Paolo Dorigo resta in detenzione,
contro la richiesta dello stesso pubblico ministero.
Paolo Dorigo non va liberato! Così ha deciso ieri la Corte d'assise di Udine
respingendo la richiesta dello stesso procuratore di sospendere la pena e
avviare la revisione del processo, come richiesto da numero pronunce del
Comitato dei Ministri d'Europa per i diritti umani che hanno riconosciuto
illegittima e lesiva dei diritti alla difesa la sentenza che da oltre 12 anni
Paolo Dorigo sta scontando per un attentato dimostrativo contro la famigerata
base della morte NATO di Aviano .
Una decisione evidentemente politica, presa contro il parere dello stesso
pubblico ministero che ha perfino sollevato eccezione di incostituzionalità
della norma che non stabilisce le sentenze europee come motivo di revisione di
una sentenza di condanna, per coprire un governo che di Europa si riempie la
bocca quando reprime le popolazioni della Valsusa, mentre resta sordo a ogni
richiamo delle corti in materia di diritti umani.
Una sentenza che si aggiunge a quella del giudice veneziano Della Longa che gli
ha negato il permesso di lavorare e procurarsi da sé di che vivere
proponendogli l'inaccettabile ricatto di rinunciare, per lavorare, a ogni altro
permesso di uscire dall'appartamento dove detenuto.
Si illudono di spezzare la fermezza e determinazione del compagno che da anni
si batte contro la tortura, le sperimentazioni e pratiche di
annientamento e condizionamento e controllo che si perpetrano contro i
prigionieri.
Paolo Dorigo è attualmente agli arresti domiciliari a Mira, ottenuti dopo una
lunghissima e dura lotta culminata con uno sciopero della fame di due mesi per
espletare gli esami clinici che provino una volta per tutte le torture e
controllo mentale che da anni denuncia di subire e che nessuno ha mai voluto
accertare.
Paolo Dorigo è stato più forte di ogni scetticismo ostruzionismo delle
strutture sanitarie e, dopo mesi, è finalmente e riuscito a effettuare
l'esame di TAC con mezzo di contrasto che ha rilevato la presenza di un
sospetto corpo estraneo alla profondità di 4 mm nel condotto timpanico
sinistro.
Oggi Paolo si sta battendo per trovare un chirurgo che glielo asporti a scopo
di esame clinico, ma anche in questo si scontra contro un muro di no e ostacoli
vari.
Liberiamo Paolo Dorigo, diamo forza alla battaglia per la verità.
Invitiamo tutti i compagni, i collettivi e organizzazioni di solidarietà coi
prigionieri politici, i tanti che a che in questi due anni si sono
mobilitati per salvargli la vita e strapparlo dal carcere e dalla tortura a
riprendere la lotta per liberarlo.
Invitiamo a scrivergli messaggi di solidarietà al suo indirizzo info@associazionevittimearmielettroniche-mentali.org
e ad aiutarlo a ottenere l'intervento chirurgico di rimozione dell'oggetto
sospetto dal suo corpo.
Facciamo appello a organizzare nei prossimi mesi una nuova iniziativa nazionale
per la sua liberazione.
Soccorso Rosso Proletario.