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pubblichiamo questa mozione nonostante ciò che pensiamo dei sindacati confederali, della necessità di un autentico sindacato di classe (SLAI COBAS per il sindacato di classe è la nostra indicazione, vedere il testo del luglio 2004 in questo sito) che sappia dirigere e agevolare lo sviluppo dell'autonomia di classe, all'interno del processo di costruzione del Fronte Democratico Rivoluzionario delle Masse Popolari, e nonostante anche da chi si schiera per difendere i contadini colombiani, non vi siano mai voci che si levano contro chi arruola a forza nelle ronde contadine controrivoluzionarie in Perù nella selva, e contro chi genocida le masse popolari delle basi di appoggio della guerra popolare diretta dal PCP in Perù (quando ci riescono). Inoltre cogliamo l'occasione per esprimere il nostro sdegno per la borghesia nera italiana che collabora e spesso crea direttamente forze paramilitari anti-masse in Colombia (tanto che la guerra popolare in Perù li annovera tra i suoi nemici), per gli intellettuali che continuano a far grancassa alle mistificazioni borghesi sul PCP, e invece la nostra gioia per la vittoria elettorale di EVO in Bolivia. Fuori le multinazionali dalle Ande ! Rivoluzione proletaria mondiale fino alla vittoria !

nota del 26-12-2005

 

MOZIONE DI SOLIDARIETA’ COI LAVORATORI E SINDACALISTI COLOMBIANI

 

Il Congresso provinciale della Federazione Italiana dei Lavoratori Commercio, Turismo e Servizi (FILCAMS) di Cuneo, assume all’unanimità l’o.d.g. presentato dal segretario Giacomo Divizia.

 

considerato che:

 

1)          In Colombia, paese andino-amazzonico dell’America del Sud straordinariamente ricco di risorse naturali, il livello di iniquità e sperequazione nella distribuzione delle ricchezze e del reddito è elevatissimo, come dimostra il fatto che oltre il 70% della popolazione vive in condizioni di povertà, o addirittura di miseria.

 

2)          I lavoratori colombiani soffrono, così come quelli italiani ma in proporzioni molto più vaste e drammatiche, il problema della disoccupazione dilagante, della precarietà e dello smantellamento progressivo dei diritti sul lavoro.

 

3)          Negli ultimi decenni, lo Stato colombiano si è reso ripetutamente responsabile di gravi violazioni dei diritti umani e sindacali, cosa per cui è stato più volte criticato e condannato da organizzazioni nazionali ed internazionali per la difesa degli stessi.

 

4)          In Colombia, paese che ogni anno detiene il record mondiale di sindacalisti assassinati, organizzare uno sciopero e lottare per i diritti dei lavoratori vuol dire, per migliaia di sindacalisti (tanto nelle città quanto nelle campagne), essere perseguitati, incarcerati, torturati ed ammazzati, con l’accusa di essere “ribelli” e “terroristi”, da parte del governo e dei suoi gruppi paramilitari.

 

5)          L’attuale governo colombiano, quello di Uribe Vélez, notoriamente legato al narcotraffico ed agli squadroni della morte, è di stampo fascista ed antidemocratico, come dimostra la sua politica di guerra contro il popolo che non contribuisce a trovare una soluzione politica del conflitto sociale ed armato che vive questo paese da oltre mezzo secolo.

 

Esprime:

 

1)       Solidarietà e sostegno ai lavoratori e sindacalisti colombiani, impegnati in un’eroica lotta, pagata il più delle volte con la vita, per difendere i loro diritti e costruire una pace con giustizia sociale.

 

2)       Una netta condanna nei confronti del governo di Uribe Vélez, dal quale esige che l’agibilità ed i diritti sindacali vengano ripristinati e rispettati senza ulteriori dilazioni.

 

3)       L’impegno a continuare a seguire attentamente l’evolversi della situazione in Colombia, dove è necessaria una soluzione politica del conflitto sociale ed armato che permetta, attraverso la rimozione delle cause che l’hanno storicamente generato, di costruire una vera pace con giustizia sociale.

 

Cuneo, 30 novembre 2005