MESSAGGIO DI SALUTI DI PAOLO DORIGO MILITANTE COMUNISTA PRIGIONIERO
M-L-M, A NOME SUO E DEL SOCCORSO ROSSO PROLETARIO ALLA ASSEMBLEA DI PARMA DEL
21 GENNAIO 2006, CONTRO 41 BIS E REPRESSIONE ED ANNIENTAMENTO CARCERARIO
Cari/e compagni/e
Porto a Voi in questa forma il saluto mio e dei compagni/e del Soccorso Rosso
Proletario, che a causa della preparazione delle assemblee di solidarietà alla
lotta del popolo Nepalese, convocate per i prossimi giorni a Palermo, Roma e
Massa, non possono essere presenti, alla Assemblea che avete convocato
allo scopo di tradurre in una proposta di mobilitazione di classe e di massa,
che punti, viste le migliaia di persecuzioni politiche di questi anni, vista
la sensibilità di cui vi è traccia anche in settori legalitari del
movimento, verso la condizione dei compagni prigionieri e del 41 bis come di
tutti gli altri aspetti della repressione nel nostro paese, a realizzare entro
aprile una grande gioirnata di lotta con eventuale manifestazione nazionale
contro il 41 bis e le forme della repressione capitalista, politica e
sociale, che in questi ultimi 15 anni hanno ricreato, di fatto in assenza di
una situazione di oggettivo grande rischio per il potere, una emergenza che
nulla ha da invidiare alla emergenza contro-rivoluzionaria degli anni settanta.
I problemi da Voi posti, ricordati nella Vostra convocazione, sono oggetto di
denunce e controinformazione da tempo di SRP ed altre realtà organizzate su
questo terreno.
Oggi però la questione si è palesemente estesa in tutto il carcerario, non solo
rispetto ai prigionieri rivoluzionari ma a tutta la popolazione del
proletariato prigioniero che è escluso dalle premialità e benefici particolari
di cui vi è traccia in alcune situazioni. Una massa di proletari, di proletari
immigrati, di sottoproletari, di persone che devono vivere in condizioni
inumane per stessa ammissione della borghesia e dei suoi media, di cui
l’accatastamento dei prigionieri come nei campi di concentramento nazifascisti,
ed i suicidi, sono l’aspetto più grave. Il 41 bis e le
"carceri-tomba" all'italiana sono la punta di diamante con
centinaia di morti non solo per problemi “di salute” e di età o di
sieropositività non scarcerati magari per mancanza di persone di riferimento
valutate affidabili dai magistrati, e dei “suicidi” (stile Sulmona con i
suoi moltissimi suicidi, ma non è certo l’unico caso: ricordiamo i seguenti
“cicli” di suicidati a solo dato di esempio: Busto Arsizio e Padova penale,
1992, 2 coppie di suicidi in un sol giorno, Spoleto 1998, 6 suicidi in un breve
periodo, Opera 1998, 2 coppie di detenuti -uomo-donna-) suicidatisi insieme in
un anno, Biella 1997-1998 8 suicidi, Rebibbia 2003 2 suicidi nella sezione
minorati psichici, Avezzano e Vibo Valentia 2 suicidi in rapida successione, in
entrambi i carceri, primavera 2004, Dozza, 2 suicidi in una settimana, 2004,
Livorno, 3 suicidi nel 2004, e via dicendo sono solo degli esempi del dato più
particolare, la ciclicità mobile del fenomeno), a loro volta i GOM e l’UGAP,
la presenza nei carceri speciali di “consiglieri” appartenenti ai ROS ed alla
DIA all’interno degli uffici, tutto questo, senza contare le forme di
persecuzione e controllo mentale (la prima delle quali non è stata mia, ma
proprio a Sulmona di un prigioniero abbastanza noto e che ha avuto visibilità
su manifesto e liberazione su altre sue proteste, nell’ottobre 2001, reclamando
al magistrato di sorveglianza), rappresentano il quadro di una POLITICA DI
ANNIENTAMENTO CARCERARIO di cui il 41 bis è il simbolo ma di cui in effetti i
GOM sono la sostanza pratica. Una “realizzazione” - é bene ricordarlo - del
ministro Diliberto,..
Il 41 bis ai compagni/e imputati e/o appartenenti alle Brigate rosse è una
misura disposta nel dicembre 2002 non a caso dopo mesi ed anni di
mistificazioni giudiziarie senza precedenti che vedevano quasi sempre la
presenza nelle istruttorie dei famosi “rapporti ROS” o di “informazioni
confidenziali” non meglio precisate
Il 41 bis è quindi un simbolo ed una sostanza, poiché la mancanza di diritti
permette proprio queste forme di tortura in cui va inserito il mio caso che è
solo il più noto ma non è certo l’unico.
CPT, manicomi OPG –1100 detenuti almeno presenti in permanenza-, migliaia di
detenuti malati anche gravi nei centri clinici, a mo’ di spazi mengeliani di
sperimentazione, carceri per tossicodipendenti, politiche razziste sono la
misura della cesura e annientamento anche culturale che la borghesia
vuole imporre al proletariato in lotta e sono, viste le posizioni della sinistra
riformista e revisionista anche la misura di un tradimento colossale e storico,
proprio anche da parte di chi ha mobilitato le proprie forze armate per seguire
l’imperialismo principalmente USA nelle sue avventure imperialiste in Medio
Oriente,
Le recenti inchieste contro il movimento anarchico, comunista e antagonista con
l'uso del 270 bis rappresentano poi la dimostrazione di come si voglia
eliminare ogni forma di dissenso organizzato e non solo certo le organizzazioni
combattenti.
Lo Stato sta dimostrando cioè che i diritti umani non sono una cosa che
interessi loro quando riguardano il proprio territorio.
La grande sensibilità dimostratasi a livello di massa in varie occasioni ( da
genova alla stessa la mobilitazione per la mia scarcerazione, ma anche le
mobilitazioni contro i CPT, per la verità nel caso Lonzi, contro le specifiche
e numerose montature giudiziarie tipiche dei regimi fascisti) dimostra che è
possibile praticare a livello di massa una mobilitazione che possa raggiungere
una dimensione significativa di partecipazione (anche 20.000 compagni) per una
giornata di lotta e manifestazione nazionale da tenersi a Roma sin sotto
il Ministero degli interni e quello di Grazia e Giustizia e lo stesso il
Parlamento che sostiene nel suo insieme il 41 bis e il 270 bis invitando a
parteciparvi in forma aperta e senza steccati o settarismi nel caso specifico
in questione, TUTTE LE REALTA’ DI BASE DEL MOVIMENTO PROLETARIO E DELLO STESSO
MOVIMENTO ANTAGONISTA, nessuno escluso.
UNITÀ SOLIDARIETÀ E LOTTA A FIANCO DEI PRIGIONIERI POLITICI RIVOLUZIONARI
ABOLIZIONE DEL 41 BIS E 270 BIS
NO ALLA TORTURA
LE LOTTE PROLETARIE NON SI PROCESSANO
ROVESCIARE LO STATO DELLA REPRESSIONE, LO STATO DI POLIZIA E IL MODERNO
FASCISMO