina, da Turchia, invece sono accaduti nel nostro
paese.
· Il fascismo ha usato i tribunali speciali così come la tortura,
i nazisti nel nostro paese con la collaborazione dei boia fascisti, come pratica
sistematica di annientamento di massa com’è documentato nell’”armadio della
vergogna”.
· Era pratica negli anni '70 coperta dalle leggi speciali,
dal 1986 ad oggi 256 casi (di cui 147 solo a Napoli e durante il G8 di Genova),
è praticata nei CPT (gli Hotel a 5 stelle), nelle carceri che, oltre al
sovraffolamento, pessime condizioni igienico-sanitarie, che bastano a rendere il
carcere come tortura, il 270 bis, il 41 bis.
La superiore civiltà
che occupa militarmente l'Irak assieme ai torturatori USA e GB, gli
aguzzini dei popoli, e che oggi insegna il diritto alla borghesia compradora
afgana e come usare il manganello alla polizia irakena con i filmati di Genova,
è messa a nudo da questa inchiesta sulla tortura in Italia, con i suoi metodi da
medioevo, da Inquisizione, accanto a forme più sofisticate di controllo mentale
elettronico, cioè pratiche aberranti di annientamento dell'identità umana decisi
dall'arbitrio più assoluto da parte di un potere autoritario e
fascista.